E’ morto Leonard Rosenman

E’ morto, all’età di 83 anni, presso l’ospedale di Los Angeles, il famoso compositore di Hollywood, due volte premio oscar, Leonard Rosenman, colpito da un attacco di cuore.

Il compositore nato a Brooklin nel 1924, è diventato famoso al grande pubblico, grazie agli oscar vinti, nel 1976 e 1977, per la migliore colonna sonora dei film Barry Lindon, il capolavoro di Stanley Kubrik e Bound of Glory (più conosciuto in Italia come Questa è la mia terra), anche se aveva già lavorato in importanti film come Gioventù Bruciata, Fantastic Voyage e il sequel di Planet of Apes (Il pianeta delle scimmie). Oltre ai film da oscar ricordiamo anche Cross Creek e Star Trek IV – rotta verso la terra (candidati anche loro alla vittoria degli oscar) e Robocop 2.

007: il Ciak in Italia

Per tutti i fans dell’agente segreto più famoso al mondo (è un controsenso ma è così) giunge la conferma di una splendida notizia: 007 si girerà in Italia dal 14 al 24 aprile.
Quantum of solace, il ventiduesimo film che ha come protagonista James Bond (ormai interpretato da Daniel Craig), trasferirà il suo set per dieci giorni sulle rive del Garda a Gargnano (BS).
Per tutti i miei compaesani e non solo (alcune scene si gireranno nella parte veneta e trentina del lago), ci sarà quindi la possibilità di vedere dal vivo le riprese del film che uscirà, presumibilmente, se tutto andrà bene, il 14 Novembre 2008 in Italia.

Grande Grosso e Verdone invade l’Italia

Carlo Verdone il 7 Marzo invaderà l’Italia.
Nessun allarmismo, ma solo la cruda realtà: il nuovo film dell’attore e regista romano, Grande Grosso e Verdone, verrà distribuito in ben 835 sale, a dimostrazione che il cinema italiano punta molto sul film, per battere la concorrenza straniera.
Il film, suddiviso in tre episodi, sarà secondo quanto ha detto lo stesso Verdone (fonte Ansa):

uno spaccato di questi tempi di oggi, che sono cambiati, sono piu’ cinici e cattivi. Una commedia meno buonista, anche se non abbiamo pensato di essere cinici, ma solo di cogliere la forte arrabbiatura che c’e’ oggi nell’aria nel nostro paese.

Doppiaggio – Nuovo Contratto

Si è parlato tanto dello sciopero degli sceneggiatori in america, ma nessuno invece si è interessato di avvisare voi utenti del grande rischio che abbiamo corso noi tutti, amanti di televisione e cinema, a causa del confronto fra le imprese di doppiaggio e associazioni sindacali dei doppiatori, un incontro che avrebbe potuto paralizzare il mercato cinematografico e televisvo (penso alle numerose fiction trasmesse giornalmente).

Ebbene, senza che nessuno di voi sapesse nulla, è stato firmato ieri sera il primo rinnovo di contratto collettivo dei doppiatori. Presenti alle trattative nella sede dell’Anica: i sindacati di categoria, Sai Slc Cgil, Fai Fistel Cisl e il Coordinamento Attori Uilcom Uil.

Cosa hanno ottenuto, coloro che regalano le voci ai nostri beniamini? Ben due conquiste importanti: la prima è l’aumento dell’otto percento di tutti i minimi salariali e la promozione di fascia dei cartoni animati.

Recensione: Rendition – Detenzione illegale

Due lentissime ore di film e una serie infinita di buchi nella sceneggiatura, fanno di Rendition, il film diretto da Gavin Hood, un utile film a livello di denuncia e un buco nell’acqua a livello di narrazione, un’occasione sprecata per realizzare un capolavoro.
Un ingegnere egiziano, Anwar El-Ibrahimi (Omar Metwally) si imbarca su un volo diretto a Washington per tornare a casa da moglie (in dolce attesa) e figlio, ma durante il tragitto viene intercettato dai servizi segreti egiziani, che nell’ordine lo rapiscono, lo interrogano, lo torturano, in quanto lo ritengono erroneamente un terrorista.
La moglie (Reese Witherspoon), che lo stava aspettando con ansia, non vedendolo arrivare si mette ad indagare: dietro a tutto ciò c’è il governo americano, qui rappresentato ottimamente da Corinne Whitman (Meryl Streep), donna forte che approva punizioni corporali e torture se portano al risultato sperato, ovvero annientare la minaccia terrorista. Di visione differente è Douglas Freeman (Jake Gyllenhaal), agente della CIA adetto al recupero delle informazioni. Sarà lui la chiave di volta del film…

