Frequente tv, asta slitta: manca il bando

Il decreto fiscale convertito nella legge 44 lo scorso 26 aprile prevede una pubblica gara per quanto riguardo l’assegnazione delle frequenze televisive. Su di esse è prevista un’asta al rialzo, entro 120 giorni, ovvero entro il 28 agosto. Tuttavia, come scrive oggi IlSole24ore, tale limite temporale sarà impossibile da rispettare; infatti l’Autorità per le comunicazioni deve approvare un Regolamento di gara, sentita la commissione europea, sulla base dei principi e dei criteri fissati dalla legge. Ergo, serve una norma che faccia slittare il termine di almeno due-tre mesi. Ma l’assenza del bando non è l’unico problema.

Frequenze tv, il patron di Europa 7: “Sì al beauty contest, ma solo se si bloccano Rai e Mediaset”

Francesco di Stefano, patron di Europa 7, interviene sulla questione della revisione della gara per le frequenze televisive. Di Stefano in un’intervista a Radiocor si dice favorevole al beauty contest, cioè alla gara non basata sulle offerte economiche, in contrasto con l’indirizzo indicato recentemente dal governo Monti, che per bocca di Corrado Passera, ministro dello Sviluppo economico (in discontinuità con quanto deciso dall’esecutivo Berlusconi). Tuttavia l’imprenditore televisivo precisa una condizione:

Europa 7: a giugno le prime trasmissioni

 Dopo undici anni di battaglie legali, Europa 7 ha ottenuto la concessione necessaria per trasmettere sulle nuove frequenze digitali, lasciate “scoperte” dalla ricanalizzazione di Raiuno e coprire l’80% del territorio nazionale.

L’accordo è stato siglato lo scorso febbraio dal patron dell’emittente, Francesco Di Stefano e dal viceministro alle Comunicazioni Paolo Romani, che ha commentato con entusiasmo l’intesa raggiunta

Ad Europa 7 saranno assegnate anche altre frequenze, i cosiddetti ‘cerottì, che le consentiranno di raggiungere una copertura adeguata. L’intesa, raggiunta anche attraverso gli ottimi rapporti personali con di Stefano, si inserisce in maniera virtuosa nel processo di chiusura della procedura di infrazione aperta dall’Europa a carico dell’Italia, ormai in fase conclusiva. L’accordo con Europa 7 rappresenta un passo avanti enorme, che la dice lunga sul comportamento di questo ministero: non siamo qui a difendere gli interessi di chicchessia, ma a gestire un problema complesso

Falsi quiz televisivi, ci risiamo!

Il lupo perde il pelo ma non il vizio, parliamo delle televendite di loghi e suonerie travestite da quiz a premi, che compaiono regolarmente sui palinsesti di alcune televisioni nazionali, in particolare Canale Italia e Europa 7 a cui vanno ad aggiungersi innumerevoli realtà locali. L’ultimo della serie si chiama Quiz Mania (già Quizionario) in onda tre volte al giorno in diretta, dove un’affascinante conduttrice di nome Francesca, invita a comporre la parola più lunga con una serie di lettere che appaiono in sovrimpressione, il vincitore, ammesso che ce ne sia uno, si aggiudica la ghiotta somma di 1500 euro con la possibilità di aggiudicarsi un ulteriore bonus di 2000 euro se riesce ad individuare la parola con tutte le lettere proposte, da aggiungere che i numeri indicati (con prefisso 899 e 894) riportano il costo per ciascuna chiamata di un euro.

Rimane incerto il meccanismo di selezione dei presunti concorrenti, nella maggior parte dei casi indirizzati verso una segreteria telefonica che invita a riprovare. La scritta televendita appare a caratteri minuscoli ed appena visibile in un angolo del teleschermo, mentre la presentatrice si guarda bene dal farne la benché minima menzione, il sito www.quiz-mania.info presente su un testo scorrevole anch’esso di non facile individuazione, non è altro che un home page con scarne informazioni, dove si dà la possibilità di scaricare un wallpaper.

Europa 7 domani non partirà, parola di Di Stefano

 Europa 7, che doveva esordire domani, dopo che il governo ha messo fine in modo fantasioso alla questione delle frequenze (invece di dare all’emittente quella di Rete 4, che gli spettava di diritto gli ha assegnato una della Rai) che andava avanti dal 1999 (finita con un risarcimento di 1 milione di euro), non partirà. A rivelarlo è Francesco Di Stefano, patron del canale che dice (fonte Radio 24):

Il primo luglio non trasmettiamo. Non possiamo fare una rete locale, che non è trasmette su Bologna, su Milano,su Torino,su Napoli, su Catania. E abbastanza ridicola. Se ci mettessimo a fare una rete in questo momento falliremmo in sei mesi.

Di Stefano spiega chiaramente e tecnicamente quale è il problema per non apparire incontentabile:

Frequenze tv: l’UE frena la procedura d’infrazione verso l’Italia

Procedura d’infrazione ultimo atto? Parrebbe proprio di si, più di una volta da queste pagine web avevamo affrontato il delicato argomento della legge Gasparri, che regolamenta il sistema radiotelevisivo italiano e di come fosse oggetto di critiche da parte della Commissione Europea, per la mancanza di norme trasparenti che consentissero un effettiva concorrenza tra più soggetti e non solo tra i cosiddetti “grandi” come Rai e Mediaset.

Le prime avvisaglie si erano avute addirittura nel luglio del 2006 con una lettera di messa in mora, dove il commissario Ue alla concorrenza, Neelie Kroes, e la collega alle Telecomunicazioni, Viviane Reding, esprimevano tutte le loro perplessità e auspicavano che il Governo Italiano recepisse al più presto le indicazioni della Ue sull’assegnazione delle frequenze televisive, nella questione era entrata anche la vicenda di Europa 7, da anni in attesa di avere le risorse necessarie a trasmettere su tutto il territorio nazionale, avendone diritto.

Europa 7 ha le frequenze, l’Italia la normativa per la Tv su cellulare

 Europa 7 ha delle frequenze televisive per trasmettere su tutto il territorio nazionale (tanto si trasloca tutti sul digitale!), ma non sono quelle che si era aggiudicata, quelle di Rete 4, ma quelle di Raiuno (che gli avanzavano) e ciò non evita allo Stato (cioè noi), di dover pagare la multa di 300000 Euro AL GIORNO, per il ritardo alla concessione della frequenza ad Europa 7 a scapito di Rete 4 (sanzione che si calcola da luglio 2006. Fate un po’ voi i conti…).

Dopo che il ministero ha ottenuto il parere favorevole dell’autorità e ha acquisito anche il consenso della RAI, Europa 7 può avere finalmente ciò che gli spetta, ma non subito: gli impianti non può attivarli prima di luglio 2009 (non oltre il 30 giugno 2011).

Chiudiamo questo penoso capitolo (non c’è molto da festeggiare) e passiamo ad uno in cui l’Italia, casualmente, è più avanti degli altri Paesi UE: la Tv su cellulare.