
L’Inchiesta torna con una edizione speciale, dopo gli avvenimenti che stanno sconvolgendo la politica italiana e la vita del signor Clemente Mastella, per cercare di capire come la televisione ha affrontato uno scandalo di questa portata.
I fatti: prima di ricevere un qualsiasi atto giudiziario dalla magistratura di Santa Maria Capua a Vetere, il ministro della Giustizia, l’onorevole Clemente Mastella, va in aula ed invece di illustrare lo stato della giustizia italiana, si dimette per stare vicino alla moglie, che a suo dire, è ostaggio della magistratura (nemmeno alla moglie era ancora stato notificato nulla) e cito
Un’ingiustizia enorme è la fonte inquinata di un provvedimento perseguito con ostinazione da un procuratore che l’ordinamento manda a casa per limiti di mandato e per questo me ne addebita la colpa…
e aggiunge infine: ora ho paura.
Il problema che affronto oggi non è la colpevolezza o l’innocenza del ministro guardasigilli, che solo la giustizia può definire, non è la scandalosa reazione, a mio modesto parere, dell’aula parlamentare che applaude ad ogni attacco alla magistratura (a me hanno insegnato che se non sai, prima ti informi da tutte e due le campane, poi scegli da che parte stare, se vuoi), ma di come la televisione si sia asservita al potere.

