Che in giro si respiri aria di crisi non ci sono dubbi, la buona notizia è che almeno per ora il mondo della pubblicità pare non esserne sfiorato. Come già anticipato ad inizio anno da Lorenzo Sassoli dè Bianchi, neo presidente dell’Upa, (Utenti Pubblicità associati), l’associazione che raccoglie le aziende che utilizzano la pubblicità come forma di comunicazione, il 2008 avrebbe avuto un ulteriore impennata degli investimenti in particolare sul web, previsione rivelatasi poi azzeccata.
I numeri espressi a gennaio parlavano di un incremento del 29,8% sul 2007: a farla da padrone il web appunto, con 675 milioni di euro, contro i 520 milioni dell’anno precedente e un’ulteriore incremento della radio da 598 a 623 milioni (+4,2%), con un clamoroso sorpasso dell’offerta on line rispetto a quella on air, tutti dati confermati dai fatti.
Come dire che se da un lato la televisione continua ad avere un ruolo preponderante, riportando un incremento per esempio nel caso di Mediaset, tra il 2 e il 3% nel primo semestre 2008, dall’altro i diretti concorrenti non stanno a guardare rosicchiando qualcosa alla sorella maggiore che paga un’eccessiva ripetitività dei palinsesti, con relativa fuga degli utenti verso fonti alternative.