Mediaset: classifica manager più pagati

 E’ il presidente Fedele Confalonieri, l’uomo più pagato di Mediaset. Lo si apprende dalla relazione sulla remunerazione degli amministratori in vista della prossima assemblea del gruppo. Il manager ha guadagnato tre milioni e mezzo di euro (più 293mila euro di compensi in azioni) superando l’amministratore delegato e numero uno di Publitalia Giuliano Adreani, fermo a quota 3,3 milioni (più 176mila euro di ‘fair value’ dei compensi azionari), e il vicepresidente Pier Silvio Berlusconi, che porta a casa 1,4 milioni di euro (più 234 mila).

Processo Mediatrade, frode fiscale: Mediaset e Rti responsabili civili

I giudici della seconda sezione penale del tribunale di Milano, davanti ai quali si sta celebrando il procedimento a carico di 11 persone, tra le quali Fedele Confalonieri e Piersilvio Berlusconi, rispettivamente presidente e vicepresidente di Mediaset, hanno deciso di ammettere in qualità di responsabili civili gli interventi di Mediaset e Rti nel processo istituito per presunte irregolarità nella compravendita di diritti tv da parte del gruppo del Biscione (filone Mediatrade).

Agcom multa Tg1, Tg2, Tg4, Tg5 e Studio Aperto per sovraesposizione di Silvio Berlusconi

Foto: AP/LaPresse

Agcom ha punito l’eccessiva esposizione mediatica riservata al presidente del consiglio Silvio Berlusconi da Tg2, Tg5, Studio Aperto, Tg1 e Tg4 nella giornata di venerdì 20 maggio con multe da 100mila euro nei primi tre casi e da 258mila euro (il massimo della multa) negli ultimi due casi. L’autorità dice:

le interviste a Berlusconi, tutte contenenti opinioni e valutazioni politiche sui temi della campagna elettorale, ed omologhe per modalità di esposizione mediatica, hanno determinato una violazione dei regolamenti elettorali emanati dalla Commissione parlamentare di Vigilanza e dall’ Agcom.

Non si sono fatte attendere le reazioni. Mediaset in una nota si dice allibita:

Distretto di Polizia 10, Luca Zaia offeso dagli stereotipi inaccettabili sui settentrionali. Replicano Valsecchi e Confalonieri

Luca Zaia non gradisce la caratterizzazione del personaggio dell’agente scelto Giovanni Brenta (Gianluca Bazzoli) protagonista di Distretto di Polizia 10: in una lettera aperta pubblicata sul suo blog e indirizzata al presidente di Mediaset Fedele Confalonieri il governatore del Veneto protesta contro “l’andazzo di culturame razzista nei confronti del Nord e dei suoi abitanti”:

Mi riferisco, caro Presidente, all’ultima trovata del personaggio dell’agente scelto Giovanni Brenta entrato di recente a far parte della decima serie della fiction ‘Distretto di Polizia’ in onda su Canale 5 che sfodera un indubitabile accento del Nord, per la precisione bergamasco, e mostra un carattere che la stessa presentazione fatta dagli autori spiega che “non brilla né per sensibilità né per intelligenza”. Siamo alle solite. Il nordista, veneto o lombardo o piemontese che sia, è raffigurato nelle serie televisive pensate prodotte e realizzate a Roma, come terragno, servile, interessato, poco perspicace. Stereotipi che rifiuto, caratterizzazioni inaccettabili al di fuori di qualsiasi verosimiglianza. Mi sento messo in mezzo, caro Presidente, perché Bergamo, la provincia da cui sembra provenire il poliziotto della serie televisiva che fa grandi ascolti e quindi grandi danni, ha fatto parte per secoli della Serenissima Repubblica di Venezia che ne ha influenzato lingua, costume e storia. Io scrivo, penso e parlo da veneto, come i miei concittadini che hanno costituito quella classe dirigente che guida il sistema economico nazionale. E me ne vanto. Come molti bergamaschi. So che non ho il potere di cambiare le produzioni né i palinsesti televisivi, ma almeno voglio farti sentire la forte incazzatura mia personale e di milioni di miei concittadini veneti a est e a ovest del Tagliamento e dell’Adda. Posto poi che i tuoi autori sappiano andare oltre il Tevere e l’Aniene.

Tom Mockridge: programmazione televisiva qualitativamente scarsa a causa di poca concorrenza. Replica Confalonieri

Ieri Aldo Grasso, in un articolo pubblicato su Il corriere della sera, si era lamentato della scarsa innovazione nella televisione italiana e della scarsa qualità della programmazione televisiva.

Oggi l’amministratore delegato di Sky Italia, Tom Mockridge, risponde con una lettera al critico del quotidiano spiegando che il problema del settore televisivo italiano è quello della scarsa concorrenza: i produttori televisivi ripropongono gli stessi programmi, visto che la scelta ricade sull’opzione più semplice.

