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Tv anni 80, quanto ci manca?

Qaurto appuntamento del 2011 con Riccardo Cresci: il giornalista, volto giovane noto al pubblico di Sky Tg 24, quest’anno apre la settimana televisiva di Cinetivu. Oggi Riccardo riflette su quanto ci manca la tv degli anni ottanta.

Siamo tutti un po’ immaturi, chi è davvero adulto al giorno d’oggi? Ci ritroviamo adulti di nascosto e viviamo nell’ombra dell’essere eterni bambini desiderosi di confermarsi per sempre tali. Forse adulti non saremo semplicemente mai, forse continueremo a far finta di esserlo, oppure ci travestiremo da grandi per soffocare il nostro passato e i nostri ricordi, per non maturare mai.

In questi ultimi giorni di tv e di cinema sono stato frastornato da treni di rievocazioni. Eccomi appena uscito dal nuovo film diretto da Paolo Genovese: “ Immaturi” ed immediatamente sono ripiombato indietro di quasi dieci anni, poi accendo per sbaglio la tivù e vengo risucchiato al contrario di altri venti anni, risultato, in una giornata sono tornato indietro di quasi trent’anni. In trent’anni accadono un sacco di cose, impari a vestirti da solo, lasci la bicicletta a due ruote, ti cadono i primi denti, ti metti l’apparecchio, ti diplomi, dai il primo bacio, ti batte forte il cuore, fai l’amore, ti fidanzi, ti sposi, diventi forse genitore, ti responsabilizzi. Il bilancio dei primi tre decenni di una vita, per un individuo, sono comunque fondamentali per la crescita, lo sviluppo e la formazione della propria persona. E’ bastato un weekend di gennaio per farmi sobbalzare indietro di tanti passi, mi ha condotto per mano in varie tappe della mia vita e come me chissà quanti altri coetanei. Non potrei essere oggi quello che ero dieci o vent’anni fa, come non potrò essere tra vent’anni quello che sono oggi, per ogni anno c’è un traguardo, in ogni momento c’è una storia da vivere, ma quanto è bello potersi voltare un attimo e vedere ciò che è stato. Non saprei ripetere l’esame di maturità con la stessa paura ed emozione di quando avevo diciotto anni, non riuscirei a ripetere le stesse situazioni che ho percorso durante questi giorni moltiplicati ventisette anni, siamo tutti in evoluzione continua ed è proprio questo il bello.

Al cinema, in tv, al teatro, ora c’è voglia di ricordare, c’è voglia di stimolare il desiderio di tornare bambini, quella fantasia vive dentro di noi, quel voler stare al caldo, al riparo, senza problemi ed ansie, al sicuro. Gli anni ottanta vengono riproposti in diverse chiavi di lettura in questi ultimi tempi, come se fossero un periodo di un’epoca felice, un momento fiorente per l’Italia, un attimo attivo, una serie di anni dove tutto era in fermento, una rinascita per la moltitudine di persone che avevano sofferto grandi tempi di crisi. Eppure trent’anni dopo, i tempi di crisi son tornati, non sono bastati gli anni novanta e duemila a salvarci e a ripescarci da uno scivolone lungo quasi vent’anni. Il periodo che inizia dal 1979 al 1990 viene ricordato come un arco di tempo senza ansie, uno spazio temporale che ci fa sorridere e che viene rimpianto da tutti coloro che oggi ne sentono la mancanza. Questa nostalgia si riflette in diverse pellicole cinematografiche tutt’ora nelle sale e in tanti programmi televisivi. Si rispolverano le soffitte, si ripuliscono i bauli e all’interno ci sono pettinature cotonate, grandi orecchini, giubbotti lucidi impiumati, pantaloni a vita alta e felpe molto comode.

Non solo, i più che ventenni di oggi, fino ai trentenni e quarantenni odierni, ricordano perfettamente canzoni, programmi tv, film o mode del momento. Soprattutto la tivù era ciò che colpiva negli anni ottanta, programmi televisivi come “Matricole & Meteore” hanno riportato a galla sensazioni archiviate in ognuno di noi, adesso ci ha pensato anche “Domenica Cinque” targata Federica Panicucci. Il SuperTelegattone con Super Classifica Show, Il gioco delle coppie, Doppio Slalom, Ok il prezzo è giusto, Il pranzo è servito, non possono essere dimenticati per chi ha realmente vissuto quegli anni, sarebbe come dimenticarsi della cabina telefonica a gettoni, il Super Tele, le sorprese dell’Ovetto Kinder, Il Subbuteo, I Trasferelli. Un tuffo continuo all’indietro con una macchina del tempo, c’è voglia di ricordare e rivivere sentimenti forse un po’ dispersi nella quotidianità attuale. Se è vero che vogliamo continuare a ricordare e a ricolorare il nostro mondo, magari con l’aiuto del crystal ball, perché non prendere spunto proprio da quella generazione passata, perché non seguire il percorso al contrario. I tempi maturano, si cambia, è vero, ma ridipingere ricordi un po’ sbiaditi non può fare male, potrebbe aiutare a monitorare il futuro con nuove prospettive e chiavi di lettura. Cerchiamo sempre, tutti, costantemente delle risposte e se veramente fossero le più semplici quelle giuste? Se non scappassimo nel momento di trovarle, se non rifiutassimo il percorso più breve, ci accorgeremmo di quanto potremmo essere più di quel che siamo oggi. Il passato dovrebbe insegnarci a vivere con più maturità quel che siamo tramutati ora, eppure quanto è vero, come nel cinema e in tv, nel teatro o nella vita, di questi tempi ci ritroviamo ad essere proprio un popolo di immaturi. Se solo potesse esistere spazio oggi per dei nuovi anni ottanta, si capirebbe come poter illuminare ancora, non solo i ricordi del tempo, ma soprattutto i tanti nuovi sorrisi da scoprire di fronte a noi.

Cresci con Riccardo continua…

1 commento su “Tv anni 80, quanto ci manca?”

  1. Probabilmente li rimpiangiamo perchè eravamo giovani…
    però è vero che sono stati gli anni migliori della seconda metà del secolo (+ primo decennio di questo).

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