Premi Tv e Telegatti dispersi

Undicesimo appuntamento del 2011 con Riccardo Cresci: il giornalista, volto giovane noto al pubblico di Sky Tg 24, oggi riflette sui premi televisivi e sull’assenza dei Telegatti.

Ogni tanto tornano anche i premi televisivi, una tivù sempre più presa a calci nel di dietro e invece qualche volta ci si ricorda che proprio tutto schifo non fa o quasi. C’è anche il momento cerimonioso. Ieri sera è andato in onda il Premio Regia Televisiva, alla sua 51° edizione, rispolverata dal nostro amico Fabrizio Frizzi, sì, perché Fabrizio è proprio l’amico di tutti, da sempre. Finalmente Daniele Piombi ha lasciato libero il suo posto, ma non la sua presenza che aleggia come il fantasma dell’Opera sul palco dell’Ariston. Fabrizio Frizzi, la vecchia guardia, la sicurezza, la genuinità, la semplicità, tutto ciò che non esiste più nella nostra attuale televisione Italiana. I buoni principi, i valori, lo studio, l’organizzazione, pochi sono i detentori di queste qualità nella nostra Italia Unita e Frizzi ne detiene lo scettro insieme ad altri pochi eletti. Ormai c’è il falso mito del nuovo, della novità a tutti i costi, del voler cambiare per forza, di svecchiare per dare sfogo ad altro, non si sa bene cosa, ma si vuole aprire la porta all’imprevisto, al sensazionalismo. Menomale che qualche volta si tornano a riassaporare i valori e la competenza di qualche artista o di un ottimo conduttore televisivo proprio come in questo caso, tutto ciò può solo che fare bene alle tante generazioni che seguono la televisione, ultimamente nel modo più sbagliato.

Anche la tv ha il suo Oscar, un contro Oscar che conta categorie di programmi da un Sanremo all’altro e che quindi può far premiare tutte le trasmissioni andate in onda da un febbraio dell’anno precedente a quello successivo. Regolamento discutibile, ma così è nato e così continua a vivere. L’Oscar Tv di Daniele Piombi però ha acquisito la sua totale onorificenza da pochi anni a questa parte, da quando il vero Re della Tv, il Telegatto, se n’è andato in vacanza, forse per sempre, chi lo sa.

Grande Fratello, Nando Colelli e il paese dei balocchi

Undicesimo appuntamento del 2011 con Riccardo Cresci: il giornalista, volto giovane noto al pubblico di Sky Tg 24, oggi riflette sul delirio d’onnipotenza che il Grande Fratello crea in alcuni soggetti, come Nando Colelli.

Questa non è tv. Ecco quello che mi è venuto in mente vedendo frammenti di televisione in questa settimana appena conclusasi. Nulla di nuovo, purtroppo. Non c’è niente da fare, ancora una volta il “Grande Fardello” riesce a riportare a galla polemiche ovunque. Non ci si può dimenticare un attimo di lui che ecco che riesce fuori come un coccodrillo affamato in cerca di cibo e della sua preda migliore. Tutto ciò fa un po’ tristezza, forse è la rassegnazione che avanza inesorabile nella mente di ognuno di noi, il sistema è viziato e non c’è modo di farlo riprendere, non si può più correggere. A malincuore devo ritornare a parlare per l’ennesima volta di Grandi Fratelli e contorni circostanti.

Questa volta protagonista indiscusso al negativo è stato il concorrente fratello che risponde al nome di Nando Colelli, ruspante ragazzotto romano che ha scambiato l’avventura nella casa del Grande Fratello, per il paese dei balocchi. Esattamente come funzionò per Pinocchio e Lucignolo, Nando così si è comportato all’interno della casa, Collodi è stato promotore iniziale di ciò che sarebbe avvenuto parecchi anni dopo. Sembra un po’ esagerato il paragone, ma il senso è questo, il divertimento, l’ignoranza, il vivere senza regole pur di arricchirsi e fare successo a scapito di altri. Ecco quello che stiamo guardando in tv, il niente, il vuoto cosmico lucidato e impacchettato per essere servito al meglio nelle nostre case, sui nostri divani, magari come dessert.

