Weekend al cinema: John Rambo sfida i fratelli Cohen e Tim Burton

Quattro film stranieri, tutti con la loro importanza, escono questa settimana al cinema e promettono di regalarvi grandi emozioni.

Se la settimana scorsa il weekend cinematografico ha raccontato drammi di ogni tipo, dalla travagliata vita de Il petroliere, al tremendo destino dei protagonisti di Away from her e Lo scafandro e la farfalla, quello di questa settimana ci propone una storia cruda, John Rambo, una fantastica e musicale, Sweeney Todd e una dai sapori Noir, Non è un paese per vecchi. A onor delle cronache è giusto ricordare anche la commedia Un uomo qualunque, che in tempi differenti avrebbe meritato maggiore attenzione.

Prima di andare insieme a conoscere meglio le quattro pellicole, voglio ricordarvi che questo weekend è anche quello degli Oscar, argomento che tratteremo sia alla vigilia, Domenica, che Lunedì, a giochi fatti e come leggerete in seguito, due dei film di cui vi parlerò sono pluricandidati alle ambitissime statuette.

Trio Medusa: intervista a Gabriele Corsi

Come definirli pazzi incoscienti? O che altro? Loro sono il Trio Medusa, ovvero Gabriele Corsi (attore), Giorgio Maria Daviddi (biologo) e Furio Corsetti (architetto). Nati nell’ambiente delle radio, poi esplosi (in tutti i sensi) in tv grazie al programma di Italia 1, Le Iene, sono entrati nelle grazie del pubblico, con le loro tipiche interviste senza ritegno nei confronti di personaggi famosi, meglio se politici, in cui danno il peggio di se quando si tratta di metterli in ridicolo. Noi di Cinetivù abbiamo incontrato Gabriele Corsi, ecco cosa ci ha detto.

Come nasce il Trio Medusa?

Abbastanza casualmente. Eravamo un gruppone di amici del mare (più di
cento). Ci chiamavamo “la medusa” per la simpatica abitudine di stare chiappe al vento (corpo abbronzato, sedere bianco=medusa!). Tra le tante goliardate ci inventammo una radio pirata, “Radio Medusa”. Peccato che la frequenza, scaldandosi, andava a coprire Radio Maria…

E l’esperienza a radio Deejay?

Un ascoltatore di allora, Matteo Curti -adesso station manager di Radio Capital- inviò una nostra cassetta a Linus. Lui ci chiamò. Pensammo ad uno scherzo e lo mandammo a cagare…Adesso è lui che lo fa abitualmente.

CinepuntoSoap – Settimana 08

Eccoci all’ottavo appuntamento ufficiale con CinepuntoSoap. Cosa è successo in questi giorni nelle nostre quattro soap preferite(Beautiful, Centovetrine, Un posto al sole, Vivere)? Vado subito ad illustrarvelo, raccontandovele per come le ho viste io:

Beautiful
La storia questa settimana è tutta basata sul quadrato Ridge – Rick – Phoebe – Ashley: il mascellone vuole provare ad avere una storia seria con Ashley, che di contro per cominciare qualcosa di duraturo vuole dire la verità su lei e Rick, anche perché è ancora molto agguerrita la concorrenza di Brooke. Rick invece vorrebbe tacere il tutto per paura di perdere Phoebe (che dice di averlo già perdonato, ma non ci crede nessuno), mentre Constantine, che non vede l’ora di gettarsi come una iena sulla lolita di casa Forrester indaga da quella pettegola di Felicia (che sennò non avrebbe un ruolo nella soap). Nel frattempo Brooke, assorta dai pensieri di conquista, chiede a Donna di badare ad RJ e Hope, glieli affida e… si ritrova i servizi sociali in casa, perché lei se li dimentica. Morale della favola? Mai fidarsi delle Donne.

Ascolti Tv: Mercoledì 20 Febbraio – Vince Milan – Arsenal su tutto e tutti!

Anche oggi, vi racconteremo la televisione in numeri, attraverso i dati sugli ascolti ricavati dai comunicati stampa ufficiali Rai e Mediaset, dati che possono aiutarci a capire il gusto del pubblico (anche se ho i miei dubbi) e a valutare l’evoluzione dei palinsesti televisivi.

Vi voglio ricordare che la percentuale è riferita alla quota di mercato (share) riferita al target commerciale 15-64 anni, mentre il numero di spettatori è il numero riferito all’intera totalità dei telespettatori.

Ieri la giornata e la serata è stata vinta dalla partita di Champions League Arsenal-Milan, che ha battuto negli ascolti, non solo Questa è la mia terra, che migliora negli ascolti, ma anche Striscia la notizia, che rimane comunque il programma non sportivo più seguito della giornata.

