Casta Rai: quanto costano Minzolini, Ferrara e Sgarbi?

 Qn ha fatto i conti in tasca alla tv di Stato mettendo in evidenza gli stipendi d’oro che gravano particolarmente sulle finanze Rai degli ultimi anni. Il servizio pubblico ha 11.402 dipendenti, di cui 1675 giornalisti. Il costo del personale ammonta a circa 900 milioni di euro l’anno ed evitabilmente potrebbe essere senz’altro tagliato per tentare di pareggiare almeno il bilancio interno.

Vittorio Sgarbi, nuovo programma in Rai?

Il settimanale Oggi, attraverso il sito Dagospia, rende noto che il direttore generale della Rai Lorenza Lei starebbe valutando un ritorno in tv di Vittorio Sgarbi. Dopo il flop di Ci tocca anche Sgarbi, show chiuso clamorosamente dopo la prima puntata, sembra che la tv pubblica sia intenzionata a concedere al critico d’arte una prova d’appello.

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Enrico Mentana calcola percentuali. La classe (di Sgarbi) non è acqua. E’ piscio. Per il resto tutto ok

“E adesso lasciamo la linea alla trasmissione che ha il cento per cento di conduttrici donne, ovvero Otto e Mezzo con Lilli Gruber” (Enrico Mentana si lancia in calcoli percentuali, TgLa7).

“Siamo l’unico Governo europeo che non ha messo le tasche nelle mani dei cittadini durante il suo mandato”
(Il ministro Giancarlo Galan, vagamente confuso, Tg3).

Otto e mezzo, Marco Travaglio e Vittorio Sgarbi: dibattito col silenziatore

Marco Travaglio è un pezzo di merda. Anzi una merda intera. Sono lontani, lontanissimi, i tempi in cui Vittorio Sgarbi definiva con tale epiteto il vice direttore de Il fatto quotidiano, venendo condannato per diffamazione. Così come appare solo un ricordo l’intervento di Marco Travaglio su “Sgarbi da neuro deliri” ad Annozero.

Stasera a Otto e mezzo, ospiti di Lilli Gruber, i due noti volti televisivi hanno dato vita a un dibattito pacato, scevro da urla, interruzioni e insulti. E ciò, considerati i protagonisti e il loro mitologico background, fa notizia.

Di fronte ad una palesemente delusa Lilli Gruber, il critico d’arte ha costantemente annuito e sorriso all’ascolto delle parole del giornalista, giungendo addirittura a rammaricarsi per non aver coinvolto l’editorialista di Annozero nell’organizzare il Padiglione Italia curato da Sgarbi alla Biennale di Venezia, visti “i rapporti con Travaglio“. Da una parte il “professor Sgarbi“, dall’altra il “dottor Travaglio“. Come se il passato mediatico e giudiziario tra i due non fosse mai esistito.

Vittorio Sgarbi a Domenica Cinque: i motivi del flop analizzati su Canale5

 Vittorio Sgarbi torna nei più congeniali panni di opinionista, dopo la fallimentare esperienza come “conduttore” in Ci tocca anche Vittorio Sgarbi – Or vi sbigottirà. Ovviamente, in questo caso, l’argomento di discussione è proprio la sua trasmissione flop di Rai1. Claudio Brachino, nel suo studio di Domenica Cinque, avverte subito che non vuole fare né un processo alla trasmissione, né parlare della causa giudiziaria in corso tra Sgarbi e Il Fatto Quotidiano, argomento con il quale il critico d’arte esordisce, fermato, però, successivamente dal conduttore:

La giornata del 18 maggio ho scoperto di essere il nuovo mafioso e questa insinuazione veniva da un assessore molto noto che si chiama Oliviero Toscani. La giornata del 18 io dovevo andare in onda e scopro che un giornale che si chiama “Il Misfatto” (ndr “Il Fatto) scrive , ma questa cosa è l’opposto della verità. Mi trovo davanti alla richiesta di non andare in onda da qualche parte politica. Poi, il mio agente mi dice di aver ottenuto da parte della Rai di andare in onda il 25 in modo tale da preparare meglio la puntata. Io penso che possa essere una soluzione, salvo, però, non sembrare che io non andassi in onda sotto l’ombra di questa nuova accusa, per altro non giudiziaria, ma di puro pettegolezzo. Per questo motivo, dopo due ore, decido di andare in onda. Voglio dire che non esiste la mafia a Salemi e chi lo dice infanga una grande e nobile impresa. Con il flop del mio programma ho perso una battaglia, ma ho vinto il tempo per occuparmi della Biennale.

Non si fa un processo al programma, ma si cercano di analizzare i motivi del flop. Quello che ne segue, è una serie di considerazioni personali del solito parterre di opinionisti che non portano a nulla di nuovo, dalla scontata demonizzazione dell’Auditel (un nemico ma solo in caso di flop) alla non conduzione, principale peculiarità che ha portato al disastro.

Ci tocca anche Vittorio Sgarbi soppresso

Foto: AP/LaPresse

Dopo gli ascolti clamorosamente bassi di ieri sera, poco più di 2 milioni di spettatori e l’8,27% di share (e fortemente penalizzante per la rete ammiraglia in periodo di garanzia), la Rai ha deciso di sospendere anzitempo Ci tocca anche  Vittorio Sgarbi il programma culturale di Vittorio Sgarbi.

