Braccialetti Rossi Live, concerto evento: come partecipare

Sabato 31 Maggio dalle 15.30 presso il PalaSavelli di Porto San Giorgio (Fermo) è stato organizzato -con ingresso gratuito- Braccialetti Rossi Live, il primo incontro-concerto che porta sul palco i protagonisti della serie tv di successo di Rai 1, il regista e i cantanti: a chiedere a gran voce questo evento sono state decine di migliaia di fan già durante la messa in onda delle sei puntate (dal 26 Gennaio al 2 Marzo 2014), richiesta poi diventata travolgente tanto da invadere la rete, i social network e portando a questa data da non perdere.

Distretto di Polizia visto dai Fan

Distretto di polizia, fiction targata Taodue, è giunta quest’anno alla decima stagione. Non potevamo, dunque, non cercare di scoprire il segreto del suo successo e della sua longevità chiedendo ad un fan speciale, Andrea Scossa Baggi, moderatore del forum ufficiale Mediaset di Distretto.

Potresti descrivere brevemente cosa è Distretto di polizia?

Distretto di Polizia è una Serie TV poliziesca che nasce nel 2000. Composta da 26 puntate (13 serate) per ogni stagione, la fiction è ambientata in un piccolo commissariato di Roma. Le vicende, che spaziano da storielle di quartiere a vicende nazionali (e oltre), coinvolgono milioni di persone grazie alle loro storie intriganti. Ogni stagione è composta da un fil rouge che si sviluppa un po’ alla volta, puntata dopo puntata, e trova la sua completa realizzazione nell’ultimo episodio. Tra indagini e azione, non mancano di certo le vicende personali dei protagonisti. Prodotta dalla Taodue, Distretto ci ha sempre accompagnato ogni anno (salvo il 2004) e quest’anno siamo giunti alla sua X serie.

Come è nata la passione per Distretto di Polizia?

La passione per distretto è nata sul divano di casa. Un amico, fanatico per le serie poliziesche, me lo ha consigliato. Era il 2001, avevo 14 anni. Ho iniziato a seguirlo dalla seconda stagione. A quel tempo la serie mi ha preso all’inverosimile: prima che si concludesse la seconda serie, sono riuscito a guardarmi la prima. È stato amore a prima (s)vista! Un giorno ho letto il sottopancia che pubblicizzava il sito, mi son messo al computer e mi sono iscritto. Passavo parte del tempo libero a seguire il forum e a discutere con altri appassionati.

Quali sono i punti di forza della fiction?

Credo che il punto forza delle prime serie sia stato la sua semplicità. Le storie erano lineari, semplici, non facevano una grinza. Era coinvolgente perché sembrava veramente un commissariato di quartiere. Poi con il tempo si è evoluto, ha preso una piega diversa. Malgrado ci sia stato nel passato un grande ricambio di attori, il punto forza di distretto è diventato forse la popolarità del prodotto stesso. Ciò che oggi ci tiene incollati davanti allo schermo è forse la sua struttura che, anche più complessa e con pochi attori presenti dalla prima serie, ha mantenuto una grande continuità.

I Cesaroni visti dai fan

Da due settimane Canale 5 sta trasmettendo la quarta stagione de I Cesaroni, una delle fiction più amate dal pubblico italiano. Per scoprire il segreto del successo della serie e per rispondere alle critiche mosse nei confronti della famiglia allargata della Garbatella abbiamo intervistatato Myrddin del Forum Ufficiale e Antonio Terracciano gestore del forum Bottiglieria-Cesaroni.

Come è nata la passione per I Cesaroni?

Myrddin La passione, nel mio caso, si basa su due motivi fondamentali. Primo, la Garbatella è il quartiere dove sono nato, vissuto. Devo dire che la fiction fa molto onore al mio quartiere e consente allo spettatore di percepirne l’umanità, le caratteristiche prettamente popolari, i suoi colori ed il suo calore, gli odori e le voci di che animano i suoi vicoli. Secondo, nei Cesaroni ritrovo me stesso, il mio modo di percepire ed affrontare la realtà e i rapporti umani. Nei Cesaroni ritrovo quel saper vivere la vita dando il giusto posto alle cose, dove le persone e gli affetti vengono prima di qualsiasi altro interesse.
Antonio Non posso dire che I Cesaroni mi hanno colpito subito, ma cominciai a guardarli come una comune Fiction. Puntata dopo puntata mi resi conto che un prodotto simile non era mai stato realizzato in Italia.