Ignoranza, arroganza, protagonismo, è uscito fuori di tutto dalla bocca di questo ragazzo di periferia, lavoratore dall’età di dodici anni. Questo non vuol dire niente però, esistono persone ben più ignoranti, senza istruzione o ineducate che riescono ad essere molto più sagge e perspicaci di un Nando qualunque.

Amici: vince Maria De Filippi

Decimo appuntamento del 2011 con Riccardo Cresci: il giornalista, volto giovane noto al pubblico di Sky Tg 24, oggi fa le proprie considerazioni su Amici di Maria De Filippi.

Accendo la tivù, lo ammetto, invece di guardare partite o film in giro per il satellite, ho scelto l’ultima puntatona di Amici 10, per chi segue la televisione, le ultime puntate rappresentano sempre un momento di interesse fuori dal comune, anche chi non guarda una trasmissione abitualmente, alla fine ci casca. Così il telecomando ha viaggiato in questa direzione, non avevo mai visto quest’anno una puntata intera, forse l’ultima risaliva all’edizione di qualche anno fa dove vinceva non mi ricordo neanche più chi. E’ bello vedere il talento, piace osservare il gran fermento verso giovani professionisti che stanno spiccando il volo, che vogliono riuscire a farcela nel campo del canto e del ballo, però c’è qualcosa che non mi torna. Amici è il vecchio, quasi antico ormai, Saranno Famosi mascherato, ragazzi che rincorrono un sogno e investono nella trasmissione tutti i loro desideri. Ormai non c’è più da chiedersi se questo possa essere giusto o sbagliato, la strada che si sta percorrendo è già stata imposta da qualcuno, forse è proprio il pubblico che ha scelto, non esistono più provini e sacrifici, i veri campioni escono esclusivamente da qualche talent show e Amici ne è la consacrazione mediatica.

Maria De Filippi è davvero la buona samaritana della tivù? Maria è forse una delle donne più buone che siano mai esistite sulla faccia della terra televisiva nostrana, pronta ad aiutare tutti questi ragazzi e a non lasciarli più? Non si sa la verità, in pochi hanno il privilegio di conoscere una stacanovista instancabile come Maria Mostro Sacro delle reti Mediaset, ma non solo. Campionessa d’ascolti e di emozioni, non si può andare contro ad una Regina di questa portata, sarebbe come sparare sulla croce rossa. Quando guardo una simile professionista mi domando cosa possa pensare all’interno dei suoi ragionamenti, perché qualcosa di grande, immenso, dovrà pur esserci dentro quel cervello, un’ infrastruttura Machiavellica, un’opera ingegnosa di proporzioni cosmiche, chi è davvero Maria De Filippi? L’amica del popolo che incontra i suoi adepti accarezzandoli uno ad uno o una fredda arrivista senza scrupoli macina successi. Chissà, nessuno lo sa, un po’ come il verso del Coccodrillo. Però una frase ieri è rimbalzata a destra e sinistra nella mia testa già un po’ provata da Amici e da qualche ora di sonno mancata, ad un certo punto Roberto Vecchioni, il Professore d’Italia, alla fine della sua esibizione con il giovane Virginio, ringrazia la De Filippi con una frase a tratti sbalorditiva: “Si va così verso la gente, come fai tu. E l’ho capito da poco, ma l’ho capito”. Ecco, questo punto è stato il più interessante di tutta la trasmissione, più del cappello di Platinette, delle idee svalvolate di Mara Maionchi, dei giudizi della Celentano, del boa della Pina. Maria De Filippi va davvero incontro alla gente? Il suo modo di fare televisione è realmente quello che gli Italiani preferiscono? Non so, sono caduto in un baratro riflessivo a cui non so ben dare una risposta chiara, certo è che Donna Costanzo, di televisione se ne intende e anche tanto, ma sulla modalità di arrivare alle persone avrei da ridere.

