American Got Talent, lo show in arrivo dagli States

American Got Talent è un talent show ideato in Inghilterra ma di acquisizione Americana, andato in onda sulla NBC per la prima volta nel 2006: da allora si sono succeduti cantanti, ballerini, maghi, attori, tutti ragazzi di grande talento in corsa per il premio finale, un milione di dollari. Sky Show e Sky Vivo finalmente sono riusciti a portare in Italia il famoso talent show, giunto alla sua quarta edizione.

Il programma è stato creato da Simon Cowell, che ha alle spalle numerosi altri successi quali The X factor e American Idol, tutti format accumunati dalla stessa passione per l’arte e dalla volontà di un gruppo di ragazzi di sfondare nel dorato mondo dello spettacolo.

Nel talent i ragazzi partecipanti sono esaminati da una giuria composta a tre membri: l’attore David Hasselhoff (ex bagnino televisivo in Baywatch), il giornalista Piers Morgan e Sharon Osbourne, moglie della rockstar Ozzy. I ragazzi hanno a disposizione dello spazio per mostrare la propria arte: ogni giudice invece ha un pulsante a sua disposizione, che decide di schiacciare se ritiene scarsa o insufficiente la performance cui sta assistendo.

The X-Factor, il talent che fa impazzire l’Inghilterra

Sono da poco terminate le audizioni per la sesta edizione di The X Factor il talent show inglese che vede come protagonisti numerosi ragazzi e gruppi musicali sfidarsi per vincere un contratto discografico. Il programma è nato nel 2004 dall’idea geniale del produttore Simon Cowel, sulla scia del programma americano America Idol e piano piano si è diffuso in tutto il mondo, dall’Arabia Saudita alla Colombia.

Del resto anche noi non siamo rimasti indifferenti all’idea di un talent show musicale: nel 2008 X Factor è andato in onda su Raidue ottenendo fin da subito un grandissimo successo. Il cast dell’edizione inglese di The X Factor è formato dai giudici Simon Cowel (della casa discografica EMI), Louis Walsh (il re della scena pop irlandese), Cheryl Cole (attrice tv e ballerina di musical) e Dannii Minouge (attrice di teatro e di musical) ed è presentato da Dermot O’Leary e Holly Willoughby.

In Inghilterra il programma va in onda sulla ITV Network ed è prodotto dalla FremantleMedia’s talkbackTHAMES E’ sicuramente la più grande ed importante competizione televisiva: basti pensare che per la quinta edizione sono state fatte 182mila audizioni per un premio finale consistente in un contratto con la Sony per un valore pari ad 1 milione di sterline.

The View, lo show tutto al femminile della Abc

 Talk, talk, talk, potrebbe essere il titolo di una canzone è invece il motivo ricorrente di uno degli show (un talk show appunto), più seguiti d’America in particolare dal pubblico femminile, The View in onda ogni mattina sul network Abc. Cinque baldanzose signore si divertono ad ospitare personaggi dello show business, attori cantanti, presentatori e qualche volta anche politici, affrontando ogni tipo d’argomento, attente a non annoiare il pubblico, in un clima di perenne ilarità.

Creato da Barbara Walters e Bill Geddie, il programma ha debuttato l’11 agosto 1997, negli anni il gruppo di conduttrici ha subito più volte dei cambiamenti, clamoroso l’esempio di Rosie O’ Donnel co-conduttrice tra il 2006 e il 2007 rea di avere più volte criticato l’amministrazione Bush in particolare per la guerra in Iraq e per questo a detta di molti, anche se non ufficialmente, allontanata dal programma, di fatto la O’ Donnel si licenziò un mese prima della scadenza del suo contratto dopo una storica puntata, sede di un’accesa discussione tra lei e Elisabeth Hasselbeck altra conduttrice schierata su posizioni filogovernative. Neanche a dirlo in quell’occasione l’audience schizzò alle stelle con somma soddisfazione, ma anche imbarazzo dei vertici Abc.

The Soup, l’irriverente show di E!

Il clima vacanziero ci porta anche questa settimana a parlare di uno show a metà strada tra l’irriverente e il gossip a piè sospinto con una buona dose di comicità. Ogni settimana su canale televisivo E! Entertainment (quello americano) l’attore Joel McHale, bambinone cresciuto solo d’aspetto, con l’irrefrenabile vizio di strabuzzare gli occhi, ficca naso e orecchie nella zuppa mediatica di The Soup, programma di 22 minuti in onda più volte durante la settimana.

