Vieni via con me, Roberto Saviano: “L’Italia è il Paese felice dove se non muori sei colpevole perchè vivi”

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Un’outsider scomodo nella serata catodica del lunedi, conteso tra la fiction di Raiuno e la madre di tutti i reality su Canale 5, quel Vieni via con me su Raitre fino all’ultimo in forse, che invece come un fiore nel deserto ha saputo essere esempio di grande televisione nell’uniforme panorama televisivo nostrano. Non mancano i guizzi ironici costruiti da Fabio Fazio, deliziosi intermezzi rappresentati da coloro che devono faticare ogni giorno per sbarcare il lunario, pur avendo una laurea o semplicemente perchè costretti a sopravvivere con pensioni da fame.

Ma il vero coup de grace è il monologo di Roberto Saviano, lo scrittore snocciola passo dopo passo le fasi attraverso cui si anima la macchina del fango, lo strumento che negli anni è stato utilizzato dalla politica per delegittimare i propri avversari, uniformandoli al tutto per renderli vulnerabili e quindi soggetti all’annientamento. Guai a far parte di un’unica anima sociale, bisogna guardare alle diversità, alle personalità come Giovanni Falcone che ha fatto della lotta alla mafia il suo motivo di vita, portandolo all’estremo sacrificio. Le parole di Saviano pesano come macigni: “L’Italia è il Paese felice dove se non muori sei colpevole perchè vivi.”

Annozero, l’amore ai tempi di B: basta con i casting?

Stanchi, delusi, affranti. Una volta al computer per scrivere il pezzo sulla recente puntata di Annozero sentiamo crescere dentro di noi tanta commiserazione verso un Paese che preferisce parlare di tutto fuorché dei suoi problemi reali. A un tasso di disoccupazione altissimo, che riguarda soprattutto i più giovani ma che non risparmia nessuna fascia d’età, si è preferito anteporre commenti tra i più disparati su una casa acquistata a Montecarlo, poi è toccato al caso di Sarah Scazzi subire il difficile destino della profanazione più estrema, intanto si precipita nella melma ma nessuno sembra notarlo. Ora sono giorni che non si fa altro che parlare di bunga bunga, della presunta relazione del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi con tale Karima El Mahroug detta Ruby divenuta da poco maggiorenne, di origini marocchine o forse no egiziane, presunta parente di Mubarak, ma pare non essere vero neanche questo. E’ la politica della menzogna, quella ripetuta fino alla saturazione al punto da diventare verità.

Nessun colpo di scena nella serata della seconda rete Rai dedicata alle due escort, su cui è stata dirottata l’attenzione morbosa dell’opinione pubblica pur di distoglierla da ben altri problemi, un giochino visto e rivisto a cui neanche Michele Santoro riesce a sottrarsi. Assenti entrambe le protagoniste, anche l’ultima arrivata tal Nadia Macrì, già sul punto di rubare la scena a Ruby, pronta a rivelare verità scabrose, bloccata appena in tempo dal riserbo dei magistrati. E’ l’Italia che pesta l’acqua nel mortaio, più è torbida meglio è. Siamo certi che sia così importante conoscere le origini di questa ragazzetta venuta dal profondo sud, che sembra aver già capito le dinamiche di un certo mondo? Le famose pubbliche relazioni di cui parla Lele Mora, dietro cui si cela il dissennato mercato del sesso in cambio di fama e denaro. Niente di strano ormai: ciò che una volta si svolgeva nel silenzio delle garconniere ora è di dominio pubblico.

Annozero, il sasso in bocca: Roberto Saviano e l’Italia degli uomini liberi

 Nella puntata di Annozero che non avrebbe dovuto esserci a seguito della sospensione di dieci giorni poi bloccata, la stella di prima grandezza è lui Roberto Saviano, un viso malinconico segnato da sporadici sorrisi per un ragazzo che le circostanze hanno fatto maturare forse troppo in fretta, costretto com’è ad espiare a vita l’ingiusta pena per aver denunciato il male. Lo scrittore si trova a Berlino dove in occasione dell’Autunno Italiano presenta il monologo La bellezza e l’inferno, il suo è un discorso commovente, dove viene descritta l’Italia che al momento possiamo solo sognare, un Paese dove si possa essere liberi di dire la verità sui governanti senza il rischio d’essere sepolti da una valanga di fango, dove si dice “salgo in politica” e non “scendo” come se si andasse a pescare nel torbido. Libertà quale dolce parola troppo spesso mista al fiele.