Ballando con le stelle: l’Italia torna a ballare con Milly Carlucci

Foto: AP/LaPresse

Nono appuntamento del 2011 con Riccardo Cresci: il giornalista, volto giovane noto al pubblico di Sky Tg 24, oggi fa le proprie considerazioni sul ritorno di Ballando con le stelle.

Sarà che ultimamente mi volevo dare al ballo, tutti i programmi in cui vedo ballare qualcuno diventano i miei idoli adolescenziali. Le cose sono due: o sto diventando anziano prematuramente oppure nascondo una vena da ballerino mancato, anzi forse da artista danzatore incompreso. Rimango incantato dalle tecniche e dai movimenti utilizzati da professionisti del ballo in tv e sempre più spazio stanno riacquistando in televisione, il corpo di ballo si sta riappropriando della sua entità, com’era in Italia fino a qualche decennio fa.

C’è più importanza data alle nuove leve, almeno il ballo sembra non conoscere crisi, c’è un ricircolo di volti o quasi, ma soprattutto si nota bravura. Non so, può darsi veramente che sto iniziando una fase di delirio, ma a me piacerebbe imparare a ballare bene, a fluttuare come fanno i veri professionisti, forse dovrei iniziare a guardare più Amici il sabato pomeriggio, questo però mi risulta ancora troppo difficile, non riesco.

Sanremo 2011: vince la cultura, da Roberto Vecchioni a Roberto Benigni

Ottavo appuntamento del 2011 con Riccardo Cresci: il giornalista, volto giovane noto al pubblico di Sky Tg 24, oggi fa le proprie considerazioni sul Festival di Sanremo 2011 appena andato in soffitta.

Vince la cultura, la voglia di risanare gli animi perduti dalle troppe volgarità e superficialità della televisione degli ultimi tempi. Viene incoronato a Sanremo il cantautore, uno dei più grandi che la nostra Italia può annoverare, il Professore. Roberto Vecchioni vince questa 61° edizione del Festival di Sanremo all’unanimità, senza troppe critiche, era giusto così, come se si fosse saputo già dall’inizio. Un po’ per un premio alla carriera cercato, un po’ perché la canzone parla della vera essenza dell’amore, ma questa è stata una vittoria cercata, già dal principio.

Come se si avesse voluto ristabilire l’ordine anche nella manifestazione canora televisiva più importante del nostro Paese, l’Italia si vuole riscattare, non ci sta ad essere additata come popolazione ignorante, frivola e vana, bisogna voltare pagina, forse si ricomincia da Sanremo? Fatto sta che la canzone “Chiamami ancora amore” sì, entra in testa, ma ha anche un significato profondo, non è il classico ritornello alla “du du du da da da”, c’è molto altro nascosto nel testo.

Un Festival di Sanremo casalingo, da tempo preparato e invece sembrava quasi improvvisato, un mix di gaffe, doppi sensi non capiti, tempistica sbagliata, ma soprattutto un ritmo che non è mai arrivato su quel palco. Quasi per miracolo i dati auditel hanno sempre premiato la kermesse, quasi senza spiegazione, più di qualche volta è stato difficile riprendere l’attenzione del momento e seguire il programma dall’inizio alla fine, unici momenti di riassetto pupillare, sono stati quelli coloriti da Belen Rodriguez.

L’isola dei famosi sfida il Grande Fratello nell’arena televisiva

Settimo appuntamento del 2011 con Riccardo Cresci: il giornalista, volto giovane noto al pubblico di Sky Tg 24, oggi ci parla de L’isola dei famosi 8 e dello scontro con il Grande Fratello 11.

