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True Life – Tristi Verità

Non sempre, fortunatamente, si parla di “vita vera” come di “vita comune”. True Life, in onda alle 23 e 30 su MTV, programma nato nel 1998, ci ricorda di non dimenticarci delle sfaccettature più crepuscolari della realtà, una realtà che è “true” nella misura in cui riusciamo ad alzare la testa, per una volta, e a guardarci intorno.

MTV ci riempie sempre di colori, ci sballotta in su e in giù in questo micro-universo di immagini che si alternano a velocità vorticosa accompagnate da suoni ritmici e “ruffiani” per il nostro cervello. A volte rallenta e cerca di raccontarci qualcosa, piuttosto che intrattenerci rendendoci (in?)consapevoli guardoni della vorticosità dell’altro.

True Life ci fa paura perché parla di noi, di altri noi non troppo lontani. Universi paralleli estremamente prossimi, che si configurano nella faccia del nostro compagno di banco delle medie, o di un nostro parente. Si parla con franchezza di sostanze, si parla di storie vere raccontate dai protagonisti.


Storie di ragazzi che sono finiti in situazioni “sconvenienti”. Si parla della storia vera di queste persone che, a posteriori, ci raccontano di come ne sono usciti. E noi stiamo ad ascoltarli, perchè potrebbe essere capitato a noi, perché forse ci è capitato davvero, o perché ci sembra di star ascoltando dei “noi stessi” alternativi, che vivono in dimensioni non troppo lontane dalla nostra..

Poi una speaker dal tono formale ci fa mettere da parte emozioni e sentimenti, e ci spiega di cosa si sta parlando da un punto di vista tecnico. Le parole degli attori principali sono alternate a micro-schede flash MTV-style che ci raccontano cos’è l’LSD, o la chetamina, o ci spiegano in modo piuttosto dettagliato gli effetti fisiologici della cocaina.

Ho apprezzato tantissimo questa caratteristica, perché da un ché di completezza all’insieme. Mi piace l’idea di poter fare riferimento a un’unica, semplice fonte per recuperare le informazioni di cui ho bisogno in modo sufficientemente esaustivo. Ovviamente non si tratta di un programma scientifico,e questo rende il tutto ancora più apprezzabile.

I commenti sono “idempotenti”, la trasmissione la si guarda e basta,e poi si riflette. La realizzazione tecnica è impeccabile, tanto da non essere notata, e ci si sente liberi di dare sfogo, mentre guardiamo, ai nostri pensieri e ai nostri giudizi proprio perché non ci non veniamo interpellati. Strane le persone.

Ho ascoltato le storie di questi giovani ragazzi che si sono tuffati volontariamente nello Stige della droga, e che ne sono parzialmente o del tutto usciti. Le ho ascoltate con il piacere perverso che si prova pensando che la nostra vita, che critichiamo per la sua normalità e per la sua banalità, alla fine è enormemente meglio di come potrebbe essere.

Oggi si parla di droga, e di storie di droga. Come, quanto e perché vengono consumate? E’ possibile uscirne del tutto? Cos’è l’abuso, inteso in senso lato? chi ci rimette se io assumo quotidianamente grandi quantità di droga? Posso ancora essere funzionale e vivere nel mondo?

E ancora, come si inizia, e, se possibile, come si finisce? Possibile che i prodromi delle più gravi malattie psichiche siano legati all’abuso di sostanza? E, per dirla alla Guzzanti di Rieducational Channel, lo sapevate ? E’ un problema generazionale? Parliamone. Parliamone nel “FAQ” di True Life, che non è solo un programma di intrattenimento.

D’eccezione la colonna sonora, discreta nel suo essere descrittiva, anche se non mi aspetto di meno da MTV. Ma non si sa mai. L’assunzione di droga è sonorizzata dai momenti più psichedelici dei RadioHead e da altri campioni.

True Life lascia parlare il nostro cervello senza farlo sentire in colpa, ma facendolo sentire vicino ai protagonisti di queste terribili vicende. Sono drammi non ancora terminati, che spuntano minacciosi nella storia dei giovani come se fossero degli herpes, ma molto più gravi.

E soprattutto ci insegna ad ascoltare, piuttosto che attendere il nostro turno per parlare.

5 commenti su “True Life – Tristi Verità”

  1. Proprio quello che ci voleva: ricordare quanto può essere mediocre e banale la vita comune. ne sentivo la mancanza di un programma del genere

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