Nell’intervista di Sandro Ruotolo, Roberto Saviano descrive il progetto Vieni via con me il programma insieme a Fabio Fazio ancora in forse, ne viene fuori un quadro della Rai davvero drammatico: un’azienda in cui i programmi partono senza che le persone vengano contrattualizzate, in un clima da pressappocchismo spinto davvero preoccupante. Si parla di compensi messi alla berlina, un gioco a carte scoperte a tutto vantaggio della concorrenza, ma gli ospiti devono essere pagati in modo che la gente possa pretendere da loro la qualità, la stessa al momento che manca nel servizio pubblico, una nave alla deriva battuta dai marosi della politica.

Annozero: non solo odio, la politica tocca il fondo


Non solo odio nell’Italia del 2010, ma un malessere strisciante che si è impossessato del Belpaese, nel drammatico gioco delle parti che vede i cattivi trasformarsi in buoni e viceversa fino a intorbidire le acque e confondere le coscienze.“Una malattia che si diffonde come l’aids è che finisce per colpire tutti, si chiama conflitto d’interessi”, afferma Michele Santoro nella consueta anteprima di Annozero, dove non manca di spezzare una lancia a favore di Carlo Freccero direttore esautorato di Rai4, anzi no, almeno cosi rivela il dg Mauro Masi. Il premier Silvio Berlusconi, si cimenta in uno dei suoi monologhi preferiti contro i magistrati di sinistra, mentre Giancarlo Fini nell’intervista a tutto campo di Sandro Ruotolo difende il loro operato, ma ancora prima si augura una Rai libera dalle influenze politiche: singolare sentirlo dire da un politico di lunga data, più che un auspicio sembra una chimera.

I romani non ne vogliono proprio sapere di fare la pace con Umberto Bossi dopo le ultime esternazioni del leader leghista, lo dimostra il filmato del pranzo pacificatore con il sindaco di Roma Gianni Alemanno, resta il sospetto che un po’ della sana polenta nordica gli sia andata di traverso. Ancora una stoccata a Berlusconi nel Tg Zero riguardo il legittimo impedimento sulla cui validità si dovrà pronunciare il prossimo 14 dicembre la Corte costituzionale, se il parere dovesse essere negativo, i ministri con processi in corso sarebbero costretti a presenziare a scapito del loro prezioso lavoro parlamentare…un vero guaio.

Paolo Romani nuovo ministro dello Sviluppo Economico: Mediaset esulta?


Dopo una lunga gestazione, la montagna ha partorito…il ministro. Cinque mesi ci sono voluti ma alla fine il dicastero ricoperto ad interim dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, dopo le dimissioni di Claudio Scajola, è stato affidato alla persona più indicata, quel Paolo Romani che prima come sottosegretario con delega poi in qualità di viceministro aveva nel bene o nel male dimostrato di avere il giusto know how, in un settore come quello televisivo di non facile decifrazione in l’Italia.

Forse non tutti sanno che Romani ha alle spalle una lunga esperienza come editore tv. Nel 1974 dà il via a Tv Libera tra le prime emittenti “private” italiane, nel 1976 è la volta di Milano Tv, poi diventata Rete A, emittente nazionale, dove assolve l’incarico di direttore generale fino al 1985 per la Peruzzo Editore. Dal 1986 al 1990 è amministratore delegato di Telelombardia. Nel 1990 è editore di Lombardia 7, emittente che cede nel 1995, dopo essere stato eletto deputato con Forza Italia in piena “area” dell’attuale premier.

Annozero, crisi di regime: siamo tutti nella monnezza?