Si torna al combattimento nell’arena, questa volta ad avvicendarsi saranno L’isola dei famosi e Grande fratello, agguerriti più che mai a contendersi lo scettro del primato tra Rai e Mediaset. Nuova battaglia mediatica dal sapore un po’ riscaldato, ma che riesce ancora ad incollare allo schermo diverse tipologie di pubblico. Sicuramente oggi in tanti daremo un’occhiatina a casa di Simona Ventura, però è ora anche di dire basta a certi meccanismi triti e ritriti, tutto già visto, un déjà vu continuo in tv. Quest’anno nuovi parenti di personaggi famosi alla corte di Simona Ventura, un guazzabuglio di veline e vallette con un’insalata mista di polemiche al loro seguito. Un impepata di cozze pronta per essere servita e data in pasto a milioni di telespettatori. Chissà se anche quest’anno ci saranno nuovi curiosi ad osservare le gesta dei diversi concorrenti, se a Canale 5 continuano le saghe stile telenovela anni ottanta con spunti omosessuali, a Raidue si punta già sulla polemica facile e sul vespaio che potrà fuoriuscirne tra una Sara Tommasi e una Raffaella Fico in pole position. Sembra già vista la scena delle due messe alla gogna. E’ come se tutto fosse già scritto, non c’è molto spazio all’immaginazione, personaggi forti, con storie prevedibili, pronti a darsi in pasto ai media per essere sbranati e poi essere celebrati.

Questa è l’Italia degli ultimi anni, andare alla ribalta sotto i riflettori con strascichi di polemiche a non finire, pur di essere ingigantiti sulla prima copertina di qualche settimanale o rotocalco. Andiamo così, viaggiamo in questa direzione, la tv dei reality parla con questo linguaggio e noi ci siamo ormai rassegnati. Siamo costretti ad osservare quello che digeriamo a malapena, ma lo seguiamo per il gusto di sapere dove una storia possa arrivare o per il divertimento di giudicare o sparlare. Funziona così, altrimenti l’ascolto non ci sarebbe.

Beautiful chiama Grande Fratello

Sesto appuntamento del 2011 con Riccardo Cresci: il giornalista, volto giovane noto al pubblico di Sky Tg 24, oggi torna a parlarci del Grande Fratello 11.

Eppure ne avevamo già parlato proprio tanto, ma è sempre in pole position. Il Grande Fratello non perdona, non molla la presa è come un cane da guardia pronto a ringhiare al suo competitor di turno. Il capostipite di tutti i Reality c’è e si sta facendo risentire, dopo un periodo quasi soporifero, con i primi vagiti di una Primavera in anticipo, gli ascolti “Fratelliani” stanno salendo a poco a poco, rispuntano, tanto da aver spinto la realizzazione di nuove puntate. Il GF targato 2011 terminerà ad aprile inoltrato, creazione di due nuove puntate che faranno venire ancora più appetito ai milioni di fan del programma reality più seguito della storia Italiana, in barba a tutti coloro che lo avevano già depennato in rosso, a tutti coloro che avevano già sotterrato una delle trasmissioni più chiacchierate degli anni duemila.

Nuovi concorrenti, nuove storie, tanti intrighi e mille entrate per la casa più spiata da tutti, perché non venite a raccontarmela, quel 28% di share che segue costantemente le gesta di Alessia Marcuzzi e concorrenti, chi sono, se non noi stessi camuffati da finti perbenisti acculturati di soli programmi scientifici? Ritorno a ribadire le mie convinzioni, siamo un popolo di guardoni e impiccioni, curiosi Italiani pronti a ficcare il naso in tutto ciò che fa polemica, in ciò che non ci riguarda direttamente e immediatamente sensibili a giudicare chi passa davanti ai nostri occhi.

SgayMeteo24 e l’omosessualità ostentata in tivù

Quinto appuntamento del 2011 con Riccardo Cresci: il giornalista, volto giovane noto al pubblico di Sky Tg 24, quest’anno apre la settimana televisiva di Cinetivu. Oggi Riccardo riflette sull’omosessualità ostentata in tv.

Parlare di argomenti come l’omosessualità non è mai un tema facile, c’è sempre un pudore particolare, da sempre ed io mi chiedo anche il perché il più delle volte. Non si capisce bene il motivo nel dover dare troppe spiegazioni sul proprio orientamento sessuale, soprattutto in Italia, come se a qualcuno dovesse poi interessare davvero. La vita è di chi la persegue e di chi la affronta, non della collettività. C’è una strana morbosità nel voler curiosare negli affari degli altri, non mi stancherò mai di ripetere che siamo un popolo di curiosi bacchettoni, un po’ paesani e poco inclini alle aperture di visione a trecentosessanta gradi. Rimaniamo sempre un po’ fermi, ancorati su alcune idee stereotipate, forse un po’ troppo arcaiche e ricadiamo giornalmente in tanti differenti luoghi comuni. Chissà perché nonostante ci troviamo a vivere giorni post duemiladieci, le persone riescono ad essere così attratte da pensieri o caricature di personaggi evidentemente gay o simil tali, esiste una scia di perbenismo finto e molto fastidioso, si giudica sempre, ma mai si affrontano problemi con il reale desiderio di risolverli.

In tivù il gay piace, fa ascolto, fare outing sta diventando quasi una moda, urlare al mondo il proprio orientamento sessuale e sbandierarlo ai quattro venti pare funzionare per la carriera di molti, non solo per alcuni reality show, ma anche per cantanti, presentatori, attori o ballerini. L’ambiente dello spettacolo viene da sempre indicato come luogo di perdizione in questo senso, spesso si parla di uomini e meno di donne. Parlare di “froci” o “puttane” è all’ordine del giorno, puoi essere anche il più bravo degli artisti, ma qualche etichetta ce la devi avere per forza. Non c’è meritocrazia, in Italia ti devono per forza ‘brandizzare’ come un prodotto e ti contrassegnano anche con le indicazioni d’uso sul retro. Siamo diventati un pubblico di guardoni pettegoli che bisbiglia nelle orecchie del vicino o della comare e si lava le mani, dispensando perbenismo in ogni dove e in ogni quando.

Tv anni 80, quanto ci manca?

Qaurto appuntamento del 2011 con Riccardo Cresci: il giornalista, volto giovane noto al pubblico di Sky Tg 24, quest’anno apre la settimana televisiva di Cinetivu. Oggi Riccardo riflette su quanto ci manca la tv degli anni ottanta.

Siamo tutti un po’ immaturi, chi è davvero adulto al giorno d’oggi? Ci ritroviamo adulti di nascosto e viviamo nell’ombra dell’essere eterni bambini desiderosi di confermarsi per sempre tali. Forse adulti non saremo semplicemente mai, forse continueremo a far finta di esserlo, oppure ci travestiremo da grandi per soffocare il nostro passato e i nostri ricordi, per non maturare mai.

In questi ultimi giorni di tv e di cinema sono stato frastornato da treni di rievocazioni. Eccomi appena uscito dal nuovo film diretto da Paolo Genovese: “ Immaturi” ed immediatamente sono ripiombato indietro di quasi dieci anni, poi accendo per sbaglio la tivù e vengo risucchiato al contrario di altri venti anni, risultato, in una giornata sono tornato indietro di quasi trent’anni. In trent’anni accadono un sacco di cose, impari a vestirti da solo, lasci la bicicletta a due ruote, ti cadono i primi denti, ti metti l’apparecchio, ti diplomi, dai il primo bacio, ti batte forte il cuore, fai l’amore, ti fidanzi, ti sposi, diventi forse genitore, ti responsabilizzi. Il bilancio dei primi tre decenni di una vita, per un individuo, sono comunque fondamentali per la crescita, lo sviluppo e la formazione della propria persona. E’ bastato un weekend di gennaio per farmi sobbalzare indietro di tanti passi, mi ha condotto per mano in varie tappe della mia vita e come me chissà quanti altri coetanei. Non potrei essere oggi quello che ero dieci o vent’anni fa, come non potrò essere tra vent’anni quello che sono oggi, per ogni anno c’è un traguardo, in ogni momento c’è una storia da vivere, ma quanto è bello potersi voltare un attimo e vedere ciò che è stato. Non saprei ripetere l’esame di maturità con la stessa paura ed emozione di quando avevo diciotto anni, non riuscirei a ripetere le stesse situazioni che ho percorso durante questi giorni moltiplicati ventisette anni, siamo tutti in evoluzione continua ed è proprio questo il bello.