Sul Doppiaggio – 16 – L’orchestra e i musicisti

Continua il racconto di André Rigaud:

Venite adesso con me a fare un giro in uno studio dove si registrano le sincronizzazioni, ma vi prego di non fare nessun rumore. Se, per esempio, siete proprietari di un orologio a braccialetto, non vi avvicinate ai microfoni. Nella cabina dei registratori fonici, l’operatore finirebbe con l’udire dei colpi di martello. Non abbiate nessun timore. Quelle torpedini alate che sono sospese al soffitto, non sono dei siluri. La sale è piuttosto piccolo e se voi scatenate in questa sala una dozzina di musicisti, i microfoni registreranno un fracasso musicale simile all’annuncio del Giudizio Universale. Quelle cose che somigliano a delle torpedini servono semplicemente ad attutire i suoni. Finalmente l’orchestra è collocata. Il contrabbasso è stato messo in penitenza in un angolo, perché altrimenti le sue sorde eruttazioni, attraverso il microfono diventano terremoti. Davanti al podio largo un metro, si trovano cinque o sei attori in piedi. I loro occhi sono ansiosamente fissati verso la spirale sulla quale è scritto il testo da recitare. Si tratta di una specie di lettura a chiocciola.

In un altro angolo sono collocati i rumoristi, con tutti gli ordigni più o meno eterocliti che sono necessari per creare un’atmosfera. Il direttore tecnico, seduto su uno sgabello altolocato, guarda lo schermo sul quale dovrà fra poco giudicare il sincronismo delle frasi pronunciate. L’ingegnere che si occupa dei suoni è chiuso in una specie di gabbia di vetro e maneggia dei bottoni. Lo si direbbe un amatore di radio, deciso a fracassare il suo apparecchio. Il mettinscena si è chiuso anche lui nella gabbia di vetro e tiene l’orecchio teso verso l’altoparlante, l’occhio fissato allo schermo, la matita inclinata verso un quaderno, che fra poco, cioè dopo che le voci saranno state registrate, si riempirà di notazioni sgradevoli per gli attori.

Recensione: Lo scafandro e la farfalla – Un pugno nello stomaco

Lo scafandro e la farfalla è un pugno nello stomaco, è il tasto che serve per resettare la propria mente da stupidi problemi, che giornalmente noi trasformiamo in insormontabili.
Premetto: io non amo i film drammatici, ancor meno i film con persone malate o morenti, perché sto male con loro. Potete quindi immaginarvi come possa essere stato duro per me guardare un film come Lo scafandro e la farfalla (tratto dall’omonimo romanzo Le scaphandre et le papillon), la storia di un uomo colpito da un ictus, che riesce a comunicare con il mondo che lo circonda solo sbattendo la palpebra dell’occhio sinistro.
Pensare di averlo visto è stato ancora più difficile perché alla fine, prima dei titoli di coda, appare la scritta che testimonia la reale esistenza di Jean Dominique Bauby, l’uomo che, nonostante il grave problema fisico che l’ha colpito, è riuscito a scrivere un libro (dettandolo ad una donna utilizzando un alfabeto, che mette in ordine di maggior utilizzo le lettere, nonché la sua palpebra) e a lasciarci una testimonianza.

Festival di Berlino: pollice verso per l’Italia

Berlino amara per il cinema italiano. A pochi giorni dalla fine della 58ma edizione del Festival del Cinema, che ha visto assegnare l’Orso d’Oro per il miglior film, al brasiliano “Tropa de Elite” di José Padilha, ci ritroviamo a commentare l’ennesimo deludente risultato per una pellicola di casa nostra:”Caos Calmo“. Il film di Antonello Grimaldi, non ha ricevuto nessun riconoscimento degno di una significativa menzione, che ci saremmo aspettati almeno per il protagonista maschile: Nanni Moretti.

Nei giorni precedenti alla premiazione, la stampa tedesca pur non mostrando particolare apprezzamento per la pellicola, si era mostrata ben più benevola verso l’interpretazione di Moretti , cosa che faceva ben sperare per un positivo esito finale, con qualche premio sia pur marginale.

L’unico prodotto italiano premiato è stato il documentario “Improvvisamente l’inverno scorso” di Gustav Hofer e Luca Ragazzi, che ha ricevuto la menzione speciale del premio “Manfred Salzgeber“, dedicato a lungometraggi o documentari particolarmente innovativi. Al cospetto delle grandi manifestazioni internazionali, l’Italia si ritrova ad occupare ancora una volta un ruolo marginale.

Recorder – 8 – Willy il principe di Bel Air

Willy il principe di Bel Air narra le vicende della famiglia Banks e di Will Smith (Will Smith), un ragazzo diciottenne, che dovendo fuggire da Harlem, viene spedito, dalla mamma, a casa loro, nella lussuosa villa di Bel Air.

