La batalla de los coros: sfida a colpi di ugole

 Canta che ti passa! All’antico modo di dire pare ispirarsi La batalla de los coros programma della spagnola Cuatro in onda ogni mercoledì alle 22.30 a partire dallo scorso 7 gennaio per un totale di sei puntate. Un po’ X Factor un po’ Amici è un adattamento dell’americano Clash of the Choirs, format che in passato ha riscosso un buon successo in madre patria e ripreso anche in Svezia e Danimarca.

Cinque i cantanti protagonisti Lolita, Martha Sanchez, Soraya, Mikel Erentxnun e Manu Tenorio, scelti tra gli emergenti della scena musicale spagnola e altrettanti cori composti da venti persone che in un misto di assoli, balletti e intrecci vocali vari dovranno dimostrare al pubblico che li gradirà attraverso il televoto d’essere all’altezza della situazione, per arrivare poi alla vincita finale di 60.000 euro che, badate bene, sarà devoluta in beneficenza.

La Rai presenta le fiction primaverili, in arrivo: Pinocchio, Bakhita, Butta la luna 2, David Copperfield, Pane e Libertà, Il commissario Vivaldi

La Rai, dopo aver vinto la sfida autunnale degli ascolti (nove titoli su dieci nella top ten di quelle più viste dal pubblico), ha presentato le fiction che ci terranno compagnia questa primavera. Tra i titoli in programmazione ci sono David Copperfield, Pinocchio, Pane e libertà, Mio figlio, altre storie del commissario Vivaldi, Butta la luna 2 e Bakhita.

Andiamo brevemente a scoprirle insieme, iniziando da David Copperfield, la miniserie in due puntate di Ambrogio Lo Giudice: la storia è interpretata da Giogio Pasotti, Maya Sansa e Gian Marco Tognazzi ed è liberamente tratta dal romanzo di Charles Dickens.

Un altro prodotto in due puntate è Pinocchio, la fiction, diretta da Alberto Sironi, basata sul romanzo di Carlo Collodi, che ha un cast d’eccezione formato da Bob Hoskins, Robbie Kay, Luciana Littizzetto, Margherita Buy, Violante Placido e Alessandro Gassman.

Romauno: la vedi la vivi la usi

 Romauno nasce nel dicembre del 2003 con l’intento di divenire in breve tempo una vera è propria city tv. Il progetto davvero ambizioso prevede, come in un primo momento avviene, che oltre a una serie di programmi e finestre informative sulla realtà romana, 20 cronisti in motorino e dotati di videocamere percorressero le vie della città alla caccia di notizie di prima mano.

L’idea avviata dall’editore Manlio Cerroni era di rendere l’emittente “la tv dei romani“, obiettivo sicuramente centrato. Nel 2007 prende il via la partership con Primocanale, una delle più importanti tv liguri di cui abbiamo già parlato, il cui editore Maurizio Rossi divenuto vicepresidente nonchè direttore editoriale di Romauno, di fatto ne pilota il rilancio.

L’emittente trasmette sul canale 31 ma anche sull’ 860 di Sky e di recente ha dato il via a una web tv, dove è possibile seguire la regolare programmazione oltre a un’ampia area informativa dedicata ai fatti relativi all’area della Capitale, inoltre si può interagire con blog, forum e sondaggi partecipando attivamente alla costruzione quotidiana del prodotto televisivo.

Italia 1, nella nuova programmazione verticale di nuovo c’è solo la terminologia! Gli azzardi sono tutti in futuro

Ci hanno creduto tutti al rinnovamento di Italia 1: è bastato che il direttore di rete Luca Tiraboschi parlasse di palinsesto verticale (cioè un flusso di programmi con caratteristiche simili, ovvero quello che si è sempre cercato di fare da quando si parla di programmi traino) e mettere in mezzo facebook versione mediaset (FaceCool 1) e la rete giovane del biscione è diventata subito innovatrice, ma di novità se ne vedranno veramente poche, almeno fino a pasqua.

Allora vediamole tutte queste novità: lo sdoppiamento di Mai Dire (già fatto), con il Mai Dire GF il lunedì in seconda serata e Mai dire Martedì nella prima serata del martedì dopo Buona la prima (già fatto); il prime time con La ruota della fortuna (già fatto); la serata Crime con CSI Las Vegas e CSI New York, seguito da The Closer o Real CSI. al mercoledì (già c’era ma cambiata di serata); Le iene il venerdì (già fatto), con versione più hard in seconda serata; la serata del sabato con i film per famiglie (è da una vita che è così), Invasion (serie già proposta sulle reti mediaset), Poker Mania (programma già lanciato); il Motomondiale in esclusiva (già fatto).

