Raimondo Vianello e la signorilità dall’ironia innata di chi può permetterselo

Sedicesimo appuntamento del 2010 con le riflessioni di Riccardo Cresci, volto giovane, noto al pubblico di Sky Tg 24, riguardanti la televisione italiana. Oggi Riccardo vuole ricordare il grande Raimondo Vianello, morto due giorni fa.

I tre Tenori televisivi non ci sono più. Hanno abbandonato il posto in prima fila nel teatro più bello, per posizionarsi nel loggione, più in alto, lontano da tutti, ma sempre presenti. Corrado, Mike Bongiorno e ora Raimondo Vianello, per molti i papà della televisione Italiana, per altri gli zii o i nonni. Già, dei nonni della televisione, quelli buoni che entrano a casa tua senza disturbare, con educazione e ti fanno sempre tanto ridere. Tutti quelli nati negli anni ottanta, ma non solo, la penseranno come me, persone capaci di trasmettere serenità, allegria ed un’estrema professionalità, quella che in questi anni ci possiamo solo sognare o andarla a ripescare in qualche archivio, in un video d’annata.

Raimondo proprio come Corrado, aveva uno spiccato senso dell’ironia, prendere in giro bonariamente, con simpatia, un cinismo divertente che faceva sorridere e mai rimaner male. In questi giorni tanti hanno testimoniato il suo ricordo, tutti hanno ricordato la sua signorilità, un’eleganza che ora stonerebbe un po’, visto la piega della nostra televisione.

Una vecchia generazione che ha chiuso i battenti, non ci sarà più, vivrà solo nei ricordi dei fortunati che hanno potuto conoscerla. Un’educazione, un rispetto per il proprio operato, il sano divertimento e l’amore per il proprio mestiere, tutti elementi che faticano ad emergere negli ultimi anni, in un periodo che vede rincorrere il successo e la notorietà senza arte né parte, solo per apparire e poi svanire come bolle di sapone. Raimondo, una bolla di sapone, non l’è mai stata, è stato un continuo produrre e scrivere, recitare e condurre, un’estrema ecletticità che possono detenere solo i veri Maestri, capace di mutare in maniera eccellente da una scenetta di “Casa Vianello” a una conduzione sportiva di “Pressing”, pochi riuscirebbero ad eguagliarlo, anzi, forse proprio nessuno.

Telecinco, Pasapalabra a tutta l’Italia, per favore!

Quindicesimo appuntamento del 2010 con le riflessioni di Riccardo Cresci, volto giovane, noto al pubblico di Sky Tg 24, riguardanti la televisione italiana. Oggi Riccardo confronta la televisione italiana con quella spagnola.

Avete seguito i miei consigli o vi siete arenati su qualche tavolata a pancia piena? La Pasqua è finita e ora è tutta una volata verso el Verano, non il Cimitero Comunale Monumentale di Roma intendiamoci, ma proprio il periodo estivo in lingua spagnola, c’è già grande fermento per l’attesissima prova costume. Si freme per arrivare in spiaggia con un fisico invidiabile, si corre in palestra, ci si scolpisce tra diete, tapis roulant e bombe energizzanti. Insomma si fa quel che si può, perché l’Estate non guarda proprio in faccia nessuno. Ci si denuda tutti e l’occhio vuole la sua parte. In spiaggia siamo ancora più criticoni e le donne soprattutto, impazziscono di gioia nel sotterrare atterrendola vicina di ombrellone o di lettino. Ci sarebbe tanto da dire, ma poi esco fuori tema e qui bisogna parlare di tivù. Prometto però che tornerò sull’argomento, anzi devo risegnarmi subito in palestra, ecco me lo appunto subito, fioretto post Pasqua. Ho già assaggiato l’Estate, facendo un giro tra Spagna e Canarie ho visitato il caldo e il sole, durante questi momenti di relax c’è stato anche il momento televisivo spagnolo, la curiosità c’era e così sono rimasto piacevolmente sorpreso e a tratti avvilito. E’ noto ormai il paragone tra Spagna e Italia, siamo cuginetti, ci vogliamo bene, siamo coesi, non proprio calcisticamente, ma quasi in tutto, ci stiamo simpatici in fondo e molto di più rispetto ad altre nazioni Europee più ostiche e meno aperte alla solarità.