Il comunicato stampa della Rai è laconico:

La Direzione di Rai1, considerati i dati di ascolto di “Ora ci tocca anche Sgarbi”, ha deciso di sospendere la trasmissione. La decisione è stata comunicata al Professor Sgarbi che l’ha condivisa.

Ascolti Tv mercoledì 18 maggio 2011: Chi l’ha visto? vince la serata grazie a 4.100.000 spettatori, flop per Ci tocca anche Vittorio Sgarbi

Solitamente le polemiche che precedono la prima puntata di una trasmissione “evento” alimentano la curiosità della gente e aiutano la stessa a sbancare l’Auditel. C’è sempre un’eccezione, però, che conferma la regola e, in questo caso, risponde al nome di Vittorio Sgarbi. Se il famoso critico d’arte voleva essere l’anti-Saviano, c’è riuscito in pieno visti i risultati d’ascolti drammatici e nettamente opposti a Vieni via con me: la prima puntata di Ci tocca anche Vittorio Sgarbi – Or vi sbigottirà, in onda su Rai1, ha sbigottito solo 2.064.000 spettatori, pari ad uno share dell’8,27%. Ascolti migliori ma niente vittoria neanche per il debutto de I liceali 3, in onda su Canale5, che devono accontentarsi di 3.512.000 spettatori, con uno share pari al 13,34%.

Per quanto riguarda le reti cadette, invece, continua la marcia trionfale de Le Iene show, condotto, come sempre, da Ilary Blasi e Luca e Paolo. La trasmissione permette a Italia1 di inanellare un altro ottimo risultato, superiore a quello ottenuto dalle reti ammiraglie: 3.529.000 spettatori, pari ad uno share del 15,05%. Di conseguenza, il film proposto da Rai2, Principe azzurro cercasi, con Anne Hathaway e Julie Andrews, si è dovuto arrendere, riuscendo a piazzare lo stesso 2.887.000 spettatori, con uno share pari al 10,59%.

Chi non cede dinanzi ad alcun tipo di concorrenza è anche Federica Sciarelli che con la puntata di ieri sera di Chi l’ha visto? fa una nuova incetta di telespettatori, aggiudicandosi addirittura l’intera serata: la platea sintonizzata su Rai3, infatti, è stata di 4.138.000 spettatori, pari ad uno share del 15,63%. Spazio anche per i calciofili incalliti che hanno scelto la finale tutta portoghese della Uefa Europa League: Porto – Braga, terminata con il risultato di 1-0 ha permesso a Rete4 di conquistare 2.577.000 spettatori, con uno share pari al 9,35%. La serata di La7, infine, era, come di consueto, affidata a Ilaria D’Amico che ha catturato l’interesse di ben 1.396.000 spettatori, pari ad uno share del 6,47%, grazie alla puntata di ieri sera di Exit.

Ci Tocca anche Vittorio Sgarbi: ovvero un lampante esempio di uso improprio del mezzo televisivo

Foto: AP/LaPresse

Perché dare un titolo come Ci Tocca anche Vittorio Sgarbi – Or Vi Sbigottirà quando sarebbe stato più pertinente Vittorio Sgarbi Show? Il motivo è semplicissimo: il programma del sindaco di Salemi non è altro che una celebrazione di se stesso, che viene fatta da se stesso, con la sola soddisfazione di se stesso. Surreale l’inizio: lui che entra in studio e il pubblico che lo applaude per interminabili minuti neanche si stesse assistendo al ritorno in video di Mina.

Interessanti come un film di Nicolas Vaporidis gli altri momenti della trasmissione: in un delirio di onnipotenza vengono mostrate anche le liti di Sgarbi in tv (si vede anche la mitica rissa tra lui e Roberto D’Agostino, peccato che poco prima della sberla di quest’ultimo si passa ad un’altra sfuriata). Grottesco il momento della telepromozione: chi è che consiglia al pubblico un buon tè solubile? Lo stesso Sgarbi. Viene da chiedersi con quale coraggio la Ristora possa credere che il pubblico si fiondi al supermercato a comprare i suoi prodotti dopo che si è visto Sgarbi gustarli come se si stesse bevendo un bicchiere di uranio radioattivo.

Ci Tocca anche Vittorio Sgarbi non può essere liquidato come un programma fatto da un egocentrico per egocentrici (ma solo se ti chiami Vittorio Sgarbi), in questo caso si può andare oltre e parlare tranquillamente di uso improprio del mezzo televisivo. Come se non bastasse Sgarbi c’è anche Morgan a dare un contributo in egocentricità. All’ex giudice di X Factor non importa se l’invito arriva dalla sagra della castagna o critico d’arte più odioso della televisione: l’importante è essere ospite!

