Sciopero attori USA, è lotta interna nella SAG. Risultato: confusione e niente trattativa

Sciopero degli attori USA: che succede? Non lo sanno nemmeno loro: per farvi capire la situazione di totale confusione in cui stanno le due fazioni, la Unite For Strenght e la Membership First, basta guardare ciò che sta accadendo a Doug Allen, capo dei negoziatori, che prima è stato licenziato da capo dei negoziatori, con tanto di annuncio, poi è stato riconfermato, perché non c’era la maggioranza dei voti per rimuoverlo.

Il meeting straordinario, che doveva dare qualche indicazione in più, si è concluso con un nulla di fatto: non è stata rimpiazzata la squadra di negoziatori, non è stata indicata la data del referendum per decidere sullo sciopero e le due fazioni non hanno risanato la spaccatura (ci sono sempre 4000 attori pro sciopero e 2000 contro).

Aftra e Sag insieme per i contratti pubblicitari

I soldi derivanti dalla pubblicità potrebbero riunire per una volta l’Aftra e la Sag, i due sindacati americani, che momentaneamente stanno tenendo in allerta le produzioni cinematografiche e televisive, con le loro proteste.

Mentre sullo sciopero degli attori, bisognerà aspettare ancora qualche settimana per avere novità certe, la Sag e l’Aftra avranno modo di incontrarsi il 9 e il 10 gennaio, per confermare l’accordo sui contratti pubblicitari (salari, trattamenti) già esistente.

Sciopero degli attori: slitta lo sciopero, sempre che si faccia.

E’ ancora incerto il destino degli attori americani, dopo il mancato rinnovo del contratti: lo sciopero, minacciato per il due gennaio, dovrebbe slittare a dopo il 13, quando ci sarà un incontro d’emergenza della Sag, perché stanno aumentando coloro che non vogliono scioperare.

Il sindacato, effettivamente, inizia ad essere spaccato in due: da una parte i si con oltre 2300 firmatari (come Laura Dern, Mel Gibson, Hal Holbrook, Holly Hunter, Matthew Madine, sandra Oh e Martin Sheen), che sostengono che le Majors vogliano approfittare della crisi economica, per prendere tempo e non modificare il contratto (gli attori come è noto vogliono dei privilegi anche sui nuovi media e le piattaforme digitali), dall’altra il fronte del no con oltre 1400 firmatari (tra cui: George Clooney, Russell Crowe, Matt Damon, Sally Field, Tom Hanks, Julianne Moore, Robert Redford, John e Ann Cusack, Jeff Garlin, George Lopez, Virginia Madsen, Susan Sarandon e Charlie Sheen) appoggiato dagli addetti alle location, i tecnici e altri lavoratori, che temono di rimanere senza lavoro.

Sciopero degli attori: la “serie” continua

La Fox TV alza la voce in mezzo alla baruffa creata dalle vicende che si stanno accalcando l’una sull’altra, creando uno scenario più che confusivo. La minaccia è presto detta: si tratta di passare tutti i contratti delle sue serie tv dalla SAG all’Aftra.

Detto così puiò non sembrare così temibile. Il problema è che l’appartenenza ad entrambi i sindacati impedisce agli attori di attuare lo sciopero a priori, dato che Aftra ha firmato con i produttori, ed è quindi vincolata a onorare gli accordi del contratto tra attori e Amptp.

A questo punto ci si capisce poco. La mossa sembra un pò eccessiva, per svariati motivi. E’ vero che si parla di sciopero da tempo, che ci sono delle date, che dondolano sulle teste di noi spettatori, ma soprattutto degli attori, come un’inquietante spada di Damocle.

Lo sciopero degli attori si sta materializzando

Ne avevamo parlato così tanto che sembrava un qualcosa destinato a rimanere notizia. Invece no. Lo sciopero è veramente in arrivo, almeno in base ai risultati delle votazioni. Adesso ci sono anche delle date.

Il 2 Gennaio infatti si voterà, e il 23 dello stesso mese verranno divulgati i risultati. Il boicottaggio è sttao pianificato, almeno in potenza, al fine di poter essere dannoso per la cerimonia degli Oscar. Ovviamente il tutto è un pò meno clamoroso di quello che sembra.

Il segnale è diretto alle majors e ai produttori in modo da ricondurre le majors al tavolo delle trattative, che secondo l’AMPTP sono terminate in tutto e per tutto a fine Giugno. I danni potenziali non si contano, e riguarderanno fondamentalmente le nuove produzioni.