Tante similitudini parentali, ma poche televisivamente parlando, facendo zapping, nel doccia time, dopo la classica giornata turistica di mare, ecco che ho potuto conoscere una tv molto diversa da quella italiana, ma non tanto nei programmi che gira e rigira son sempre quelli, sto parlando dei giovani conduttori spagnoli, esistono, i conduttori televisivi under 30 sono vivi, si muovono, sanno parlare e sono anche molto bravi.

Quattro mesi di Tv e la Pasqua che è sempre con chi vuoi

Quattordicesimo appuntamento del 2010 con le riflessioni di Riccardo Cresci, volto giovane, noto al pubblico di Sky Tg 24, riguardanti la televisione italiana. Oggi Riccardo fa gli auguri di Buona Pasqua a tutti (e noi ci associamo) e analizza i primi quattro mesi di televisione:

Ecco la settimana Santa, quella di Pasqua, ma non avevo finito ieri di parlare del Natale? Dai, non si fa in tempo a smaltire una festività che se ne ripropone subito un’altra e a noi Italiani piace tanto. Ci piace crogiolarci tra cestini di uova cioccololatose, magari farcite di cereali, nocciole, riso soffiato, zucchero e vaniglia. Ecco il periodo dell’anno, il secondo, dove i nostri brufoli possono uscire allo scoperto felici ed urlare in massa al mondo esistiamo anche noi! Siamo felici di esserci e non si nascondono poi tanto.

In questo fermento di colombe, nastri, uova e coniglietti, attenti a non servire sulle vostre tavole qualche micio gironzolante felice tra le vostre mura, Beppe Bigazzi non intendeva dire veramente quello che ha ribadito lo scorso giovedì grasso! Mi raccomando siate buoni. Sono un po’ contrario a queste tradizioni molto Italiane che vedono sacrificare agnelli, conigli e tanti poveri animaletti della fattoria, ma non è la sede giusta questa, c’è gia Marina Ripa di Meana e i suoi amici ambientalisti, animalisti. Senza nominare Farmville, ovviamente.

Marzo si è concluso con una serie di tonfi nel buio che non ricordiamo poi tanto spesso, una serie di fiction dispensate da Mediaset si sono ritrovate a gambe per aria, non ultima la famiglia dei “Fratelli Benvenuti” che facendo dietrofront ha chiuso la salsamenteria e festeggia la Pasqua a casa, ma senza il pubblico della prima serata.

Le Centovetrine di Roberto Alpi e le Centoprimavere di Ettore Ferri

Tredicesimo appuntamento del 2010 con le riflessioni di Riccardo Cresci, volto giovane, noto al pubblico di Sky Tg 24, riguardanti la televisione italiana. Oggi Riccardo parla del successo di Centovetrine:

Siamo finalmente giunti in Primavera, l’aria è cambiata, aria e polmoni nuovi, già da una settimana i nostri ormoni sono in subbuglio, è tutto un fremito e ci sentiamo più leggiadri di farfalle svolazzanti nell’etere. Durante la stagione dei fiori tutto cambia, ci svegliamo da un lungo letargo che tutto sommato ci piaceva pure un po’ e siamo pronti per affrontare a spalle larghe l’aria tiepida avvolgente di aprile, ansiosi di scavallare giugno, il mese dell’amore già consumato.

Da marzo a giugno siamo tutti più desiderosi di vivere all’aperto, le quattro mura ci stanno strette e proprio l’amore ci inebria insieme alle prime fioriture che sbocciano, questo devono aver pensato i produttori della soap opera made in Italy Centovetrine. Un panegirico poetico per sottolineare la stagione della passione.

Complice quest’aria infiorata, ecco in arrivo dieci cofanetti in dvd, impolpati con ricchi colpi di scena, storie d’amore e vicende strappalacrime, riassunte per tutti gli appassionati delle vetrine del centro commerciale più conosciuto d’Italia. Proprio da marzo a maggio verranno dispensate, dalle edicole di fiducia, puntate celebrative in un pinzimonio di tradimenti, amori e struggenti finali.

All’Aldo Busi dei famosi in Nicaragua, hanno eliminato Simona Ventura

Dodicesimo appuntamento del 2010 con le riflessioni di Riccardo Cresci, volto giovane, noto al pubblico di Sky Tg 24, riguardanti la televisione italiana. Oggi Riccardo parla di Aldo Busi e del suo show a L’isola dei famosi.