Ci tocca anche Vittorio Sgarbi, su Raiuno

Da questa sera su Raiuno andrà in onda il tormentato e chiacchierato Ci tocca anche Vittorio Sgarbi – Or vi sbigottirà (precedentemente conosciuto, tra l’altro, con il titolo de Il mio canto libero), il programma di Vittorio Sgarbi, che ha l’ambizione di dimostrare che è possibile parlare anche in prima serata di cultura, di valori e di grandi temi d’attualità.

Il critico d’arte in ogni puntata intratterrà il pubblico con tre monologhi di 20-25 minuti l’uno, che prenderanno spunto da opere d’arte, versi poetici, brani di saggi e di romanzi. L’obiettivo è quello di portare gli spettatori a riflettere e a porsi delle domande sugli argomenti trattati.

Le tematiche, differenti ogni settimana, saranno affrontate attraverso esempi concreti, analizzate in tutti gli aspetti, anche quelli più bizzarri e meno indagati e ogni volta si cercherà l’aspetto positivo, la via d’uscita, la proposta per un esito migliore.

Il mio canto libero diventa Ora ci tocca anche Sgarbi: dal 18 maggio su Raiuno

Foto: AP/LaPresse

Il mio canto libero, il tanto problematico programma che condurrà su Raiuno Vittorio Sgarbi, andrà in onda regolarmente da mercoledì 18 maggio, ma con dei sostanziali cambiamenti. Ieri il critico aveva scritto al direttore generale della Rai Lorenza Lei questa lettera:

Non vedo a quali codici debba essere richiamato dopo essere stato, a partire dalla mia telefonata a te alle 23.10 di mercoledì scorso, dopo averti invano atteso negli studi nei quali eri annunciata, informato che non era confermata la conferenza stampa prevista da circa quindici giorni. Non erano stati ancora mandati in onda gli spot registrati circa venti giorni fa da due settimane, mi si annunciava informalmente lo slittamento del programma dal 18 al 25 maggio, mi si chiedeva di cambiare l’argomento, mi si toglieva la diretta, confermata in più occasioni dallo stesso Masi, mi si chiedeva di cambiare titolo.

In sostanza quasi nulla di quello definito in sei mesi e focalizzato negli ultimi due con il Direttore generale Masi e senza escludere, se non per sua scelta, il Direttore di RaiUno, veniva rispettato per vostra unilaterale decisione. Senza neppure informarmene, se non casualmente, e per avere io deciso di telefonarti in un crescente sfogo e in un disappunto che mi ha visto imprecare in un alterato monologo, indifferente che fosse in viva voce come qualcuno ti ha detto, perché di voce si sentiva soltanto la mia, come sarebbe stato a telefono chiuso; mentre tu hai risposto con poche educate parole di considerazione e di richiamo all’equilibrio e alla tranquillità, senza alterarti. La voce alterata, lo sarebbe stata comunque, era la mia. E tu hai manifestato equilibrio e ragionevolezza. Nondimeno io nel mio rapporto con la RAI non ho nulla da rimproverarmi e ho lavorato con impegno e passione, senza assumere atteggiamenti o presumere di non coinvolgere la rete o i vertici della televisione, assiduamente frequentati e informati. In particolare Masi e Paglia. Credendo che essi, nel ruolo, fossero sufficiente garanzia, non ho neppure per un attimo pensato che, nell’avvicendamento, avrei dovuto rimettere in discussione titolo, orario, giorno di messa in onda, argomento, diretta a cinque giorni dall’inizio del programma, dopo sei mesi di lavoro corretto e coerente, oltre a quello che avete chiesto in perfetta discontinuità con il lungo e impegnativo lavoro svolto. Ci manca solo che mi chiediate di cambiare sesso. Ritenendo che tutto questo sia inaccettabile, vorrei che mi fosse risparmiata anche la beffa di una lettera di richiamo, non so a quali codici e valori, forse per stigmatizzare “la viva voce”, non avendo fino a questo momento ancora sentito la voce, né viva né morta, del Direttore di rete. Per questo sono disponibile a qualunque soluzione sia rispettosa della mia dignità e del mio lavoro, senza moniti o prediche che mi sembrano del tutto fuori luogo e irricevibili. Naturalmente di fronte a una frattura insanabile non mancherò di rivendicare il mio lavoro e la mia correttezza con il conforto dei rapporti continui, rispettosi e assolutamente lineari con il Direttore Masi. Sconcertato, ma non pentito (di ciò che non ho fatto), ti invio disorientati saluti.

Il mio canto libero, Vittorio Sgarbi: “La sfida con Saviano è la ragione della trasmissione”

Vittorio Sgarbi a Il Giornale annuncia ufficialmente che Il mio canto libero andrà in onda a partire da mercoledì 18 maggio su Raiuno. Ad affiancarlo ci sarà un volto femminile:

Probabilmente saranno tre o quattro. Anche oggi devo venderne una. Loro sono le conduttrici io il condottiero. Con la Madè ho parlato al telefono, adesso devo incontrarla … La Marangoni è un’interna Rai, ancora poco nota, già collaudata in Magic Italia. E’ l’unica sicura anche se le mancano un po’ di curve. Invece [Madalina] Ghenea le curve le avrebbe, ma ancora non posso confermarla.

Di sicuro non ci saranno Oliviero Toscani, Filippo Martinez e Francesca Lancini: