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SgayMeteo24 e l’omosessualità ostentata in tivù

Quinto appuntamento del 2011 con Riccardo Cresci: il giornalista, volto giovane noto al pubblico di Sky Tg 24, quest’anno apre la settimana televisiva di Cinetivu. Oggi Riccardo riflette sull’omosessualità ostentata in tv.

Parlare di argomenti come l’omosessualità non è mai un tema facile, c’è sempre un pudore particolare, da sempre ed io mi chiedo anche il perché il più delle volte. Non si capisce bene il motivo nel dover dare troppe spiegazioni sul proprio orientamento sessuale, soprattutto in Italia, come se a qualcuno dovesse poi interessare davvero. La vita è di chi la persegue e di chi la affronta, non della collettività. C’è una strana morbosità nel voler curiosare negli affari degli altri, non mi stancherò mai di ripetere che siamo un popolo di curiosi bacchettoni, un po’ paesani e poco inclini alle aperture di visione a trecentosessanta gradi. Rimaniamo sempre un po’ fermi, ancorati su alcune idee stereotipate, forse un po’ troppo arcaiche e ricadiamo giornalmente in tanti differenti luoghi comuni. Chissà perché nonostante ci troviamo a vivere giorni post duemiladieci, le persone riescono ad essere così attratte da pensieri o caricature di personaggi evidentemente gay o simil tali, esiste una scia di perbenismo finto e molto fastidioso, si giudica sempre, ma mai si affrontano problemi con il reale desiderio di risolverli.

In tivù il gay piace, fa ascolto, fare outing sta diventando quasi una moda, urlare al mondo il proprio orientamento sessuale e sbandierarlo ai quattro venti pare funzionare per la carriera di molti, non solo per alcuni reality show, ma anche per cantanti, presentatori, attori o ballerini. L’ambiente dello spettacolo viene da sempre indicato come luogo di perdizione in questo senso, spesso si parla di uomini e meno di donne. Parlare di “froci” o “puttane” è all’ordine del giorno, puoi essere anche il più bravo degli artisti, ma qualche etichetta ce la devi avere per forza. Non c’è meritocrazia, in Italia ti devono per forza ‘brandizzare’ come un prodotto e ti contrassegnano anche con le indicazioni d’uso sul retro. Siamo diventati un pubblico di guardoni pettegoli che bisbiglia nelle orecchie del vicino o della comare e si lava le mani, dispensando perbenismo in ogni dove e in ogni quando.

Negli ultimi tempi la moda del voler dichiararsi omosessuali per forza ha inglobato anche la nostra Nazione, come se ci si volesse ripulire la coscienza, è un po’ come mettersi in piazza e denudarsi, per sentirsi più leggeri, per cedere alcune angosce ed ansie anche a terzi. Dispiace quando questo accade, sembra quasi che sciacquarsi l’anima da qualcosa che non esiste possa essere l’unica via d’uscita per essere accettati. Ma accettati poi da chi? Da cosa? Se parliamo di una visione Cattolica e Cristiana, beh certo, siamo davvero tutti peccatori, realmente poche anime pure riescono a non fare sesso prima del Matrimonio aspettando il primo figlio da procreare. Questa ovviamente non è la sede giusta per parlarne, ma il mio punto interrogativo nasce dall’aver visto troppe volte messi in scena episodi che a mio parere non hanno poi tanto senso. Ascoltavo con interesse qualche giorno fa le parole di Alfonso Signorini durante il suo Kalispéra, ognuno ha il diritto di dire ciò che vuole in casa sua, ci mancherebbe, ma il voler rimarcare tematiche del tutto personali non so quanto possa far bene per sdoganare messaggi infiocchettati e ben annodati. Comunicare il proprio pensiero su temi tanto delicati può facilmente sembrare un voler scaricare determinate paure ad un pubblico sempre più critico e disorientato. Sarebbe bello che non ci fossero sottolineature, sarebbe bello che ognuno potesse vivere la propria vita come in un film, scegliendo il proprio lieto fine, senza dribblare o mettere mani avanti, basterebbe vivere senza paura di giudicare ed essere giudicati. A nessuno importa cosa facciamo in un letto di una camera o con chi ci sdraiamo a guardare un film, a tutti importa ciò che possiamo esprimere e comunicare per essere semplicemente veri . Ecco questo manca alla nostra televisione, l’essere effettivamente reali e schietti. Essere sinceri e genuini, il voler diventare trasparenti a favore di chi ci osserva da casa, finché non abbandoneremo questo alone di finta purezza, vivremo sempre ogni situazione come un ostacolo per liberare l’anima dalla nostra essenza.

La tivù dei finti buoni sentimenti, dei luoghi comuni e dei proverbi ribolliti non è più di questi tempi, occorre togliersi le maschere per essere delle buone persone, non per strombazzare i vissuti più intimi delle nostre personalità, questo è un passo successivo. Raccogliamo con leggerezza quello che ci accade davanti gli occhi, quello che osserviamo, non castighiamo ogni avvenimento che potrebbe alludere a qualcos’altro, soprattutto nella sessualità in tv.

Sono stato io per primo questi giorni vittima di una parodia esilarante, un Ubaldo Pantani in gran forma a “Quelli che il calcio” ha rivisitato con una chiave tutta sua il Meteo che presentiamo ogni giorno su SkyMeteo24. Non so se è un’imitazione mirata al mio personaggio o ad una categoria meteo ben precisa, ma in qualsiasi versione possa essere letta l’importante è farci sopra una risata. Proprio questa “presa in giro” diretta a noi di SkyMeteo24, ribattezzata per l’occasione “SgayMeteo24” è rimbalzata ovunque sul web e in pochi giorni in molti hanno ripreso la notizia. Una buona fetta di internauti si è però infastidita, pensando che il voler riproporre l’immagine gay nel più classico delle scimmiottate tra amici, possa non contribuire a far accettare una situazione di ‘diversità’ intrinseca annidata nella nostra società. E’ vero, il gay “esasperato”, ridicolizzato e molto effeminato in televisione fa ridere ancora, ha stancato, ma anche nel duemilaundici funziona, non importa se è parodia e o se realtà, quel che conta è voler fare divertire. Con estrema sincerità non trovo niente di sbagliato nel voler riproporre una propria lettura di immagini o fatti e volerli colorire a propria scelta, sempre se riprodotti nel limite della decenza, del buon gusto e dell’educazione. Anche l’ilarità vuole la sua parte, soprattutto in tivù e a volte bisogna saper stare al gioco senza cercare di essere pseudo omosessuali mendaci alla ricerca della facile polemica a tutti i costi.

Cresci con Riccardo continua…

1 commento su “SgayMeteo24 e l’omosessualità ostentata in tivù”

  1. Bravo Riccardo, finalmente qualcuno che parla seriamente ed in maniera chiara e pacata di questi argomenti. Speriamo solo che, dato che non hai parlato sperticatamente bene dei gay, non ti diano dell’omofobo…

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