Sciopero attori Usa: come andrà a finire?

E’ iniziata l’attesa per quello che potrebbe essere l’evento più grave del 2009 per lo show business americano: lo sciopero degli attori a quasi un anno da quello degli sceneggiatori. In queste ore la SAG (Screen Actor Guild), il sindacato degli attori Usa che ha rotto le trattative con l’AMPTP (Alliance of Motion Picture and Television Producers) associazione dei produttori, sta decidendo dopo un incontro all’Harmony Gold Theater di Hollywood, come comportarsi considerato che le “anime” interne al sindacato hanno un parere tutt’altro che unanime, circa lo svolgersi dell’agitazione.

Sono diversi i fattori che potrebbero influenzare il voto a favore o contro la decisione di scioperare, considerato che deve essere raggiunta la maggioranza del 75% dei votanti perché si possa procedere. Il punto è proprio questo: quanti membri della SAG andranno a votare? Ben 44 mila di loro sono iscritti anche all’AFTRA altro sindacato che di recente ha ratificato l’accordo e quindi non avrebbero molto interesse verso uno sciopero che di fatto li danneggerebbe . Se si considera poi che il 90% dei membri SAG guadagna non più di 28 mila dollari l’anno, mentre solo una minoranza vive esclusivamente del lavoro d’attore, mentre gli altri possono essere considerati “occasionali”, che interesse avrebbero questi ultimi a bloccare l’attività lavorativa?

Sciopero degli attori USA: l’allerta continua

 Ormai il ritmo è quello di una partita a scacchi, anche se la frequenza delle mosse non è sempre così blanda e rilassata. Sembra infatti che ci si stia avvicinando a una svolta, anche se la prossima a fare la mossa deve essere la SAG, e ancora non si sa bene cosa succederà.

Con lo scopo di riaprire il dialogo con l’AMPTP, inizierà presto una campagna informativa sullo sciopero, il che è ben lungi dall’indirne uno in modo effettivo. Aaron McLear, il portavoce di Arnold Schwarzenegger,fa sapere che l’attore è stato incitato a favorire la collaborazione tra le parti.

Pam Greenwalt fa sapere che stanno andando avanti con gli incontri con gli attori, con cui si cerca, attraverso il dialogo, di cesellare e di sgrossare la parola “sciopero” creandone una visione concreta in un contesto reale.

Showbiz Usa: rottura tra SAG e AMPTP

Non ci stupiremmo se un giorno le maestranze dello spettacolo statunitense decidessero di realizzare un film sulla querelle sorta tra la SAG (Screen Actor Guild) sindacato degli attori Usa e l’AMPTP (Alliance of Motion Picture and Television Producers) l’associazione dei produttori.

La situazione si è complicata ulteriormente è lo sciopero sembra più vicino, poche ore fa l’AMPTP ha annunciato: “Le parti non sono riuscite a raggiungere un accordo e il mediatore ha sospeso il processo di mediazione“.

Insomma pare proprio che alla luce dei recenti contatti (fino a oggi più di 40), tra le due parti, uno dei quali interlocutorio si era tenuto giovedì scorso e un altro ieri, ormai ci siano ben pochi spiragli per la trattativa e anche il mediatore Juan Carlos Gonzales chiamato in causa lo scorso 19 ottobre, abbia gettato la spugna.

Sciopero attori Usa: ancora nulla di fatto

Continua negli Usa il muro contro muro tra il SAG (Screen Actors Guild) il principale sindacato degli attori e l’AMPTP (Alliance of Motion Picture and Television Producers), la sigla che raggruppa le principali majors e produttori. Dopo che la ventilata possibilità di un intervento da parte di un mediatore federale è divenuta realtà con la scesa in campo di Juan Carlos Gonzales, la situazione sembra tornata la medesima della scorsa estate con un niente di fatto da entrambi i fronti e la SAG che vieta ai propri iscritti di lavorare in base a regole diverse da quelle stabilite dal sindacato.

Sciopero degli attori: entra in gioco il mediatore

Juan Carlos Gonzales, il mediatore federale, ha iniziato il suo lavoro per scongiurare il sempre più probabile sciopero degli attori, incontrando tre importanti componenti del SAG (Screen Actors Guild), Alan Rosenberg, Doug Allen e Ray Rodriguez.

