Sul Doppiaggio – 7 – Il secondo dopoguerra

Una volta finita la guerra, finisce anche il periodo di monopolio con l’abolizione della legge nel 1945 e una nuova ventata di liberalizzazione spazza via l’aria appesantita delle tante imposizioni del regime.

Le Majors, che avevano accumulato un’ingente quantità di film, non aspettano altro che togliere l’embargo e ridistribuire i propri film. Questi film sbarcano in Italia insieme alle truppe alleate che la devono liberare. In Massa gli italiani si riversano nelle sale per ricucire uno strappo lungo anni con un cinema che un tempo distraeva.

Gli americani definiscono l’Italia un Paese che non ha bisogno di un cinema proprio e pensano bene di essere loro ad occupare questo campo: inondano il territorio di circa 500 pellicole di cui gran parte ancora con le didascalie, perché impossibilitati dal doppiarle. Gli Italiani disertano il cinema anche quando i film sono doppiati da voci che loro non riconoscono, quelle voci oriunde che erano le uniche che si potevano trovare in circolazione durante il tempo di guerra.

Sul Doppiaggio – 4 – Il periodo d’oro

Negli stabilimenti della Cines, nel 1932, si iniziano a doppiare una quantità impressionante di pellicole, anche di quelle un tempo insonorizzate. La forte domanda di doppiaggio comporta non solo l’interesse per il cinema di molti industriali, che lo vedono come un ottimo campo in cui investire, ma anche uno stimolo a migliorarsi qualitativamente per non perdere mercato.

Seguendo l’esempio della Cines sorgono, tra il 1932 e il 1933, diversi stabilimenti di post-sincronizzazione: l’ingegner Gentilini fonda la Fotovox e affida la direzione a Franco Schirato, che già aveva lavorato a Jointville al che decide di lasciare il teatro per dedicarsi unicamente al doppiaggio; Vince Sorelli apre la Itala Acustica; l’ingegner Persichetti fonda la Fono Roma.

E’ proprio quest’ultimo che si contraddistingue come vero e proprio impresario delle voci: crea un gruppo stabile di attori, pagandogli uno stipendio per la loro nuova professione di doppiatori. Il nuovo lavoro inizia ad attrarre gli attori perché dà la possibilità a questi di stabilirsi definitivamente in una città e di poter guadagnare anche 500 lire al mese. La Fox, la Warner e la Paramount a questo punto ritengono che sia più conveniente far doppiare i propri film alla Fono Roma piuttosto che creare un proprio stabilimento in Italia.

Dirty Sexy Money, ogni martedi su Fox

Si puo’ essere l’avvocato del diavolo? Se l’essere demoniaco possiede l’aspetto di Donald Sutherland, nelle vesti di uno degli uomini piu’ potenti d’America, la risposta non puo’ che essere affermativa.Preceduta da un battage pubblicitario di un certo spessore, e’ in onda ogni martedì alle 21.50 sul canale satellitare Fox (110 di Sky) :“Dirty Sexy Money” la Dallas del 21mo secolo, con i debiti distinguo. Come la fortunata serie degli anni ’80 anche qui la protagonista è una ricca famiglia: i Darling (all’inizio la serie avrebbe dovuto portare il loro nome), vittima dei tanti vizi e delle scarse virtu’ ,con insita in ognuno di loro quella tendenza all’eccesso, che solo il potere dato dal denaro puo’ instillare.

Come gli Ewing esiste un padre saggio ma non troppo Patrick “Tripp” Darling III (Donald Sutherland) e un figlio arrivista Patrick Darling IV (William Baldwin), spinto dal padre a perseguire la carriera politica, ma con un transessuale come amante, una pecca che l’America perbenista di Ronald Reagan non avrebbero mai perdonato a Jr Ewing, di fatto collezionista d’amanti e sempre pronto a mentire all’indimenticabile Sue Ellen.

La serie è ambientata a New York (non a Dallas), qualora a prima vista si avesse qualche dubbio sul soggetto trattato, c’è una scena nel pilot che riassume tutto quello che dalla serie ci si deve aspettare, tre enormi limousine che si recano ad un funerale,la gente e i fotografi impazziti alla loro vista, per i quali l’imminente cerimonia riveste un puro ruolo accessorio: arrivano i Darling e il mondo si ferma!

Premium Gallery – Joi, Steel, Mya, 3 nuovi canali nati ieri

19 Gennaio 2008. Ore 13.30. Nasce Premium Gallery.

Ad annunciarlo un volto noto di casa Mediaset, Cristina Parodi ( e su questo ci sarebbe da discutere: o fa la giornalista o fa la conduttrice, i due ruoli confondono lo spettatore), che con l’abito rosso delle grandi occasioni, ha lanciato l’inizio delle trasmissioni.

Un nuovo futuro per la televisione italiana? Una ulteriore dimostrazione che la televisione commerciale piano piano scomparirà per una a pagamento che si adatta al gusto personale dello spettatore? Una possibilità in più per il pubblico di avere una televisione di qualità o piuttosto un nuovo modo per contrastare la leadership di Sky (dopo aver ottenuto la possibilità di trasmettere gli incontri di calcio a pagamento)?

Probabilmente tutte queste domande sono corrette e hanno una risposta affermativa, probabilmente Premium Gallery è tutto questo, ma è anche altro: tre canali tematici (o così sembra debbano essere) Joi Mya, Steel, più altri tre canali gemelli ai primi, che trasmettono però gli stessi eventi con un’ora di differenza.

Recorder – 2 – A-Team

Oggi la rubrica Recorder si occupa di una serie televisiva cult: prodotta dalla Universal Tv dal 1983 al 1987, per un totale di 98 episodi, creata da Frank Lupo e Stephen J. Cannell, signore e signori gli A-Team.

La storia è presto detta: un commando di soldati americani in Vietnam, condannato ingiustamente per un crimine militare mai commesso, evade e torna negli Stati Uniti. Questa squadra soprannominata dai giornalisti A-Team, risolve di puntata in puntata, con l’ingegno e la forza, i problemi delle persone che l’assoldano.

Gli A-Team, però, non sono dei mercenari, ma dei professionisti e possono scegliere di accettare il caso, spesso commissionato da gente semplice e in difficoltà oppure di rifiutarlo se questo si dimostra essere ingiusto o non consono alla loro etica. Contemporaneamente devono scappare dall’esercito americano capitanati, di volta in volta, dal colonnello Decker, il colonnello Linch e il Generale Fulbright.

Greek – Alla scoperta delle confraternite

Prendete American Pie, aggiungete un po’ di cervello e dei sani sentimenti, in mezzo ad Alcool, divertimento e sesso e otterrete Greek, la nuova serie televisiva, in onda su Fox dal 3 gennaio alle 21.50.

Greek narra la storia del giovane ragazzo americano che, finite le superiori, si lancia nel mirabolante mondo del college con la speranza di studiare, ma soprattutto di divertirsi. Come? Entrando in una confraternita.

Rusty Cartwright (Jacob Zachar) è il nostro soggetto, in tutti i sensi, protagonista, che deciso a levarsi di dosso i panni del nerd, che l’hanno accompagnato per tutta la vita, parte da Chicago destinazione Cyprus-Rhodes university per crescere e maturare insieme a dei confratelli.