Recensione: Persepolis film d’animazione non adatto ad un pubblico giovane

Ho sempre sostenuto che considerare i film d’animazione come genere solo per bambini fosse un’idiozia e Persepolis, candidato all’Oscar come miglior film d’animazione 2008 e vincitore del premio della giura di Cannes 2007, ne è la dimostrazione.
Di contro, uscirò dal coro di recensioni entusiastiche che troverete sul web, dicendovi che il film, creato da Vincent Paronnaud, Marjane Satrapi, non lo trovo il capolavoro che tutti descrivono, forse perché cerco di non farmi influenzare dalla crudeltà della storia nel valutare una pellicola (per me non è così scontato il collegamento storia impegnata = film capolavoro), forse perché non mi è piaciuta l’idea di raccontare la storia attraverso un cartone animato (è come trovare all’interno di una fabia di Esopo, ad esempio la Volpe e l’uva, brani che raccontano la guerra e la vita nel sesto secolo avanti cristo).
Provando a scindere la denuncia autobiografica (ottima e di sicuro effetto), dalla realizzazione del film (per me dei disegni belli sono quelli di Ratatouille o, volendo rimanere in Italia, della Gabbianella e il Gatto), vi racconto la storia: Marjane è una bambina che vive in Iran prima sotto la dittatura dello scià, poi a 14 anni, appena i genitori si accorgono che la situazione si fa insopportabile, viene mandata a studiare in Austria, dove rimane, fino a quando, tradita dal suo ragazzo, decide di tornare in patria, pur sapendo di dover vivere nuovamente in una situazione di grande proibizionismo (lei che in Europa aveva provato tutto: Sesso, Alcool, Droga, Rock & Roll). Al suo ritorno in Iran, Marjane decide prima di entrare in un istituto d’arte poi di sposarsi, denunciando sempre a modo suo i soprusi che non può accettare. A 24 anni, sentendosi straniera anche in patria, quanto lo era a Vienna, decide di lasciare definitivamente la sua nazione per trasferirsi in Francia.

Recensione: Sweeney Todd, il diabolico barbiere di Fleet street-un grande Johnny Depp

La premiata ditta Tim Burton & Johnny Depp, dimostra, dopo l’ennesimo film insieme, un affiatamento tale che crediamo possano davvero prima o poi dare vita ad un progetto aziendale con tutti i crismi. Questa volta è la vendetta, un piatto, come risaputo, da consumare freddo, il filo conduttore di questo musical horror, dove l’osmosi tra i due, che possiamo senz’altro definire genietti , appare in tutta la sua evidenza :“Con Johnny ci capiamo al volo-dice Burton- A volte mi sembra che le nostre menti siano collegate attraverso un filo elettrico. Lui non ha paura di niente, la prova è che si fida ciecamente di me”.
Questa volta Burton prende spunto da una commedia musicale di Broadway, scritta da Stephen Sondheim che a sua volta si è ispirato a un romanzo del 1846 di Thomas Peckett. La difficile prova del musical, trasposto sul grande schermo, esalta la coppia Burton-Depp, il risultato è davvero godibile.
Sullo sfondo di una Londra fumosa, nel pieno della rivoluzione industriale dell’epoca, egregiamente resa dalla scenografia di Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, premiati per la loro opera nella recente cerimonia degli Oscar, il protagonista è il barbiere Benjamin Barker (Johnny Depp). La sua vita tranquilla spesa per il lavoro e a prendersi cura della famigliola, composta dalla moglie Lucy (Laura Michelle Kelly) e dalla figlioletta Johanna (Jayne Wisener), viene un giorno turbata da un tragico evento, il giudice Turpin (Alan Rickman) invaghitosi della moglie, fa in modo che il il barbiere venga incarcerato ingiustamente.

Recensione: Prospettive di un delitto… tanto fumo niente arrosto

Diciamolo da subito: Prospettive per un delitto poteva essere un film interessante, ma il risultato, un thriller tanto inverosimile quanto noioso, ha disintegrato ogni speranza di vedere un buon prodotto.
Il presidente americano è a Salamanca (in realtà le riprese sono fatte a Città del Messico) per un summit che metterà la parola fine alla guerra al terrore. A qualcuno tutto ciò non va e decide di eliminarlo in grande stile, di fronte a migliaia di persone in piazza e a tutti gli spettatori che stanno seguendo la diretta televisiva.
Chi è stato e perché è stato fatto viene spiegato (in maniera insufficiente) seguendo la storia da 8 punti di vista differenti, fra cui, quello dello stesso presidente (William Hurt) e delle sue due guardie del corpo, Kent Taylor (Matthew Fox) e Thomas Barnes (Dennis Quaid), della giornalista televisiva Rex Brooks (Sigourney Weaver), del turista Howard Lewis (Forest Whitaker).

