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Niente di Personale

Niente di Personale. O tutto, in realtà? In questa trasmissione, in onda su La7 alle 21.00, condotta da Antonello Piroso si sviscera il personale, a volte l’intimo. Il formato del magazine non è esattamente quello che definiremmo elaborato.

Si tratta di un’intervista. Si cerca di parlare e di far parlare le persone. Si cerca di cercare di fare di un “talk” un “listen”. Si manifesta un approccio metanarrativo, dove si parla di altri mondi, che nel cosmo della tv vuol dire altre trasmissioni.

Sentiamo parlare di storie altrui, il nostro perverso istinto voyeuristico ci porta a gustare avidamente le parole e la vita degli altri, ritagliata sull’esperire e sul vivere stesso. C’è chi ha inseguito una vita di sogni e di sacrifici, e che si è poi trovato a sorridere rassegnato su sconfitte amare.


Il pubblico in studio è rispettoso, non è da tutti di questi tempi. Il silenzio cala spontaneo sulle parole che pungolano i momenti più difficili, dolcemente cullati da ricordi malinconici di difficoltà vissute. Gli occhi degli ospiti diventano chiari di sincerità e di sincero imbarazzo quando si parla dei tempi duri.

Niente di personale, ma parliamo di te. Raccontami del tuo passato, e se per te sta bene, ci guardiamo insieme qualche immagine di te di quand’eri piccolo, o comunque di quando eri più piccolo, di quando cercavi di capire cosa voleva dire affermarsi.

Enrico Ruggeri ci racconta dei passaggi della sua vita. Del suo passto, del suo presente e del suo eclettismo. Ci racconta dell’universo multicolore di interessi che caratterizza la sua vita.

Poi si parla di altro, la storia di vita, che approssima la cronaca rosa, e sentiamo la voce di Enrico Lo Verso, che ci parla della morte. Ho i brividi mentre digito. Perchè sono parole vere di persone vere, anche se il lo schermo le fa sembrare inventate.

E’ la voce in poesia di un condannato a morte che deve scegliere tra due alternative per la propria fine: camera a gas o iniezione letale? E’ necessario chiedere consiglio a qualcuno, l’iniezione è più immediata, forse la camera a gas è più dolce. Mamma mia che tristezza, mamma mia che realtà. Chi pensa che sia retorica scagli la prima pietra.

La banalità e la ripetitività è lo scudo dietro il quale si nascondono molte cose tremende di questo mondo. Mentre Enrico parla, sento il silenzio, e lontana lontana una musica. Sapiente regia. Enrico Lo Verso legge, la telecamera lo inquadra. Ognuno fa il suo lavoro, puro e semplice.

Non c’è niente di inventato, è una lettera dal carcere di Florence, Arizona. Buffo, Florence, Firenze. Chissà se queste cose agghiaccianti le vedrò mai scritte su una lettera di qualche mio concittadino.

Ringraziamo Lo Verso, per averci regalato questi versi. Colonna sonora sapiente lo accompagna fuori, e scatta il servizio: rapidamente ben fatto, argomento mafia, in particolare il passaggio dalla vecchia alla nuova mafia, e nel mio cuore rimbombano le note di A Whiter Shade Of Pale.

Il servizio è semplice, rapido e ben fatto. Il tono della voce lo eleva da elenco a narrazione, con citazioni che vengono dai personaggi più illustri, nel bene e nel male. Poi ancora altro.

Le interviste, come, sorprendentemente, non sempre succede, amplificano la voce degli intervistati. Il conduttore fa da discreto sollecitatore, sfruttando una rispettosa maieutica nel far parlare le persone.

I servizi sono in tono con la discrezione e con l’ottima fattura del resto della trasmissione. Veloci, si raccontano cose vere in modo vero, senza arzigogoli verbali, senza immagini e notizie votate al sensazionalismo.

Quando si ascoltano le interviste si ascoltano conversazioni. A tratti, se la fama dell’intervistato non varca i nostri personalissimi confini, non si distinguono intervistatore e intervistato. Come quando si è a una festa, o a un aperitivo. Ora si partecipa e si ascolta in modo attivo, ora ci si assenta in attesa di argomento che ci interessano di più, senza rancore e senza impegno.

Dopo un servizio introduttivo che parla di creatività e dell’essere sovversivi parla nientemeno che Oliviero Toscani, si chiude in bellezza. Toscani per la prima volta in vita sua non va a votare per non dover andare a scegliere qualcosa che non c’è. Fa il bastian contrario, ma dal dialogo con lui emerge una serie di spunti interessanti.

L’ultimo segmento di trasmissione è dedicato a Paolo Bonolis, che non necessita di alcuna presentazione, e che dialoga con Antonello Piroso usando termini pittorici e tenendo alta la nostra attenzione.

Sceglie foto e numeri su un tavolo, e per ognuno c’è un pezzettino di qualcosa di personale, non senza una leggera vena polemica.

Niente di personale, ma nessuno rimane deluso.

1 commento su “Niente di Personale”

  1. Niente diPersanale è l’unico programma interessante, intelligente, piacevole di tutta la televisione.Grazie a Antonello Piroso

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