Strana tv quella che stiamo vivendo in questi ultimi tempi, ormai la qualità ce la siamo persa per strada a favore del sensazionalismo, fa ascolto, ci piace, rimaniamo incollati allo schermo se accade qualcosa di diverso e fuori dal consono ordine comune delle idee più ovvie.

La buona educazione, le regole, la civiltà, quando si è dietro ad una telecamera, consapevoli che milioni di persone ti stanno seguendo, viene spesso meno. Ci si sente autorizzati a spaccare il mondo e a diventare padroni dell’universo, un po’ come Lex Luthor a Metropolis. In questi casi Superman non può fare poi molto, deve osservare, impotente di volare per poter salvare un’Italia che sta rotolando per le scale ogni ora di più, anzi è questione di minuti. I modi sono sbagliati anche se il fine potrebbe giustificare i mezzi, ma il mezzo non giustifica il fine, verrebbe da pensare.

Ma meno male che c’è Emanuele Filiberto di Savoia… Se si parla di te il problema non c’è!

Undicesimo appuntamento del 2010 con le riflessioni di Riccardo Cresci, volto giovane, noto al pubblico di Sky Tg 24, riguardanti la televisione italiana. Oggi Riccardo parla dell’enorme esposizione mediatica di Emanuele Filiberto, sempre più prezzemolino della televisione italiana.

“Ma meno male che c’è Carlo Bruni.. Siamo fatti così – Sarkonò, Sarkosì. Che bella Carla Bruni – Se si parla di te il problema non c’è!” Il trionfo della verità del 60° Festival di Sanremo è stato proprio il buon Simone Cristicchi, dentro questa canzone, forse al primo ascolto un po’ troppo leggera e vacua, si cela un’ Italia sempre più paurosamente vera. Una realtà che con il passare dei giorni, delle ore, ma che dico, dei minuti e dei secondi, sta cambiando le nostre abitudini televisive. C’è da preoccuparsi davvero per i nostri giovani talenti che non so che idea si stiano facendo dell’Italia come televisione, intesa come programmi e voglia di emergere. Gira che ti rigira siamo sempre a rimescolare le stesse carte, conoscendo in anticipo il risultato di una partita neanche troppo sofferta, un torneo dal sapore facile.

Siamo invasi, c’è la colonizzazione da parte dei Savoia nella nostra tv e non si può fermare perché ormai Emanuele Filiberto ha scelto la sua via, dopo aver ballato, cantato, cucinato, recitato, ‘opinionizzato’, poi che altro ha fatto? Mancano solo le previsioni del tempo e mi aspetto di vederlo a breve come mio collega. Ora ha deciso di condurre un programma televisivo perché vuole intraprendere il mestiere di presentatore televisivo. Ci è riuscito nell’arco di un mese! Record. E allora, “Ciak si Canta”! Ancora… Aggiungerei.

L’Isola dei Famosi, Il Grande Fratello e una gentildonna di nome televisione

Decimo appuntamento del 2010 con le riflessioni di Riccardo Cresci, volto giovane, noto al pubblico di Sky Tg 24, riguardanti la televisione italiana. Oggi Riccardo torna a parlare dei reality, in particolare del Grande Fratello 10, che sta volgendo al termine, e della settima edizione de L’isola dei famosi.

Era il mese di Ottobre quando parlavo di Grande Fratello e della sua possibilità che un giorno potesse diventare un suo lontano parente chiamato “Grande Nonno”, un po’ più anziano e meno ricco di colpi di scena, un po’ più vuoto e meno intrigante rispetto alla sua infanzia. Un format che più passano gli anni e più riesce ad invecchiare bene, come un buon vino, un liquore eccezionale, quello dell’annata migliore. Un’altra edizione è scaduta e dopo cinque mesi le luci torneranno ad essere spente, vincerà il più amato dal pubblico, ci sarà chi brillerà tra gli altri e chi sarà dimenticato, forse per sempre, chissà.