Recensione: Rec – finalmente un horror

E’ sempre difficile per me, amante di film horror, come un bambino della cioccolata, trovare un film del genere, che lo sia veramente. In questo caso vi posso assicurare di averlo trovato: storia mai troppo scontata che crea domande e lascia allo spettatore il tempo di formulare delle ipotesi, scene di violenza pura che non arrivano sempre alla facile conclusione splatter e un finale negativo, fanno di Rec, il miglior horror degli ultimi mesi.
Le premesse ci sono tutte: riprese alla Blair Witch Project (a volte talmente ballonzolanti da far venire il mal di mare) e un regista, Jaume Balagueró (direttore di due film che ho trovato bellissimi come Darkness e Nameless e uno discreto, più conosciuto, di nome Fragile), specializzato nel togliere agli horror quella nota d’ipocrisia chiamata lieto fine (che troppo spesso rovina storie veramente paurose e le tramuta in farsa, come ad esempio It).
Andiamo con ordine: una giornalista televisiva alle prime armi viene inviata al comando dei pompieri per raccontare una delle loro notti tipo. Inizialmente, come prevedibile, non accade nulla. Ad un certo punto la telefonata tanto attesa: in un palazzo, i vicini di casa di una vecchietta, sentendola urlare come una pazza e non riuscendo a farsi aprire la porta, chiamano i pompieri per poter entrare e sincerarsi delle condizioni della signora anziana. Quella che poteva sembrare una delle solite e noiose serate di routine dei vigili del fuoco, si trasformerà in una vera e propria carneficina.

Recensione: Jumper – Tanti salti spettacolari e poco più

Jumper nasce per piacere e finisce per annoiare.
David Rice (Hayden Christensen), scopre a quindici anni, cadendo dentro ad un lago ghiacciato, di aver la capacità di teletrasportarsi in luoghi conosciuti. Prima dell’incidente la sua vita non è esattamente quella del protagonista: la madre l’ha abbandonato quando aveva cinque anni, il padre è perennemente in collera con lui, la ragazza che gli piace, Millie, lo vede solo come un amico e i bulli della scuola lo prendono di mira.Per questo David, appena scoperto di avere un potere così grande, decide di imparare ad usarlo e fare la bella vita: rapina banche teletrasportandosi direttamente nei caveau, va a fare surf alle Fiji, fa colazione sulla Sfinge in Egitto e osserva Londra dal Big Bang.
Andrebbe tutto bene se non scoprisse, col passare del tempo (otto anni dalla sua prima rapina), che un’associazione segreta, i Paladini, guidati da Roland (Samuel L. Jackson), danno la caccia da secoli a quelli come lui per ucciderli, solo perché li considerano un abominio (motivazione che detta da un nero dai capelli color bianco neve pare abbastanza ridicola). Con l’aiuto di Griffin (Jamie Bell), il nostro eroe dovrà sconfiggere i Paladini per garantire sicurezza a se stesso, ai saltatori come lui e alla sua ragazza Millie (Rachel Bilson), che solo per il fatto di conoscerlo rischia di essere eliminata.

Weekend al cinema: tante uscite fra cui Rec, Persepolis e Jumper!

Ben 10 film in uscita questa settimana, nella weekend a cavallo tra il febbraio e marzo, con quattro pellicole italiane e film per tutti i gusti. Da segnalare in particolare il film d’animazione candidato all’oscar Persepolis, l’horror sulla falsariga tecnica di Cloverfield, Rec, il fantascientifico Jumper e il particolarissimo thriller Prospettive di un delitto. Fra gli italiani da citare Il mattino ha l’oro in bocca con Laura Chiatti e Martina Stella. Da segnalare infine, cosa più unica che rara, l’uscita in contemporanea di due documentari.

Vediamo insieme nel dettaglio tutti i nuovi film di questa settimana:

Jumper: David Rice ha la capacità di teletrasportarsi da una parte all’altra del mondo. Un giorno scopre di non essere l’unico Jumper (da qui il titolo del film) e che un’organizzazione segreta vuole eliminarli tutti. Diretto da Doug Liman (Mr. e Mrs. Smith, Bourne Identity), il film drammatico/fantascientifico annovera nel suo cast Hayden Christensen (Il giardino delle vergini suicide, Star Wars) , Samuel L. Jackson (1408, Pulp Fiction), Diane Lane (La tempesta perfetta, Hollywoodland), Jamie Bell (Billy Elliot, King Kong), Rachel Bilson (The Last Kiss, O.C. serie televisiva).