The Soup non è altro che un modo per il canale dedicato allo show business internazionale di ironizzare sulla programmazione delle Tv americane proponendo contributi filmati tratti dai vari palinsesti, con lo scopo di irriderne i protagonisti stessi. Lo show è suddiviso in vari segmenti incentrati sui reality o spettacoli televisivi. McHale introduce ogni contributo filmato non lesinando una buona dose di sarcasmo, accompagnato dalle risa del pubblico in sala composto da amici e parenti della produzione. In onda dal 2004 (prima si chiamava Talk Soup) nel 2008 è stato creato anche un blog. Nel 2007 un programma dal medesimo titolo e formula ha preso piede anche in Italia sul canale Sky Vivo, ma non ha avuto lo stesso entusiastico riscontro dell’edizione americana.

Larry King Live, lo storico talk show della CNN

Dopo l’anticipazione della scorsa settimana, in quella di ferragosto abbiamo deciso di dedicarci al classico andante, con uno dei più celebri talk show nella storia della televisione: il Larry King Live in onda ogni notte sulla CNN statunitense tra le 21 e le 6 del mattino a seconda dei fusi orari, trasmesso in tutto il mondo dalla CNN International. Forse a qualcuno potrà risultare poco simpatico ma non c’è dubbio che le interviste di King, le bretelle più famose d’America e forse del mondo, abbiano un ritorno in fatto di audience che pochi altri programmi possono vantare, con una media di un milione di telespettatori a puntata.

Probabilmente neanche lui, classe 1933, nato a Brooklyn (New York) vero nome Lawrence Harvey Zeiger, avrebbe potuto immaginare che quel nome d’arte “King” adottato nei primi anni ’50 quando faceva il disc jockey in una radio di Miami, gli avrebbe portato così fortuna. Il 3 giugno del 1985 inizia la grande avventura di uno show che fino a oggi ha raggiunto e superato le 40.000 interviste. Negli anni il Larry King Live ha ospitato i personaggi più disparati, toccando un numero considerevole di argomenti tra il serio e il faceto.

Launch my Line, il nuovo show del canale Bravo


Questa settimana proviamo a superare noi stessi, parlando di un programma che ancora deve andare in onda, fra quelli che caratterizzano la prossima stagione televisiva del canale Bravo, tra i più apprezzati dai giovani americani. Siete professionisti di un determinato settore, ma in cuor vostro avete da sempre coltivato velleità da fashion designer? Vi piacerebbe creare una vostra linea di abbigliamento? Allora questa è la trasmissione che fa per voi! Un format interessante che se avesse il debito riscontro di pubblico negli Stati Uniti, come è probabile, potremmo ritrovarci prossimamente in qualche palinsesto nostrano.

Da mercoledì 16 settembre alle 22, prenderà il via la prima stagione Launch my Line una sfida tra stilisti di primo pelo, i cui vincitori vedranno coronare i loro sogni di gloria nel campo della moda. Contrariamente ad altri programmi dalla formula simile, i dieci contendenti, tanti saranno i protagonisti del programma, non sono studenti già introdotti nel settore, ma professionisti di alto livello in altri mestieri, da sempre estimatori del mondo delle sfilate.

Coadiuvati da altrettanti fashion designer, i dieci suddivisi in squadre, si sfideranno di puntata in puntata proponendo le loro creazioni al pubblico che le valuterà, cosi come al giudizio insindacabile delle due “guru” del settore Stefanie Greenfield e Lisa Kline. Mentre i vincitori potranno permettersi una griffe d’abbigliamento personale, ai designer che li hanno aiutati andranno 50.000 dollari.

Mad Tv, 14 anni di folli risate

I numeri parlano da soli: 14 stagioni, 326 episodi girati, 6 Emmy Awards (gli Oscar televisivi americani) vinti, più un numero considerevole di nominations e premi minori, benvenuti sul pianeta Mad Tv, l’appuntamento del sabato sera tra i più amati dal pubblico d’oltre oceano sintonizzato sul canale Fox e Comedy Central.

Il programma creato dal trio Joe Schnier, Fax Bahr e Adam Piccola, prende il via il 14 ottobre 1995, negli anni alcuni dei protagonisti e gli stessi autori sono cambiati ma la freschezza e l’ironia degli sketch è rimasta immutata, offrendo al pubblico una valanga di divertimento e risate che ha travolto tutto e tutti, personaggi famosi, situazioni e avvenimenti balzati agli onori delle cronache, peccato che proprio quest’anno la Fox abbia annunciato la chiusura del fortunato show, con la puntata del 16 maggio, confidiamo in un ripensamento o come auspicato dal produttore David Salzman su un cambio di canale, probabilmente una rete via cavo.

