Tg 3, il neo direttore Luca Mazzà: “Sono una persona autonoma”

Le nuove nomine dei direttori dei Tg hanno confermato che la lottizzazione in Rai è viva e vegeta, ma Luca Mazzà, neo direttore del Tg 3 che ha sostituito Bianca Berlinguer, ci tiene immediatamente a difendere la sua posizione.

Il giornalista d’altra parte è stato non solo travolto dalle polemiche politiche, ma è stato anche protagonista della rottura con Massimo Giannini (rottamato insieme a Ballarò), lo scorso Ottobre. 

I nuovi direttori dei tg, Orfeo, Colucci, Mazzà

Rivoluzione in vista in casa Rai: il CdA Rai convocato per il 3 Agosto ha confermato quel che si vociferava da giorni l’atteso non solo sul piano editoriale per l’informazione del servizio pubblico, ma anche sui nomi dei nuovi direttori dei tg. Vediamo le nomine, praticamente già fatte e già tacciate da Carlo Freccero come conseguenza di un “colpo di mano da parte del Direttore Generale della Rai”.

Confemato al Al Tg1 l’attuale direttore Mario Orfeo, già gradito a Palazzo Chigi, al guida del Tg2 arriva Ida Colucci che compie un salto di carriera.

Daniela Santanché e il dito medio a rotazione su La7

Vi ricordate del dito medio che Daniela Santanché esibì contro Luciana Littizzetto nel Tg di La7 condotto da Enrico Mentana? E’ passato del tempo ormai (era il 2011) ma la Pitonessa, così è stata soprannominata, con i diti medi (e non solo) non va troppo d’accordo. Ci riferiamo alla sua apparizione recente a Piazzapulita, programma di La7 nel quale Daniela Santachè si è scontrata pesantemente con Maurizio Landini (FIOM).

Film porno durante un tg in Svezia (video)

 Come rendere il telegiornale meno noioso? Ci hanno provato già a Naked News facendo spogliare le giornaliste durante il notiziario, ma quello che è accaduto in Svezia le supera tutte. Durante TV4 News, uno dei telegiornali più importanti di tutto il paese, è stato trasmesso per errore un film a luci rosse.

Troppo caldo, troppo freddo: i tg esagerano?


Ora che l’ondata di caldo africano che ha colpito la nostra penisola sembra definitivamente svanita, viene da sorridere su come anche quest’anno i telegiornali siano stati infarciti di notizie riguardanti gli stravolgimenti climatici. Memori della terribile estate 2003, quando il caldo si protrasse per mesi e alle 8 del mattino la colonnina di mercurio segnava già 30 gradi, i presidi dell’informazione non mancano, come in una sorta di liturgia mediatica, di propinarci servizi con le immancabili interviste a cittadini boccheggianti a cui chiedere:“Lei sente caldo?”, forse sperando di ricevere un sia pur stentato diniego, oltre agli inevitabili consigli dei nutrizionisti su come alimentarsi per far fronte alla cappa di calore.

Qualche giorno fa a Paolo Chiariello di Sky Tg24 una cittadina napoletana suggerì un rimedio contro la calura scontato quanto originale: non pensare al caldo per non soffrirlo, cosicché l’inviato a fine servizio con l’ironia tipica dei partenopei fece presente che c’era poco da fare: pur non pensandoci il caldo si sentiva eccome!! Viene da pensare che questa litania, ripetuta a ritmi regolari ogni periodo estivo, sia un modo per deviare l’opinione pubblica dai problemi reali che attanagliano il nostro Paese.

Tv d’autunno, meglio i nani e le veline?

 Quando si leggono notizie come quella sulla trasmissione futura di Raitre con Roberto Saviano, che potrebbe essere ridimensionata se non addirittura sparire ancor prima di nascere, quando si annunciano provvedimenti disciplinari nei confronti di questo o quel prodotto televisivo poco “allineato”, camuffati da innovazione e esigenza di “aria fresca” (non certo quello un po’ stantia di Carlo Conti) che dovrebbe traspirare dai palinsesti autunnali, viene da riflettere sul reale ruolo che dovrebbe rivestire il mezzo televisivo.

Non avrà forse ragione Filippo Rossi il direttore di Farefuturo rivista web quando denuncia l’astinenza da cultura dilagante sul piccolo schermo a tutto vantaggio “di nani e ballerine, di zerbini e di veline”? Ma si! Ci viene da dire in un momento di sconforto, in fin dei conti l’italiano medio, oberato dai debiti, dalla crisi economica, in cassa integrazione incipiente, non desidera altro la sera quando entra a casa che sentire buone novelle, magari anche un po’ sceme con cui ci irrorano ormai a ritmo continuo buona parte dei tg . Seduto sul divano, telecomando in mano, il telespettatore medio è alla ricerca di un po’ di pace, la tv trasfigurata in una sorta di specchio delle meraviglie da attraversare, come l’ Alice del racconto, porta d’accesso verso un mondo diverso che faccia dimenticare sia pure per pochi istanti la drammaticità di quello reale.