Mockridge propone quattro semplici idee per promuovere una maggiore concorrenza:

Mediaset contro Sky, scontro tra titani

Come due scolarette rese bellicose da invidia reciproca, Sky e Mediaset continuano farsi i dispetti nell’intento di impedire che l’una entri nella sfera d’influenza dell’altra. Nuovo motivo del contendere i prossimi mondiali di calcio di cui Sky possiede l’esclusiva e che da giugno verranno parzialmente trasmessi (25 partite) anche da Raiuno. Il tentativo di Sky di fare il proprio ingresso trionfale sul dtt prima del dicembre 2011, non è visto di buon grado dal Biscione, al parere condizionato della Ue nella persona del commissario europeo alla concorrenza Joachin Almunia che ha avallato l’ingresso del marchio satellitare sul digitale purché “in chiaro” per almeno cinque anni, si unisce l’ostracismo di Mediaset.

La società di Cologno Monzese ha avviato l’arbitrato alla Camera di commercio internazionale di Parigi per ottenere da Sky i diritti per il digitale terrestre a pagamento sull’appuntamento di giugno in Sudafrica, diritti che Sky non vuole assolutamente concedere: “Vi sembra giusto che i telespettatori del digitale terrestre non possano fruire dei Mondiali nella loro totalità?“. Commenta Pier Silvio Berlusconi vicepresidente Mediaset: “Quello di Sky è un atto di prepotenza innanzitutto nei confronti degli spettatori, compiuto togliendo dal mercato diritti che non può esercitare“. Quanto alle aspettative sull’arbitrato, “ormai — ha ribadito Pier Silvio Berlusconi — i tempi per un’offerta non ci sono. Dipende da come andrà l’arbitrato: al limite chiederemo gli eventuali danni. Stupisce come fino a qualche anno fa il digitale terrestre sembrasse una trovata per salvare Retequattro, mentre oggi sembra che il più grande colosso editoriale mondiale non possa vivere senza entrare in questo mercato“.

Sky sul Dtt, il matrimonio non s’ha da fare

 Avete presente il digitale terrestre? La rivoluzionari tecnologia verso cui sta convergendo tutto il sistema televisivo europeo, Italia compresa? Quella che ha drasticamente segnato la sorte di molti apparecchi televisivi ormai obsoleti, per la gioia delle aziende costruttrici un po’ meno per le nostre tasche? A oggi nelle zone come Roma e provincia convertite al dtt troppo in fretta, abbiamo tutti ben presenti i benefici a cui tale scelta scriteriata dettata da chissà quali interessi di parte, ci ha condotto: canali che vanno e vengono, segnali che spesso si bloccano (quelli della Rai in particolare) e soprattutto il clima di evidente deregulation in cui riversa la situazione delle frequenze dove a parte quelle di Rai e Mediaset, tutte le altre risultano distribuite alla carlona, con emittenti onnipresenti con più canali di seguito (tutti uguali) e altre anche prestigiose relegate in fondo alla “lista canali”, che ti costringono a una ricerca affannosa e non sempre coronata dal successo.

In un tale clima da far west si anima ancora una volta la contrapposizione tra i due colossi televisivi Sky e Mediaset. La prima con un indubbia posizione predominante sul satellite mentre la seconda favorita dal clima politico, decisa ad accrescere il proprio dominio sul dtt, già ricco di premesse grazie al fruttuoso riscontro dell’offerta Premium, spina nel fianco dell’operatore satellitare che ha visto un calo negli ultimi tempi dei propri abbonati.

Sky scavalca Mediaset per i ricavi e diventa il secondo operatore italiano dopo la RAI

Sky nel 2008 è diventato il secondo operatore televisivo italiano per ricavi con 2.640 milioni di uero, alle spalle della Rai (2.723 milioni di euro) e davanti a RTI (Mediaset, 2.531 milioni di euro). A rivelarlo è stato il presidente dell’Agcom Corrado Calabrò che ieri ha presentato la sua relazione annuale:

La Rai è ancora la principale media company italiana con oltre 2,7 miliardi di euro di ricavi, anche se in decremento rispetto al 2007 a causa della flessione della pubblicità (-3,6%). Rai, Sky e RTI (che ha avuto un calo della pubblicità dello 0,3%) hanno una posizione simmetrica in termini di ricavi complessivi del settore televisivo. All’interno di essa RTI e’ leader della pubblicità e nuovo concorrente nelle offerte a pagamento; Sky e’ di gran lunga leader nella pay tv e nuovo concorrente nella pubblicità; Rai mantiene le classiche posizioni attraverso una quota di rilievo nella pubblicità e prelevando le risorse residue dal canone di abbonamento.

