Il sindacato attori americano ha firmato: la SAG ha un nuovo contratto fino al 2011

Si è concluso ieri con la rettifica del nuovo contratto il braccio di ferro che durava da mesi tra la AMPTP, le società di produzione, e gli attori rappresentati dalla SAG: il 78% dei membri ha votato per l’accordo.

Il nuovo contratto varrà fino al 20 giugno 2011, giorno in cui, oltre a scadere quello degli attori, finiranno anche quello dei registi (DGA), degli autori (WGA) e degli attori tv e radiofonici (AFTRA). Fino ad allora tutte le produzioni sono assicurate, poi, probabilmente ci sarà l’apocalisse: le associazioni potranno protestare insieme, anche perché, a quanto pare Hollywood si sta indirizzando verso le produzioni indipendenti, per non rischiare altri blocchi e risparmiare soldi.

Intanto i pareri delle due fazioni interne alla SAG sono discordanti: festeggia David White che parla di un risultato che mette il sindacato in una posizione di forza per il futuro (vero) e dice di voler cominciare già da oggi a prepararsi per il prossimo round della negoziazione.

Contratto attori USA, i consiglieri del sindacato votano a favore. E’ tutto finito?

Buone notizie per Hollywood: il lungo scontro tra major e sindacato attori sembra essere arrivato alla fine. I 71 rappresentati degli attori hanno approvato a maggioranza (53,4% favorevoli, contro il 46,6% contrari) la proposta contrattuale nata dal punto d’incontro tra la Sag e l’Amptp.

In cosa consiste il contratto? Nel primo e nel secondo anno ci sarà un aumento di entrate del 3,5% per gli attori (il 3% nel compenso per prodotti cinematografici e televisivi e lo 0,5% nella pensione), aumenti dal 7,5% al 10% per le guest star, aumento degli straordinari, maggiore copertura previdenziale e  in teoria ci sarebbero forme di compensazione per i progetti sui nuovi media.

Ora spetta ai 120.000 membri del sindacato dire la loro e mettere la parola fine ad una battaglia che dura dal giugno del 2008: il fronte del si è sicuro della firma (il direttore esecutivo ad interim David White sembra esserne più che certo), ma quello del no, capeggiato da Alan Rosemberg promette ancora battaglia. perché non soddisfatto dell’offerta:

Sag e Amptp si accordano! Sarà ratificato?

A quanto pare, negli States, la situazione di stallo che durava da mesi tra sindacato attori e produttori si è sbloccata: la Sag e la Amptp hanno trovato un accordo sul contratto.

L’annuncio è stato dato ieri sera dalle due parti, dopo che per settimane non se n’è più parlato ufficialmente, proprio per lavorare in tranquillità. Che cosa prevede il contratto? Assolutamente niente di nuovo, ma a quanto pare si sarebbe trovato un punto d’incontro sull’argomento più ostico, la durata: il nuovo contratto scadrebbe, come richiesto dalla Sag tra due anni, quando terminano anche quelli dei registi, degli sceneggiatori e degli attori tv.

Contratto attori USA, altra fumata nera: la Sag boccia la proposta dell’AMPTP

Nello scontro tra il sindacato attori e quello dei produttori, siamo al punto di partenza (fonte TvGuide): con il 73% dei voti, gli appartenenti alla Sag hanno rifiutato l’ultimissima offerta delle majors.

Le motivazioni sono pressoché le solite: secondo i membri del sindacato, l’AMPTP non ha accolto nessuna delle loro proposte tanto da impuntarsi sulla durata del contratto.

La SAG dichiara di averci messo tutta la buona volontà possibile per chiudere le trattative e far tornare tutti al lavoro, tanto da aver appiattito il suo punto di vista (in altre parole rendere il loro contratto simile a quelli già firmati dagli altri sindacati), ma trova inaccettabile la richiesta dell’AMPTP di estendere il contratto al 2012, tanto che leggono un simile gesto come dimostrazione di scarsa voglia da parte delle majors di chiudere l’accordo.

Contratto attori Usa: AMPTP mette con le spalle al muro la SAG, con un ultimatum

Chi si aspettava una rapida soluzione nella diatriba del contratto degli attori americani, dopo l’estromissione di Doug Allen dal ruolo di capo negoziatori, rimarrà deluso dall’esito del meeting di questi tre giorni tra SAG e AMPTP, perché il risultato ottenuto dai nuovi vertici del sindacato attori è lo stesso: nulla di fatto.

