Enrico Mentana rifiutò la direzione del Tg1: “Me l’hanno offerto due volte, in passato, e ho rifiutato perché ci ho lavorato nove anni, so come funziona”

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Il direttore del TgLa7 Enrico Mentana, intervistato da Vanity Fair, oltre a ricordare i suoi successi con il telegiornale di La7, rivela di aver rifiutato la direzione del Tg1:

Me l’hanno offerto due volte, in passato, e ho rifiutato perché ci ho lavorato nove anni, so come funziona. In Rai tornerei solo se mi venisse garantita la libertà di non rispondere al telefono ai politici. Una cosa che non concederanno mai. Io sono l’unico direttore di Tg che non vota. La politica oggi è raccontata da piccoli fatti che non c’entrano con la passione. Per questo tante storie private, di sesso e tradimenti, prendono piede: un tempo non è che fossero più casti, ma avevano più argomenti. Oggi la politica è solo l’arte del prevalere.

Come direttore del Tg5 questi problemi Mentana non li ha avuti:

Nessuno mi ha mai detto che cosa dovevo o non dovevo fare. La mia libertà si cibava del successo. Magari la telefonata c’era: “Guarda che questa cosa dà fastidio”. Ma, se era una notizia, la davo lo stesso. Quando a Berlusconi ha fatto comodo avere un Tg che facesse più i suoi interessi politici mi ha sostituito.

I telegiornali sono visti dai vecchi: guidano il Tg1 e il Tg3

I telegiornali italiani sono programmi d’informazione per vecchi: una ricerca che ha effettuato Vidierre sui dati Auditel sottolineano come tutti i telegiornali della sera delle principali reti televisive italiane sono seguiti in prevalenza da persone che hanno più di 46 anni (fonte Wallstreetitalia.com).

La ricerca, che riguarda il periodo compreso tra Marzo 2010 e Febbraio 2011 e un target di riferimento tra i 4 e gli 85 anni, non salva nessuno: l’età media del pubblico del Tg1 è di 59 anni (con picchi di preferenza tra i settantenni), così come quella del Tg3; il Tg4 ha la media di 57 anni. La media scende nel caso del Tg5, intorno ai cinquant’anni, del Tg2, cinquantuno anni e di Studio Aperto, che nell’edizione delle 18.30 ha la media di 46 anni.

Tg1 contro Tg3: polemica a distanza tra Augusto Minzolini e Bianca Berlinguer

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E’ scontro tra Augusto Minzolini e Bianca Berlinguer: il direttore del Tg1 ha mandato in onda, nella rubrica Media del proprio telegiornale, un video del Tg3 di tre anni fa, che mostra un’intervista rilasciata dall’allora presidente del consiglio Romano Prodi al giornalista Pierluca Terzulli, per avvalorare la tesi che è cosa comune intervistare in maniera istituzionale il Presidente del consiglio, come ha fatto Michele Renzulli con il premier Silvio Berlusconi. L’aspetto che pare abbia dato più fastidio è la voce fuori campo a commento del servizio che dice: “Anche in quel il giornalista aveva formulato all’allora capo del governo una domanda tutt’altro che insidiosa, ma nessuno si sognò di contestare alcunché”.

Bianca Berlinguer, direttrice del Tg3, ha commentato:

Con grave scorrettezza il TG1 delle 13.30, per rispondere alle polemiche sollevate dall’intervista di Michele Renzulli a Silvio Berlusconi, estrapola una battuta di un’intervista del 5 luglio 2007 del vice direttore del TG3 Pierluca Terzulli all’allora Presidente del Consiglio Romano Prodi nel tentativo di dimostrare che ‘siamo tutti uguali’, cioè incapaci di fare i giornalisti, di porre domande vere ai membri dell’esecutivo. Un comportamento a dir poco sleale perché rischia di scatenare un conflitto intestino tra testate della stessa azienda e perché fondato sull’estrapolazione di un frammento di pochi secondi da un contesto di un’intervista ben più ampia, compiendo così un atto di vera e propria falsificazione.

