E’ ancora il Coca Cola Summer Festival, in onda su Canale 5 con l’ultima puntata, a vincere la classifica degli ascolti tv dedicata ai programmi più visti. La kermesse musicale condotto da Alessia Marcuzzi, con Rudy Zerbi e Angelo Baiguini, incolla al piccolo schermo 2.478.000 (ascolti più bassi della media) facendo registrare uno share di qualcosa superiore al 14%. Benissimo su Rai 1 Braccialetti Rossi 2 che, in replica, registra 1.828.000 telespettatori con share del 9,48%. Dopo il salto ecco la classifica dei cinque programmi più seguiti della serata con numero spettatori e share raggiunto.
Tv.
Twitter, in futuro al posto dell’Auditel?
Twitter e Tv, due mezzi di comunicazione sempre più vicini. Il noto social network ha infatti acquistato Bluefin Labs, società specializzata nell’analisi dei commenti social sui vari prodotti televisivi o commerciali. Si tratta di un massiccio investimento per l’aggregatore sociale: fonti non ufficiali parlano di 100 milioni. Ali Rowghani, direttore esecutivo di Twitter, nel suo blog, ha parlato di grande interazione tra gli utenti e la televisione:
Tv: addio al telecomando
Niente più “dove ca**o è il telecomando?” e basta con “amore, ricordati di comprare le batterie per il telecomando”, il futuro dello zapping sta tutto nella voce. Al Samsung Forum di Montecarlo sono stati presentati i primi televisori in gradi di rispondere ai comandi vocali del telespettatore.
Tv, il 58% la preferisce ai social network
I vari social network, Facebook, Twitter, Youtube, tanto per citare i più frequentati, hanno conquistato e stanno conquistando un posto sempre più predominante nella nostra vita. Un sondaggio, però, realizzato dalla Ipsos Reid ha constatato che il caro vecchio televisore non perde colpi tra le preferenze della gente: il 58% degli intervistati, infatti, ha dichiarato di preferire la tv ai vari social network.
Nasce l’osservatorio a difesa della pudicizia tv, servirà a qualcosa?
La tv cerca di porre un argine alla tracimazione di corpi femminili ammiccanti e formosi, che accomuna la programmazione di tutte le emittenti del nostro Paese. Dopo lo stop alle scollature più a parole che nei fatti, dettato tempo addietro dal Consiglio di Amministrazione Rai, in questi giorni la deputata del Pd Giovanna Melandri in commissione di Vigilanza sempre della Rai, ha ottenuto l’istituzione di un osservatorio sulla rappresentazione femminile nel servizio pubblico radiotelevisivo. L’emendamento approvato dal Parlamento si propone di “superare stucchevoli stereotipi che ormai ingolfano i media italiani”.
Guardare ma non toccare, si potrebbe dire, trattenendo l’impeto tipicamente maschile, quando in tv si nota la qualsivoglia subrettina, proporre le proprie grazie con l’intento di far colpo sul funzionario di turno. Di esempi simili a questo ne potremmo fare a bizzeffe, dall’ex di Uomini e Donne ospite di una trasmissione sportiva, dotata di forme extralarge, avvolte a malapena in abiti striminziti, alle più seriose, all’apparenza, giornaliste che non avrebbero nessun motivo, per il ruolo a cui sono assurte, di mostrare simile mercanzia, e non ci venissero a dire che lo fanno perché non hanno modo di dissimulare tutto il ben di Dio di cui la natura le ha dotate! Il proposito di tale osservatorio sarebbe quello di porre un freno alla mercificazione del corpo femminile ormai dilagante, ma sarà davvero cosi?
La Tv rende insensibili?
Annichiliti, insensibili, refrattari a qualsiasi tipo di emozione forte: è possibile che anni e anni d’esposizione all’influsso catodico, ci abbia privato dei sentimenti? Negli anni ’50 il filosofo tedesco Gunther Anders scriveva che la televisione ha la capacità di defraudarci dell’esperienza e della capacità di prendere posizione. Anders affermava che chi consuma nella propria stanza l’immagine di un’esplosione nucleare fornita a domicilio è defraudato della capacità di concepire la cosa stessa, le sue conseguenze concrete.
