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I grandi fiori di mamma Antonella in un Sanremo senza fiori

Ottavo appuntamento del 2010 con le riflessioni di Riccardo Cresci, volto giovane, noto al pubblico di Sky Tg 24, riguardanti la televisione italiana. Oggi Riccardo commenta il Festival di Sanremo 2010.

Siamo tutti figli di Mamma Antonella. Questa è la verità e questo è il successo della 60° edizione del Festival della canzone Italiana. Ci sentiamo cullati dalle grandi tette della ex cuoca più familiare d’Italia e a noi ci piace così, ci piace unicamente semplice, naturale, non studiata e un po’ mamma d’Italia. Io andrei subito a casa sua a mangiare e sono sicuro che mangerei bene, sarei ben protetto, al sicuro. Milioni di Italiani e sono tanti quest’anno, anche più di undici, hanno pensato questo.

Certo, non tutti hanno bisogno dell’effetto scollatura compressa di Antonella Clerici, c’è anche chi non la sopporta tanto e crede sia troppo conduttrice della porta accanto, di quelle che ti porta la torta di mele appena fatta, bella calda, dopo essersene ingurgitate già prima due o tre a casa propria, ma in fondo, non ci possono piacere a tutti gli stessi programmi e gli stessi conduttori. Sanremo però è Sanremo, un evento a parte, l’Italia intera si ferma una settimana per spettegolare e per commentare in qualsiasi posto, l’evento mediatico dell’anno, perché tutti ne parlano, anche solo per denigrare l’abito a confetto della conduttrice o per fischiare e stroncare la carriera di un artista. Tutto ciò viene eseguito nei bar, a casa, con gli amici, al ristorante, in palestra. Sanremo ci raggiunge ovunque e non puoi scappare, perché Sanremo è Sanremo!

Quest’anno ho respirato aria più fresca, non posso parlare male di un Festival dal sapore casalingo, è un po’ lo spettacolo che mi ero immaginato, Antonella Clerici mi piace, tanto, con o senza vestitini aderenti in vita e seno in gola, ha riportato l’aria Sanremese al Festival, seppur i fiori sul palco quest’anno non c’erano. Già sul palco nessun fiore, ma la sua allegria e la sua semplicità non ce li hanno fatti rimpiangere poi tanto, bastava lei come ortensia sul palco, molto colorata e mai troppo in evidenza. Un’ortensia che spiccava tra le altre, ma non troppo.

Il festival di Antonellina sarà stata una bella vittoria anche per Lucio Presta e tutti gli autori che l’hanno magistralmente seguita dietro le quinte, tra cui spicca Cesare Lanza. Non mi stupisco poi tanto del sicuro successo di quest’anno, una scommessa dal risultato non troppo scontato, ma facile da pronosticare. Il palco della Clerici è diventato casa nostra, un po’ salone, un po’ camera da letto, un po’ balcone e un po’ cucina, sicuro che la prossima edizione de “La prova del cuoco” tornerà nelle sue mani e io ce la vedo.

Tanti giovani in gara quest’anno, per la felicità delle nonne, delle mamme e per il pubblico più piccolo che dopo tanti anni di Baudaggine è tornato alla carica, anche gli ascolti hanno segnalato l’avvicinamento quatto quatto, lemme lemme, dei piccoli telespettatori, tornati nell’ovile del Festival dopo anni di menefreghismo. Sarà stato l’effetto Marco Carta dell’anno scorso o il fiorire di nuovi talenti da “X Factor” ed “Amici”, ma l’obiettivo è stato raggiunto, riportare aria pulita al Festival e rinverdirlo non solo con la “Nuova Generazione”, ma ripulirlo soprattutto tra i Big che sono stati esiliati, alcuni, già dalla prima sera. Già esilitati, chi però non è stato esiliato per niente durante questo Festival, è sicuramente il brano sopresa di quest’anno, ovvero quello composto da Pupo e il Principe Emanule Filiberto. Quante ovvietà nel testo e quanta poca originalità in quello che si dice, mi domando se per professare l’amore ad una nazione si doveva andare per forza a Sanremo. Se Emanuele ci ama così tanto poteva dircelo anche prima in tv, ecco ce l’aveva già il programma giusto, tramite “I Raccomandati”, mai più trasmissione poteva essere giusta per lui. Salvo Pupo, perché per me è intoccabile, è proprio nazionalpopolare come Totò Cutugno e agli italiani piace, a prescindere.

In questa rincorsa generale tra eliminati e ripescaggi chi vincerà? Quest’anno ho il terrore che possa vincere di nuovo qualche partecipante uscito dalla finestra di qualche talent show e rientrato dai cancelli reali di Sanremo, ma in fondo perché no, se è questo il volere del pubblico sovrano.

Giusto far televotare anche da casa la nostra canzone preferita, però bisognerebbe essere un po’ meno trasportati dall’estremo sentimentalismo Italiano, dalle buone emozioni e ricordarci che quello che stiamo vedendo non è “L’Isola di Sanremo” o “Il Grande Sanremo”, ma semplicemente il nostro amato festival che si chiama “Sanremo” e basta. Non ci sono concorrenti da eliminare per una presunta simpatia, c’è solo da votare una canzone, quella che potrebbe accompagnare un vostro percorso di vita, quella da cantare con gli amici o da canticchiare sotto la doccia.

Per questo se dovessero vincere Arisa e le sorelle Marinetti non mi stupirei poi tanto. Sarebbe il coronamento naturale di questo Festival numero sessanta, semplice, allegro, familiare, popolare, un po’ fiera di Paese e colorato dall’assenza di fiori; allora perché non proclamarla vincitrice insieme ad Antonella Nazionale, visto che “anche i prati rinunciano ai fiori perché i fiori hanno perso i colori”?

Cresci con Riccardo continua…

5 commenti su “I grandi fiori di mamma Antonella in un Sanremo senza fiori”

  1. Scanina84 dice:

    voi critici attaccate tutti Vale! Ascoltatevi Toto Cutugno che noi ascoltiamo Valerio e lo facciamo vincere!

    è vero! Senza amici e xfactor sanremo nn esisterebbe +!

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  2. Inascoltabile Valerio Scanu, sta diventando un reality show Sanremo! E’ un festival non un reality show. Si fa prima a mischiare Amici contro X Factor.
    Se vince Emanuele Filibero me ne vado in un altro Paese!

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