Pirati

Arrivano all’arrembaggio Marco Cocci e Selvaggia Lucarelli, presentandoci alle 23:20 su Rai2 un programma che si chiama Pirati e si presenta come un assalto alla società e al costume, armato di notizie interessanti e di servizi originali.

Il nome credo stia a simboleggiare un approccio aggressivo, votato all’approfondimento senza peli sulla lingua, in una veste rinnovata dall’immagine giovane e giovanile del presentatore e della pletora di inviati su cui poggiano le basi della trasmissione.

La struttura del programma è fondamentalmente organizzata in base alla scaletta dei servizi che lo caratterizzano; il “corpus” è preceduto da un’introduzione del presentatore, accompagnata da qualche immagine. Prima e dopo ogni servizio commenti didascalici, brevi e con inquadrature vj-style.

Magazine sul 2

Amo parlare con le persone andando a passeggio, magari per le strade di una città meravigliosa come Roma; quando guardando un posto rivediamo proiezioni di noi stessi, carichi di altri tipi di pensieri e di altri tipi di sorrisi, significa che iniziamo ad avere qualcosa da raccontare.

I ricordi della vita delle persone corrono attraversandosi a vicenda per le strade delle città del mondo. E’ lì che si devono andare a cercare, non è così difficile e misterioso. La difficoltà sta nel coglierli al volo, nel coglierne l’intensità “sgrossandoli” dalla fugacità con cui si presentano ai nostri animi.

Le telecamere di Antonello Aglioti, nel programma Magazine sul 2 di Daniele Renzoni, che incontriamo su Rai2 intorno alle 00:25, ci permettono di passeggiare con loro, e di ascoltare quello che gli ospiti hanno da dire, in questa trasmissione che cerca di entrare nella storia dei personaggi che ospita attraverso interviste “peripatetiche”.

Sorgente di Vita

Credo che a questo punto mi specializzarò in recensioni di tipo culturale a sfondo religioso. Sorgente di Vita infatti si alterna proprio con Protestantesimo andando in onda alle 01:20 circa ogni due settimane su Rai2.

Laddove Protestantesimo è un programma a cura dell’Unione delle Chiese Evangeliche, “Sorgente di vita” è invece a cura dell’Unione delle Comunità ebraiche Italiane. Due trasmissioni diverse nelle loro fondamenta semantiche ma estremamente simili sotto alcuni aspetti formali.

Come nella controparte protestante, è un culto il punto di partenza della trasmissione, e non si fatica a capire quale. Si tratta quindi di un’altra ottima occasione per comprendere e conoscere meglio un argomento di cui so poco o niente.

Protestantesimo – cultura e culto

A 40 anni dalla morte di Martin Luther King , Rai2 ci propone, alle 24.30 circa a Domeniche alterne, Protestantesimo, curata dalla Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI). La trasmissione va in onda in replica il lunedì successivo sempre alle ore 24.30 e dopo una settimana, il lunedì mattina alle ore 9.30.

La trasmissione promuove la diffusione di informazione circa la cultura protestante, in modo assolutamente aperto e totalmente privo di pregiudizi, tanto da apparire più come un interessantisimo dibapttito culturale che uno strumento di trasmissione monotematica di informazioni.

I temi affrontati sono dunque moltissimi, la trasmissione coinvolge lo spettatore interessato a 360 gradi, il che al giorno d’oggi è una qualità auspicabile. L’essere poliedrica non è sinonimo di dispersione, dato che i servizi sono realizzati in modo puntuale e tecnicamente magistrale, senza mai arrivare ad essere troppo pesanti o complessi.

Reality – Realtà Reale

Finalmente un Reality dove si parla di reality. Paradossale ma vero, reality è sempre più sinonimo di fiction. Qui il titolo non deve ingannare: niente isole, niente circhi nè case più o meno (soprattutto meno) isolate dal mondo.

Vediamo dunque le cose come stanno, e non le cose di tutti i giorni, per una domenica sera rilassata, ma le cose vere, anche quelle brutte, per coloro che la domenica non vanno in giro alla ricerca di auspicabili amnesie rispetto al peso settimanale.