La Corrida di Corrado a casa di Flavio Insinna

Terzo appuntamento del 2011 con Riccardo Cresci: il giornalista, volto giovane noto al pubblico di Sky Tg 24, quest’anno apre la settimana televisiva di Cinetivu. Oggi Riccardo torna a parlare de La Corrida che sabato sera ha seguito personalmente in studio.

A me è piaciuta… La Corrida e i suoi dilettanti l’ho trovati simpatici e divertenti, a volte un po’ esageratamente macchiette nel loro genere, ma sempre piacevoli e mai volgari. Sabato sera ero seduto in prima fila tra le nuove comode poltrone di uno studio Elios dalla magnificenza del vero sabato sera, completamente rinnovato, guardavo in alto e mi sentivo accolto, avvolto nel calore di un grande successo, l’ennesimo. Finalmente uno studio coinvolgente, con tanto di passerella luminosa, lo stile ricorda quello di un’arena dell’antica Roma mischiato al sentiero luminoso di un Boeing 737, dai toni fastosi e moderni. I concorrenti conquistano la scena in questa edizione, molto più degli anni passati, in cantina il balletto del pubblico e maggiore spazio alle vite, al vissuto personale di ogni dilettante dove si trova posto anche per la commozione. Un Reality Corrida, ma in fondo è sempre stato il primo reality della storia.

Due piani di balconate gremite da spettatori urlanti, muniti di piatti e coperchi, luci e immagini scorrevoli multimediali per i grandi video alle spalle dell’orchestra. Un’orchestra di tutto rispetto, il Maestro Pintucci ha ereditato un pesante cambio della guardia, tutti ricordano ancora troppo bene la figura del Maestro Pregadio a dirigere gli orchestrali, i più grandicelli rivedono le ombre di Corrado aleggiare nello studio, i più piccoli invece la figura piazzata del buon Gerry Nazionale.

Grande Fratello bestemmia ed impreca verso Il vero GF

Secondo appuntamento del 2011 con Riccardo Cresci: il giornalista, volto giovane noto al pubblico di Sky Tg 24, quest’anno apre la settimana televisiva di Cinetivu. Oggi Riccardo ci parla del Grande Fratello.

Ormai possiamo aprire un televoto anche per scegliere e decidere se è il caso di andare in bagno. Si davvero, tra poco accadrà, si potrà chiedere agli Italiani se è meglio utilizzare il pannolone la notte piuttosto che alzare la tavoletta. Magari domandare anche se è giusto far entrare in casa propria degli sconosciuti o aprire le nostre porte a gente conosciuta per caso, possibilmente maleducata, così possiamo essere insultati meglio. Siamo un popolo di guardoni, curiosi, morbosi, pettegoli pronti a sbolognare subito la colpa a qualcuno per il piacere di sentenziare, additare, rovesciare le frustrazioni comuni sugli altri maltrattando il prossimo.

Ecco il dipinto all’alba del 2011, i nuovi valori, lo specchio della società nostrana, quello che vediamo nella nostra tv, il riflesso di quello che stiamo diventando è già servito su molti programmi televisivi, noi siamo quello che ci meritiamo di avere, quindi stiamo diventando i telespettatori di noi stessi. Sono parole dure, non troppo moderate, ma è solo la verità dei fatti, stiamo ancora vivendo uno dei passaggi più tristi della nostra evoluzione televisiva e chissà cosa ci aspetterà aldilà del muro di gomma che non riusciamo a scavalcare. Un muro pregno ed inzuppato di sporcizia, mediocrità, ignoranza e volgarità. E’ grave ciò che sta accadendo, stiamo sottovalutando i veri valori, a vantaggio di effimeri successi televisivi, stiamo scegliendo di educare i nostri figli a suon di bestemmie e parolacce. Certo, non tutta la tv è ancora alla deriva, ma i tre quarti si sta già sgretolando e i segnali già si erano palesati molti anni fa.