Sul doppiaggio 24 – Conclusioni

Il nostro percorso durato tutto un mese finisce oggi. Proviamo a ripercorrere il percorso fin qui fatto, giudicando ora, dopo esserci informati, se è giusto o sbagliato doppiare un film.

All’inizio ho parlato della storia del doppiaggio e se lo leggiamo con attenzione possiamo notare che i periodi in cui il pubblico si allontana dai botteghini del cinema, non sono quelli, logicamente più probabili, della crisi economica del secondo dopoguerra, bensì quelli in cui si è cercato di eliminare il film doppiato dalle sale. La storia ci insegna che le didascalie danno fastidio allo spettatore, rompono il ritmo, tolgono suspance, non sono attuabili. Il film, per l’italiano medio deve essere parlato e parlato in italiano.

Nella seconda parte del nostro viaggio, abbiamo scoperto il procedimento che trasforma il film in lingua originale nel film doppiato. Nell’illustrarvelo ho cercato di essere il più esplicativo possibile, per dimostrare come nel mondo del doppiaggio vige una grande professionalità, dove nulla è lasciato al caso. Fa sorridere il testo iniziale di Adnré Rigaud, ma descrive molto bene lo stato d’animo di un doppiatore, quando, trovandosi in sala doppiaggio, deve dire la sua battuta: non importa se è un personaggio di secondo ordine, non importa la lunghezza della battuta, l’importante è dirla bene e restituire allo spettatore le stesse emozioni che proverebbe un inglese o un francese nel sentire la battuta nella propria lingua d’origine.

Recensione: Un uomo qualunque – un film sopra la media

Bob Maconel è un uomo tranquillo (come lo definisce il titolo originale della pellicola: He was a quiet man): i suoi colleghi lo prendono in giro e lo sfruttano, i suoi vicini si ricordano di lui solo quando c’è da tagliare l’erba, la ragazza di cui si è invaghito, Vanessa (Elisha Cuthbert), nemmeno lo calcola, eppure lui non reagisce mai, perché non è mai il momento giusto.

Bob Maconel (Christian Slater), il protagonista di Un uomo qualunque, è una pentola a pressione pronta ad esplodere, un uomo solo con il suo lavoro (rappresentato dalla ventiquattro ore che porta sempre con sé) e i suoi pesci, che seppur anche un famoso adagio li definisca muti, per lui e con lui parlano.

Bob Maconel è il soggetto del gruppo, l’anello debole della catena, l’elemento da sacrificare del gregge, finché un giorno, quando finalmente decide di farla finita ed utilizzare i sei proiettili della sua pistola (cinque per i colleghi che odia di più e uno per se stesso), qualcuno non lo anticipa compiendo una strage e lui, sentendosi per l’ennesima volta l’eterno secondo, lo elimina piantandogli 5 proiettili in corpo.

Marzo 2008 al cinema: tanti titoli, ma pochi interessanti. Verdone pensaci tu!

Il mese di Marzo, non regala titoli di primo piano, forse per dar spazio ancora al cinema ai film vincitori degli oscar usciti nelle ultime due settimane di febbraio. Risulta, quindi, abbastanza difficile potervi suggerire dei titoli da guardare. Per gli amanti del cinema italiano, bisogna sperare che Grande, grosso e Verdone, il nuovo film diretto da Carlo Verdone, non tradisca le attese (come è capitato con Il ritorno del monnezza e l’allenatore nel pallone 2, solo per fare dei nomi). Attenzione anche a Colpo d’occhio, il thriller diretto e interpretato da Sergio Rubini, al ritorno di Vaporidis con Questa notte è ancora nostra e al nuovo film di Paolo Virzì, Tutta la vita davanti, con Sabrina Ferilli.

Fra i film stranieri credo sia giusto citare il thriller Onora il padre e la madre di Sidney Lumet, che oltre ad avere un ottimo regista, sembra avere una storia interessante e un cast di primordine, I padroni della notte con Joaquin Phoenix e al debutto cinematografico di Norah Jones nel film Un bacio romantico, con, tra gli altri, Jude Law e Natalie Portman.

Vediamo insieme tutti i titoli in uscita a Marzo. Tra parentesi genere, regista e attori: