A volte penso che trovarsi di fronte un paziente con delle aspettative di entità variabile pone gli stessi dubbi di chi non sa se dire o no a un bambino che Babbo Natale non esiste.
La lunga, paradossale strada, che da una parte ci separa dallo stare bene, dall’altro ci separa dalla fine di tutti i giochi, è costellata di sensazione come questa, e attraversata di volta in volta da persone che di aspettative ne hanno poche, o nessuna.
E’ questo quello che penso mentre ascolto l’agente speciale Leroy Jethro Gibbs. Oggi sono di servizio per le forze armate, qualcosa di più marittimo, fortunatamente, dato che l’estate rende l’aria infernale.



