I Liceali 3, Angeli e Diamanti, All Music, Fiesta, Carlo Pastore: novità

Torniamo ad occuparci dei programmi che vedremo prossimamente, riportandovi alcune anticipazioni sulla tv del futuro prossimo e anteriore.

Fiction Rai prima parte. Su Raiuno prossimamente arriverà La narcotici, una fiction in sei puntate diretta da Michele Soavi con Ricky Memphis e Gedeon Burkhard, e la seconda serie di Donna detective, otto puntate dirette da Fabrizio Costa con Lucrezia Lante Della Rovere.

Fiction Rai seconda parte. Raiuno già in primavera dovrebbe trasmettere una miniserie, preparata da Fulvio Lucisano, su Enzo Tortora, tratta da Applausi e sputi, le due vite di Enzo Tortora, scritto da Vittorio Pezzuto. Su Raidue, per lo stesso periodo, è stato confermato Fuori Classe, la fiction scolastica girata a Torino con Luciana Littizzetto.

Antonella Clerici elegante, Lucilla Agosti sbarazzina, Alda D’Eusanio terrificante e Nicola Savino troppo luccicoso

Siamo arrivati alla ventiseiesima ed ultima settimana (fino a settembre) della rubrica Scheletri dall’armadio, la rubrica che cerca di approfondire l’abbigliamento, più o meno elegante, dei nostri personaggi televisivi. Come per la scorsa settimana, i personaggi dei reality sono i migliori esemplari di stile non stile, ed oggi inizieremo con il vivisezionare l’abbigliamento di: Alda D’Eusanio, Antonella Clerici, Carlo Conti, Claudia Cardinale, Manuel Casella, Adriana Volpe, Giancarlo Magalli, Veridiana Mallman, Marcello Cirillo, Nicola Favino e Lucilla Agosti.

Alda D’Eusanio conduttrice della trasmissione Ricominciare, la scorsa puntata indossava un abito nero sotto il ginocchio, dal taglio classico ed una decorazione macro in strass dalla parte del cuore. Per completare il tutto, indossava degli orecchini pendenti, ed un paio di scarpe nere con tacco largo. Ne arte, ne parte!

Antonella Clerici la neo mamma della televisione italiana, la scorsa puntata di Ti lascio una canzone, indossava un abito da sera bianco con delle decorazioni a fiore sulla scollatura a V ben evidenti ed altre altre sulla parte finale del vestito. Elegante ma senza esagerare. Brava Antonellina!

La valigia dei sogni: la nuova edizione su La7

Sette anni e altrettante edizioni, da questa sera su La7 per 10 puntate, riprende il ciclo de La valigia dei sogni, titolo preso in prestito da una pellicola di Luigi Comencini del 1953, il programma che si propone di far conoscere al grande pubblico i capolavori del cinema italiano. Ancora una volta il canale di Telecom Italia Media (non si sa per quanto ancora), si fa portavoce di quella cultura cosi tanto bistrattata nel nostro Paese, una scelta difficile e impegnativa pagata a caro prezzo, con una riorganizzazione ancora in corso delle maestranze, che non prelude a niente di buono per il futuro.

Per cui godiamoci questa nuova rassegna di film d’autore, che magari dal prossimo anno sarà epurata perché poco redditizia, come se il patrimonio di cui il cinema italiano dispone non avesse bisogno essere salvaguardato e messo i risalto anche in periodi di maggior attenzione dei telespettatori, al posto di certe trasmissioni di livello discutibile.

Piccola polemica a parte siamo lieti di poter rievocare quei gioielli del neorealismo che tanto lustro hanno dato alla nostra cinematografia, a condurci in questo mondo di celluloide è Simone Annichiarico, figlio d’arte di un indimenticabile Walter Chiari e Alida Chelli. Con lui conosceremo volti e luoghi che hanno fatto da cornice ai capolavori proposti e poi via ha una serie di sequenze viste magari più di una volta ma che non danno mai quel senso di stucchevole apatia che si prova riguardando molti film d’adesso.

I Raccomandati

Spumeggiante come sempre, Carlo Conti conclude questa edizione de I Raccomandati, in onda il venerdì alle 21.10 su Rai 1.

Il concetto base del gioco è la sfida tra concorrenti, ma filtrata attraverso la luce della “raccomandazione” di nomi famosi, e non è una metafora.

Hanno partecipato alla trasmissione moltissimi vip, con relativi raccomandati. Il formato è semplice ed essenziale: si confrontano otto raccomandati “protetti” da otto vip, passando attraverso quattro sfide.

Sottovoce – vite sussurrate

Gigi Marzullo alle 01:20 su Rai1 rappresenta il post-buonanotte, l’ultima immagine ipnagogica che ci accompagna mentre affondiamo dolcemente nel meritato sonno ristoratore. Sottovoce è il sussurro che ci ricorda, attraverso la voce del celeberrimo presentatore, che ci troviamo in una sorta di zona franca, una specie di “Svizzera” della giornata, il “duty free” della quotidianità.

Sullo sfondo dei drammi elettorali, con una rassicurante inesorabilità un giorno finisce, mentre il suo successore comincia ad affacciarsi curioso. E chi meglio di Gigi Marzullo può prendere il giorno per mano per prepararlo ai travagli delle ore successive?

L’ultima riflessione, quella risolutiva, che facciamo prima di addormentarci, a volte con sulla punta della lingua la chiave per risolvere alcuni problemi del mondo, la facciamo senza peli sulla lingua, la facciamo con la sicurezza di qualcuno che ci ascolta in modo bonariamente critico e protettivo.

Sul Doppiaggio – 10 – Dagli anni cinquanta agli anni sessanta

Un altro problema portato alla ribalda dalla televisione non è solo quello di rubare pubblico al cinema, ma anche di far assegnare ai propri doppiatori un volto, attraverso la loro attività televisiva. Si cerca dunque di dare agli attori/doppiatori, che ricoprono ruoli importanti in tv, ruoli di secondo piano.

Nel frattempo la CDC passa da quattro a cinque classi di doppiatori: alla A, alla B, alla C e alla D si aggiunge la categoria Extra, la più importante, questo per dare ai propri soci la possibilità di passare di categoria. La televisione, però, alletta i doppiatori, perché finalmente dà loro la possibilità di farsi conoscere dal grande pubblico o, nel caso di doppiatori/attori, di riacquistare la fama di un tempo. Alcuni di loro passano dal doppiaggio agli sceneggiati televisivi, altri diventano addirittura registi.

Sempre nel 1957 si fanno tesi i rapporti fra la ARS e la CID, perché entrambe le società ritengono non equamente diviso il lavoro tra gli attori delle due organizzazioni: la prima denuncia la seconda per aver usato attori da poco associati per alcuni film anziché privilegiare attori iscritti da anni. La CID, di contro, si giustifica dicendo che non è possibile andare contro la domanda di mercato e propone per questo motivo una fusione definitiva fra le due società. La fusioine viene rifiutata per due motivi: uno di gigantismo, poiché la società avrebbe avuto troppi iscritti, l’altro, che gli stessi doppiatori importanti non avrebbero trovato abbastanza spazio sul mercato. Nelle due società nascono movimenti secessionisti che portano, nel 1958, alla formazione della SAS (Società Attori Sincronizzatori).