La certezza però è che Il Grande Fratello ancora piace, riesce ad accattivare l’attenzione di tutti, dai giovani agli anziani, perché tutti lo osservano seppur distrattamente e tutti conoscono qualche protagonista, seppur per sentito dire. E’ un programma che emoziona, incuriosisce, coinvolge anche se sono dieci anni che ascoltiamo dire chi lascerà ‘sta benedetta’ casa e chi sarà nominato. Il padre di tutti i reality show non conosce crisi e miete successi, anche quest’anno nuovi record sono stati battuti. Viene da pensare tuttavia che tanto nonno questo Grande Fratello non deve ancora essere, se milioni di Italiani lo spiano e lo continuano a commentare. Non importa se e quale categoria lo segue, l’essenziale è portare a casa il successo e Mediaset lo ha avuto, nonostante tutto, il marchio è riuscito a colorare e a trascinarsi dietro tutti i programmi satellite di Canale 5, facendo registrare ascolti sempre molto rotondi, anzi sferici e stratosferici.

C’è poco da obiettare, bisogna fare un applauso, bello fragoroso, a tutti gli autori, i produttori, registi che hanno studiato e lavorato sodo per un progetto così faticoso, ma altrettanto ben capitolato. Si è riusciti a rispolverare un format che nonostante dieci anni di onorata carriera, affascina sempre ed è in grado di farti tornare ogni anno nelle mura domestiche di questa casa, la più famosa ed amata dagli Italiani. Dopo Lorella e la Scavolini ovviamente.

Sanremo 2010 come il pecorino sardo grattugiato su un bel piatto di frutta

Nono appuntamento del 2010 con le riflessioni di Riccardo Cresci, volto giovane, noto al pubblico di Sky Tg 24, riguardanti la televisione italiana. Oggi Riccardo commenta  l’esito del Festival di Sanremo 2010.

Mi sembra di essere scivolato dentro a un grande calderone. Un minestrone vario in una pentola stracolma, dove qualcuno dalle forme di un gigante, sta mescolando tutto ciò freneticamente. Gli ingredienti questa volta sono proprio tanti, c’è n’è una varietà disarmante, prodotti di ogni tipo si confondono tra i freschi e gli scaduti, ma lo chef a me sembra un tipo proprio strambo, con tristezza e un velo di rassegnazione assaggio sta minestra, il risultato? Brucia, un po’ troppo salata e quasi quasi la risputo, oppure la butto giù come una medicina ancora più amara del fiele e stringo i denti. Non lo so. Ora rifletto va.

La brodaglia un po’ riscaldata in un mix di ingredienti comunque vincenti si chiama “Festival della Canzone Italiana” per l’esattezza è il numero sessanta. Sessant’anni di Festival festeggiati nel peggior modo possibile, ma non tanto per i conduttori e gli autori che hanno regalato una freschezza ed una normalità come non succedeva da anni, parlo di un’atmosfera quasi irreale. Più che al Festival osannato della canzone Italiana, sembrava di essere alla fiera di paese più vicina a casa mia, mancavano solo i banchi delle noccioline, dello zucchero filato, poi tutto poteva essere una bella frittata già assaggiata, da affiancare come secondo piatto alla minestra.

I grandi fiori di mamma Antonella in un Sanremo senza fiori

Ottavo appuntamento del 2010 con le riflessioni di Riccardo Cresci, volto giovane, noto al pubblico di Sky Tg 24, riguardanti la televisione italiana. Oggi Riccardo commenta il Festival di Sanremo 2010.

Siamo tutti figli di Mamma Antonella. Questa è la verità e questo è il successo della 60° edizione del Festival della canzone Italiana. Ci sentiamo cullati dalle grandi tette della ex cuoca più familiare d’Italia e a noi ci piace così, ci piace unicamente semplice, naturale, non studiata e un po’ mamma d’Italia. Io andrei subito a casa sua a mangiare e sono sicuro che mangerei bene, sarei ben protetto, al sicuro. Milioni di Italiani e sono tanti quest’anno, anche più di undici, hanno pensato questo.

Certo, non tutti hanno bisogno dell’effetto scollatura compressa di Antonella Clerici, c’è anche chi non la sopporta tanto e crede sia troppo conduttrice della porta accanto, di quelle che ti porta la torta di mele appena fatta, bella calda, dopo essersene ingurgitate già prima due o tre a casa propria, ma in fondo, non ci possono piacere a tutti gli stessi programmi e gli stessi conduttori. Sanremo però è Sanremo, un evento a parte, l’Italia intera si ferma una settimana per spettegolare e per commentare in qualsiasi posto, l’evento mediatico dell’anno, perché tutti ne parlano, anche solo per denigrare l’abito a confetto della conduttrice o per fischiare e stroncare la carriera di un artista. Tutto ciò viene eseguito nei bar, a casa, con gli amici, al ristorante, in palestra. Sanremo ci raggiunge ovunque e non puoi scappare, perché Sanremo è Sanremo!

