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Lost visto dai fan

Tra poco più di due settimane terminerà Lost, una delle fiction più amate e controverse della storia della serialità americane. Per cercare di capire meglio l’universo di Lost abbiamo contattato Desmond (Matteo), amministratore di Lost Discovery, uno dei siti più frequentati dagli appassionati della serie (alcuni utenti sono quasi dei cultori!).

Chi è il tipico spettatore di Lost?

Non è così semplice tracciare un profilo ben delineato dello spettatore tipico. Direi chiunque. Fondamentalmente c’è uno zoccolo duro di fan, con un’età che oscilla tra i quattordici e i trent’anni, che vive Lost come qualcosa di quotidiano. Leggono spoiler e notizie, ascoltano la colonna sonora mentre lavorano, collezionano poster e magliette e cofanetti vari, ma ci sono tantissime altre persone che lo guardano, ognuno attratto da un aspetto, dai misteri archeologici a quelli scientifici, passando per i triangoli amorosi, direi che c’è materiale per fare appassionare chiunque. Non a caso è visto da moltissime coppiette e si sa che uomini e donne molto spesso guardano telefilm separati…

Quali sono i punti di forza della serie?

Il primo di tutti sono i misteri. La serie vive di interrogativi che quasi mai hanno una risposta e questo tiene l’interesse acceso. Le vicende sono strutturate in maniera tale da lasciarti sempre qualche nuovo interrogativo sul quale lavorare. Sei sfidato a farti una tua idea nell’attesa di vedere la loro. Quando non ci sono addirittura interazioni attive, dalla Lost Experience alla Lost University. Poi la capacità di miscelare svariati generi, dall’avventura alla fantascienza, senza eccedere con nessuno. Da non dimenticare, infine, la costruzione di veri e propri brand che entrano nell’immaginario comune, dai loghi della Dharma Initiative alle barrette Apollo.

Esistono delle fiction che hanno dei punti in comune con Lost?


Probabilmente “Il Prigioniero, sia quella del 67 che l’attuale remake, ricorda per certi aspetti Lost. D’altra parte gli stessi autori non ne hanno fatto mistero e hanno più volte citato questa serie tra le loro ispirazioni. Per altre comparazioni servirebbe qualcuno con una conoscenza di fiction molto più ampia della mia. Credo sia difficile trovare qualcosa di simile, fondamentalmente perché Lost si basa su un’unica lunga trama, senza episodi autoconlusivi come invece accade per la maggior parte delle fiction, che per quanto si portino dietro delle sottotrame sono in ogni caso fruibili anche a singole puntate. Questo macroscopico dettaglio si può forse usare per vedere similitudini tra Lost e Prison Break, Heroes, Flashforward… serie con poco o nulla in comune, ma con una costruzione simile. A livello di contenuti in questo momento non ricordo nulla di simile.

Se dovessi scegliere un momento topico di ogni stagione di Lost quali sceglieresti?

Nella prima stagione direi il fumo nero che prende e uccide il pilota del volo 815. Non tanto per la scena in se, ma perché ci viene svelata la natura della serie televisiva. E’ come se gli autori dicessero: “Ok, ci sono dei naufraghi, ma non stai per assistere all’ennesimo Robison Crusoe. Ci sarà una notevole contaminazione da parte di svariati generi e un fumo nero che arriva in uno strano clangore è il manifesto di quello che accadrà in seguito”. Nella seconda stagione la scoperta del contenuto della botola. Direi una delle migliori scene di sempre in una fiction. Dopo mesi a chiederci cosa potesse esserci nella botola, ci troviamo un tale che si fa una doccia e preme il bottone di un assurdo computer.
La terza stagione è per la morte di Charlie. Sono tanti i momenti, ma la morte di Charlie è davvero commovente ed è un’altra dichiarazione d’intenti: “Nessuno è indispensabile. Potrebbe morire chiunque.”
La quarta stagione è quella che mi è piaciuta di meno, ma anche per lei gli autori hanno realizzato svariati momenti notevoli. Io scelgo l’isola che sparisce. Una sequenza incredibile.
Per la quinta direi l’incidente finale. Gli autori ci hanno parlato della Dharma fin dalla seconda stagione, ma non si sono limitati a raccontarcela come un qualcosa che c’è stato. I personaggi della serie tornano indietro nel tempo e diventano loro stessi protagonisti di ciò che li aveva incuriositi, fino a partecipare all’incidente che ha probabilmente dato il via alla procedura del bottone da premere.
La sesta stagione è in corso e c’è un momento topico ogni due minuti. Occorre finire di vederla, digerirla, riguardarla. Per ora, con una visione parziale, direi che il momento topico arriverà la prossima settimana, con il quindicesimo episodio.

Quali aspetti ti hanno convinto poco, fino ad oggi, delle sei stagioni di Lost?

