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Riusciranno i nostri eroi: Max Giusti non è giusto, Donatella Finocchiaro e Laura Chiatti promosse, Cristiano Malgioglio rivelazione in uno show retorico ma promettente

E’ appena terminata la prima puntata di Riusciranno i nostri eroi, il programma che segna il ritorno del varietà su Raiuno, se si esclude la felice parentesi de #ilpiugrandespettacolodopoilweekend con Fiorello. E stasera Max Giusti ha provato assieme a Donatella Finocchiaro e a Laura Chiatti a restituire al pubblico un genere ingiustamente dimenticato. Il risultato? Ci sono riusciti a metà.Il grave handicap di questo show è essenzialmente uno: la retorica. Lo show intende giocare sui vizi e virtù di noi Italiani, ma quando il conduttore esorta il pubblico a “stringersi a coorte” dato il momento di crisi è di una pesantezza inaudita, attraverso espressioni stantìe come “dobbiamo essere orgogliosi di essere Italiani” o “l’italiano medio” . Così come stantìo è il repertorio della prima ora di trasmissione, perfino quando entra un Enrico Brignano, entrato nelle grazie di Maria De Filippi ad Amici ma impalpabile nel suo primo intervento in duetto col presentatore. Si è rifatto in parte nel secondo monologo sui politici mafiosi, arrivando a guadagnarsi l’applauso sincero del pubblico. Sarà anche populista, ma sa come scaldare l’uditorio. In questo Max Giusti ha ancora da imparare.

Molto apprezzabile anche la scelta degli altri ospiti: Simone Cristicchi convince con L’italiano di Toto Cutugno in chiave rock a cui cambia l’ultimo verso – “Un italiano nero“, ma si tratta di un brano inserito in un suo vecchio album – Fiorella Mannoia regala il primo bel momento musicale con la versione reggae di Via con me (It’s wonderful) di Fred Buscaglione dove Max Giusti dimostra di divertirsi, anche se non si capisce perchè si sia esibita in Come si cambia, quando il pubblico canta in coro Quello che le donne non dicono.  Molto azzeccato risulta lo sketch con Sergio Castellitto per ricordare l’attrice Mariangela Melato, scomparsa in questa giornata. E’ l’attore a far prendere quota a uno show fino a quel momento asettico e con battute da oratorio. Per fare da pandant sarebbe stato meglio avere come valletta Lorena Bianchetti. Ma per fortuna così non è stato.

Laura Chiatti e Donatella Finocchiaro sembra che facciano televisione da anni, ma naturalmente hanno alle spalle tanti anni di cinema. Sul palco sembrano molto più sciolte di un conduttore per ora spaesato. La prima se la cava egregiamente nei numeri musicali, la seconda si rende protagonista di un brillante sketch sulla vita di coppia – annunciato come “momento hot” – in coppia con Max Giusti. Ma la vera sorpresa è stata un’altra.

Lo staff del programma aveva finora taciuto sulla presenza misteriosa del quarto componente del cast: ebbene, signore e signori, si è trattato di Cristiano Malgioglio, che per l’occasione si è tinto i capelli come Giusti per annunciare la sua svolta. Una svolta più machista? Missione fallita: perfino quando si traveste da Zorro pronuncia un’espressione terribilmente queer come “Sembro Catherine Zeta-Jones”, che mi ha fatto scompisciare dal ridere. Divertente anche la gag sulla finta chiamata a Mina, definita da Max Giusti come “la più grande cantante italiana”. Peccato che pochi minuti prima lo avesse detto anche a Fiorella Mannoia e a Castellitto abbia dato del “più grande attore italiano”. Queste formule se le risparmi.Ma torniamo alla telefonata a Mina. Malgioglio compone il numero e le risponde Mara Venier: “A Cristià, ma che te sei rincojonito?“. Una spruzzatina di trash non fa mai male.

La prima puntata dello show si conclude con un monologo tremendamente populista di Max Giusti sull’italiano medio, con un nemmeno troppo velato riferimento a Francesco Schettino, determinante per ottenere l’applauso del pubblico. Insomma, Riusciranno i nostri eroi è promosso con la sufficienza, ma se  Raiuno intende investire sul varietà deve bonificarlo dagli orpelli nazionalistici, oltre a mettere sotto gli autori con gag più graffianti per far risaltare il talento di Max Giusti (Don Matteo e Lotito sono da rivedere). L’orgoglio patrio in tv per il momento può suscitarlo solo Roberto Benigni.

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