Vediamo il famoso palinsesto verticale, che spezzetta la serata, ma con un unico filo conduttore (ditemi dov’è?):

La tv dei belli: è proprio così?

 Quanto conta la bellezza in tv? Vi chiederete voi, per me che la tv nel mio piccolo l’ho fatta e che oltre ad essere uomo non sono neanche al top nella classifica delle divinità greche, posso dire sicuramente tanto. Sentirete molti affermare che non è tutto ma le persone telegeniche, che, badate bene, non vuol dire essere necessariamente bellissimi ma con una buona presenza davanti alle telecamere, hanno senz’altro buone possibilità di irrompere nel magico mondo dello spettacolo.

L’avvento della tv commerciale oltre a una buona presa di posizione delle maestranze femminili, hanno fatto in modo che negli ultimi anni i canoni di bellezza si siano innalzati, coinvolgendo i vari direttori di rete ma anche i responsabili delle redazioni giornalistiche in una scelta di figure professionali ma allo stesso tempo appariscenti, prendete come esempio Sky Tg24, dove le giornaliste sono tutte molto graziose con picchi di qualità davvero notevoli, ma anche i tg delle tv generaliste non scherzano, a conferma che volenti o nolenti anche l’occhio vuole la sua parte, in un ambiente poi dove inevitabilmente l’aspetto conta eccome.

Questo non significa dare per scontato che chi è bello farà sicuramente strada, in primo luogo perché di uomini e donne belli il mondo dello spettacolo è popolato, poi perché intervengono tutta una serie di fattori tra cui agganci e conoscenze senza i quali neanche una Nicole Kidman in pectore riuscirebbe a farsi largo. Prendiamo ad esempio le ribattezzate Del Noce’s Angels ovvero Caterina Balivo, Eleonora Daniele, Veronica Maya, Elisa Isoardi: senza l’impulso dato alle loro brucianti carriere dal mentore Fabrizio Del Noce, che destino vuole sia un pezzo da novanta della Rai, avrebbero di sicuro faticato ad arrivare dove sono ora, senza nulla togliere alla professionalità di alcune di loro, ciò non toglie che nella scelta di ricoprire determinati ruoli la bellezza abbia giocato una parte determinante.

Cuatro: tv spagnola di successo

Approfittando della prima televisiva su Fox (Sky, 110) di Countdown, serie tv prodotta per due stagioni dalla Imagina, questa settimana parliamo della rete privata spagnola Cuatro (Quattro in italiano) su cui il telefilm ha avuto origine.

L’emittente di proprietà della Sogecable specializzata in trasmissioni in pay per view è nata il 5 novembre del 2005 sulle frequenze di Canal + (anche questo controllato dalla Sogecable), destinato alla messa in onda sul solo digitale terrestre.

La fama del canale si è accresciuta in breve tempo portando lo share dal 4,5 all’8% , grazie a una programmazione rivolta in particolare al pubblico giovane, basata su un palinsesto con serie tv di successo ed eventi sportivi, per lo più calcistici, di un certo rilievo. Il 2006 rappresenta per Cuatro, l’anno della svolta, la messa in onda dei mondiali di Germania, con particolare risalto alle partite della nazionale spagnola, le consentono di raggiungere audience da record, in particolare il 9 luglio 2006, l’incontro di calcio Italia-Francia e la finale di tennis a Wimbledon, le permettono di superare la più blasonata Telecinco, con un 20,4% di share, collocandola in cima alla classifica delle emittenti più viste in territorio spagnolo.

The Einstein Factor: un quiz per veri esperti

Se ritenete di sapere tutto su qualcosa o qualcosa su tutto, The Einstein Factor è il gioco che fa per voi! La frase iniziale è lo slogan che accompagna questo gioco a quiz in onda dal 2004 sull’ australiana ABC1, condotto dal comico Peter Berner, che non manca di cimentarsi nel corso del programma in battute divertenti com’è sua natura. Il Fattore Einstein, giunto alla quinta stagione viene trasmesso ogni domenica alle 18.30, è stato creato dal produttore televisivo australiano Barry O’Brien, mentre Ian Duncan è il produttore esecutivo.

Ogni settimana tre concorrenti si propongono come tuttologi , determinati nel raggiungere l’obiettivo finale: essere proclamati vincitori assoluti ovvero Einstein Factor Grand Champion, totalizzando il punteggio più alto, dopo essersi confrontati con quelli delle altre puntate. Ufficialmente non sono previsti altri premi, esistono dei veri e propri play-off , fino ad arrivare all’ultima puntata dove si scontrano i migliori tre. Una stagione di The Einstein Factor può durare anche 40 puntate, divisa in tre parti da 13 trasmissioni ciascuna più la finale.