Recorder oggi vi parla di The Fresh Prince of Bel-Air, cercando di rivivere insieme a voi il clima allegro e scanzonato delle sei serie televisive, andate in onda dal 1990 al 1996 in america e dal 1992 al 1999, su Italia1, in Italia.

La famiglia Banks, oltre al membro acquisito Willy, è composta dal padre Phillip (James Avery), un uomo grande e grosso, pelato (detto Zucchino dalla madre) di umili origini che è riuscito a diventare un giudice stimato e di successo; la madre Vivian (dalla prima alla terza serie Janet Hubert-Whitten, dalla quarta alla sesta serie Daphne Maxwell Reid), una donna di classe e di buon cuore, sorella della madre di Willy; Carlton (Alfonso Ribeiro) , il primo figlio maschio della famiglia, basso, colto, impacciato e snob; Hilary (Karyn Parsons), la primogenita della famiglia, stilosa ragazza oca, sciocchina, dolce e adoratrice dello shopping; Hasley (Tatyana M.Alì), l’intelligente e furbetta piccola di casa, la più affezionata e simile a Willy. Nelle ultime stagioni compare anche Nicky Banks il quarto figlio dei Banks.

Ascolti Tv: Martedì 19 Febbraio – Vince Rex – Crolla definitivamente La sai l’ultima

Anche oggi, vi racconteremo la televisione in numeri, attraverso i dati sugli ascolti ricavati dai comunicati stampa ufficiali Rai e Mediaset, dati che possono aiutarci a capire il gusto del pubblico (anche se ho i miei dubbi) e a valutare l’evoluzione dei palinsesti televisivi.

Vi voglio ricordare che la percentuale è riferita alla quota di mercato (share) riferita al target commerciale 15-64 anni, mentre il numero di spettatori è il numero riferito all’intera totalità dei telespettatori.

Ieri la giornata è stata vinta come di consueto da Striscia la notizia con 6 milioni 571 mila telespettatori e il 26,47% di share. La serata ha visto trionfare gli ultimi due episodi di Rex (21,13% di share). Da segnalare la mancata comunicazione dei risultati della prima serata di Canale5 e Italia1, forse per il pessimo ascolto (Ricordiamo che Canale5 mandava in onda nuovamente La sai l’ultima, programma che ha perso ogni settimana contro Rex e a volte anche contro Ballarò). Da altre fonti pare che La sai l’ultima abbia fatto il 14,99% di share e il film di Italia1, L’amore è un trucco solo il 10,43%. Complice di questi scarsi risultati l’andata degli ottavi di finale di Champions League che vedeva impegnate Inter e Roma.

Recensione: Il petroliere – Un film da vivere più che da guardare

Il petroliere, candidato all’oscar per la migliore regia, il miglior montaggio, la migliore scenografia, miglior fotografia, miglior sceneggiatura non originale, miglior sonoro e miglior attore protagonista, narra trent’anni (1898-1927) di vita di Daniel Plainview (Danny Day-Lewis), un minatore, che nel 1898 cercando un giacimento d’argento, s’imbatte in un giacimento di petrolio.
Il petroliere, diretto magistralmente da Paul Thomas Anderson (Magnolia), racconta, attraverso primi piani e panoramiche, suoni assordanti e silenzi angoscianti, la vita di un uomo in continua competizione con il mondo, alla continua ricerca del successo, pronto a tutto per ottenerlo, dal crearsi una storia strappalacrime (la moglie morta per dare alla luce il figlio), al rinnegare se stesso e il suo credo (la confessione pubblica di essere un peccatore) pur di avere terre da trivellare.
There will be blood (il nome originale della pellicola) è la vita di un bambino, H.W. (Dillon Freasier) orfano rimasto sordo in seguito all’esplosione di un pozzo, preso dal protagonista per non rimanere solo, e perso dallo stesso per la sua incapacità di amare; è l’avidità di un ipocrita predicatore opportunista, il rivale numero uno del petroliere, un uomo di fede (si fa per dire) schierato contro un uomo del tutto materialista e avido.

Sul Doppiaggio – 15 – Gli elementi del doppiaggio descritti da André Rigaud nel 1936

Per affrontare tutti gli elementi del doppiaggio voglio riportarvi, oggi e domani, un articolo abbastanza raro, che scrive nel 1936 André Rigaud, uno dei primi articoli della storia, che parla di doppiaggio. Il titolo è I misteri del Dubbing. Questo articolo è interessante perché spiega cosa significa doppiare e racconta come avviene il doppiaggio di una battuta. Buona lettura:

Si deve dire dubbing o dubling? Voi forse preferite dubbing, ma disgraziatamente questa parola ha già preso un posto preciso nel gergo cinematografico. Il Dubbing è quel trucco grazie al quale si può trasformare un film parlato cinese in un film canadese al cento per cento. Per evitare qualsiasi errore di ortografia, dubbing si scrive “sincronizzazione”. Però la parola sincronizzazione si pronuncia dubbing, perché è molto più facile dire dubbing che “sincronizzazione”.