Le reazioni di Mediaset e Sky non si sono fatte attendere: Fedele Confalonieri, presidente della società del biscione, dice:

Berlusconi replica alla moglie, Sky a Cristiano Bortone, Confalonieri a Bongiorno

Dopo lo sfogo di Veronica Lario nei confronti di  Silvio Berlusconi (suo marito ha inserito veline nelle liste elettorali ed è andato al diciottesimo della figlia di un suo amico, quando non è mai andato a quelli dei suoi figli), di Cristiano Bortone nei confronti di Sky (liquidato dalla fiction su Moana Pozzi di cui lui è pure autore) e di Mike Bongiorno nei confronti di Mediaset (che non ha mai ricevuto una telefonata da Berlusconi e dall’azienda, nemmeno un ringraziamento per la sua onorata carriera), ieri sono arrivate le repliche del premier Silvio Berlusconi, di Sky e di Fedele Confalonieri.

Berlusconi, che ha potuto presentarsi a Porta a porta (video), in barba alle leggi sulla par condicio (che tra l’altro vietano di citare statistiche senza spiegarne la valenza metodologica, quindi fate finta di non aver sentito quando parlava del 75% di gradimento), ha smentito di aver candidato veline nelle sue liste (infatti Barbara Matera, che non ha potuto aggirare le stesse leggi sulla par condicio, vedendosi tagliate il giorno prima due scene nella fiction Enrico Mattei, non era una velina, ma una letteronza) e sul rapporto con i figli ha detto:

(a loro) voglio un bene dell’anima, e da loro sono riamato in maniera più totale. Credo, compatibilmente con i miei impegni di presidente del Consiglio, di essere un padre assolutamente straordinario, amatissimo dai suoi figli. Questo lo so di sicuro.

Il libro della repubblica, la costituzione spiegata da Claudio Martelli due volte al giorno su Canale 5

Da questa mattina su Canale 5 alle 9.15 all’interno di Mattino Cinque e alle 16.55 all’interno di Pomeriggio Cinque, l’ex parlamentare e ministro Claudio Martelli racconta la costituzione in pillole di due minuti l’una intitolate Il Libro della Repubblica.

L’iniziativa ha ricevuto il plauso sia del Ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, che vede la rubrica un ottimo supporto per l’insegnamento della nostra Carta Fondamentale (“La Costituzione non appartiene al passato, ma deve in qualche modo il quotidiano di ciascuno di noi“), sia da parte del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha detto:

Rappresenta una preziosa occasione per far conoscere, in modo diretto e semplice, al più vasto pubblico le regole che la nostra Costituzione pone a suprema garanzia dell’unità nazionale e della coesione sociale

Chiambretti Night, questa sera si parla del caso Mentana e intanto il Cdr esprime solidarietà in una lettera

Mentre Canale 5 non ha ancora comunicato ufficialmente quale programma andrà in onda questa sera al posto di Matrix, Piero Chiambretti cambia al volo la sua scaletta del Chiambretti Night e prepara per la puntata odierna uno speciale su Enrico Mentana.

A discutere delle dimissioni di Enrico Mentana, insieme a Piero Chiambretti, questa sera su Italia 1 ci sarà Gad Lerner, il conduttore de L’infedele, e in collegamento Maurizio Costanzo, Emilio Fede, Barbara Palombelli e il Cardinal Tonini.

Nel frattempo, in casa Mediaset continua ad esserci la bufera e il Comitato di redazione del Tg5 esprime solidarietà ad Enrico Mentana. Si legge in una nota (i grassetti sono nostri):

Tanti vip sul satellite: perchè?

 Cosa spinge i big della tv a migrare verso lidi satellitari? Prendiamo ad esempio Lorella Cuccarini, l’ex più amata dagli italiani ora definita la nuova stella di Sky, reduce da risultati poco lusinghieri sulle reti Mediaset, si appresta a condurre su Sky Vivo a primavera la versione italiana del format statunitense So you think you can dance? ovvero Vuoi ballare con me? Fra i motivi che l’hanno condotta al grande salto, una certa libertà di movimento come ha spiegato lei stessa di recente a La Repubblica: “Le tv satellitari sono il futuro. Stanno riempiendo spazi che le tv generaliste non curano più. Io ho accettato la proposta di Sky perché mi offre l’opportunità di rimettermi in gioco, cosa che non avveniva più con Rai o Mediaset: facevo buoni ascolti, ma ero prigioniera del mio successo. Con Sky ho fatto un contratto legato a progetto, per essere più libera. I soldi? Non sono tutto, ma a Sky pagano bene“.

C’è da notare che oltre alle ultime controverse performance televisive, la Cuccarini ha dovuto ingoiare lo sgradito rospo della mancata convocazione come cantante al Festival di Sanremo, unita ad un probabile periodo di inattività sulle generaliste, se a questo aggiungete che sul satellite non esiste per ora l’obbligo di audience a tutti i costi, che contraddistingue gli altri canali il gioco è fatto.