I concorrenti si presentano come esperti di una determinata materia, oltre ad essere bersagliati da una vera e propria gragnola di domande , devono sottoporsi al severo ma non troppo controllo del Brains Trust, una sorta di elite intellettuale composta da tre personaggi più o meno celebri che con le loro risposte possono influenzare il cammino del giocatore di turno.

Telegenova: da 35 anni sulla cresta dell’onda

 Tra le prime emittenti televisive italiane, Telegenova dà il via alle proprie trasmissioni nel 1974 per iniziativa di Umberto Bassi e dell’allora editore del Corriere Mercantile, l’armatore Fassio, in questo ambito si muove una delle figure più amate della tv locale Franca Brignola, conduttrice di programmi come Cara Franca ti scrivo e Ci tengo a dirlo in musica, dove gli spettatori la domenica mattina possono richidedere le canzoni preferite e dedicarle. Nel 1986 Telegenova sull’orlo del fallimento viene rilevata da Salvatore Cingali, che la rilancia rendendola professionale e compentitiva, sviluppando già dal 2003 la sperimentazione di programmi sul digitale terrestre.

Nel 2004 Cingali muore prematuramente, dopo due anni di gestione condotta da Giovanna Cantini moglie di Cingali, Telegenova nel 2006 viene ceduta al Gruppo Profit di Raimondo Lagostena, tramite le società Alt – Azienda Lombarda televisioni e TivuItalia. L’operazione ha complessivamente un valore di circa 10 milioni di euro. La nuova proprietà insedia un consiglio di amministrazione che vede come presidente l’avvocato Mauro Grego, Raimondo Lagostena come amministratore delegato, Tiziana Grilli Lagostena, Mario Bottaro, Dino Pierluigi Secondi e Luigi Scotti come consiglieri.

Sky Mediaset: la sfida del digitale continua

La gara del digitale tra Sky e Mediaset è ormai ufficialmente iniziata e nessun altro contendente sembra al momento in grado di rivaleggiare con i due colossi dell’emittenza televisiva. Sky punta sempre più a una offerta quantitativa, spesso a scapito della qualità, tra poco il bouquet come già annunciato si arricchirà di un nuova proposta targata Digicast dal nome Lei, c’è da giurarci che il discorso non finirà qui, ciò non toglie che le offerte di alcuni canali tipo Fantasy ad esempio, lascino un po’ a desiderare, ma come si dice tutto fa brodo, considerato che uno dei traini dell’offerta satellitare, lo sport, va a gonfie vele.

A un’ incollatura c’è Mediaset forte del discorso switch off digitale, che a breve coinvolgerà tutte le case italiane permettendo al Biscione di proporre meglio e bene i nuovi canali dell’offerta su carte prepagate Gallery (Mya, Steel, Joy) e Fantasy (Cartoon network, Disney Channel, Playhouse Disney e Hiro,) oltre ai progetti di un canale all news e del preannunciato ma non ancora attivo Bis successivo a Iris già disponibile da qualche tempo in versione free, senza contare il corposo pacchetto calcistico proposto a prezzi davvero competitivi.

Dal canto suo Sky, per il prossimo futuro confida sul fatto che non sarà più vincolata dall’Unione Europea a trasmettere esclusivamente sul satellite, facendo si che il gruppo di Rupert Murdoch possa scendere a pieno titolo sullo scenario del digitale terrestre, se sarà una lotta all’arma bianca con Mediaset solo il tempo potrà dirlo, ma ci sentiamo di escludere che possa accadere: le due Aziende preferiscono muoversi sul piano delle alleanze piuttosto che su quello di una netta contrapposizione.

CW: un giovane e rampante canale americano

 Uno dei più giovani network americani The CW television network, meglio conosciuto come CW è nato nella stagione 2006-2007 dalla fusione tra UPN già controllata dalla CBS Corporation e The WB appartenuto alla Warner Bros, emittenti televisive in crisi di audience. Il nome deriva dalle iniziali dei due gruppi che l’hanno costituito C dalla CBS e W dalla Warner.