La crisi della politica la fa da padrona nella puntata più recente di Annozero, un cadavere in putrefazione i cui miasmi fanno il paio con quelli provenienti dai siti napoletani. Come è nel suo stile l’incipit di Michele Santoro parte alla lontana per poi arrivare diritto al punto, il sassolino nella scarpa tramutatosi in macigno viene tolto in un proverbiale gesto liberatorio. Il giornalista si rivolge al presidente Rai Paolo Garimberti, quando il suo obiettivo resta comunque il dg Mauro Masi che le ultime danno in via di destituzione, colui che dopo il “vaffan..bicchiere” ha deciso di inviare a Santoro una lettera di richiamo in attesa di ulteriori provvedimenti disciplinari (ma ci saranno davvero?).

E’ il pubblico il vero giudice del piccolo schermo, colui in grado di sancire successi, di fare il pollice verso chiudendo ogni discussione. Qualcuno ai piani alti della Rai pare non averlo ancora capito. Ringhia Santoro: in un ipotetico TG Zero, condotto dalla bella e brava Monica Giandotti viene fuori come colui che dovrebbe vegliare con imparzialità sulle comunicazioni, Antonio Martusciello commissario Agcom, succeduto allo sventurato Giancarlo Innocenzi reo di incapacità nel “far fuori” Annozero al momento opportuno, non è altro che un fedelissimo di Silvio Berlusconi, alla faccia di quella “indipendenza e autonomia” di cui dà sfoggio l’Autorità sul proprio sito.

Digitale Terrestre: canale 58, un caso singolare?


In molti ne hanno parlato, altrettanti si sono fatti portavoce di perplessità a nostro parere più che fondate. Ma questo canale 58 perché cederlo proprio a Mediaset sia pur in via “sperimentale”? L’antefatto: qualche giorno fa il Ministero dello Sviluppo Economico da mesi senza titolare e affidato ad interim al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi decide di affidare il canale 58, che i più informati riferiscono essere tra i migliori in assoluto della numerazione dtt, al gruppo del Biscione per prove tecniche di trasmissione in qualità hd. Tutto questo mentre all’orizzonte si profila il “beauty contest” l’assegnazione di 5 multiplex digitali a cui parteciperà anche Sky in qualità di “nuovo entrante”.

Difficile la gestazione del Regolamento Agcom per l’assegnazione delle agognate frequenze: ben quattro commissari su otto non lo hanno votato inoltre come riportato di recente in un articolo su Blitz Quotidiano da Paolo Gentiloni esponente del Pd e già ministro delle Comunicazioni: “Primo: al Regolamento non è stato allegato l’elenco dei cinque multiplex da mettere a gara. Sarà il Ministero a indicarli e soprattutto a decidere quali saranno i due aperti anche a Rai e Mediaset e quali i tre riservati solo agli altri. Seconda motivazione di chi non ha condiviso il Regolamento: Sky, che grazie all’Europa potrà gareggiare per ottenere uno dei cinque multiplex, sarà comunque esclusa dalla gara per i due aperti anche a Rai e Mediaset.” Lecito intuire che il Ministero assegnerà a Rai e Mediaset i multiplex migliori, tra cui il canale 58 di fatto già occupato in via provvisoria ma che tutto fa pensare possa essere affidato definitivamente a chi già se ne è appropriato.

La Rai oppressa dalla politica, il futuro è ancora più incerto?

 La Rai annaspa come una nave sbattuta dai marosi delle intemperie politiche. Era inevitabile che le diatribe sorte tra il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e quello della Camera Gianfranco Fini andassero ad influenzare il corso di un’Azienda da sempre sottoposta al volere dei politicanti, gli stessi intenti ad offrire agli elettori attoniti il più inqualificabile dei teatrini dove accuse reciproche senza esclusione di colpi bassi la fanno da padrone, nell’escalation di un conflitto istituzionale le cui ferite difficilmente verranno sanate.