Cosa è successo? L’offerta è stata migliorata, ma non abbastanza secondo i negoziatori SAG (in particolar modo gli attori non possono accettare che il nuovo contratto valga solo per tre anni e vogliono parte dello sfruttamento dei diritti dal web), che a questo punto si ritrovano con le spalle al muro: o i loro membri accettano la nuova proposta entro sessanta giorni oppure l’accordo sarà modificato in peggio dall’AMPTP.

Contratto attori america, oggi cominciano le trattative

Proteste in corso di molti membri di Membership First. Il motivo? Sembra che sia ormai ufficiale: le trattative tra sindacato degli attori e unione dei produttori rirpendono martedi e mercoledi prossimo, il tutto confermato da una mail inviata dal direttore esecutivo nazionale, David White, e del capo dei negoziatori, John McGuire.

Come se non bastasse c’è ancora fermento per il licenziamento di Allen e e per l’offerta finale dell’Amptp. Grosse discussioni in ponte, come al solito, mi verebbe da dire, in quelle zone. L’obiettivo è chiaro, e la prospettiva di qualche dibattito di certo non turba White e McGuire: si lavora allo scopo di ottenere un contratto equo per tutti.

L’atteggiamento di White e McGuire è apparentemente positivo, orientato alla comunicazione e allo scambio: stanno in effetti incoraggiando l’incremento della massa di email di richieste di informazioni da cui sono sommersi in questi giorni: dal canto loro, la condivisione è fondamentale.

Contratto attori USA: il confermato meeting del 17 tra SAG e AMPTP, messo in discussione da Rosenberg

Torniamo ad occuparci della trattativa tra la SAG e la AMPTP: mentre è stata confermato per il 17 e il 18 febbraio l’incontro tra le parti, con tanto di soddisfazione di molti membri del sindacato, che avevano visto numerose produzioni rallentate e che avevano temuto per il loro posto di lavoro, Alan Rosenberg torna alla carica.

Il presidente della SAG fa sapere, tramite avvocato, che la decisione di licenziare Doug Allen (che tra l’altro in settimana l’aveva difeso spendendo parole importanti) non è vincolante, perché lui e il suo staff di negoziatori non hanno avuto la possibilità di esprimere le loro posizioni e che quindi, ogni decisione presa nel meeting non è da considerarsi valida.

Contratto autori USA, Doug Allen licenziato nuovamente. Ripartiranno le trattative?

Alla fine la Unite for Strength ha vinto riuscendo a far licenziare nuovamente, questa volta in maniera regolare, con una mozione durante il meeting di ieri (59% a favore), Doug Allen e rendendo inutile il ricorso presentato da Alan Rosenberg nei giorni scorsi.

A questo punto le trattative, che erano state rimandate a data da destinarsi (probabilmente al 17 febbraio), potrebbero ripartire e c’è già una nuova corrente, chiamata Back to Work, che sta cercando di mobilitare tutti i membri del sindacato perché si firmi il benedetto contratto offerto dall’AMPTP, visto che durante il periodo di stallo pare che 25000 persone non abbiano più un lavoro.

Il sindacato degli attori americani è nel caos: novità e previsioni

Il giudice ha rigettato il ricorso di Alan Rosenberg e Anne-Marie Johnson, che avevano chiesto alla corte di annullare il licenziamento di Doug Allen che, secondo loro, non era da considerare valido (il writtens assent è stato giudicato incostituzionale dal capo della SAG).

La battaglia legale riprenderà non appena alcuni problemi tecnici verranno corretti (mancano ad esempio i nomi dei 41 membri che hanno licenziato Allen), così il presidente e il vicepresidente della SAG potranno fare ricorso.

A questo punto, mentre Sam Freed presidente della sezione newyorkese della SAG butta altra benzina sul fuoco, sottolineando l’egoismo del gruppo dirigente, interessata solo a tenersi il posto di leader invece di pensare a governare e a dare un contratto a tutti coloro che stanno lavorando senza da mesi, David White, direttore esecutivo nazionale ad interim, ha convocato un meeting per domenica, per parlare definitivamente del licenziamento di Doug Allen e ottenere l’appoggio del board.

