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Recensione: Onora il padre e la madre – Un piccolo capolavoro

Un ladro, Bobby (Brian F. O’Byrne), rapina la gioielleria, ma qualcosa va storto e la vecchia signora proprietaria della gioielleria rimane uccisa, non prima di aver ammazzato a sua volta il malvivente. Fuori, il palo, Hank (Ethan Hawke), un uomo divorziato con problemi di soldi, vede il suo collega morto e scappa.
Un agente immobiliare, con problemi matrimoniali e di droga, Andy (Philip Seymour Hoffman), viene a sapere che il fisco effettuerà dei controlli e, avendo manipolato i conti, ha bisogno di contanti per scappare a Rio con la moglie, Gina (Marisa Tomei), e cominciare una nuova vita. Andy, disposto a tutto per salvarsi, chiede aiuto ad Hank per rapinare una gioielleria. Quello che accade già ve l’ho detto.
Nanette (Rosemary Harris) è una vecchia signora, moglie di Charles Hanson (Albert Finney), il gioielliere. Sabato mattina non dovrebbe trovarsi in gioielleria, ma a causa di un imprevisto dell’ultimo momento, la sua dipendente non può andare a lavoro e tocca a lei, visto che pure il marito ha un impegno (deve rinnovare la patente di guida), tenere aperto il negozio. Sabato mattina rimane uccisa nella rapina, lasciando oltre al marito distrutto e dilaniato dal dolore e pronto a scoprire i colpevoli, anche tre figli: Martha (Amy Ryan), Andrew detto Andy e Henry detto Hank.


Onora il padre e la madre è raccontata più o meno allo stesso modo del mio breve riassunto: attraverso flashback continui e cambi di punto di vista, il film svela, lentamente e dettagliatamente, tutto ciò che si nasconde dietro a quella che all’apparenza potrebbe sembrare una famiglia agiata e felice, ma che, in realtà, è un vulcano che aspetta soltanto di esplodere, a causa dei troppi segreti e malumori che attendono solo di essere rivelati (tradimenti, uso di alcool e droghe, frode fiscale, gelosie, scelte sbagliate).
Nuovamente due fratelli complici, come Ian e Terry in Cassandra’s Dream di Woody Allen, di un crimine, che risolva tutti i loro problemi; nuovamente due fratelli, incapaci di essere felici della vita che hanno (non bastano alcool, droghe e sesso a riempire il loro vuoto interiore), che verranno risucchiati in un vortice da cui non riusciranno ad uscire; due fratelli, come Caino e Abele, Romolo e Remo, che portano allo scoperto le loro antiche gelosie (Andy pensa che il padre preferisca Hank, mentre lui, di contro ama Gina, ma può averla solo sessualmente) e che ne vengono sopraffatti.
Onora il padre e la madre è l’ennesimo capolavoro di Sidney Lumet, che, questa volta, con una storia noir dai risvolti tragici (un pò Fargo), riesce a tenere lo spettatore bloccato alla poltrona due ore: il film non è la semplice descrizione di una rapina andata male, ma piuttosto una descrizione accurata della psicologia umana nei momenti di difficoltà o di dolore (che in certi punti, se non appassiona, può diventare noiosa).
Concludendo: la storia semplice, curata in maniera maniacale e resa appassionante dal montaggio, e l’ottima interpretazione di tutti gli attori, Philip Seymour Hoffman (un vero pazzo assassino) su tutti, rendono il film un piccolo capolavoro, che può non piacere soltanto ad un pubblico che ricerca i soli effetti speciali o che odia con tutte le sue forze il genere di thriller vecchio stile.

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