Ogni puntata della durata di un’ora viene registrata davanti a un pubblico “vero” e si compone di sketch comedy, scenette e performance musicali sempre in chiave ironica, gran parte di quanto viene proposto va a parodiare show televisivi, film, clip musicali, oltre ad ironizzare su temi d’attualità, politica e cultura.

American Experience, a tu per tu con la storia americana

 Un vero spasso per gli amanti della storia americana che si ritrovano ad inzuppare il proprio muffin in un vero e proprio oceano di nozioni culturali a stelle e strisce. Si tratta di American Experience tra i programmi di punta del canale statunitense PBS, specializzato nella messa in onda di documentari, format che da sempre stimiamo come ottimo mezzo di informazione nozionistica e didattica.

American Experience racconta i più importanti eventi e personalità dell’epopea statunitense. In onda da più di vent’anni con più di 230 episodi finora trasmessi, prende ufficialmente il via il 4 ottobre 1988, dal 1995 ogni puntata della durata di 55 minuti è disponibile sul web, divenendo un vero cult per gli appassionati. Fino al 1999 è stato introdotto da David Mc Cullogh. Buona parte delle trasmissioni sono state realizzate per il circuito PBS dall’emittente consociata di Boston WGBH, a cui periodicamente si sono unite WNET di New York e KCET di Los Angeles.

Broken News, contro lo stress da informazione

 Il mondo delle notizie e la sua parodia, ecco cos’è Broken News, programma dell’inglese BBC Two che prende il via nell’autunno del 2005, per una sola e breve stagione composta da 6 episodi da 30 minuti ciascuno. In perfetto humor inglese Broken News che gioca con il termine breaking news (edizione straordinaria) sfruttatissimo dai telegiornali esteri, si prende gioco di loro.

In poco più di mezz’ora lo spettatore si ritrova a saltare da un canale televisivo all’altro, ovviamente fittizio, dove le notizie più assurde e inverosimili vengono trattate come reali, con tanto di inviati da diverse parti del mondo, in una sorta di farsesca giostra mediatica. Nutrito il parco di attori utilizzato, ben 145, a cui vanno ad aggiungersi le “anime” del programma gli autori Tony Roche e John Morton.

Stupid Face, comicità demenziale allo stato puro

 Stupido è chi lo stupido fa” recitava l’ottimo Tom Hanks nei panni di Forrest Gump, una massima che calza a pennello per Stupid Face programma di corti in onda ogni giovedì sera sul network americano Fuel Tv.

Considerata la gran massa di “cose” stupide, proposte dal mondo televisivo ogni giorno travestite da tanto perbenismo e una buona dose di ipocrisia, almeno questo show della durata di circa mezz’ora non può essere tacciato d’infima qualità, visto che proprio questo vuole essere: un condensato di scemenze messe su per far ridere e basta al punto dall’essere ben più intelligenti di tanta altra “roba” catodica.

La comicità americana, spesso incomprensibile per il pubblico italiano, viaggia sempre sul sottile confine che separa la volgarità dal cinismo, per cui parodie, parolacce, prese in giro e sketch comedy di ogni genere sono il pane quotidiano di Stupid Face. Al timone un gruppo di fuori di testa fra cui primeggia Mike Hollingsworth artista nonché regista di corti d’animazione, già collaboratore di Disney Channel, il quale ha firmato diversi episodi della prima stagione, a lui si aggiungono Will Carsola and Dave Stewart, Bad Dad, Jesus, Luci, MC Outdoorz, Tim Hutchins.

Late Late Show: da quasi 50 anni sulla cresta dell’onda

 Mai come nel caso del Late Late show irlandese, il nome si rivelò più profetico, il programma della tarda serata, dove per “late” potremmo anche intendere “anziano”, è effettivamente uno dei più longevi in assoluto nella storia della televisione. Nato il 6 luglio 1962 sulla RTE irlandese, da non confondere con l’omonimo americano condotto da Craig Ferguson, il Late Late show va in onda senza troppe pretese come contenitore estivo del sabato notte alle 23.20, rivolto a un pubblico di nicchia, lo studio è piccolissimo è può ospitare al massimo cento persone.

