
Settimo appuntamento del 2010 con le riflessioni di Riccardo Cresci, volto giovane, noto al pubblico di Sky Tg 24, riguardanti la televisione italiana. Oggi Riccardo commenta riflette sull’età reale dei teenager televisivi e sul ruolo della musica in Tv.
Sto per sdoganare una grande ovvietà. Una di quelle che ti fa rabbrividire come quando ascolti dire dal vicino di casa che non esistono più le mezze stagioni, ma ormai la dico, si la devo dire. I tempi cambiano. L’ho detta! Perdonatemi, ma non resistevo. Più mi guardo intorno e più vedo che niente corrisponde a quello che penso e a quello che vorrei. Tutto è differente dai miei pensieri e soprattutto se riferiti in termini televisivi. Il primo pensiero che mi è balenato per la testa è quello che vedo già molto più vicino gli “enta” e rimango ultimo con il fiatone, forse un po’ troppo distante dall’universo dei teenagers Italiani. La questione è sempre più limpida. Ormai a quattordici anni sono già ragazzi di diciotto e gli appena maggiorenni vivono la vita come se avessero venticinque anni, sono diventati miei coetanei. Si, perché, buttando un occhio non tanto lontano, ci sono quelli che realmente hanno la mia età e quelli che seppur molto più giovani, camuffano la loro età attuale e a volte sembrano anche più adulti di me.
In questa ottica del gioco delle parti e del girotondo dell’indovina l’età, non so più come orientarmi e come recepire i messaggi dei più piccoli. Ho provato ad esplorare il loro mondo, forse non con gli occhi di un vero liceale, ma con quelli di un post-universitario travestito da adolescente, però ci ho provato e quello che ho ritrovato tra le dita è il superfluo. Tutto ormai è già visto, già sentito, già elaborato, già digerito, già concluso e forse già risolto. La totale mancanza di novità e l’assenza della curiosità, questo noto come lacuna principale nei nuovi ragazzi alla ribalta nel 2010.