Top of the Pops dei giovani adulti e dei grandi adolescenti

Settimo appuntamento del 2010 con le riflessioni di Riccardo Cresci, volto giovane, noto al pubblico di Sky Tg 24, riguardanti la televisione italiana. Oggi Riccardo commenta riflette sull’età reale dei teenager televisivi e sul ruolo della musica in Tv.

Sto per sdoganare una grande ovvietà. Una di quelle che ti fa rabbrividire come quando ascolti dire dal vicino di casa che non esistono più le mezze stagioni, ma ormai la dico, si la devo dire. I tempi cambiano. L’ho detta! Perdonatemi, ma non resistevo. Più mi guardo intorno e più vedo che niente corrisponde a quello che penso e a quello che vorrei. Tutto è differente dai miei pensieri e soprattutto se riferiti in termini televisivi. Il primo pensiero che mi è balenato per la testa è quello che vedo già molto più vicino gli “enta” e rimango ultimo con il fiatone, forse un po’ troppo distante dall’universo dei teenagers Italiani. La questione è sempre più limpida. Ormai a quattordici anni sono già ragazzi di diciotto e gli appena maggiorenni vivono la vita come se avessero venticinque anni, sono diventati miei coetanei. Si, perché, buttando un occhio non tanto lontano, ci sono quelli che realmente hanno la mia età e quelli che seppur molto più giovani, camuffano la loro età attuale e a volte sembrano anche più adulti di me.

In questa ottica del gioco delle parti e del girotondo dell’indovina l’età, non so più come orientarmi e come recepire i messaggi dei più piccoli. Ho provato ad esplorare il loro mondo, forse non con gli occhi di un vero liceale, ma con quelli di un post-universitario travestito da adolescente, però ci ho provato e quello che ho ritrovato tra le dita è il superfluo. Tutto ormai è già visto, già sentito, già elaborato, già digerito, già concluso e forse già risolto. La totale mancanza di novità e l’assenza della curiosità, questo noto come lacuna principale nei nuovi ragazzi alla ribalta nel 2010.

Ultima Ora: principio di incendio nel Fantabosco di Milo Cotogno, ancora salvo l’Albero Azzurro di Dodò

Sesto appuntamento del 2010 con le riflessioni di Riccardo Cresci, volto giovane, noto al pubblico di Sky Tg 24, riguardanti la televisione italiana. Oggi Riccardo commenta la decisione della Rai di chiudere i programmi per ragazzi in onda su Raitre (Se siete contrari unitevi al gruppo di Facebook Salviamo il Fantabosco dalla chiusura).

Eh no però! Tutto, ma il “Fantabosco” non si doveva toccare. Siamo arrivati ad agguantare anche lui.

Sta rimbalzando ovunque nel web, la notizia dell’eliminazione in ogni suo genere e forma, dei programmi per bambini. Questa volta la mannaia è caduta su Raitre. L’unica emittente capace di regalare ancora momenti di educazione e istruzione ai più piccoli, facendoli sognare ed affascinare ogni pomeriggio.

Niente, non riusciamo proprio a voler mantenere dei piccoli tesori all’interno della nostra tv generalista, bisogna fare pulizia, ormai con la scusa della crisi, si potrebbero tagliare anche i calzini colorati di Luca Giurato. Si taglia tutto, eliminiamo, ripuliamo anche l’inutile. Basta che risparmiamo qualche centesimo per mettersi la coscienza a posto. Non va bene così però. Non si può spegnere il pomeriggio di Raitre solo per motivi economici, i più piccoli hanno bisogno anche del relax e del divertimento della terza rete generalista.

Negli ascolti la tv verrà sorpassata da internet: la guerra dei click tra La Mente Contorta e Willwoosh

Quarto appuntamento del 2010 con le riflessioni di Riccardo Cresci, volto giovane, noto al pubblico di Sky Tg 24, riguardanti la televisione italiana. Oggi Riccardo parla dei nuovi fenomeni del web La Mente Contorta, Willwoosh e ClioMakeUp.

Internet sta sorpassando la televisione. Questo è quello che penso sempre di più, ogni giorno che passa il web lascia indietro la tv, quella che ci ha tenuto compagnia per tanti anni e che ora è la prigione di alcuni artisti che a stento possono comunicare in diretta con i proprio beniamini.