Il Grande Fratello, maestro di tutti i reality sta inevitabilmente scivolando verso una direzione poco idonea al buon costume e alla tradizione del nostro Bel Paese. Se ne sono accorti tutti, Alessia Marcuzzi prima di tutti, la conduttrice della porta accanto, dell’educazione e della sincerità da lei tanto decantata è la prima a trovarsi disorientata. Si nota sempre più spaesata all’interno di un mega studio che non sa più accoglierla come accadeva fino a qualche edizione fa. Non c’è allegria, non c’è spensieratezza, un “GF” contraddistinto da note polemiche e da vicende più basse di un piano seminterrato. La pochezza, l’inesistenza di fatti infangati dalla mediocrità di mille discorsi rivestiti di insulti, ecco cosa sta accadendo, vedere crollare a picco una trasmissione che potrebbe dare ancora tanto al costume Italiano.

La Corrida, Flavio Insinna, Antonella Elia e l’eredità del Maestro Corrado

Primo appuntamento del 2011 conRiccardo Cresci: il giornalista, volto giovane noto al pubblico di Sky Tg 24, quest’anno apre la settimana televisiva di Cinetivu. Oggi Riccardo ci parla dell’approdo di Flavio Insinna a La Corrida.

Il 2011 è arrivato. Ed ora che succede? Tutto cambierà? Tutto si rinnoverà? Tutto sarà uguale? Alla fine il passaggio di anno in anno è motivo di bilanci e riflessioni, si tirano le somme di quello che è stato e si cerca di mietere tanti buoni propositi per l’anno corrente. Undici alla fine è un bel numero, magro, elegante, composto, non disturba, molto riservato e per nulla invadente. Un’analisi di numerologia fondata sul senso di questo nuovo decennio appena partito, altri dieci anni che ci porteranno diretti al 2020 e chissà in questi nuovi anni cosa mai accadrà.

Televisivamente parlando, visto che di questo mi occupo nella mia rubrica, ci aspettiamo nuovi successi, meno monotonia, ritmi incalzanti, allegria e più avvicendamenti mediatici. Il primo della stagione sta già per avvenire, questa prima nuova settimana dell’anno, vedrà iniziare da capo un nuovo format che scorre ormai nelle nostre vene da tanti anni. La Corrida di Corrado torna dopo tanto tempo nelle mani di un conduttore “Romano de Roma”. Flavio Insinna spodesta così Gerry Scotti, prendendo in eredità un fagotto bello importante, mica una trasmissione qualsiasi, si immedesima dentro al primo vero reality televisivo Italiano della storia. Chissà cosa penserà Corrado da lassù o da qualsiasi altra parte lui possa osservarci, forse avrebbe piacere nel vedere ancora riproposto il suo storico programma condotto da altri, magari invece ne sarebbe dispiaciuto, chissà… Qualsiasi conduttore televisivo rimane ancorato personalmente ad un proprio progetto televisivo, ovvio, qui si parla di persone che non vivono più su questa vita terrena, però l’anima de La Corrida rimarrà sempre quella di Corrado. Lo stile che si regala ad un prodotto, la firma che si pone su un’idea, l’originalità di una trasmissione vivrà per sempre nel ricordo del suo iniziatore.

Natale e Capodanno tra la tv dei cartoni animati

Ultimo appuntamento dell’anno conRiccardo Cresci: il giornalista, volto giovane noto al pubblico di Sky Tg 24, quest’anno apre la settimana televisiva di Cinetivu. Oggi Riccardo ci parla dei film d’animazione e dei cartoni animati in tv nel periodo di festa e di come siano stati accolti benevolmente dai telespettatori.

