
Jumper nasce per piacere e finisce per annoiare.
David Rice (Hayden Christensen), scopre a quindici anni, cadendo dentro ad un lago ghiacciato, di aver la capacità di teletrasportarsi in luoghi conosciuti. Prima dell’incidente la sua vita non è esattamente quella del protagonista: la madre l’ha abbandonato quando aveva cinque anni, il padre è perennemente in collera con lui, la ragazza che gli piace, Millie, lo vede solo come un amico e i bulli della scuola lo prendono di mira.Per questo David, appena scoperto di avere un potere così grande, decide di imparare ad usarlo e fare la bella vita: rapina banche teletrasportandosi direttamente nei caveau, va a fare surf alle Fiji, fa colazione sulla Sfinge in Egitto e osserva Londra dal Big Bang.
Andrebbe tutto bene se non scoprisse, col passare del tempo (otto anni dalla sua prima rapina), che un’associazione segreta, i Paladini, guidati da Roland (Samuel L. Jackson), danno la caccia da secoli a quelli come lui per ucciderli, solo perché li considerano un abominio (motivazione che detta da un nero dai capelli color bianco neve pare abbastanza ridicola). Con l’aiuto di Griffin (Jamie Bell), il nostro eroe dovrà sconfiggere i Paladini per garantire sicurezza a se stesso, ai saltatori come lui e alla sua ragazza Millie (Rachel Bilson), che solo per il fatto di conoscerlo rischia di essere eliminata.


