Recensione: Matrimonio alle Bahamas – C’è di peggio

Cristoforo Colombo (Massimo Boldi) è un milanese che lavora come tassista a Roma. La sua famiglia, composta dalla moglie siciliana Rosy (Anna Maria Barbera), il figlio pseudo rapper (Valentino Campitelli), il cognato ladro (Enzo Salvi) e la sua fidanzata Lory (Loredana De Nardis), e i surreali cugini di Cristoforo (I Fichi d’India) deve partire per le Bahamas dove è programmato (circa a metà film) il matrimonio di Valentina (Lucrezia Piaggio), l’altra figlia, quella studiosa con la borsa di studio all’università di Miami.
Valentina, durante il suo soggiorno a Miami, un ottimo toccasana per dimenticare il suo ex (Raffaello Balzo) ha infatti conosciuto Bob (Donald French) di cui si è perdutamente innamorata, senza sapere la natura benestante (o meglio facoltosa) della sua famiglia nonché le sue origini italiane: il padre Al Di Giacomo (Biagio Izzo) è un agente di borsa e la madre (Victoria Silvstedt), la classica riccona bella e inutile.
Matrimonio alle Bahamas è una piacevole commedia, fatta di umanità e semplicità, ma un pessimo film comico, dove l’unica a tener a galla la baracca, è proprio Anna Maria Barbera con il suo classico repertorio di storpiature, vista la palesata inutilità nella storia dei Fichi d’India e il guinzaglio messo a Enzo Salvi, che graffia ma non morde. Gli altri protagonisti maschili a partire proprio da Boldi e Izzo (che se avesse parti più interessanti forse non sarebbe male), risultano molto più piacevoli nei momenti di commedia, che in quelli pseudo comici dove di reciclano gag preistoriche o giochi di parola prevedibili fino all’inverosimile.

Recorder – 11 – Pappa e ciccia

Prendete il cartone animato più famoso degli ultimi vent’anni (la famiglia Simpson), trasformatelo in serie tv (la famiglia Conner) ed otterrete il telefilm padre de I Simpson: Pappa e ciccia, il cui titolo originale è Roseanne.

La Sit-com creata nel 1988 dalla geniale mente di Matt Williams (già sceneggiatore de i Robinson), è andata in onda per nove stagione negli States sul canale ABC, mentre in Italia è andata in onda nel lontano 1990 su Canale5.

Pappa e ciccia è stata vincitrice di innumerevoli Emmy Award e ha ospitato molte Guest stars tra cui: Sharon Stone, Tony Curtis, Leonardo DiCaprio e, l’editore di Playboy Hugh Hefner.

Ascolti Tv: Martedì 11 Marzo – Il calcio batte House

Anche oggi, vi racconteremo la televisione in numeri, attraverso i dati sugli ascolti ricavati dai comunicati stampa ufficiali Rai e Mediaset, dati che possono aiutarci a capire il gusto del pubblico (anche se ho i miei dubbi) e a valutare l’evoluzione dei palinsesti televisivi.

Vi voglio ricordare che la percentuale è riferita alla quota di mercato (share) riferita al target commerciale 15-64 anni, mentre il numero di spettatori è il numero riferito all’intera totalità dei telespettatori.

Ieri vince la giornata e di conseguenza anche la serata la partita di Champions League Inter – Liverpool che ha visto prevalere la squadra inglese. Battuta dunque Striscia la notizia sia per lo share 26.52% il match, 26.50% il tg satirico, sia per il pubblico 7 milioni 492 mila telespettatori il calcio contro i 6 milioni 935 mila telespettatori della trasmissione di canale5. Bene comunque Dr. House che incassa i colpi ma non crolla, realizzando, nel secondo episodio lo share migliore.

X Factor… continua

La maledizione dei reality musicali continua: dopo i cali di Music Farm, il flop di Superstar (vi ricordate Michelle Hunziker in una delle sue conduzioni più penose?) e lo scarso risultato di Operazione Trionfo (grande Miguel Bosè, scarso tutto il resto), anche X Factor rischia di finire appena cominciato.

Dopo i deludenti risultati della prima serata di Lunedì (certo che bisogna essere delle volpi a mettere un programma nuovo contro il GF, anche se in caduta libera e ad una fiction, La vita rubata, su cui in Rai si puntava tanto), dove la trasmissione non ha raggiunto nemmeno i due milioni di spettatori, si vociferava di una possibile chiusura (impossibile a mio avviso dopo mesi di lancio), poi trasformata in una più logica ricollocazione del programma.