Si, perché non si può parlare in diretta con la conduttrice di una trasmissione, non puoi comunicare con il tuo attore preferito mentre stai vedendo il suo film, non puoi commentare quello che pensi del tuo personaggio preferito televisivo a pieni polmoni, non ti ascolterà mai. Chi guarda la tv sta diventando quasi frustrato. Le nuove generazioni, quelle che vanno alle scuole elementari e quelle che stanno salutando il liceo, desiderano un contatto diretto con la propria star d’eccezione. E allora perché perdere tempo a seguire un idolo da casa, dietro uno schermo, senza che lui possa risponderti in tempo reale e parlare proprio con te. I più piccoli, ma non solo, preferiscono divertirsi con il loro nuovo biberon, il web.

Uomini e donne: La bellezza delle donne è negli occhi degli uomini e in quelli di Maria De Filippi la bellezza degli ascolti!

Terzo appuntamento del 2010 con le riflessioni di Riccardo Cresci, volto giovane, noto al pubblico di Sky Tg 24, riguardanti la televisione italiana. Oggi Riccardo analizza Uomini e donne e il successo del trono over 60 proposto da Maria De Filippi.

Eppure non riesco a capire. Mi sforzo anche di comprendere, ma niente, proprio non ce la faccio. Possibile possa essere così limitato nella mia visione televisiva e non solo… Mi viene l’orticaria a guardare “Uomini e Donne”, molti si chiederanno e allora perché lo guardi? Già, perché mi soffermo all’ora di pranzo a guardare, seppur distrattamente o per sbaglio, Maria De Filippi?

Boh. Maria la si guarda e basta, ormai è diventato come un credo della televisione, può anche condurre la fiera delle noccioline e dello zucchero filato, riuscirà a rendere evento anche questo, non c’è niente da fare, è brava, la regina dei palinsesti televisivi è lei, nessuno può fermarla, sempre in ascesa in ogni sua manifestazione. C’è di fatto però che se “Uomini e Donne”, fosse stato condotto da un qualsiasi altro conduttore uomo o donna di altra specie umana e non di ‘Mariana’ natura, forse, anzi sicuramente, sarebbe stato cancellato dalla televisione Mondiale. Non solo Italiana.

Ma il bello di Maria è proprio questo, la semplicità, la spontaneità e il riuscire a sedersi accanto a te mentre stai pranzando, mentre ceni, quando stai a casa in poltrona, dopo che sei uscito per l’aperitivo. C’è sempre lei che ti tiene compagnia e alla fine nessuno disdegna poi tanto, perché anche se la critichi, la guardi.

Riccardo Cresci: ecco la nostra tv con le urla di chi non sa fare nulla

Secondo appuntamento del 2010 con le riflessioni di Riccardo Cresci, volto giovane, noto al pubblico di Sky Tg 24, riguardanti la televisione italiana. Quest’oggi Riccardo lancia un appello: basta con la televisione urlata, fatta da gente che non sa fare nulla. Condividete la sua idea?

Per fortuna che ogni tanto qualcuno smuove le acque e come anatre nello stagno ci svegliamo dal torpore quotidiano. Ci voleva una ricerca ben realizzata dall’associazione “Comunicazione perbene” a mettere in discussione la strada deserta che la nostra televisione sta per imboccare.

Già la parola per bene mi piace, segno di rispetto per il prossimo, non è volgare, ti indica qualcosa di pulito che può aiutare la gente e non calpestarla. Proprio un’indagine di questo sito internet ha messo Ko, come in un incontro di pugilato, la nostra comunicazione televisiva e non solo. I lettori hanno potuto scrivere a Babbo Natale e chiedergli cosa avrebbero desiderato dal punto di vista mediatico e televisivo nel 2010. I giochi sono stati presto fatti.

Alla gogna ogni tipo di reality show, quiz stile “gratta e vinci”, le urla e le risse tv, la famosissima spazzatura che riempie ogni giorno i nostri palinsesti. Se ci facciamo caso, ornai non esiste più uno spazio televisivo dove qualcuno possa non accapigliarsi per fare audience, picchiarsi, urlarsi contro qualsiasi tipo di offesa, svuotare le proprie angosce al vicino in maniera mica tanto “per bene”, anzi nel modo più aggressivo e maligno possibile.