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Alle Falde del Kilimangiaro

Lo ammetto, non posso dire di essere un viaggiatore nel senso classico del termine. In parte anche per questo Alle Falde del Kilimangiaro suona accattivante. I primi secondi di programma sono in bianco e nero, eccezion fatta per il titolo;pochi istanti, senza farsi desiderare troppo, dopo lo schermo televisivo si colora e ci si tuffa in una miriade ordinata e graziosa di immagini e suoni, che ci portano a ritmi sostenuti in giro per il mondo. Il programma si snoda attraverso varie fasi, e dopo un servizio di apertura si passa al “gioco”, in cui due sfidanti portano in trasmissione due rispettive esperienze di viaggio che saranno valutate dagli spettatori tramite un meccanismo di televoto. Le due esperienze di viaggio sono rappresentate da due servizi curatissimi e molto dettagliati. Nella puntata di oggi gli sfidanti sono rappresentati da due coppie: la prima ci mostra l’Australia e la Polinesia, mentre la seconda ci ha conduce nei luoghi principali della Turchia. Il primo servizio è originale, un’ottima colonna sonora, suggestiva e in accordo con le immagini; emergono nel servizio una serie interessante di aspetti dell’Australia e della Polinesia, che vengono fotografate da più angolazioni. Fluiscono molte informazioni, sia per il potenziale turista, sia per chi è semplicemente curioso di saper cosa c’è in Australia oltre ai canguri e cosa c’è in Polinesia oltre al mare da copertina di rivista di viaggi. E le cose in più non sono poche. Anche il servizio sulla Turchia, oltre ad essere confezionato egregiamente, ci accompagna in luoghi suggestivi e densi di significati storico-culturali.


Successivamente si esce per un momento dal viaggio, per ascoltare alcune notizie dal mondo: tra un annuncio di chi ha perso una macchina fotografica in un particolare volo qualche giorno fa e quello di chi cerca un compagno di viaggio, si alza la voce di chi ha bisogno di una mano per portare aiuti laddove ce n’è bisogno, e quella di chi mette in guardia il viaggiatore incauto da sgradevoli e indesiderate compagnie. Successivamente è il momento dell’ospite in studio, rappresentato oggi da un membro del Cites, il Corpo Forestale; è il momento della trasmissione in cui si scatena una forte denuncia verso l’acquisto – e il retrostante processo di produzione – di souvenir costruiti con reliquie animali, macabri resti limati, imbellettati e lucidati, simbolo del desiderio di una grande quantità di turisti senza scrupoli. Si fa fatica ad ascoltare le cifre riportate dall’ufficiale della Cites relativamente alle tonnellate di avorio che vengono usate illegalmente per produrre soprammobili funzionali solo all’accumulo di polvere nei nostri salotti.

Un’altra pausa dai viaggi è l’occasione per decidere quale delle due coppie ha vinto: vince la Turchia, che per altro anch’io avevo votato, ed è ancora servizio, prima in Guatemala, poi in Slovenia, poi in Brasile. I sevizi sono molto approfonditi, ben curati tecnicamente, e, cosa più importanti,stracarichi di informazioni. Dopo averne visto uno, oltre alla voglia di andare sul posto, si verificano due importanti effetti collaterali: il primo è che ti rimane un bagaglio consistente di conoscenze sul luogo in questione, il secondo è che ci si sente più sensibili verso gli aspetti controversi e meno “di facciata”. La Norvegia emana, dalle parole dello speaker,un gradevole odore di “Non solo Nobel” che ci fa apprezzare in modo franco sfaccettature diverse del luogo in questione, che non troveremmo su un “Bignami” della Norvegia.

Guardando Alle Falde del Kilimangiaro, magari essere saltati da un canale a un altro, dà l’impressione di entrare in un’erboristeria di qualità situata all’interno di un modernissimo centro commerciale nel centro di Hong Kong. Mi spiego meglio. Il turismo di cui si parla, promosso “senza veli” dalla trasmissione è un turismo illuminato, condito col rispetto per l’ambiente e per gli animali. E’ un turismo per viaggiatori e non per turisti. Una nota particolare va alla conduttrice, l’intramontabile Licia Colò. Licia fa da lubrificante agli ingranaggi della trasmissione, il pubblico a casa, i concorrenti, i servizi, gli ospiti in studio. E funziona benissimo, senza perdere neanche per un attimo la genuinità nell’esprimere opinioni e nel prendere posizioni anche molto forti verso alcuni deplorevoli fatti che vengono denunciati con veemenza in trasmissione.

Comprereste davvero a cuor leggero una zampa di alligatore come souvenir?


3 commenti su “Alle Falde del Kilimangiaro”

  1. Uno dei miei programmi preferiti, lei è bravissima ed i servizi che fanno sono splendidi. A mio avviso è un programma da prima serata che offre molto allo spettatore tipo curisità, cultura, tranquillità senza mai stancarlo.

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  2. Anche secondo me è molto bello, ribadisco i servizi sono di qualità e la trasmissione viaggia a ritmi sostenuti, senza disperdersi in sciocchezze…

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