Il sindacato attori americano ha firmato: la SAG ha un nuovo contratto fino al 2011

Si è concluso ieri con la rettifica del nuovo contratto il braccio di ferro che durava da mesi tra la AMPTP, le società di produzione, e gli attori rappresentati dalla SAG: il 78% dei membri ha votato per l’accordo.

Il nuovo contratto varrà fino al 20 giugno 2011, giorno in cui, oltre a scadere quello degli attori, finiranno anche quello dei registi (DGA), degli autori (WGA) e degli attori tv e radiofonici (AFTRA). Fino ad allora tutte le produzioni sono assicurate, poi, probabilmente ci sarà l’apocalisse: le associazioni potranno protestare insieme, anche perché, a quanto pare Hollywood si sta indirizzando verso le produzioni indipendenti, per non rischiare altri blocchi e risparmiare soldi.

Intanto i pareri delle due fazioni interne alla SAG sono discordanti: festeggia David White che parla di un risultato che mette il sindacato in una posizione di forza per il futuro (vero) e dice di voler cominciare già da oggi a prepararsi per il prossimo round della negoziazione.

Il sindacato degli attori americani è nel caos: novità e previsioni

Il giudice ha rigettato il ricorso di Alan Rosenberg e Anne-Marie Johnson, che avevano chiesto alla corte di annullare il licenziamento di Doug Allen che, secondo loro, non era da considerare valido (il writtens assent è stato giudicato incostituzionale dal capo della SAG).

La battaglia legale riprenderà non appena alcuni problemi tecnici verranno corretti (mancano ad esempio i nomi dei 41 membri che hanno licenziato Allen), così il presidente e il vicepresidente della SAG potranno fare ricorso.

A questo punto, mentre Sam Freed presidente della sezione newyorkese della SAG butta altra benzina sul fuoco, sottolineando l’egoismo del gruppo dirigente, interessata solo a tenersi il posto di leader invece di pensare a governare e a dare un contratto a tutti coloro che stanno lavorando senza da mesi, David White, direttore esecutivo nazionale ad interim, ha convocato un meeting per domenica, per parlare definitivamente del licenziamento di Doug Allen e ottenere l’appoggio del board.

Il meeting SAG – AMPTP è stato rinviato, torna Doug Allen?

L’atteso meeting tra le majors e il sindacato degli attori americani, che doveva svolgersi oggi e avrebbe dovuto portare una volta per tutte la categoria ad avere un nuovo contratto è stato rinviato.

Il motivo? Alan Rosenberg, che ha sempre aspramente accusato la fazione Unite for Strenght di boicottare consapevolmente Allen e le sue trattative per diminuire il potere contrattuale della SAG, ha presentato un esposto, insieme al vicepresidente, Anne-Marie Johnson, per far reintegrare Doug Allen a direttore esecutivo nazionale!

In una nota l’AMPTP informa che le trattative sono state rinviate, perché un procedimento in tribunale potrebbe essere conflittuale con il meeting.

Sciopero attori USA, mentre i moderati vogliono tagliar fuori Allen, lui prepara le contromosse

La situazione degli attori in America è ancora in stallo, tanto che mentre internamente al sindacato si prova a estromettere Doug Allen, lui intanto sta cercando qualche soluzione per contrattare con l’AMPTP e per salvare il suo posto.

Iniziamo a vedere il muro contro muro tra Allen e i moderati, partendo dal capo: lui accusa la fazione opposta di aver compromesso la strategia di sciopero (ormai inutile, perché spaccherebbe definitivamente la Sag) e annuncia che farà votare  il contratto proposto dalle majors ai membri votanti, dopo averglielo mostrato con tanto di pro e contro, per sperare che l’AMPTP, apprezzando una parziale apertura, aumenti l’offerta.

Sciopero attori USA, è lotta interna nella SAG. Risultato: confusione e niente trattativa

Sciopero degli attori USA: che succede? Non lo sanno nemmeno loro: per farvi capire la situazione di totale confusione in cui stanno le due fazioni, la Unite For Strenght e la Membership First, basta guardare ciò che sta accadendo a Doug Allen, capo dei negoziatori, che prima è stato licenziato da capo dei negoziatori, con tanto di annuncio, poi è stato riconfermato, perché non c’era la maggioranza dei voti per rimuoverlo.

Il meeting straordinario, che doveva dare qualche indicazione in più, si è concluso con un nulla di fatto: non è stata rimpiazzata la squadra di negoziatori, non è stata indicata la data del referendum per decidere sullo sciopero e le due fazioni non hanno risanato la spaccatura (ci sono sempre 4000 attori pro sciopero e 2000 contro).