Dalle indiscrezioni ricavate sul sito Dagospia scopriamo che l’ultimo cda Rai tenutosi lo scorso 5 agosto, sul tavolo l’avvicendamento di alcuni illustri direttori, si sarebbe concluso con un nulla di fatto proprio a causa delle “correnti fredde” causate dai sommovimenti parlamentari. Tra i punti più contestati, rimasti in sospeso l’avvicendamento tra Susanna Petruni e Massimo Liofredi a Raidue (con Liofredi dirottato ai Diritti sportivi) e quello tra Franco Ferraro e Corradino Mineo a Rainews (con Mineo al Gr Parlamento). Nella lista delle proposte era presente anche Giuseppe Pasciucco a Finanza e pianificazione; Roberto Rosseti al Coordinamento corrispondenti sedi estere; Silvia Calandrelli a Rai Educational. Non è stato deciso nemmeno il successore di Giuliana Del Bufalo, che il 30 luglio scorso si è dimessa dalla direzione di Rai Parlamento.

Lo switch off nel Nord Italia è rinviato al 25 ottobre


Traghettare il sistema televisivo italiano dall’analogico al digitale si sta dimostrando più ostico del previsto, a conferma delle numerose perplessità avanzate da noi in passato circa l’eccessiva fretta delle autorità preposte nel rendere alcune regioni “all digital” in anticipo rispetto al 2012 come deciso dalla UE. Dopo un primo slittamento di inizio anno, poi rimandato al 15 settembre, è di poche ore fa la decisione del Cnid (Comitato Nazionale Italia Digitale) di posticipare ancora il passaggio al Dtt del Nord Italia al 25 ottobre, accogliendo la richiesta di numerose emittenti in difficoltà per motivi di natura tecnica.

Come riportato da Digital Sat il calendario dello switch off prevede il passaggio prima del Piemonte orientale (25/10-27/11) a seguire la Lombardia (02/11-27/11), poi Emilia Romagna (24/11-03/12 ancora da confermare), Veneto (01/12-13/12), Friuli Venezia Giulia (06/12-16/12), Liguria (2011).

Sky sul dtt, sembra fatta ma…

Sky ufficialmente sul dtt? Pare proprio di si, la Commissione Europea si prepara ad annunciare entro il prossimo 20 luglio il parere positivo sull’ingresso in campo del marchio satellitare, ad oggi vincolato a non trasmettere fino al 2012, ma con i debiti distinguo. In fin dei conti Piersilvio Berlusconi, vice presidente Mediaset, durante la recente presentazione dei palinsesti per la prossima stagione, non aveva celato il proprio dissenso circa la possibile presenza del temibile avversario proprio sul terreno tanto ambito del digitale terrestre: “Dobbiamo aspettare che Bruxelles si pronunci. Per noi non ci sono le condizioni perché Sky possa partecipare al beauty contest, sarebbe perlomeno una decisione strana e scavalcherebbe l’Antitrust“. Aggiungendo che il digitale terrestre:”è già affollato, mentre il satellite è in una situazione di monopolio“.

Cosi dopo le innumerevoli traversie dovute alla scesa in campo del viceministro allo Sviluppo economico Paolo Romani (ministero retto tra l’altro ad interim dal premier italiano) espressosi negativamente almeno in due occasioni presso l’UE circa lo sbarco della tv di Rupert Murdoch, l’interessamento dello stesso ambasciatore italiano all’Unione Europea e non ultimo quello dichiarato da alcuni giornali e mai smentito dello stesso presidente del Consiglio Silvio Berlusconi intento a perorare la causa Mediaset, Sky si prepara al grande salto.

C’è da dire che il noto marchio satellitare è già presente da alcuni mesi sul dtt con il canale Cielo appoggiandosi al mux del Gruppo Editoriale Espresso, mentre l’autorizzazione UE ad utilizzare il dtt prima del 2012, gli permetterebbe di concorrere al “beauty contest” ovvero al “dividendo digitale” per l’assegnazione di cinque multiplex tre dei quali riservati a nuovi soggetti, ma qui casca l’asino!

Tom Mockridge:”Tra Sky e Mediaset nessuna guerra”, sarà vero?

 Avete presente La guerra dei Roses, il film del 1989 con Michael Douglas e Kathleen Turner? Nella pellicola diretta da Danny DeVito una coppia apparentemente affiatata, superata la magia dell’innamoramento comincia a farsene di tutti i colori. Qualcosa del genere sta accadendo da diversi mesi tra Sky e Mediaset, vicenda di cui ci stiamo ampiamente interessando sulle pagine di Cinetivù, sorta di soap opera ricca di colpi di scena e nuovi accadimenti.