Cosa sono esattamente I Cesaroni? Lo specchio della realtà, una favola moderna, o una via di mezzo?

Myrddin Entrambe le cose, ma con dei limiti. Sicuramente i Cesaroni tentano di descrivere una realtà dei nostri giorni anche se in un ambito ristretto e ben definito, vedi ad esempio il contesto sociale in cui si snoda la storia. Siamo in un quartiere popolare, la famiglia Cesaroni possiamo dire appartenga al ceto medio-basso, con un livello culturale che non si può definire di tipo universitario. Detto questo, però, credo che la storia riesca lo stesso a raccontarci la vita, affrontando e descrivendo quasi tutte le problematiche che oggigiorno possono investire una normale famiglia come tante (non c’è più bisogno di aggiungere l’aggettivo “allargata”, ormai sono una famiglia, punto). E’ in parte una favola, solo nella misura in cui, per scelta, i Cesaroni devono presentare la realtà in modo realistico, ma sempre tenendo conto del fatto che lo spettatore medio di questa fiction ha bisogno di sognare, di poter credere che anche nella realtà, per quanto banale, possano accadere cose straordinarie come un amore eterno e invulnerabile (per ora).
Antonio Posso definire I Cesaroni come una “Reale Favola”. Reale perché in loro possiamo riscontrare valori che, ahimé, spesso sono stati dimenticati, o considerati scontati. Favola perchè descrivono l’amore, l’amicizia, la famiglia in modo fiabesco a tal punto da far sognare quel mondo.

Bones visto dai fan

Da sabato 18 settembre alle 22.25 Rete 4 trasmetterà gli episodi mancanti della quinta stagione di Bones. Per spiegare la serie a chi non l’ha mai seguita (e non solo) abbiamo deciso di contattare Bea Xhio l’amministratrice di I Bones, il fan club della serie. Cerchiamo di capire, grazie a lei, quali sono i punti di forza di una delle fiction della Fox più amate in America e nel mondo.

Di cosa parla Bones?

Ad un semplice spettatore potrebbe sembrare che Bones mostri semplicemente le indagini di un bell’Agente dell’FBI (interpretato da David Boreanaz) che si trova a dover lavorare ai suoi casi di omicidio e morti violente avvalendosi dell’aiuto della famosa antropologa forense -nonché autrice di best sellers- Temperance Brennan (interpretata da Emily Deschanel) e della sua banda di cervelloni/secchioni del laboratorio medico legale del Jeffersonian Institute (trasposizione del reale Smithsonian di Washington). Beh, sì, tutto questo è vero, ma Bones è molto di più.
Bones è uno dei pochissimi show poliziesco/procedurali che ci mostra chi siano veramente le persone che si trovano quotidianamente a dover affrontare crimini, omicidi e la morte in tutti i suoi aspetti, come fanno a convivere con le atrocità a cui sono costretti ad assistere, perché scelgono di farlo e come riescono a conciliarlo con la loro vita personale di padri, madri, mogli, mariti, amanti, amici, ecc.
Troppo spesso la televisione ci mostra questi personaggi come automi invincibili e inattaccabili, i quali sembrano non essere mai toccati da niente, né fisicamente né psicologicamente. In Bones non è così. In Bones ogni personaggio ha una sua storia ed una sua evoluzione, e spesso i casi affrontati sul lavoro sono solo un pretesto per mostrarci una parte di loro che ancora non conoscevamo… E tutto questo viene ottenuto attraverso un egregio lavoro di sceneggiatura, che riesce ad essere profonda nei contenuti, ma al tempo stesso energica e “frizzante” nella forma e nei dialoghi, non facendosi mai mancare quel tocco di humor che non guasta mai.

Quali sono i punti di forza della serie?

Come detto sopra, sicuramente i personaggi e la loro “tridimensionalità”. Impossibile, poi, non citare la chimica e l’alchimia tra i due attori principali che caratterizza la serie sin dal Pilot e che ha fatto (e continua a fare) affezionare migliaia di fan in tutto il mondo. I loro battibecchi sono famosi quasi quanto i loro momenti più teneri e la dinamica del “lo faranno/non lo faranno” continua a farci stare incollati allo schermo anche dopo 5 stagioni di tira&molla.

Antonella Clerici amatissima dai fan

 Abbiamo intervistato Giulio Serri, responsabile del fan club ufficiale di Antonella Clerici, chiedendogli il segreto del successo di una conduttrice tanto apprezzata dal suo pubblico. Freschezza, spontaneità e genuinità che l’hanno riportata nuovamente a La Prova del Cuoco e rinconfermata a Ti Lascio una canzone 4.