Sono molto poco critico nei confronti di Lost, forse perché tendo a “subirlo” più che a ragionargi attorno. Credo che mettersi a teorizzare sia una pratica molto divertente e un ottimo allenamento per il cervello, ma questo gonfia i dettagli e ingigantisce le aspettative. Non è poi difficile sentirsi delusi da questo o quel dettaglio o da come una risposta ci viene fornita.
Non ho amato molto la questione degli Oceanic Six, questa andata e ritorno dall’isola che l’ha resa molto meno irraggiungibile di quanto possa sembrare.

Il 23 maggio finisce lo show: che eredità lascia alla serialità americana?

Più che un’eredità, direi un vuoto! Al di là del progressivo calo di ascolti, che è soltanto una parte dell’equazione, un successo planetario come è stato Lost sarà molto difficile da replicare. Mi piace pensare a una costante scommessa su nuovi e giovani talenti, che portano con se altrettante nuove e valide idee, ma non sono così ferrato sul mondo televisivo d’oltreoceano da porterne tracciare considerazioni basate su dati oggettivi.

Lost continuerà al cinema o in televisione in qualche modo? Su quale storia si potrebbe puntare?

Lost come lo conosciamo adesso, no. Dopo il finale di stagione del 23 maggio si sarà chiuso un capitolo. La storia di jack, John, Sawyer, Kate e tutti gli altri finirà in quella data. Certo, con un merchandise del genere è improbabile pensare che la Disney non voglia realizzare qualcosa in futuro. Come per Guerre Stellari: nascerà sicuramente un expanded universe che già in minima parte si è visto, basti pensare ad alcuni libri editi qualche anno fa, ufficialmente parte del mondo di Lost ma esterni alla trama principale.
L’isola sarà probabilmente un mistero svelato solo in parte e ci è ormai chiaro che nel tempo molti l’hanno raggiunta. Non dovrebbe essere difficile, su queste premesse, raccontare le storie di altra gente che vi approderà in futuro o che lo ha fatto in passato, aggiungendo magari qualche dettaglio alla ipotetica spiegazione incompleta sulle origini dell’isola che avremo da questa serie.

Perché il seguito televisivo di Lost in Italia è inferiore a quello di molte altre fiction?

Mano a mano che la serie ha preso piede molti spettatori non hanno saputo resistere ad attese di mesi tra una stagione e l’altra, così molti, moltissimi hanno iniziato a guardarla in lingua originale, al punto che la Fox quest’anno la presenta doppiata a distanza di una sola settimana e in lingua originale sottotitolata a distanza di 24 ore. Stessa cosa è stata fatta da Telecom, che trasmette online gli episodi dopo 24 ore, sottotitolati. Da queste scelte è lecito supporre che c’era interesse, ma che non c’era interesse per il metodo con la quale la serie veniva presentata. In un certo senso si può dire che Lost, unito a internet, è stato un apripista per un certo tipo di visione meno passiva da parte degli spettatori. Se fino a qualche anno fa venivano presentate serie televisive che non avevano neppure un giorno fisso nel palinsesto e spesso con le puntate non in ordine cronologico, oggi iniziamo a vedere un interesse e una cura al quale non eravamo abituati.

Al Telefilm Festival 2010 ci sarà una tavola rotonda dal titolo:”Lost capolavoro assoluto o boiata pazzesca?” Quale è la tua risposta e come la motivi?

Se bisogna scegliere tra una di queste due definizioni tassative direi capolavoro assoluto. Lost è un prodotto che si legge a più livelli e che accontenta svariati palati, operazione non molto semplice da svolgere in una serie tv che mira fondamentalmente a un vasto pubblico. Girato senza ristrettezze economiche, ricco di citazioni e rimandi, è un prodotto che nell’arco di pochi anni è entrato nell’immaginario collettivo. Bollare il tutto come boiata pazzesca è troppo semplicistico per essere un parere sensato. Alcuni dicono che si tratta di una serie strutturata attorno al nulla, una sorta di bluff basato sulle aspettative. Può esserci del vero in queste affermazioni, ma è vero anche che all’interno di questa attesa si sono intrecciate storie concrete e che sono stati utilizzati svariati espedienti narrativi di un certo livello.

I fan della serie dove possono trovarvi?

Possono trovarci su Lost Discovery, dove cerchiamo di dare una boccata quotidiana di Lost a chi non riesce a placare l’attesa tra una puntata e l’altra. Pubblichiamo spoiler per chi vuole rovinarsi qualche sopresa, trailer, sneak peek, di tutto un po’… Alcuni volenterosi utenti, poi, hanno organizzato un raduno di appassionati per il 12 giugno, a Milano, e per il quale si possono avere notizie in questo post: http://www.lostdiscovery.com/category/off-topic

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