AMPTP: i produttori USA contro la SAG

 L’AMPTP (Alliance of Motion Picture and Television Producers) è una delle più importanti associazioni di produttori americane, nata nel 1960, rappresenta oltre 350 società di produzione tra cinema e televisione nell’ambito delle vertenze sindacali con gli attori. La sede è a Encino in California, l’attuale presidente Nick Counter.

La posizione dell’AMPTP nei confronti della SAG, unica a non aver accettato il nuovo contratto degli attori è stata sempre forte e decisa. All’indomani della firma con il sindacato AFTRA (American Federation of Television and Radio Artist), con cui la SAG condivide 4400 membri, i vertici dell’AMPTP dichiararono: “Apprezziamo il voto di fiducia degli attori per l’accordo che abbiamo raggiunto con l’AFTRA, ci auguriamo che dimostri ai leader della SAG che è possibile stilare nuove relazioni economiche così come abbiamo fatto con gli sceneggiatori, i registi e gli attori, e che non c’è spazio per uno sciopero, che sia di fatto o reale“.

Aggiungendo inoltre: “A nostro avviso, questo rifiuto dell’offerta è l’ennesima dimostrazione che i leader della SAG hanno intenzione di mettere a rischio la quiete. Ogni ulteriore ritardo nel raggiungimento di un accordo globale ragionevole è un affronto nei confronti delle migliaia di lavoratori della nostra industria che sono stati già gravemente lesi da uno sciopero

SAG: il sindacato della discordia

La recente vicenda del possibile sciopero minacciato dagli attori Usa, ha riportato agli onori delle cronache uno dei più importanti sindacati dello show business d’oltre oceano: la SAG (Screen Actor Guild) che rappresenta 120.000 lavoratori del settore cinematografico e televisivo. Il compito della Gilda e di negoziare e applicare accordi collettivi che stabiliscano un equo compenso per tutti i propri iscritti, assicurare tutela nei confronti di specifiche richieste di lavoro non autorizzato dal contratto, mantenere e ampliare per i suoi membri le opportunità di lavoro.

Nata nel 1933 per eliminare lo sfruttamento dei lavoratori dello spettacolo, la SAG fa parte della Associated Actors and Artistes of America (AAAA), principale associazione che comprende i sindacati Usa più importanti nel mondo dello spettacolo, possiede l’esclusiva sindacale nel settore cinematografico mentre condivide quella di radio, televisione, internet e nuovi media con L’AFTRA (American Federation of Television and Radio Artists) con cui ha in comune 4400 membri. Gli uffici della SAG sono a Hollywood, il presidente è Alan Rosemberg, il segretario Connie Stevens. La quota d’adesione viene applicata in base al reddito del singolo artista, di media ammonta a 58 dollari l’anno, fino ad arrivare alla somma totale di 2.335 dollari, se si decide di pagare in un unica soluzione il totale è di 2.277 dollari.

Aftra e Sag insieme per i contratti pubblicitari

I soldi derivanti dalla pubblicità potrebbero riunire per una volta l’Aftra e la Sag, i due sindacati americani, che momentaneamente stanno tenendo in allerta le produzioni cinematografiche e televisive, con le loro proteste.

Mentre sullo sciopero degli attori, bisognerà aspettare ancora qualche settimana per avere novità certe, la Sag e l’Aftra avranno modo di incontrarsi il 9 e il 10 gennaio, per confermare l’accordo sui contratti pubblicitari (salari, trattamenti) già esistente.

Sciopero degli attori: slitta lo sciopero, sempre che si faccia.

E’ ancora incerto il destino degli attori americani, dopo il mancato rinnovo del contratti: lo sciopero, minacciato per il due gennaio, dovrebbe slittare a dopo il 13, quando ci sarà un incontro d’emergenza della Sag, perché stanno aumentando coloro che non vogliono scioperare.

Il sindacato, effettivamente, inizia ad essere spaccato in due: da una parte i si con oltre 2300 firmatari (come Laura Dern, Mel Gibson, Hal Holbrook, Holly Hunter, Matthew Madine, sandra Oh e Martin Sheen), che sostengono che le Majors vogliano approfittare della crisi economica, per prendere tempo e non modificare il contratto (gli attori come è noto vogliono dei privilegi anche sui nuovi media e le piattaforme digitali), dall’altra il fronte del no con oltre 1400 firmatari (tra cui: George Clooney, Russell Crowe, Matt Damon, Sally Field, Tom Hanks, Julianne Moore, Robert Redford, John e Ann Cusack, Jeff Garlin, George Lopez, Virginia Madsen, Susan Sarandon e Charlie Sheen) appoggiato dagli addetti alle location, i tecnici e altri lavoratori, che temono di rimanere senza lavoro.