Da allora il suo formato è rimasto in gran parte lo stesso, con musica, ospiti in studio, cabaret e coinvolgimento del pubblico in dibattiti su temi di attualità, proprio questa formula concorre al successo del programma che successivamente viene spostato nell’attuale collocazione del venerdì sera alle 21.30 per la durata di oltre due ore, durante tutta la stagione televisiva da settembre a maggio. Nel 1995 il Late Late show viene trasferito in uno studio più grande, in tre occasioni va in onda dalla Wexford Opera House immenso auditorium irlandese.

Nei suoi 47 anni di vita lo show ha visto succedersi quattro conduttori, il primo storico è Gay Byrne alla guida del programma per 37 anni dal 1962 al 1999, tranne una breve pausa nella stagione 68-69 quando viene sostituito da Frank Hall, nel 1999 è la volta di Pat Kenny che ha concluso il ciclo di trasmissioni e da settembre verrà sostituito Ryan Tubridy.

T-Mobile Transmission: le nuove tendenze musicali su Channel Four

La musica in televisione non “tira” più, dopo anni addietro trascorsi a seguire trasmissioni cult come Discoring o kermesse canore come Festivalbar dobbiamo constatare che simili manifestazioni hanno ormai fatto il loro tempo: mentre l’una è ormai sparita da almeno vent’anni, l’altra in onda di recente su Mediaset ha dovuto arrendersi alle nuove tendenze che vogliono i talent show, X-Factor e Amici su tutti, avere la meglio su produzioni che sanno ormai di stantio. Gli stessi Wind Music Award in onda lunedì scorso hanno avuto un discreto successo di pubblico.

E’ cambiato il modo di fruire la musica, così come i gusti del pubblico, piattaforme come You Tube e strumenti come l’I-Pod e i telefoni cellulari hanno inferto un duro colpo a quei canali come i negozi di dischi, poi dvd relegati ormai alla stagione dei ricordi. Quanto al nostrano Festival di Sanremo, nonostante i fasti dell’ultima edizione, appare svuotato di tutte le sue essenze con le canzoni a fare da cornice più che da principale elemento d’attrazione. Le stesse tv musicali come MTV hanno aperto le porte a programmazioni alternative.

All’estero la tendenza è la stessa: nel 2006 la mitica Top of the Pops ha dovuto abdicare per mancanza di pubblico televisivo, ma in un Paese come l’Inghilterra dove l’industria discografica continua a sfornare fior di produzioni confortata da notevoli riscontri di mercato, sebbene non più ai livelli di una volta, la tv propone ancora quelli che possiamo definire ultimi scampoli di trasmissioni musicali come T-Mobile Transmission.

Revue & Corrigé: l’attualità riveduta e corretta


La crisi economica, la riforma dei servizi ospedalieri, la politica: questi e altri i temi trattati con asciutta compostezza in Revue & Corrigé (Riveduto e Corretto), programma di attualità giunto alla sua seconda edizione, in onda su France 5 ogni sabato alle 19 e la domenica alle 13.30.

Più di 70 le persone tra giornalisti e maestranze impegnate ogni settimana alla realizzazione del programma, che vede al timone Paul Amar, giornalista navigato con alle spalle esperienze come corrispondente di guerra e dagli Stati Uniti. Revue & Corrigé si propone come una sorta di Annozero nostrano ma con meno tendenza al sensazionalismo e alla satira, pur conservando quella punta polemica e l’acceso confronto verbale che fanno del programma di Raidue uno dei più seguiti della stagione televisiva appena conclusa.

Ogni settimana inserti, dibattiti, ospiti in studio per approfondire i più importanti argomenti di attualità. Ma come funziona la macchina organizzativa di Revue & Corrigé? Lo appendiamo dallo stesso Paul Amar grazie ad un’intervista di Arianna Dadi rilasciata al sito web di France 5.

The Goode Family, sulla ABC da stasera una nuova serie irriverente

Direttamente dai creatori della serie tv dissacrante Beavis & Butt Head, ideata da Mike Judge, ecco approdare sull’ABC, The Goode Family, una simbiosi perfetta tra I Griffin ed I Simpson, un cartone che prende per i fondelli gli ambientalisti in maniera satirica.

La famiglia di The Goode family è differente dalle altre: loro sono ossessionati dal fare la cosa sempre giusta, riciclano tutto, sono vegetariani, animalisti, guidano auto ibride, sono politicamente verdi, vivono la vita in perfetta armonia con la natura che li circonda.