You Reporter, diventa anche tu protagonista dell’informazione

 Bolla mediatica a parte, in un Paese dove giornali e telegiornali vengono accusati in maniera sistematica di parzialità, è la rete ad offrire ancora una volta il migliore esempio di informazione super partes grazie a siti come You Reporter che fa dei cosiddetti user generated content, ovvero dei contributi filmati realizzati dagli utenti, il proprio punto di forza. E’ sufficiente un telefono cellulare e una notizia interessante per divenire protagonisti su You Reporter come spiega una dei creatori Stefano de Nicolo a palinsesto.wordpress.com.

YouReporter.it nasce dalla consapevolezza delle profonde trasformazioni in atto nel mondo mediatico ed in particolare nel ramo giornalistico. Tutti noi siamo consapevoli di quanto grande sia il potere dei telefonini. Ormai sono nelle tasche della stragrande maggioranza delle persone, anche nella versione abilitata a scattare fotografie e video; possono dunque trasformarsi in un potente strumento per registrare fatti di cronaca e notizie. Da una parte il ruolo del cittadino che si trasforma in reporter perché sono le circostanze a imporlo; dall’altra naturalmente anche il ruolo del cittadino – che al di là di eventi di stretta urgenza – sente la necessità di comunicare qualcosa che poi, auspica, venga preso in considerazione dai media.Le difficoltà di un progetto sono notevoli.

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Telegiornali: non c’è crisi d’audience per l’informazione

 Nella tivù nostrana sempre più affamata di audience e impegnata a tamponare l’emorragia di telespettatori rivolti verso altri lidi, i telegiornali costituiscono una sorta di isola felice. In tempi di crisi il pubblico italiano, mostra ancora la capacità di radunarsi di fronte al piccolo schermo per ascoltare le ultime notizie, alla ricerca forse di una parola di speranza che lo possa risollevare dal clima di totale sfiducia in cui vive.

Da uno studio sui dati Auditel del 2008, effettuato dal centro media OMD, emerge infatti che nell’anno appena concluso sono stati i telegiornali ad aver registrato il maggiore incremento negli ascolti, con oltre mezzo milione di telespettatori in più nel minuto medio, mentre hanno avuto una flessione i quiz, le soap opera e, a sorpresa, perfino i varietà.

La crisi, ma non solo quella, ha fatto proseliti anche tra il pubblico nostrano che secondo noi mostra di gradire il taglio più disinibito che le testate hanno dato al proprio prodotto, inserendo servizi più coloriti di vera e propria cronaca rosa, elemento impensabile fino a qualche anno fa. Come dire ok la cronaca nera e le drammatiche notizie dagli esteri, ma ogni tanto la tensione va allentata a indubbio beneficio dell’audience.

Troppa politica nei telegiornali Rai?

Troppa politica nei Tg Rai? Nel caso non ne foste ancora certi, ci ha pensato l’Osservatorio di Pavia a diradare ogni ragionevole dubbio con l’indagine “Politica e giornalismo nei telegiornali Rai“. I ricercatori dell’Osservatorio, hanno analizzato 14 edizioni di Tg italiani ed Europei. Su due settimane prese in considerazione più di un terzo dei 3 Tg Rai (34,8%) è stato dedicato alla pagina politica, contro meno della metà dei 4 maggiori network europei (16,5%) tra cui Bbc e France 2.

La conclusione a cui si è arrivati è che i Tg del servizio pubblico italiano dedicano, in ogni edizione, almeno 10 minuti alla politica, raccontando le intenzioni dei politici, mentre quelli europei ne riportano le azioni, escludendo notizie politiche in mancanza di eventi rilevanti, senza contare che nei nostri Telegiornali viene dato ampio spazio alla cronaca parlamentare, cosa che all’estero non accade.

I diretti interessati (i direttori dei tg) non hanno fatto altro che prendere nota dei risultati venuti fuori da questa indagine, cosi come i massimi dirigenti Rai tra cui il dg Claudio Cappon: “ I dati non sono sorprendenti Se ci comportassimo come altri paesi, saremmo censurati. In Italia ci sono diverse priorità e diversi parametri. Se facciamo un’informazione unipolare, non possiamo fare il contradditorio: dobbiamo metterci d’accordo su cosa si vuole dal servizio pubblico“. Mentre il presidente Claudio Petruccioli afferma come sia necessario: “mettere a punto parametri per leggere e valutare la qualità, il tipo di offerta e di informazione che si da’ sulla politica, specie in una fase come questa in cui l’azienda Rai è decisa ad intervenire sull’offerta con novità strutturali molto rilevanti“.

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Tg e tecnologia: informazione o spettacolo?

I telegiornali proseguono di pari passo con l’innovazione, facendo sfoggio appena possibile degli ultimi ritrovati tecnologici: è il caso di SkyTg24 che con il suo touch-screen utilizzato in particolare nella rassegna stampa quotidiana, ha dato slancio a un momento della mattinata che ricordiamo in passato peccare di staticità, risultando stucchevole allo spettatore, più predisposto a un cambio di canale che a sorbirsi una sequela di chiacchiere e commenti.