Curiosa la dichiarazione dal presidente della CBS Leslie Moonves, che alla nascita di CW, scherzando riferì:”Non abbiamo potuto chiamare il nuovo canale WC per ovvi motivi”, nonostante che alcuni dirigenti abbiano definito la sigla “disliked” ovvero sgradevole. “Questa nuova rete offrirà ai telespettatori una programmazione di alta qualità mantenendo un costante impegno verso ogni tipo di pubblico” disse Moonves. “Sarà nettamente superiore alla somma delle sue parti, offrendo eccellenti risultati ai propri inserzionisti, traendo creatività dagli studi di produzione ma cercando spunti anche da altre fonti

Il breve tempo il nuovo canale grazie a produzioni decisamente azzeccate, è riuscito a guadagnare la fiducia del pubblico americano. Il lancio ufficiale è avvenuto il 20 settembre del 2006 con la messa in onda di due ore dedicate a America’s Next Top Model prima stagione, seguito da una “summa” delle produzioni più importanti dei due network originari come Smallville, Gossip Girl, 90210, ora in onda nella nuova edizione e Settimo Cielo, un vero classico molto apprezzato anche in Italia, che ha chiuso i battenti dopo 11 anni.

Italia 1, dal 7 gennaio il preserale cambia faccia

Dal 7 gennaio il preserale di Italia1 cambierà di nuovo, cercando di portarea casa un buon risultato con i dati Auditel, che in questo ultimo periodo erano stati leggermente in calo.

Nel palinsesto pomeridiano verrà introdotta una terza edizione del notiziario sportivo Studio Sport, in onda dal lunedì al venerdì alle 13 e la notte, un’idea non molto intelligente visto che, la stessa cosa era stata fatta in passato, ma senza un buon riscontro con i dati auditel.

Videolina: la numero uno in Sardegna

 Con 3500 ore di produzione, 12 edizioni giornaliere del telegiornale, 5 redazioni principali 12 troupes in movimento ogni giorno, Videolina è in assoluto la più importante tv della Sardegna, una delle prime emittenti private nate sull’isola e in Italia. Nel 1975 l’editore Nicola Grauso, dopo aver fondato l’emittente radiofonica Radiolina, decise di affiancare ad essa una struttura televisiva destinata a conseguire notevoli successi, al punto da permettergli nel 1985 di acquistare il quotidiano L’Unione Sarda.

Come tutte le più importanti emittenti televisive italiane finora esaminate anche Videolina fa dell’informazione locale il suo punto di forza, oltre a una serie di programmi sulla realtà quotidiana sia sotto il profilo economico che sportivo, come Sardegna Verde in onda ogni domenica alle 13.30, realizzato con la collaborazione della Federazione regionale della Coldiretti. La trasmissione affronta in meno di mezz’ ora uno o più temi dedicati all’ attualità produttiva, con un taglio anche politico-sindacale, oltrechè informativo. Realizzato quasi sempre in esterni, a diretto contatto con chi lavora in campagna, il settimanale di agricoltura è completato da schede e grafici che contribuiscono a mettere a fuoco anche i risvolti economici di un settore ancorato alle politiche agricole dell’ Unione europea. Presenta Emanuele Dessì.

Tv vecchia: non è un Paese per giovani

Torniamo a parlare della tv nostrana e di quanto abbia bisogno a detta di molti, noi compresi, di una boccata d’ossigeno. Circa l’attuale programmazione televisiva Fiorello era stato lapidario a settembre destando non poche polemiche:“Ma basta! manca solo che il giovedì rifacciano Rischiatutto e ci siamo: la televisione fa il passo indietro di 50 anni” E continua “Siamo alla televisione di quarant’anni fa. Ci dovrebbe essere una legge che vieta di ripetere una formula per più di tre volte… Io ora guardo soprattutto calcio. Non è snobismo. I reality li vedevo, ma poi stufano. Per questo ho interrotto Viva Radio2, preferisco smettere quando un programma è ancora al massimo, prima che qualcuno si stufi”.

A distanza di mesi altre voci critiche si alzano nei confronti di una struttura vetusta e fatiscente quale può essere definita per molti versi la tv dei nostri giorni, quelle di Marco Maccarini e Alessandro Cattelan, entrambi devono la loro fama a un canale, Mtv, rivolto ad un pubblico giovane, una sorta di isola felice nell’oceano di desolazione in cui soggiace l’attuale panorama televisivo nostrano, i più indicati quindi a puntare il dito verso ciò che non va.

Su What’s Up Marco Maccarini si sfoga: “Ho iniziato su Mtv, ho fatto programmi grandi e piccoli, ma ho cercato di farli bene. Ad un certo punto mi sono accorto che sull’onda alta c’erano personaggi che non se la meritavano, così ho deciso che questo tipo di notorietà non mi interessava”. Poi aggiunge “La persona comune, che mai avrebbe fatto spettacolo, si ritrova ad essere una star grazie al gossip o ai tg di costume. Tutti pensano che questo “vuoto successo” sia la normalità. Se si proponesse qualcosa di interessante sarebbe meglio. Solo chi ha le capacità dovrebbe proseguire“.