La droga e i giovani, sembra quasi il titolo di un vecchio film , da ricordare quasi con affetto. Ne sentiamo parlare ogni tanto un pò ovunque, chi di noi lavora nel sociale se ne occupa in modo diretto ed ha modo di vedere di cosa si tratta, il restante “9x %” non ha idea di cosa sia in realtà, a meno che non ci sia dentro, e a quel punto è peggio.

Niente di Personale

Niente di Personale. O tutto, in realtà? In questa trasmissione, in onda su La7 alle 21.00, condotta da Antonello Piroso si sviscera il personale, a volte l’intimo. Il formato del magazine non è esattamente quello che definiremmo elaborato.

Si tratta di un’intervista. Si cerca di parlare e di far parlare le persone. Si cerca di cercare di fare di un “talk” un “listen”. Si manifesta un approccio metanarrativo, dove si parla di altri mondi, che nel cosmo della tv vuol dire altre trasmissioni.

Sentiamo parlare di storie altrui, il nostro perverso istinto voyeuristico ci porta a gustare avidamente le parole e la vita degli altri, ritagliata sull’esperire e sul vivere stesso. C’è chi ha inseguito una vita di sogni e di sacrifici, e che si è poi trovato a sorridere rassegnato su sconfitte amare.

True Life – Tristi Verità

Non sempre, fortunatamente, si parla di “vita vera” come di “vita comune”. True Life, in onda alle 23 e 30 su MTV, programma nato nel 1998, ci ricorda di non dimenticarci delle sfaccettature più crepuscolari della realtà, una realtà che è “true” nella misura in cui riusciamo ad alzare la testa, per una volta, e a guardarci intorno.

MTV ci riempie sempre di colori, ci sballotta in su e in giù in questo micro-universo di immagini che si alternano a velocità vorticosa accompagnate da suoni ritmici e “ruffiani” per il nostro cervello. A volte rallenta e cerca di raccontarci qualcosa, piuttosto che intrattenerci rendendoci (in?)consapevoli guardoni della vorticosità dell’altro.

True Life ci fa paura perché parla di noi, di altri noi non troppo lontani. Universi paralleli estremamente prossimi, che si configurano nella faccia del nostro compagno di banco delle medie, o di un nostro parente. Si parla con franchezza di sostanze, si parla di storie vere raccontate dai protagonisti.

Mistery CSI – Molto mistery e poco CSI

La trasmissione Mistery CSI va in onda il lunedi alle 23:45 su Italia1, ed è condotta da Adriana Fonzi Cruciani (Rai Futura, Il Bivio). Il titolo può ingannare. Il titolo della trasmissione, non quello della recensione.

Cominciamo a “sfrondare”. Di CSI non c’è poi molto, o almeno io non sono riuscito a coglierne. La presenza delle autorità, forse, e di una sorta di velleità investigativa che fa da filo conduttore alle puntate. Ora che abbiamo detto cosa non è, cerchiamo di dire cosa questo Mistery CSI effettivamente sia.

Si tratta di accurate e affascinanti ricostruzioni di scene del crimine caratterizzate da grande efferatezza. Niente di nuovo, si può pensare. Ma ci sono delle “marce in più”.

Doctor*ology

La domenica sera è sempre un disastro. Mi viene voglia di fare qualcosa di produttivo, ascoltare una voce che mi insegna qualcosa, come per anticipare il lunedi.

Ma allo stesso tempo porto sulle mie spalle il fardello di un week end lungo, ho voglia di rilassarmi in attesa di un lunedi ad andamento logaritmico.

Cosa c’è di meglio della compagnia di Leslie Nielsen (Una pallottola spuntata,tanto per citarne una) e David Lawrence (Vita da Strega) per imparare qualcosa divertendosi?

Sfide

La storia di un uomo può essere vista da infinite angolazioni, ed ognuna può rivelarci aspetti che non conosciamo della persona che abbiamo di fronte.

Quando ci chiedono di descrivere una persona, spesso non ci rendiamo conto di offrire un resoconto assolutamente parziale, non riuscendo ad offrire una visione multidimensionale, raccontando noi stessi attraverso la storia di un altro.

Quella scelta da Sfide è un’angolazione vincente, perchè riesce a inquadrare i soggetti facendo uso di un sapiente “grandangolo narrativo”.

Sfide è scritto da Simona Ercolani con Cosimo Calamini, Andrea Felici e Claudio Morettiormai in onda da 10 anni e va in onda su Rai3 il giovedi alle 23:35.