La SAG ha ribadito di voler soldi sui progetti riguardanti i nuovi media, di voler guadagnare per il riutilizzo delle vecchie produzioni sui nuovi media e la protezione per cause di forza maggiore, che le majors vogliono togliere.

Showbiz Usa: ancora nessun accordo tra attori (SAG) e produttori (AMPTP)

Ancora acque agitate nel mondo dello show business americano, lo sciopero degli attori hollywoodiani potrebbe non essere scongiurato. Proprio pochi giorni fa l’atmosfera che si respirava negli ambienti dello spettacolo d’oltre oceano, faceva pensare a una soluzione della controversia che vede da un lato il sindacato AFTRA (American Federation of Television and Radio Artist) che rappresenta gli attori televisivi e radiofonici e la SAG (Screen Actors Guild), che con i suoi 122mila membri gode di una notevole influenza in quel di Hollywood mentre dall’altro l’AMPTP (Alliance of Motion Picture and Television Producers) ovvero il sindacato dei produttori.

L’AFTRA con i suoi 77 mila membri ha di fatto ratificato l’accordo sui programmi di prima serata con l’AMPTP che si è affrettata a dichiarare: “Apprezziamo il voto di fiducia degli attori per l’accordo che abbiamo raggiunto con l’AFTRA, ci auguriamo che dimostri ai leader della SAG che è possibile stilare nuove relazioni economiche così come abbiamo fatto con gli sceneggiatori, i registi e gli attori, e che non c’è spazio per uno sciopero, che sia di fatto o reale“. A questo punto tutto sembrava propendere per una rapida soluzione del contenzioso, con una SAG disposta a scendere a più miti compromessi, ma le circostanze hanno preso una piega ben diversa, creando una spaccatura tra i due sindacati.

Nonostante l’offerta dei produttori di 250 milioni di dollari, più dieci se l’accordo verrà raggiunto entro il 15 agosto, proposta definita dall’AMPTP:“definitiva e non sarà rivista”, la SAG è più che mai intenzionata a tenere duro come riferito da Doug Allen a capo dei negoziatori: “Non abbiamo respinto l’offerta della AMPTP, abbiamo fatto una controproposta che mantiene alcune delle loro proposte e per altre suggerisce soluzioni alternative” Dal canto suo AMPTP ha dichiarato preoccupata:“A nostro avviso, questo rifiuto dell’offerta è l’ennesima dimostrazione che i leader della SAG hanno intenzione di mettere a rischio la quiete. Ogni ulteriore ritardo nel raggiungimento di un accordo globale ragionevole è un affronto nei confronti delle migliaia di lavoratori della nostra industria che sono stati già gravemente lesi da uno sciopero”.

Showbiz Usa: ora sono gli attori che preparano un nuovo sciopero

Tempi duri per lo show business americano, un nuovo sciopero si delinea all’orizzonte dopo quello che ha riguardato gli sceneggiatori della Writers Guild a inizio anno e che di fatto per diverse settimane ha bloccato la realizzazione delle più importanti serie televisive.

Ora a far valere i propri diritti sono gli attori che con il contratto in scadenza lunedì 30 giugno, minacciano di mandare di nuovo all’aria non solo i palinsesti televisivi ma anche le produzioni cinematografiche dei prossimi mesi.

Il motivo del contendere è l’accordo che il sindacato AFTRA (American Federation of Television & Radio Artists), quello degli artisti radio e tv, ha raggiunto con l’AMPTP (Alliance of Motion Picture and Television Producers) sigla che raggruppa le principali majors e produttori, secondo cui gli attori rinuncierebbero, tra l’altro, ai diritti sull’utilizzo di clip tratte da film per usi diversi dalla promozione della pellicola, clausola duramente contestata dal SAG (Screen Actors Guild), sindacato degli artisti di cinema e tv.

USA: Attori minacciano sciopero

Come vi avevamo anticipato tempo fa, potrebbe arrivare un’altra tegola sulla produzione cinematografica e televisiva americana: dopo gli scenegiattori e i registi, gli attori potrebbero incrociare le braccia. La motivazione? Differente punto di vista sul rinnovo contrattuale.

Il nodo cruciale è sempre lo stesso ovvero la percentuale sui Dvd e sui supporti multimediali: l’associazione degli attori americani, che conta “solamente”, centoventimila membri, non è soddisfatta della paga degli attori circa le piattaforme di cui vi ho parlato.