Quarto Grado | 28 Marzo: Appello di Michele Misseri

Un nuovo appello di Michele Misseri è al centro del prossimo appuntamento con Quarto Grado, in onda venerdì 28 marzo, alle ore 21.15, su Rete 4: secondo la Corte d’Assise di Taranto, Sabrina Misseri aveva un movente per commettere il delitto, che non può essere ascritto alla gelosia e il padre Michele Misseri fa un appello ai microfoni della trasmissione.

Linea Gialla, la diffida di Mediaset verso La7 per utilizzo illecito dei filmati di Quarto Grado sulla morte di Sarah Scazzi

A Mediaset non era andata giù la partenza di Salvo Sottile da Quarto Grado su Rete 4 verso La 7 per Linea Gialla (un format pressoché identico di contenitore di cronaca nera e indagini su omicidi e persone scomparse), ma usare i video esclusivi del programma del Biscione è stata una mossa azzardata: la rete ha diffidato l’editore dell’ammiraglia di Telecom Italia Media.

Barbara d’Urso: il caso Sarah Scazzi è la strenna di Natale in anticipo

Nel linguaggio giornalistico, quando un allenatore o un conduttore non fanno bene il proprio lavoro, si dice che non arriveranno a mangiare il panettone. E nell’ultima stagione di serie A, c’è stato l’ex tecnico del Palermo – ora passato a Commissario Tecnico dell’Under 21 – Devis Mangia che per esorcizzare i pettegolezzi sul suo conto circa il suo imminente licenziamento, si portò il dolce natalizio milanese in conferenza stampa: purtroppo il gesto non bastò alla sua cacciata dopo alcune sconfitte fatali per i rosanero.

Annozero, l’amore ai tempi di B: basta con i casting?

Stanchi, delusi, affranti. Una volta al computer per scrivere il pezzo sulla recente puntata di Annozero sentiamo crescere dentro di noi tanta commiserazione verso un Paese che preferisce parlare di tutto fuorché dei suoi problemi reali. A un tasso di disoccupazione altissimo, che riguarda soprattutto i più giovani ma che non risparmia nessuna fascia d’età, si è preferito anteporre commenti tra i più disparati su una casa acquistata a Montecarlo, poi è toccato al caso di Sarah Scazzi subire il difficile destino della profanazione più estrema, intanto si precipita nella melma ma nessuno sembra notarlo. Ora sono giorni che non si fa altro che parlare di bunga bunga, della presunta relazione del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi con tale Karima El Mahroug detta Ruby divenuta da poco maggiorenne, di origini marocchine o forse no egiziane, presunta parente di Mubarak, ma pare non essere vero neanche questo. E’ la politica della menzogna, quella ripetuta fino alla saturazione al punto da diventare verità.

Nessun colpo di scena nella serata della seconda rete Rai dedicata alle due escort, su cui è stata dirottata l’attenzione morbosa dell’opinione pubblica pur di distoglierla da ben altri problemi, un giochino visto e rivisto a cui neanche Michele Santoro riesce a sottrarsi. Assenti entrambe le protagoniste, anche l’ultima arrivata tal Nadia Macrì, già sul punto di rubare la scena a Ruby, pronta a rivelare verità scabrose, bloccata appena in tempo dal riserbo dei magistrati. E’ l’Italia che pesta l’acqua nel mortaio, più è torbida meglio è. Siamo certi che sia così importante conoscere le origini di questa ragazzetta venuta dal profondo sud, che sembra aver già capito le dinamiche di un certo mondo? Le famose pubbliche relazioni di cui parla Lele Mora, dietro cui si cela il dissennato mercato del sesso in cambio di fama e denaro. Niente di strano ormai: ciò che una volta si svolgeva nel silenzio delle garconniere ora è di dominio pubblico.

Alessia Marcuzzi: “Mai nella casa del Grande Fratello!” se lo poteva risparmiare?


