
Undicesimo appuntamento del 2011 con Riccardo Cresci: il giornalista, volto giovane noto al pubblico di Sky Tg 24, oggi riflette sul delirio d’onnipotenza che il Grande Fratello crea in alcuni soggetti, come Nando Colelli.
Questa non è tv. Ecco quello che mi è venuto in mente vedendo frammenti di televisione in questa settimana appena conclusasi. Nulla di nuovo, purtroppo. Non c’è niente da fare, ancora una volta il “Grande Fardello” riesce a riportare a galla polemiche ovunque. Non ci si può dimenticare un attimo di lui che ecco che riesce fuori come un coccodrillo affamato in cerca di cibo e della sua preda migliore. Tutto ciò fa un po’ tristezza, forse è la rassegnazione che avanza inesorabile nella mente di ognuno di noi, il sistema è viziato e non c’è modo di farlo riprendere, non si può più correggere. A malincuore devo ritornare a parlare per l’ennesima volta di Grandi Fratelli e contorni circostanti.
Questa volta protagonista indiscusso al negativo è stato il concorrente fratello che risponde al nome di Nando Colelli, ruspante ragazzotto romano che ha scambiato l’avventura nella casa del Grande Fratello, per il paese dei balocchi. Esattamente come funzionò per Pinocchio e Lucignolo, Nando così si è comportato all’interno della casa, Collodi è stato promotore iniziale di ciò che sarebbe avvenuto parecchi anni dopo. Sembra un po’ esagerato il paragone, ma il senso è questo, il divertimento, l’ignoranza, il vivere senza regole pur di arricchirsi e fare successo a scapito di altri. Ecco quello che stiamo guardando in tv, il niente, il vuoto cosmico lucidato e impacchettato per essere servito al meglio nelle nostre case, sui nostri divani, magari come dessert.
Ignoranza, arroganza, protagonismo, è uscito fuori di tutto dalla bocca di questo ragazzo di periferia, lavoratore dall’età di dodici anni. Questo non vuol dire niente però, esistono persone ben più ignoranti, senza istruzione o ineducate che riescono ad essere molto più sagge e perspicaci di un Nando qualunque.