Sciopero degli attori: la “serie” continua

La Fox TV alza la voce in mezzo alla baruffa creata dalle vicende che si stanno accalcando l’una sull’altra, creando uno scenario più che confusivo. La minaccia è presto detta: si tratta di passare tutti i contratti delle sue serie tv dalla SAG all’Aftra.

Detto così puiò non sembrare così temibile. Il problema è che l’appartenenza ad entrambi i sindacati impedisce agli attori di attuare lo sciopero a priori, dato che Aftra ha firmato con i produttori, ed è quindi vincolata a onorare gli accordi del contratto tra attori e Amptp.

A questo punto ci si capisce poco. La mossa sembra un pò eccessiva, per svariati motivi. E’ vero che si parla di sciopero da tempo, che ci sono delle date, che dondolano sulle teste di noi spettatori, ma soprattutto degli attori, come un’inquietante spada di Damocle.

Sciopero degli attori: la SAG ribolle

 Dopo un iniziale rifiuto dello sciopero in favore di nuove trattative e negoziazioni, si dibatte sulla necessità o meno di mettere arrivare a tanto. Le conseguenze, sappiamo, sarebbero, come dire, devastanti, soprattutto per noi “cinetivuofili”.

Rosenberg ha quindi convocato un incontro di emergenza, in opposzizione a un atteggiamento che lui stesso vede come autodistruttivo e controproducente. Le posizioni dunque sono queste, ed effettivamente l’interesse degli iscritti sarebbe messo in secondo piano nel caso dell’attualizzarsi dello sciopero.

Le date di lunga data, si fa per dire, ovviamente, sono sempre quelle: convocazione ai voti il 2 Gennaio per tutti i 100,000 members, con pubblicazione dei risultati il 23 dello stesso mese.

Lo sciopero degli attori si sta materializzando

Ne avevamo parlato così tanto che sembrava un qualcosa destinato a rimanere notizia. Invece no. Lo sciopero è veramente in arrivo, almeno in base ai risultati delle votazioni. Adesso ci sono anche delle date.

Il 2 Gennaio infatti si voterà, e il 23 dello stesso mese verranno divulgati i risultati. Il boicottaggio è sttao pianificato, almeno in potenza, al fine di poter essere dannoso per la cerimonia degli Oscar. Ovviamente il tutto è un pò meno clamoroso di quello che sembra.

Il segnale è diretto alle majors e ai produttori in modo da ricondurre le majors al tavolo delle trattative, che secondo l’AMPTP sono terminate in tutto e per tutto a fine Giugno. I danni potenziali non si contano, e riguarderanno fondamentalmente le nuove produzioni.

Sciopero attori Usa: come andrà a finire?

E’ iniziata l’attesa per quello che potrebbe essere l’evento più grave del 2009 per lo show business americano: lo sciopero degli attori a quasi un anno da quello degli sceneggiatori. In queste ore la SAG (Screen Actor Guild), il sindacato degli attori Usa che ha rotto le trattative con l’AMPTP (Alliance of Motion Picture and Television Producers) associazione dei produttori, sta decidendo dopo un incontro all’Harmony Gold Theater di Hollywood, come comportarsi considerato che le “anime” interne al sindacato hanno un parere tutt’altro che unanime, circa lo svolgersi dell’agitazione.

Sono diversi i fattori che potrebbero influenzare il voto a favore o contro la decisione di scioperare, considerato che deve essere raggiunta la maggioranza del 75% dei votanti perché si possa procedere. Il punto è proprio questo: quanti membri della SAG andranno a votare? Ben 44 mila di loro sono iscritti anche all’AFTRA altro sindacato che di recente ha ratificato l’accordo e quindi non avrebbero molto interesse verso uno sciopero che di fatto li danneggerebbe . Se si considera poi che il 90% dei membri SAG guadagna non più di 28 mila dollari l’anno, mentre solo una minoranza vive esclusivamente del lavoro d’attore, mentre gli altri possono essere considerati “occasionali”, che interesse avrebbero questi ultimi a bloccare l’attività lavorativa?

Lo sciopero degli attori taglierà delle serie, non Heroes

La situazione si fa sempre più tesa. La parola sciopero ormai non impressiona più nessuno. L’exit straetegy per i produttori potrebbe essere altresì quella di affidarsi agli attori iscritti all’Aftra. Il motivo?

E’ presto detto. Gli iscritti all’Aftra, o sia alla SAG che all’Aftra, non dovrebbeo scioperare. Cominciando a fare dei pronostici sui danni che effettivamente un simile sciopero causerebbe, lo scenario sembra meno apocalittico, quanto meno se rapportato al precedente scioperto degli sceneggiatori.

Quest’ultimo ha rappresentato, come sappiamo, un cratere nel bilancio dell’industria dell’intrattenimento su video, quantificato in 2,5 miliardi solamente per quello che riguarda l’area losangelina.