Il meeting SAG – AMPTP è stato rinviato, torna Doug Allen?

L’atteso meeting tra le majors e il sindacato degli attori americani, che doveva svolgersi oggi e avrebbe dovuto portare una volta per tutte la categoria ad avere un nuovo contratto è stato rinviato.

Il motivo? Alan Rosenberg, che ha sempre aspramente accusato la fazione Unite for Strenght di boicottare consapevolmente Allen e le sue trattative per diminuire il potere contrattuale della SAG, ha presentato un esposto, insieme al vicepresidente, Anne-Marie Johnson, per far reintegrare Doug Allen a direttore esecutivo nazionale!

In una nota l’AMPTP informa che le trattative sono state rinviate, perché un procedimento in tribunale potrebbe essere conflittuale con il meeting.

Attori USA, niente sciopero e nuova trattativa fra SAG e AMPTP, anche se si punta a salvare il salvabile

Alla SAG serviva una vittima sacrificale per poter riaprire le trattative con l’AMPTP: dopo il licenziamento di Doug Allen e l’allontanarsi della prospettiva di uno sciopero generale (si trovano poche tracce pure sul sito ufficiale), il sindacato dei produttori ha accettato di sedersi al tavolo delle trattative con quello degli attori. Quando? Il tre e il quattro febbraio.

All’incontro, che arriva dopo oltre due mesi di turbolenze interne tra gli attori, parteciperà David White nuovo direttore esecutivo della SAG e John McGuire, il nuovo capo dei negoziatori, completamente rivoluzionata dopo che quella passata ha lasciato con la dipartita di Allen. Alla prossima trattativa non parteciperanno Peter Chernin e Bob Iger, i due negoziatori delle Majors.

Sciopero degli attori USA, colpo di scena: Doug Allen licenziato! La sua lettera

Colpo di scena nella complicata trattativa tra la SAG e l’AMPTP: il capo dei negoziatori del sindacato degli attori e direttore esecutivo Doug Allen è stato licenziato. Nello stesso documento i moderati chiedono di rimpiazzare l’intera squadra dei negoziatori, per trovare una soluzione con i produttori senza bisogno di uno sciopero.

La decisione di rimpiazzare Allen, che fa tirare un sospiro di sollievo i moderati, comporta la momentanea promozione di David White a direttore esecutivo e John McGuire a capo del gruppo di negoziatori.

Doug Allen ha scritto una lettera per commentare la sua estromissione:

Sciopero attori USA, mentre i moderati vogliono tagliar fuori Allen, lui prepara le contromosse

La situazione degli attori in America è ancora in stallo, tanto che mentre internamente al sindacato si prova a estromettere Doug Allen, lui intanto sta cercando qualche soluzione per contrattare con l’AMPTP e per salvare il suo posto.

Iniziamo a vedere il muro contro muro tra Allen e i moderati, partendo dal capo: lui accusa la fazione opposta di aver compromesso la strategia di sciopero (ormai inutile, perché spaccherebbe definitivamente la Sag) e annuncia che farà votare  il contratto proposto dalle majors ai membri votanti, dopo averglielo mostrato con tanto di pro e contro, per sperare che l’AMPTP, apprezzando una parziale apertura, aumenti l’offerta.

Sciopero attori USA, è lotta interna nella SAG. Risultato: confusione e niente trattativa

Sciopero degli attori USA: che succede? Non lo sanno nemmeno loro: per farvi capire la situazione di totale confusione in cui stanno le due fazioni, la Unite For Strenght e la Membership First, basta guardare ciò che sta accadendo a Doug Allen, capo dei negoziatori, che prima è stato licenziato da capo dei negoziatori, con tanto di annuncio, poi è stato riconfermato, perché non c’era la maggioranza dei voti per rimuoverlo.

Il meeting straordinario, che doveva dare qualche indicazione in più, si è concluso con un nulla di fatto: non è stata rimpiazzata la squadra di negoziatori, non è stata indicata la data del referendum per decidere sullo sciopero e le due fazioni non hanno risanato la spaccatura (ci sono sempre 4000 attori pro sciopero e 2000 contro).