Oliviero Beha estromesso da Raitre? Il giornalista: “Devo aver dato fastidio a qualcuno”, Bianca Berlinguer: “Si Sopravvaluta”

La rubrica settimanale d’approfondimento sportivo del Tg3 della domenica sera condotta da Oliviero Beha è saltata e il giornalista pensa di essere stato estromesso e censurato (fonte Radio 24 via Il corriere della sera):

Non ci sarà più il mio commento della domenica sera dove analizzavo il rapporto tra calcio, società e il controno di interessi economici. Un tipo di approfondimento che è normalmente “Terra di nessuno”. Ho parlato di calcio di calcio che non funziona, dello scandalo dei Mondiali, ho fatto le pulci al potere politico legato al calcio … Devo aver dato fastidio a qualcuno.

Beha ricorda di essere tornato in video grazie a un ordine di servizio imposto dal giudice alla Rai nel 2008 e spiega:

Informazione in tv: Tg5 ed Enrico Mentana i più amati dagli italiani

In periodo di crisi dell’informazione, tra leggi bavaglio e telegiornali con la T maiuscola, Affaritaliani.it, in collaborazione con SWG, ha chiesto a 1.000 soggetti che seguono abitualmente i telegiornali quali sono i giornalisti e i Tg che preferiscono.

I risultati parlano chiaro: tra i giornalisti Enrico Mentana, possibile nuovo direttore del Tg La7, è quello più apprezzato, con il 20% delle preferenze, grazie alla trasversalità del gradimento, seguito da Bianca Berlinguer (votata soprattutto dal pubblico del centrosinistra, con il 15%) e da Antonello Piroso (14%).  Maria Luisa Busi (12%) batte il suo direttore Augusto Minzolini (10% in maggioranza di centrodestra), mentre Clemente Mimun (9%) supera Emilio Fede (6%) fanalino di coda.

Il Tg1 oscura l’opposizione e il Tg3 l’Italia dei valori?

E’ nuovamente polemica sul Tg1 dopo che l’Osservatorio di Pavia ha pubblicato lo spazio che il telegiornale ha dedicato a governo, maggioranza e opposizione nel mese di aprile: secondo il report il tg diretto da Augusto Minzolini avrebbe riservato solo il 19,6% del suo spazio ai partiti dell’opposizione, lasciando al governo il 43,2% del tempo e ai partiti di maggioranza il 15%.

Tra i politici più presenti in video guida la speciale classifica Silvio Berlusconi con 667 secondi nell’edizione delle 20, che precede il presidente della Camera Gianfranco Fini, secondo con 314 secondi, e il ministro degli Esteri Franco Frattini, terzo con 294 secondi. (fonte Repubblica.it)

Il rappresentante del Pd nella Commissione di vigilanza sulla Rai, Vincenzo Vita, ha commentato:

Raitre compie trent’anni e la storia del Tg3 sbarca sul web

Questa sera alle 18.30 Raitre compirà trent’anni: il 15 dicembre 1979 nasceva la terza rete della Rai diretta da Giuseppe Rossini, che raggiungeva solo il 35% della popolazione italiana e faceva registrare 400mila spettatori. Mezz’ora dopo alle 19.00 andò in onda il primo Tg3, quello che aveva come direttore Biagio Agnes, condirettore Sandro Curzi e vice direttori Alberto La Volpe e Orazio Guerra.

Col passare degli anni Raitre è diventata la rete più vicina all’idea di televisione come servizio pubblico, grazie a programmi d’inchiesta come Report, di spazi a sostegno del cittadino come Mi manda Raitre, Chi l’ha visto, Elisir e Okkupati, momenti educativi per bambini (recentemente La melevisione).

La terza rete negli anni ha proposto cultura (musica classica, letteratura, documentari dedicati all’ambiente, alla storia e alla scienza), satira intelligente (Blob), varietà, spazi d’autore (come dimenticare Fuoriorario?), tanto sport (atletica leggera, ciclismo, calcio e il famoso Processo del lunedì) e fiction (la prima soap opera italiana, Un Posto al sole) ospitando giornalisti di fama come Biagi, Zavoli, Barbato, Minà e Augias e personaggi del calibro di Fabio Fazio, Aldo Biscardi, Michele Santoro, Piero Chiambretti, Serena Dandini, Corrado e Sabina Guzzanti.