Ci sono diverse correnti di pensiero, c’è chi sostiene che il Natale sia la festa più allegra e divertente dell’anno, chi l’aspetta per gli altri 364 giorni, chi vorrebbe finisse in un secondo, chi invece lo apprezza per la sua essenza, chi per i suoi profumi, chi per il vero significato. Insomma, in tanti adorano il Natale, in pochi lo sopportano per più di qualche giorno, per alcuni il tour de force dalla Vigilia a Santo Stefano diventa un vero e proprio calvario. Le feste sono così, c’è il momento dell’attesa, l’attimo dei preparativi, l’ansia della riuscita, degli amici, dei parenti, dei familiari, l’idea dell’evadere fuori dalle regole standard per qualche ora, il pensiero religioso aleggia nelle menti di altri, ma perché il Natale non è tutti i giorni?

In fondo, non bisognerebbe aspettare un anno per far ritornare il 25 dicembre, si potrebbe creare uno spazio Natalizio nei nostri cuori per sempre, ci potrebbe essere il momento dei dolci, quello per gli amici, della famiglia, della solidarietà, delle decorazioni, dei regali, della religione, del raccoglimento. Natale tutti i giorni potrebbe essere una soluzione per vivere felici, oppure no, magari potrebbe essere solo un pozzo di angoscia per tutti quelli che odiano questa festa. Salta all’occhio che complici le festività, le menti più riposate, lo svago e gli attimi esultanti, anche la televisione riprende vita durante i giorni più colorati dell’anno.

Daria Bignardi e le sue Invasioni Barbariche conquistano La7

Foto: AP/LaPresse

Tredicesimo appuntamento stagonale con le riflessioni di Riccardo Cresci: il giornalista, volto giovane noto al pubblico di Sky Tg 24, quest’anno apre la settimana televisiva di Cinetivu. Oggi Riccardo ci parla del successo di Daria Bignardi con Le invasioni barbariche.

Non l’ho quasi mai fatto in due anni di questa mia rubrica su Cinetivù, non pensate al peggio, per i più maliziosi… Sto parlando di commenti singoli su personaggi del mondo televisivo, non ho mai adulato o sviolinato complimenti a qualche volto in particolare. Ho dispensato pareri, ho sempre parlato come più mi sentivo, non ho mai finto e anche quest’oggi essendo in clima Natalizio, voglio essere il più schietto possibile. Questa rubrica nasce con l’intento di parlare ad un pubblico giovane e per difendere il territorio televisivo dei più piccoli, però non è detto che ogni tanto non si possa fare una piccola eccezione.
Mi stavo interrogando proprio qualche giorno fa sulla direzione intrapresa dalla nostra tv, sempre più alla ricerca di conduttrici femminili , chissà perché. Forse le donne sono più vicine ad un pubblico maschile, capace di essere ancora il detentore del telecomando in casa, oppure perché le trasmissioni di intrattenimento sono più consone in mano ad una padrona femminile. La mia domanda risuona spesso, vedo più donne al comando in tivù di quante ce ne possano essere in altri ambienti lavorativi. Non so se è vero che la televisione è donna, ci sono stati dibattiti, dialoghi accesi in merito, però è reale che alcune conduttrici televisive sanno fare veramente bene il proprio mestiere. In Italia abbiamo delle bravi conduttrici e dei buoni presentatori, certo magari girano sempre tra di loro, il mercato non è poi così vario, però non dobbiamo urlare sempre al peggio. Si può anche elogiare un programma ogni tanto.

Le invasioni barbariche è una delle mie trasmissioni preferite e voi direte ‘chi se ne frega’, giusta osservazione, ma vere padrone di casa come Daria Bignardi difficilmente se ne vedono.
Una perla rara di bravura, saggezza, eleganza e maestria che si conciliano perfettamente nell’armonia della sua Invasione Barbarica, intenta sempre ad essere innovativa e mai banale, una delle regine della tv che troppo poco vuole sbandierare le doti effettive in suo possesso.