Che cosa è esattamente questo dubbing, di cui si parla tanto in questo momento della storia del cinematografo? Il dubbing è uno strano sport, che consiste nel far parlare in una certa lingua le fotografie di alcuni artisti, che si sono espressi in lingua diversa. Il problema consiste nel redigere il dialogo letterario di un film, ispirandosi ai movimenti delle labbra dei personaggi. Come vedete, si tratta di una cosa semplicissima.

Il festival di Sanremo è ancora attuale?

Manca ormai meno di una settimana all’inizio della 58ma edizione del Festival della Canzone Italiana, il tam tam mediatico ha raggiunto il massimo dell’intensità con i giornali che riportano ogni giorno gossip, sondaggi, notizie di ogni genere dalla città dei fiori.

Ogni trasmissione della Rai, per quel che è possibile, non perde occasione nel fare anche un minimo accenno alla kermesse sanremese, con l’intento di tenere alto il blasone di un’azienda televisiva, che la prossima settimana raggiungerà il culmine del periodo di garanzia, quello su cui ogni inserzionista pubblicitario ha puntato i pezzi migliori. L’aspettativa del pubblico è alta, guai a deluderla.

Eppure io, quale operatore del settore, in qualità di speaker radiofonico di lungo corso, ormai in disarmo, nonché inviato al festival più di dieci anni fa (allora vinsero i Jalisse), mi interrogo sulla reale necessità di mandare in onda una sfilata di canzoni che col passare degli anni ha perso sempre più il suo fascino.

Ascolti Tv: – Lunedì 18 Febbraio: per lo share vince il GF, ma Caravaggio fa molto meglio col pubblico!

Anche oggi, vi racconteremo la televisione in numeri, attraverso i dati sugli ascolti ricavati dai comunicati stampa ufficiali Rai e Mediaset, dati che possono aiutarci a capire il gusto del pubblico (anche se ho i miei dubbi) e a valutare l’evoluzione dei palinsesti televisivi.

Vi voglio ricordare che la percentuale è riferita alla quota di mercato (share) riferita al target commerciale 15-64 anni, mentre il numero di spettatori è il numero riferito all’intera totalità dei telespettatori.

Ieri vince la giornata Striscia la notizia che viene vista da 7 milioni 390 mila telespettatori e uno share del 30,55%. La prima serata viene vinta per lo share dal Grande Fratello (25,89% contro il 25,14% della fiction di Rai1), solo per la sua interminabile durata, ma per il pubblico di gran lunga da Caravaggio (6 milioni 446 mila telespettatori contro i 5 milioni 235 mila del reality show di Mediaset). La crisi del GF continua quindi. Porta a Porta detronizza il Maurizio Costanzo Show in seconda serata: Porta a porta ottiene il 23,79% di share e 1 milione 895 mila telespettatori, il programma di Maurizio Costanzo, il 19,79% di share e solo 1 milione e 30 mila telespettatori. Continua nel comunicato stampa Mediaset a risultare il Tg5 delle 20 al vertice dell’informazione: quanti vertici hanno le informazioni? Perché giorno dopo giorno Tg5 viene battuto nettamente dal Tg1.

L’inchiesta: negli U.S.A. le star si schierano con i candidati alla presidenza, in Italia contro il voto.

Carissimi Lettori,

L’inchiesta di oggi è solo abbozzata: da ieri avevo intenzione di parlare del tema di cui potete leggere l’argomento nel titolo. Ho provato più e più volte a cercare un punto d’inizio e un punto d’arrivo nella mia riflessione, ma alla fine mi sono reso conto, che qualsiasi cosa potessi dire, avrei potuto urtare il vostro punto di vista o essere accusato di antipolitica.

Le premesse vi sono dovute: ieri inizio a preparare il post, pensando di scrivere riguardo qualcosa che potesse essere di vostro interesse. La scelta ricade sulla descrizione degli schieramenti delle star a favore dei vari candidati alle presidenziali americane del 4 novembre. La lista è corposa, la suddivisione molto interessante, ma mi accorgo, alla fine dell’articolo, che sto parlando di gossip e non sto facendo un’inchiesta. Un’inchiesta implica una domanda a cui si cerca di dare una risposta.

La conferma dell’inadeguatezza del post mi vien data all’ora di pranzo: Fiorello a Viva Radio2 attacca la politica italiana, la sua mendacità da campagna elettorale e la sua inefficienza nel risolvere i problemi dei cittadini. Come posso parlare di qualcosa di così scollato dalla nostra realtà, quando in Italia i problemi sono altri?