Leggevamo qualche giorno fa di un 70enne di Lecco che causa depressione si è lanciato dalla finestra del suo appartamento al terzo piano, il corpo, coperto da un lenzuolo bianco è rimasto per ore sull’asfalto tra gli sguardi indifferenti dei passanti, mentre altri hanno continuato a consumare ai tavolini di un bar, mentre c’è chi ha seguito i primi accertamenti della polizia scientifica sgranocchiando uno spuntino o addirittura scattando foto. Dieci anni di Csi ci portano a sorridere quando vediamo il dottor Albert Robbins anatomopatologo dissezionare cadaveri, ma quando è la realtà a portarci il conto sotto forma di immagini “concrete” siamo portati a reagire allo stesso modo?
La tv fa bene o male ai bambini?
Considerato il florilegio di canali dedicati al pubblico junior esistenti e appena nati di cui vi abbiamo abbondantemente parlato nelle scorse settimane, viene da chiedersi se l’autentico bombardamento di immagini a cui vengono sottoposti ogni giorno i piccoli sia da considerare positivamente, insomma eterno dilemma delle “generazioni catodiche”: la televisione fa bene o male ai bambini? I dati che abbiamo raccolto sul web deporrebbero per la seconda soluzione.
Secondo il sito Amico Pediatra: “La presenza della televisione nella vita dei bambini è piuttosto invadente, non solo come quantità di ore al giorno, ma anche come frequenza di esposizione. La percentuale più elevata, 27% di bambini tra i 3 e i 10 anni, riguarda la visione televisiva in due momenti, presumibilmente dopo pranzo e prima di cena. Ma il secondo posto ex-aequo è assegnato alla visione in tre momenti e quattro e più momenti rispettivamente il 24,5 e il 24,3%“.
“Da numerose ricerche emerge che, in Italia, i bambini in età prescolare guardano la televisione in media due ore e mezza al giorno, con punte fino a cinque ore. Tale dato appare ancora più’ preoccupante sapendo che per la maggior parte del tempo i bambini guardano la televisione da soli e che il gioco e lo studio si vedono dedicato un tempo inferiore a quello passato davanti allo schermo. A questi dati già piuttosto allarmanti si devono aggiungere le ore che i bambini passano al computer o con i videogiochi “.
Telecittà: la tv di casa vostra
Questa settimana parliamo di una delle più importanti emittenti televisive venete Telecittà di Padova, visibile in tutto il Veneto e parte del nordest, molto apprezzata per la forte presenza sul territorio sia per quanto riguarda l’informazione, che la messa in onda, spesso in diretta, di eventi che riguardano la realtà cittadina.
Telecittà nasce nel 1979 ad Abano Terme con il nome di TeleAbano Montegrotto, da un’idea dei fratelli Lacchina per poi passare sotto la gestione di Davide Pase e Andrea Vassallo, che spostano la sede a Padova e cambiano il nome in quello attuale. L’obiettivo che da sempre si pone l’emittente è quello d’essere fatta dal e per il pubblico, la forte connotazione popolare è la carta vincente che dagli anni ’90 l’ha resa così apprezzata grazie a programmi come Saluti e Baci condotto da Davide Pase, in onda alle 12 che ospita orchestre- spettacolo, personaggi famosi e telefonate in diretta, dove il ballo liscio la fa da padrone.
Nel 2001 Telecittà si trasferisce a Seraga di Vigonza, amministratrice della società editrice diventa Patrizia Vassallo che acquisisce le quote societarie del padre Andrea e ne prende il posto. Grande importanza viene data alle news locali con le quattro edizioni del tg condotto da Patrizia Vassallo e la collaborazione di Serenella Volpato, non mancano trasmissioni di approfondimento sulla realtà locale come Viaggio in Provincia condotta da Enrica Bortolato in onda due volte a settimana e quelle dove lo spettatore diviene protagonista: Voce alla Gente con Enzo Spatalino apre le linee al pubblico che può intervenire in diretta.
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