
Nel 1939 esce nelle sale un film dove gli attori che parlano con la voce di altri è in numero maggiore rispetto a quelli non doppiati. Si tratta de Il fornaretto di Venezia. La scelta delle voci inizia ad essere basata anche sulla pulizia della dizione da ogni forma di dialetto e cadenza. Per questo molti attori presteranno soltanto il loro volto al cinema.
Il fenomeno non è di alcun interesse per la stampa e le società di doppiaggio arrivano all’eccesso di far doppiare un attore ad un doppiatore che magari nello stesso film recita doppiato da qualcun altro, o caso più incredibile, un doppiatore presta la propria voce ad un attore solo in certe parti del film che per tutto il resto del tempo mantiene quella propria.
Alcuni esempi significativi possono essere Harlem del 1943, quando Luigi Pavese recita e impresta per qualche battuta la sua voce a Massimo Girotti, o Cuori in tormenta, dove Amilcare Pettinelli doppia Oreste Fares e viene doppiato da Augusto Marcacci.