Lunedì 13 settembre, Antonella Clerici ritorna al timone de La Prova del Cuoco. Come ha accolto il rientro tra i fornelli di Raiuno, il suo forum ufficiale?

E’ una data che credo rientrerà a pieno titolo nella storia della televisione italiana. Non è irriverente il paragone ad un ritorno a casa di un’amica. Il feeling tra Antonella Clerici e il suo pubblico lo dobbiamo proprio a “La prova del Cuoco”: siamo un popolo di buongustai, la cucina ci mette tutti d’accordo. Ed è per questo che i telespettatori si identificano con Antonella: non sa cucinare, ma ha voglia di imparare, è golosa ma nello stesso tempo imbranata. E il nostro forum ufficiale ha aspettato questa data da tempo fino alla sua ufficializzazione comunicata da Antonella stessa alla Fiera del Libro di Torino, lo scorso 17 maggio.

I telespettatori si sono movimentati per accellerare il ritorno della Clerici a La Prova. Come mai così tanto clamore dietro a questa vicenda?

CSI Las Vegas visto dai fan

In Italia continua il successo di CSI Las Vegas, la serie investigativa della CBS che attualmente è in onda con gli episodi della decima stagione su Fox Crime e con quelli della nona su Italia 1. Per capire meglio l’universo della fiction abbiamo contattato gli amministratori di CSI-ITALIA Scarter, Cynzietta e Freelancer, e quello di CSI Fire Rotator.

Di cosa parla CSI Las Vegas?

CSI-ITALIA: La serie CSI (Crime Scene Investigation) è incentrata sul lavoro della polizia scientifica di Las Vegas, seguendo in particolare le indagini e le vicende personali della squadra del turno di notte. Il team, passato recentemente sotto la supervisione di Catherine Willows, è stato guidato per quasi nove anni da Gil Grissom, vera e propria icona di CSI, che può essere considerato ormai il modello di riferimento per la figura dell’investigatore-scenziato.

CSI:FIRE: La serie, creata da Anthony Zuiker nel lontano 2000, segue le indagini della polizia scientifica di Las Vegas del turno di notte, guidata da Gil Grissom (William Petersen), che risolve i casi unicamente attraverso le prove materiali. Il genere di CSI si stacca drasticamente dai soliti polizieschi, e punta, più che sull’azione, sulla ricerca delle prove. Possiamo dire con assoluta certezza che la serie ha fatto scuola a molti altri telefilm più recenti…

Quali sono i punti di forza della serie?

CSI-ITALIA: Rispetto ad altri polizieschi, la caratteristica principale — sintetizzata nel motto di Grissom, “Le prove non mentono mai…” — è lo speciale risalto che viene dato agli indizi e alle prove fisiche, in contrapposizione con le testimonianze più o meno attendibili delle persone coinvolte. La raccolta meticolosa sulla scena del crimine, l’analisi accurata e la corretta interpretazione degli indizi, sono tutti passaggi fondamentali per poter “dar voce” alle vittime, facendo parlare le prove per loro. I principi scientifici alla base di ogni deduzione, come anche il funzionamento delle sofisticate tecnologie usate, vengono sempre presentati vividamente, con rapide ricostruzioni grafiche d’impatto (note come “CSI Shots”). L’aspetto tecnico-scientifico, che ha spesso valenze divulgative, non rende tuttavia meno importante il fattore umano, le dinamiche della squadra come “famiglia” e il modo diverso di ciascun personaggio di reagire agli eventi, alternando con equilibrio il dramma e la serietà con momenti più leggeri e divertenti.

CSI:FIRE:  Uno degli aspetti che contradistingue la serie è sicuramente l’ironia, non solo quella dei personaggi, ma anche quella dei casi. Un’ironia che troviamo in ogni episodio, o quasi, con delle situazioni bizzarre, al limite, che non sono mai banali e scontate. E a volte fanno anche riflettere lo spettatore.

I delitti del cuoco vista dai fan

E’ iniziata solamente domenica eppure ha già un fan club e un gruppo facebook che crescono rapidamente giorno dopo giorno: sto parlando de I delitti del cuoco, la nuova fiction di Canale 5 con Bud Spencer. Per capire meglio i motivi che spingono tante persone a guardarla abbiamo contattato Trixi, moderatrice del Forum di Mediaset.