Tra battibecchi vari, ovvero criptaggi del segnale Mediaset sul satellitare, la controffensiva di Sky attraverso la digital key, la mancata concessione a Mediaset dei diritti sui mondiali di calcio per il digitale terrestre dove il marchio satellitare ambisce ad entrare, arriva in queste ore la dichiarazione di Tom Mockridge numero uno di Sky Italia che afferma: ”E’ un canale che siamo felici di ospitare. Il contratto ha una durata di molti anni e lo rispetteremo. Questo mostra che Sky desidera essere una “casa” e una “finestra” per i competitor. Non vogliamo escludere canali. Sky non oscurerà mai nessun canale”. La frase è riferita a Mediaset Plus il canale 123 della piattaforma satellitare che trasmette una selezione dei palinsesti delle tre Reti Mediaset.

Ballarò, Berlusconi telefona, replica e riattacca il telefono (video)

Ieri sera il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha telefonato in diretta a Ballarò per rispondere personalmente alle dichiarazione del vicedirettore di Repubblica Massimo Giannini (ricordava la frase detta al tempo del governo Prodi dal premier “Evadere in Italia è inevitabile”) e ai sondaggi dati da Nando Pagnoncelli dell’Ipsos, poi ha riattaccato il telefono senza aspettare la replica dei due diretti interessati (video dopo il salto).

Berlusconi sull’evasione fiscale:

Chiedo scusa, ma certe cose non si riescono a sopportare. Vorrei dire che il giornalista di Repubblica, Massimo Giannini, ha mentito spudoratamente: da parte mia non c’è mai stato un sostegno all’evasione fiscale. Sono il primo contribuente d’Italia. Il mio governo ha aumentato gli introiti provenienti dall’evasione fiscale come il ministro Tremonti ha ricordato. Sono cresciuti di più, e questo decreto darà un altro colpo. Quindi è menzogna assoluta proclamare, come è stato fatto, che io avrei in qualche modo giustificato e sostenuto l’evasione fiscale.

Lo scontro Berlusconi – Fini ha ripercussioni su Raiuno?

Lo scontro interno al PDL tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini potrebbe avere ripercussioni anche su Raiuno? La domanda se l’è posta Paolo Conti su Il Corriere della sera (poi riportata da Dagospia).

La risposta? Gli indizi che possono far pensare che Mauro Mazza (in quota ex An) stia “Finizzando” Raiuno ci sono tutti, ma le smentite hanno argomentazioni valide quanto gli indizi.

Primo indizio. Mauro Mazza vorrebbe Luca Barbareschi nella nuova Domenica in. Replica: l’idea di Barbareschi nel programma di Raiuno è solo una delle tante ipotesi di lavoro.

Sky sul dtt, l’ambasciatore italiano all’Ue dice no

 La telenovela Sky sul dtt, si, no, forse si arricchisce di una nuova appassionante puntata, l’ennesima di una lunga serie, potete esserne certi. La storia sta assumendo i contorni di una caccia alla volpe, dove il cacciatore (Silvio) circondato dai suoi “cani” (non ce ne vogliano i ministri, l’accostamento è dovuto esclusivamente alla metafora in corso) sta facendo di tutto per fare lo sgambetto all’agile animaletto (Sky) intenzionato più che mai a trasformarsi da preda in predatore. A sbarrargli la strada nientemeno che l’ambasciatore italiano presso l’Unione Europea, Ferdinando Nelli Feroci.

L’antefatto: la scorsa settimana vi avevamo messi al corrente delle velleità di Sky, più che mai intenzionata a liberarsi dell’orpello legale che le impedisce di scendere dal satellite prima del 2012, al momento attraverso il grimaldello Cielo sulle frequenze del Gruppo Espresso, il marchio del tycoon australiano Rupert Murdoch, ha già avuto modo di far saggiare sul dtt la bontà della programmazione Sky, ma l’obiettivo a cui punta è ben più consistente, un multiplex tutto suo dove proporre programmi anche a pagamento (dal 2012 però), opportunità che l’Ue, a cui il marchio satellitare si è rivolta per avere il nulla osta, sarebbe disposta a concedere.