Ben vengano le novità nel campo dell’informazione, se il fine ultimo è renderla più scorrevole e piacevole, per quanto possano risultare gradevoli notizie di attentati o sulla crisi economica, il rischio di esagerare però è sempre dietro l’angolo come denuncia un recente articolo di Alberto Contri su Il Riformista, secondo cui la spettacolarizzazione delle notizie può arrecare danno alle notizie stesse, a quella che possiamo definire “l’etica” del telegiornale in quanto fonte d’informazione.

La moda del touch-screen è piaciuta talmente dall’essere adottata dagli altri tg, mentre già oltre oceano abbiamo potuto assistere ad una novità che, c’è da scommetterci, i nostri telegiornali faranno presto propria: l’ologramma. I fans di Star Trek, ricorderanno il ponte ologrammi dove è possibile ricreare ogni situazione, ora quella tecnologia è divenuta realtà avendo come battesimo le ultime elezioni americane dove di fatto sulla Cnn, una giornalista ha proiettato la propria immagine tridimensionale da Chicago a New York grazie a una serie di microtelecamere che la riprendevano a 360 gradi.

Sky Tg24 Mattina: intervista a Federica De Sanctis

Prosegue la nostra rassegna dei telegiornalisti di Sky Tg24 diretto da Emilio Carelli, premiato nel 2007 con il Premio Regia Televisiva nella categoria Migliore Tg. Dopo Monica Peruzzi di Sky Tg24 e Claudia Adamo di Sky Meteo24, è il momento di parlare del nuovo contenitore Sky Tg24 Mattina, in onda da febbraio dalle 7 alle 10, per l’occasione noi di Cinetivù abbiamo incontrato la giornalista Federica De Sanctis, alla conduzione del programma.

Federica De Sanctis, già conduttrice del telegiornale di Sky Tg24, ora al timone del contenitore mattutino del canale all news, ma con trascorsi nella carta stampata e radiofonici: a quali di questi ruoli è rimasta più affezionata?

Passerei ore a rispondere a questa domanda. Tranquilli non lo farò! Inizio dal mio primo amore, quello che non si scorda mai: la radio. Mi sembra il modo di comunicare più bello. L’ho sempre vista come un mondo magico fatto di suoni e voci, molto difficile da fare (bene!) non facile da raccontare. Poi ho scoperto la tv che ormai è parte di me. Ho conosciuto la televisione che preferisco: quella in diretta senza filtri, di Sky Tg24, unica in Italia. Mi appassiona la sua -nostra- vivacità quotidiana, la tempestività, l’adrenalina che non può scendere mai; è un flusso continuo di notizie e immagini che credo riusciamo a proporre con sobrietà e giusti toni. La carta stampata? Forse è il vero giornalismo, quello che approfondisce i fatti e le notizie sul serio, che alimenta il dibattito, le riflessioni e che coglie spesso tutte le sfumature di una storia. Scrivere mi piace molto, ma se fossi stata una scrittrice lo avrei già capito da tempo, comunque continuo ad esercitarmi. E’ appena uscito il libro che ho scritto insieme a Renato Coen, corrispondente di Sky Tg24 a Gerusalemme: s’intitola Gerusalemme, le sue tre anime, la sua gente, il suo mistero, edito da Sperling & Kupfer. Raccontiamo la vita a Gerusalemme, la normalità di una città speciale con le voci di personaggi importanti che abitano li’ e intellettuali che vivono in Italia ma che la conoscono bene.

Sky Tg24: intervista a Monica Peruzzi

Parliamo di Sky Tg24, il canale all news di Sky, visibile per gli utenti della piattaforma satellitare sul canale 100 e 500. Diretto da Emilio Carelli, Sky Tg24 propone ogni giorno 39 edizioni del telegiornale con aggiornamenti ogni mezz’ora, oltre a programmi di approfondimento sui fatti del giorno e nel campo della cultura, finanza e spettacolo.

Nato nel settembre del 2003, il canale ha conquistato sempre più i favori del pubblico al punto da ricevere nel 2007 il Premio Regia Televisiva nella categoria Migliore Tg. Il merito di tanto successo va alla puntualità e obbiettività dell’informazione proposta ma anche alla bravura dei giornalisti, che in coppia conducono le varie edizioni del telegiornale. Noi di Cinetivù, abbiamo incontrato in una pausa di lavoro la bella e brava Monica Peruzzi, che ringraziamo per l’estrema cortesia, ecco cosa ci ha detto.

Come nasce giornalisticamente parlando Monica Peruzzi?

Ho iniziato a collaborare come stagista per La Nazione di Arezzo, già ai tempi dell’università. Poi ho continuato con la carta stampata – mio indimenticabile amore – per quattro anni, lavorando nel frattempo anche per alcune testate televisive locali, occupandomi di cronaca e politica. Da qui sono passata a una testata regionale, che faceva da service per Mediaset e Sky. Quello è stato il mio tramite per approdare qui.