I delitti del cuoco è appena cominciato eppure ha già un Fan Club. Cosa ti ha spinto a seguirlo?

Mi interessava decisamente vedere Enrico Silvestrin (che ho già apprezzato in Distretto di Polizia) in una veste nuova, un ruolo leggero e divertente di una commedia. E mi ha fatto molto piacere rivedere Bud Spencer. Direi che quindi sono stata attirata dal cast, più che dal resto.

Quali sono i punti di forza della fiction?

Credo che i punti di forza di questa nuova fiction siano riconducibili alla doppia linea: la parte comica, divertente, e la parte più intrigante dell’indagine, anche se vista sempre in modo leggero, per cui adatta a tutti, anche e soprattutto ai non appassionati di questo genere.

Lost visto dai fan

Tra poco più di due settimane terminerà Lost, una delle fiction più amate e controverse della storia della serialità americane. Per cercare di capire meglio l’universo di Lost abbiamo contattato Desmond (Matteo), amministratore di Lost Discovery, uno dei siti più frequentati dagli appassionati della serie (alcuni utenti sono quasi dei cultori!).

Chi è il tipico spettatore di Lost?

Non è così semplice tracciare un profilo ben delineato dello spettatore tipico. Direi chiunque. Fondamentalmente c’è uno zoccolo duro di fan, con un’età che oscilla tra i quattordici e i trent’anni, che vive Lost come qualcosa di quotidiano. Leggono spoiler e notizie, ascoltano la colonna sonora mentre lavorano, collezionano poster e magliette e cofanetti vari, ma ci sono tantissime altre persone che lo guardano, ognuno attratto da un aspetto, dai misteri archeologici a quelli scientifici, passando per i triangoli amorosi, direi che c’è materiale per fare appassionare chiunque. Non a caso è visto da moltissime coppiette e si sa che uomini e donne molto spesso guardano telefilm separati…

Quali sono i punti di forza della serie?

Il primo di tutti sono i misteri. La serie vive di interrogativi che quasi mai hanno una risposta e questo tiene l’interesse acceso. Le vicende sono strutturate in maniera tale da lasciarti sempre qualche nuovo interrogativo sul quale lavorare. Sei sfidato a farti una tua idea nell’attesa di vedere la loro. Quando non ci sono addirittura interazioni attive, dalla Lost Experience alla Lost University. Poi la capacità di miscelare svariati generi, dall’avventura alla fantascienza, senza eccedere con nessuno. Da non dimenticare, infine, la costruzione di veri e propri brand che entrano nell’immaginario comune, dai loghi della Dharma Initiative alle barrette Apollo.

Esistono delle fiction che hanno dei punti in comune con Lost?

Squadra Antimafia vista dai fan

Martedì è cominciata su canale 5 la seconda stagione di Squadra Anfimafia Palermo Oggi. Per farvi descrivere meglio la fiction abbiamo deciso di contattare Alessandra, amministratrice del forum ufficiale della serie, Gianni e Giovanni, i due curatori della pagina Facebook dedicata alla serie.

Come è nata la passione per Squadra Antimafia?
Gianni: Dalle origini! Mentre vedeva la luce..senza neppure sapere il titolo. Sono da sempre un fan di Simona e da un po’ di tempo ero in contatto con lei su Myspace…e nell’estate di due anni fa mi anticipò che stava lavorando ad una fiction in cui faceva la poliziotta che andava in moto, un bel ruolo d’azione.. e allora ho seguito le news fino a inizio 2009 quando, prima che ancora andasse in onda la prima puntata, decisi di aprire una pagina “fan” su Facebook, fu la prima dedicata a questa fiction… E appena vidi “Squadra Antimafia” in Tv…amore a prima vista!

Giovanni: La passione per “Squadra Antimafia” è nata essenzialmente dall’interesse che nutro verso gli attori che interpretano questa avvincente serie tv. In particolar modo, questa mia passione è concentrata soprattutto sull’attrice romana Giulia Michelini (che ho iniziato a seguire con la serie di “Distretto di Polizia”, e i film “Ricordati di me” e “Cado dalle nubi”). E così è nato in me un vero e proprio “attaccamento” per “Squadra Antimafia”. Ho acquistato (io come altri moltissimi fans) il bellissimo cofanetto della prima stagione, e molte volte mi capita di guardare nuovamente tutte le puntate dalla prima all’ultima. E’ un’emozione…”Squadra Antimafia” è una serie che ti coinvolge, e che allo stesso tempo ti aiuta a riflettere su un’importantissima tematica quotidiana, come appunto come la lotta alla mafia e al crimine organizzato.