Diceva il buon Gianfranco Funari: “La televisione è come la merda. Bisogna farla ma non guardarla“, una regola di base che Alessia Marcuzzi ha fatto propria, come si evince da un’intervista pubblicata questa settimana da Diva e Donna. Restiamo ancora basiti quando in questo Paese, persone circondate da una benchè minima aureola di credibilità si confessano alla stampa, abbandonandosi ad esternazioni che sinceramente si sarebbero potute risparmiare.

La Marcuzzi, lo sappiamo bene, è da qualche anno la paladina di quel caravaserraglio di sottoprodotti umani chiamato Grande Fratello, lei stessa è consapevole che viene offerto agli spettatori un prodotto televisivo indegno di questa definizione, tant’è vero che confessa:”Io non sono dentro la casa e non ci andrei mai. Preferisco starmene al sicuro, nella mia intimità“. Mica stupida la ragazza! Meglio non sporcarsi troppo le mani, proprio con quella sostanza immonda eppure terribilmente umana, il cui accostamento calza a pennello con quanto viene mandato ogni lunedì sera su Canale 5! Per fortuna la gente dopo anni di inutile quanto dannoso inebriamento, pare abbia capito finalmente la solfa e si stia gradualmente distaccando a favore di prodotti qualitativamente migliori (non che ci voglia molto) come la fiction su Rai Uno.

Qualitel: Report il programma più amato (alla faccia di chi non vorrebbe)

Foto: AP/LaPresse

Qualcuno era a conoscenza che esistesse il Qualitel? Da alcuni mesi infatti un istituto specializzato si è preso la briga per conto della Rai di effettuare un sondaggio tra qualche migliaio di italiani per rilevare i gusti televisivi degli stessi. Il monitoraggio, previsto dal contratto di servizio, rileva la qualità percepita dei principali programmi televisivi e ora come richiesto dall’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni è disponibile sul sito della Tv di Stato. Secondo una recente notizia Ansa, un campione di 7.627 cittadini italiani con più di 13 anni tra cui 3.197 intervistati anche per il prime time, ha sancito un dato per certi versi sorprendente relativo alla primavera 2010.

Se è vero che il pubblico di casa nostra mostra di avere una spiccata predilezione per i programmi d’informazione, telegiornali in primis e quelli di approfondimento giornalistico, Report su tutti, seguiti dagli sceneggiati, è altrettanto assodato il disinnamoramento per l’intrattenimento e udite, udite lo sport.

To catch a predator: dagli Usa alla Germania la tv della vergogna


Dopo le inevitabili polemiche seguite alla vicenda di Sarah Scazzi, consumata per benino sul barbecue mediatico, lasciando che la gente se ne cibasse all’eccesso, torna d’attualità il dilemma sul limite che il mezzo televisivo non dovrebbe mai travalicare perché da utile strumento di servizio non si trasformi in mera speculazione trita ascolti. Che la tv italiana non eccella in qualità è ormai risaputo, ma anche all’estero non scherzano mica, leggevamo su Corriere.it che in Germania Rtl 2 sta mandando in onda Tatort Internet (Internet, scena del crimine), un reality il cui fine è smascherare i pedofili, adescati su internet da finti minorenni e attirati in un’abitazione debitamente attrezzata con telecamere e microfoni. Una volta scoperto il cacciatore nel frattempo divenuto preda, viene sottoposto alla gogna mediatica sebbene l’immagine e la voce vengano dissimulate e poi consegnato alla polizia.

L’articolo non cita il programma a cui il clone tedesco si è indubbiamente ispirato: To Catch Predator dell’americana Nbc. Il reality a stelle e strisce attinge alla preziosa fonte di Perverdet-Justice.com, sito che si occupa di segnalare all’autorità casi di pedofilia o presunta tale, una volta in trappola il malcapitato (si fa per dire) viene avvicinato dal presentatore Chris Hansen che lo mette di fronte al fatto compiuto. Nella versione americana però il viso del pedofilo non viene oscurato lasciando quindi che la gente lo possa sempre e comunque identificare. Le critiche anche in questo caso si sprecano, dal diritto alla privacy inoppugnabile in ogni caso, all’accusa di voler a tutti i costi spettacolarizzare vicende che dovrebbero restare in ambito prevalentemente giudiziario.