Voyager

Il mondo è pieno di misteri, questo nessuno può metterlo in dubbio. Ci sono eventi improvvisi, inspiegabili, ai quali la scienza fa fatica a stare dietro, e la maggior parte di noi è molto affascinata da questi eventi.

Io sono uno di quelli che vive in fuzione del fatto che, dato che la speranza è l’ultima a morire, e in base ad alcune leggi statistiche, prima o poi dovrebbe toccare anche a me l’incontro faccia a faccia con un mostro di Lochness, un fantasma (preferirei un parente), qualcosa insomma.

Mi andrebbe bene anche un cerchio nel grano, anche piccolo.

Voyager, in onda il mercoledi alle 21:05 su Rai2, condotto dal giornalista Roberto Giacobbo ci accompagna in questo tunnel affascinane, le cui pareti sono coperte di quadri di misteri appetibili e graditi al pubblico.

La storia siamo noi

Sommerso dagli impegni quotidiani, mi sfugge sempre questo particolare. Il livello di granularità con il quale spesso viviamo le nostre cose ci impedisce – e forse è un meccanismo legato all’adattamento – di cogliere il nostro essere una briciola che crea la storia.

E di storia si parla su Rai2 alle 23:45, in un dossier che ci incastra nella storia senza troppe foto d’epoca, senza pietà. Si parla di paternità. E pensare che pensavo che la storia fossero gli altri.

E invece anche questa è storia, storia di sempre, del passato, del presente e – sempre meno – del futuro. Sempre meno perchè ormai le figure genitoriali sono offuscate da un alone di incertezza, un pò per come la famiglia va strutturandosi in questi anni in modo più o meno naturale, un pò per il contributo della società che nel plasmare le persone e le cose la fa da padrone.

Le storie di Top Secret

Altro che Top Secret, l’eco della morte di Paolo Borsellino echeggia ancora ovunque, e la sentono tutti. Claudio Brachino apre la trasmissione con un intervista niente meno che a Vincenzo Calcara, mafioso pentito, pronto a farci mille rivelazioni, tutte rigorosamente top secret.

L’ombra del pentito proiettata sul muro parla, parla, parla; esplicitamente, senza risparmiare niente e nessuno; parla delle vicende legate a Borsellino, parla di Giovanni Falcone, e di eventi legati a questi grandi personaggi.

Brachino si raccomanda di attenersi a fatti rigorosi, verificabili, il pentito non dice di si, ma va avanti lo stesso, come se il motore delle sue parole abbia ormai intrapreso una ripida discesa.

Alle Falde del Kilimangiaro

Lo ammetto, non posso dire di essere un viaggiatore nel senso classico del termine. In parte anche per questo Alle Falde del Kilimangiaro suona accattivante. I primi secondi di programma sono in bianco e nero, eccezion fatta per il titolo;pochi istanti, senza farsi desiderare troppo, dopo lo schermo televisivo si colora e ci si tuffa in una miriade ordinata e graziosa di immagini e suoni, che ci portano a ritmi sostenuti in giro per il mondo. Il programma si snoda attraverso varie fasi, e dopo un servizio di apertura si passa al “gioco”, in cui due sfidanti portano in trasmissione due rispettive esperienze di viaggio che saranno valutate dagli spettatori tramite un meccanismo di televoto. Le due esperienze di viaggio sono rappresentate da due servizi curatissimi e molto dettagliati. Nella puntata di oggi gli sfidanti sono rappresentati da due coppie: la prima ci mostra l’Australia e la Polinesia, mentre la seconda ci ha conduce nei luoghi principali della Turchia. Il primo servizio è originale, un’ottima colonna sonora, suggestiva e in accordo con le immagini; emergono nel servizio una serie interessante di aspetti dell’Australia e della Polinesia, che vengono fotografate da più angolazioni. Fluiscono molte informazioni, sia per il potenziale turista, sia per chi è semplicemente curioso di saper cosa c’è in Australia oltre ai canguri e cosa c’è in Polinesia oltre al mare da copertina di rivista di viaggi. E le cose in più non sono poche. Anche il servizio sulla Turchia, oltre ad essere confezionato egregiamente, ci accompagna in luoghi suggestivi e densi di significati storico-culturali.