Alessandra: Ho seguito Squadra Antimafia, spinta dalla presenza di Giulia Michelini, che avevo molto apprezzato in Ris.

L’ispettore Coliandro, i fan:”Continueremo a protestare finché avremo energie”

“Rivogliamo Coliandro!”
Invio collettivo di coriandoli alla Rai
La protesta dei fans contro il taglio della serie tv

“Scoriandoliamo la Rai”: spedizione di massa via posta di coriandoli al Presidente e al Direttore generale, Paolo Garimberti e Mauro Masi.
La annunciano i fans della fiction tv l’ispettore Coliandro – ideata da Carlo Lucarelli con la regia dei Manetti Bros e attore protagonista Giampaolo Morelli – per protestare contro il taglio della serie motivato dalla Rai con “esigenze di risparmio”. I fans (il gruppo su Facebook ha superato i 40 mila iscritti), dopo aver inondato le caselle di posta dei servizi di ascolto e dei vertici aziendali con migliaia di mail con lo slogan “La Rai non può uccidere Coliandro”, ora passano alla fase due. Grazie ad una proposta creativa nata sul Forum di Coliandro (http://coliandro.forumattivo.com/) lunedì 19 e martedì 20 aprile scatterà una spedizione di massa via posta di coriandoli – per richiamare il modo in cui spesso viene storpiato il nome del protagonista – accompagnati dal messaggio: “Coriandolo ‘sta minchia! Rivogliamo Coliandro!”. Le buste piene di coriandoli colorati dovrebbero arrivare quasi tutte insieme a viale Mazzini intorno al 21 aprile (data che richiama il titolo dell’ultima puntata dell’ispettore Coliandro trasmessa da RaiDue, ovvero “Anomalia 21”).

Qualche giorno fa abbiamo ricevuto dai fan de L’ispettore Coliandro la segnalazione di una nuova iniziativa per protestare contro il taglio della serie. Per capire meglio la situazione abbiamo contattato Lorenzo Grassi, il curatore di www.coliandro.it, che gentilmente ci ha rilasciato un’intervista molto esauriente.

Perché rivolete L’ispettore Coliandro?

Perché è una fiction assolutamente originale e di qualità – sia sul piano della scrittura e dei dettagli che per quanto riguarda regia e recitazione – rispetto a quelle che solitamente circolano sulla televisione italiana (pubblica e commerciale). E anche perché la serie è stata “tagliata” dalla Rai nonostante il rilevante seguito di pubblico e la crescita nel corso degli anni di un particolarissimo “zoccolo duro” di fans. Un fenomeno noto per le grandi serie americane, ma assolutamente inedito in Italia.

Ris Roma visto dai fan

Visto il crescente interesse che voi lettori avete dimostrato nei confronti della fiction italiana, abbiamo deciso di dedicare uno spazio a tutti coloro che vivono delle serie televisive nostrane: ogni settimana Cinetivu contatterà i maggiori esponenti dei Fan Club per raccontarvi da un punto di vista, totalmente soggettivo, pregi e difetti delle fiction in onda.

Quest’oggi abbiamo pensato di farvi conoscere meglio RIS Roma. Per questo abbiamo contattato Alessandra, l’amministratrice del forum ufficiale della serie, e  Fabrizio, il creatore del fan club di RIS su Facebook. Loro hanno gentilmente risposto alle nostre domande.

Come è nata la passione per Ris Roma?

Alessandra: Guardando la prima puntata anni fa per curiosità… son rimasta affascinata dalle ricerche e dagli studi che fanno i Ris su ogni piccolo particolare, capelli, saliva, impronte ecc… non conoscevo il lavoro dei veri Ris prima della fiction…e gli attori erano molto bravi Flaherty, Grimaudo, Nigro, Dighero, Lionello… e anche le loro storie personali che si incrociavano con le storie di puntata ti intrigavano e continuavi a seguire la fiction per scoprire cosa sarebbe accaduto.

Fabrizio: La mia passione per R.I.S. è nata in modo abbastanza casuale e per merito della mia fidanzata. Le sere in cui veniva trasmessa la serie non usciva mai per restare incollata alla tv. Una sera quindi sono andato a casa sua e l’ho guardato insieme a lei; da quel momento è nata la mia passione per questa serie che reputo fantastica e di livello superiore alle altre made in italy.