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Bianca Berlinguer nuovo direttore del Tg3, manca solo la conferma

Mancherebbe solo l’ufficialità alla notizia di Bianca Berlinguer nuova direttrice del Tg3: la giornalista, mezzobusto noto agli spettatori del telegiornale di Raitre, che da oltre vent’anni lavora in Rai (nel 1985 ha esordito come redattrice di Mixer), prenderà il posto di Antonio Di Bella, che dovrebbe essere ricollocato nel ruolo di corrispondente da New York. La proposta del D.G. Mauro Masi dovrebbe essere approvata già oggi pomeriggio.

Salvo colpi di scena, visto gli ottimi risultati in termine di ascolti che sta ottenendo Raitre, dovrebbe riuscire a rimanere direttore di rete Paolo Ruffini.

Le altre nomine in via di ratifica. Alberto Maccari, già vicedirettore del Tg1 dirigerà il Tgr (al posto di Angela Buttiglione), affiancato da Alessandro Casarin, che si occuperebbe del nord; Daniele Renzoni potrebbe finire a Rai International (insieme ad Anna La Rosa) al posto di Piero Badaloni; a Rai News 24 Corradino Mineo potrebbe cedere il posto a Giovanni Masotti.

Raitre e Tg3, spuntano i nomi di Giovanni Minoli ed Enrico Mentana

Si infittisce sempre di più la trama delle nomine dei direttori di Raitre e del Tg3: stando a quanto scrive oggi La repubblica, il Pdl spingerebbe per far nominare Giovanni Minoli direttore di rete, in modo da ammorbidire le posizioni di Raitre.

Alla maggioranza pare che la riconferma di Paolo Ruffini, che difende a spada tratta Fabio Fazio, Luciana Litizzetto, Milena Gabanelli e Serena Dandini, sia indigesta. Per questo Giovanni Minoli sarebbe perfetto, ma, c’è un ma: il direttore di Rai Educational e Rai Storia, fra otto mesi dovrà andare in pensione perché a maggio compirà sessantacinque anni e quest’aspetto lo penalizzerebbe.

Tg3 e Raitre, i nomi dei direttori dovrebbero uscire a settembre. Per Di Pietro si aspetterà il congresso PD

Come mai per le nomine dei direttori di Raitre e del Tg3 si deve aspettare il primo Cda della Rai dopo le vacanze? Secondo alcuni il motivo è semplice: si sta cercando di aspettare il congresso del PD dell’11 ottobre o addirittura le primarie del 25 ottobre, per vedere quale candidato vince. Antonio Di Pietro dal suo blog fa sapere:

Il temporeggiamento è dovuto all’attesa del congresso del Pd perché, se vincesse uno piuttosto che l’altro, la scelta dei portaborse per ricoprire le due poltrone vacanti sarebbe differente. Il Pdl, che si indigna per questo contrattempo, ha piazzato già da tempo i propri chihuahua praticamente in tutte le altre posizioni!

Tg Rai e lottizzazione, nomi nuovi politica vecchia

 Assimilazione” un termine ricco di significati, uno in particolare ha attirato la nostra attenzione tratto dal Glossario dell’educazione interculturale di Aluisi Tosolini: “La logica dell’assimilazione nega le differenze considerandole un elemento negativo da neutralizzare, un dato a cui rinunciare pena il mancato inserimento nella società. Secondo il progetto assimilativo solo l’altro deve cambiare e lasciarsi assorbire nella cultura ospitante adattandosi ad essa”. Qualcosa del genere sta avvenendo in Rai alla luce delle recenti nomine per il Tg1, un termine “assimilazione” che fa perfettamente il paio con “lottizzazione”.

Da tempo immemore potremmo dire, ma molti lo ricordano bene, la Rai non è immune dalle logiche politiche che vedono i partiti dividersi le poltrone della tv di Stato in base alla valenza dettata dal verdetto delle urne, vezzo poco elegante divenuto di recente addirittura sfacciato.

Pensare che alla vigilia delle nomine, Giorgio Merlo, deputato di area Pd e vice presidente della commissione di vigilanza Rai aveva dichiarato:“Tutti sappiamo che la credibilità del servizio pubblico radiotelevisivo deriva anche dai criteri che accompagnano la nomina dei suoi dirigenti a cominciare dai direttori di reti e di testate giornalistiche. E il metodo della ‘condivisione’ da parte del Cda, come ci ricorda giustamente il presidente Garimberti, è indubbiamente un fatto positivo e da apprezzare”.

