Home » Quarto Grado, intervista all’avvocato di Sabrina Misseri

Quarto Grado, intervista all’avvocato di Sabrina Misseri

Nella puntata andata in onda ieri sera, Quarto Grado ha intervistato Franco Coppi, l’avvocato difensore di Sabrina Misseri. Ecco un riassunto delle sue dichiarazioni:

Così esordisce l’avvocato, intervistato da Ilaria Cavo:

Questo ergastolo è il più grande cruccio della mia carriera. Ci sto consumando la mia vita, perché sapere che una ragazza di 23 anni – per me innocente – sta marcendo in carcere con una condanna all’ergastolo, mi toglie il sonno.

 

Poi prova a fare una sorta di mea culpa, ma con la speranza di cambiare le cose nel processo di appello:

Ho dei rammarichi riguardo la mia difesa. Posso pentirmi di non aver assunto determinate iniziative: non voglio dire che abbia un senso di colpa, ma quasi. È un processo che mi ha turbato e cambiato molto, non sono più lo stesso di prima. Non è questione di orgoglio professionale, ma è una ferita che porti nel cuore… È la sensazione di non essere riuscito a fare trionfare l’innocenza della ragazza. Mi sono sentito impotente come lei. La cosa più commovente è la fiducia che Sabrina ha voluto rinnovarmi dopo l’esito disastroso del processo. Questa è una di quelle remunerazioni morali, che per un avvocato valgono centomila parcelle.

 

Il difensore di Sabrina Misseri racconta anche i dettagli dell’alibi che scagionerebbero la giovane accusata di aver ucciso la cugina Sarah Scazzi, il 26 agosto 2010 ad Avetrana:

L’alibi di Sabrina è affidato a una serie di telefonate sviluppate tra le 14-14.15 e l’ora in cui è stato commesso il delitto. Per poter superare questo alibi, l’accusa ha dovuto sostenere che Sarah avrebbe raccontato una bugia ai genitori e sarebbe uscita di casa dicendo che aveva ricevuto un messaggio da Sabrina. Ma questo non sarebbe vero: il messaggio che riceve Sarah da Sabrina dicendo “andiamo al mare” è delle 14.25, e per noi Sarah esce dopo questo messaggio.

 

Franco Coppi conclude commentando l’attesa delle motivazioni della sentenza:

Sono attese da otto mesi: un intervallo molto ampio, drammatico, se si pensa che nel frattempo ci sono due persone in carcere. Per Sabrina è stata inventata la storia della gelosia, ma per quel che riguarda Cosima non riesco a capire come sia finita in carcere. Confido nel giudizio d’Appello

Lascia un commento