Il Tg1 in debito d’audience, di chi è la colpa?


L’imponderabile si tramuta in reale: nei primi giorni di luglio il temibile avversario, leggi TG5, ha morso più volte ai polpacci provocando la caduta non di un telegiornale qualsiasi ma del “Tg” per antonomasia, quello delle 20 sull’ammiraglia Rai. Per i detrattori è colpa della gestione Minzolini reo di dare troppo spazio alle virtù piuttosto che ai difetti della Presidenza del Consiglio e del suo seguito, mentre gli indulgenti giustificano la flessione con la risintonizzazione dei primo canale Rai in diverse regioni italiane, a cui va ad aggiungersi la scelta per noi scellerata di Raiuno che forse mai come quest’anno ha impostato il palinsesto estivo quasi esclusivamente su repliche che ne hanno compromesso l’audience, a parte rare eccezioni fra cui quel Reazione a Catena gioco condotto da Pupo alle 19 che naviga in buone acque e destino vuole debba fungere da traino proprio al Tg1.

Il presidente Rai, Paolo Garimberti ha detto che il calo degli ascolti del Tg1: “è un tema di cui ci stiamo interrogando e un po’ di preoccupazione c’è” a lui fa eco il comitato di redazione:“Il calo degli ascolti del Tg1 è preoccupante e su questo abbiamo voluto richiamare l’attenzione dell’azienda nell’incontro di oggi (8 luglio), assieme al segretario dell’Usigrai, con il responsabile delle Relazioni Sindacali dott. Luigi Meloni”. Per Alessio Gorla del cda Rai l’erosione “è cominciata molto prima, quando il direttore era Gianni Riotta“.

Rai, mercoledì si sciolgono i nodi nomine direttori e Sky?

La Rai è impegnata in questi giorni su due distinti banchi di prova, quello delle nomine dei direttori del Tg2 e del Tg3 e quello del rinnovo con Sky.

Riguardo alle nomine, si saprà tutto mercoledì: nell’ultima riunione, infatti, si è discusso dei criteri organizzativi, come ha spiegato lo stesso presidente della RAI Paolo Garimberti. I nomi che si fanno sono sempre quelli: Mario Orfeo, direttore de Il mattino dovrebbe prendere la direzione del Tg2, mentre il direttore di rete dovrebbe diventare Massimo Liofredi, del Pdl. La Lega, però, vorrebbe un posto al sole per il vicedirettore di Libero Gianluigi Paragone.

Per quanto riguarda la terza rete dello stato, Affaritaliani sostiene che il Partito Democratico vorrebbe mantenere l’organigramma inalterato (Antonio Di Bella direttore del Tg e Paolo Ruffini di Raitre), anche se Massimo D’Alema vorrebbe sostituire Ruffini con Di Bella per assegnare il Tg3 a Bianca Berlinguer.

Federica Sciarelli, dal TG3 a Chi l’ha visto?

La giornalista e conduttrice tv Federica Sciarelli è nata a Roma il 9 ottobre del 1958 in una famiglia agiata di origine napoletana. Il padre infatti era avvocato presso l’Avvocatura di Stato e mamma casalinga: i genitori si separarono quando Federica aveva solo otto anni. Terminati gli studi superiori la Sciarelli decide di non avviarsi alla carriera forense seguendo le orme del padre ma, grazie ad una borsa di studio, inizia giovanissima la professione giornalistica all’ufficio informazioni parlamentari.

Nel 1989 diventa giornalista professionista e passa nella redazione del TG3: prima si occupa di politica, poi diventa inviata estera (facendo importanti collegamenti da New York) ed infine passa alla conduzione del TG3 edizione serale. Nello stesso periodo conduce anche la rubrica di approfondimento del TG Primo Piano.

Dal 2004 conduce sempre su Rai3 tutti i mercoledì in prima serata, alle ore 21.10, il programma Chi l’ha visto?. Nonostante l’impegno costante con Chi l’ha visto, Federica Sciarelli continua a far comunque parte della squadra del TG3, in qualità di cronista parlamentare.