Futurama

Se mi capitasse di poter scegliere di essere criogenizzato per mille anni, in modo da darmi l’occasione di vedere il Futuro, quello vero, un millennio dopo, beh… avrei qualche titubanza. Il mio cane, la mia ragazza, i miei genitori e i miei fratelli, i miei amici, tutti morti….evviva! Si ricomincia da zero! E’ questo lo spirito con cui si apre una delle serie a cartoni animati più “colorate” degli ultimi anni, creata dal celebre Matt Groening (autore anche de I Simpson) e David X. Cohen, trasmessa in Italia su Italia 1 alle 20.

Il protagonista è il pavido Philip J. Fry, fattorino presso il luridissimo Panucci’s Pizza. La sera del 31 Gennaio dell’anno 1999 subisce uno scherzo (scopriremo più avanti nella serie che niente è casuale), per cui si trova a dover consegnare una pizza in un laboratorio sperimentale di criogenia; si tratta solo dell’epilogo di una giornata agghiacciante, in cui tra le altre cose Fry viene mollato dalla sua superficialissima, “normalissima” ragazza.

E ghiacciato rimane anche il povero Fry, che nell’accingersi a festeggiare da solo e in barba al mondo, in barba a tutti, finisce per rimanere ibernato in una delle capsule del laboratorio per ben 1000 anni.

Il successivo risveglio nell’anno 3000 porterà Fry a vedere con occhi “homersimpsoniani” nientmeno che il futuro, al quale si adatta di buon grado, soprattutto dopo l’incontro con i suoi futuri – in tutti i sensi – compagni d’avventura, ed ogni incontro è un’occasione per quella comicità estrema e a tratti surreale alla quale il grande Matt Groening ci ha “educato” tramite l’esposizione a una gialla famiglia che vive a Springfield.

Lo zoo di 105 su Comedy Central

Dopo Deejay chiama Italia, di cui abbiamo già parlato qualche articolo fa, un altro tra i più seguiti programmi radiofonici dell’fm nostrano, balza agli onori delle telecamere, si tratta de Lo zoo di 105, da mercoledì scorso in onda alle 23.30 su Comedy Central (Sky, canale 115), in replica dal lunedì al venerdi alle 13.40.

La trasmissione che vede tra i suoi ideatori Marco Mazzoli, in onda su Radio 105 Network dalle 14 alle 16, è ormai da qualche anno un punto di riferimento per gli ascoltatori italiani, con picchi di gradimento tali da superare nel 2005 il Deejaytime di Albertino, fino ad allora dominatore assoluto di quella fascia oraria, decretandone di fatto la fine.

Lo zoo, è composto dal già citato Marco Mazzoli, Fabio Alisei, Wender, Pippo Palmieri, Paolo Noise e da Leone di Lernia, noto anche per le sue parodie in pugliese di successi da classifica.

Recensione: Lezioni di felicità – Pillole di saggezza

Odette (Catherine Frot), è una signora vedova con due figli, uno gay e una disoccupata, che, dalla morte del marito non ha più trovato la forza per reagire, fino al punto, più volte, di pensare al suicidio. Se non si è spinta così in fondo è stato grazie alla lettura dei libri dello scrittore francese Balthazar Balsan (Albert Dupontel). Balsan, definito dalla critica come scrittore di libri per shampiste e casalinghe e impiegate è un uomo colto, incapace di trovare l’ispirazione caus la fiducia in se stesso pari a zero: l’editore non lo difende dalle accuse e la moglie lo tradisce con il critico. La presentazione dell’ultimo libro di Balsan è l’occasione giusta per Odette di conoscere il suo scrittore preferito e realizzare il suo sogno, nonché per lo stesso scrittore la possibilità per riappropriarsi della propria vita dopo la drammatica scelta di provare a togliersela.
Eric-Emmanuel Schmitt, grande drammaturgo francese, esordisce al cinema (anche se aveva regalato ai cinefili la storia Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano) come regista e racconta in maniera classica e poetica il rapporto profondo che si può creare tra il lettore e lo scrittore. Odette toulemonde, il nome originale della pellicola, comincia prima dell’inizio della storia raccontata, ma attraverso lettere, foto e testimonianze, recuperiamo tutte le notizie principali per capire la profondità dei temi trattati: la solitudine, la ricerca della felicità (da qui il titolo italiano), l’incapacità di comunicazione fra le persone e come già detto, il rapporto simbiotico lettore-scrittore.

Ascolti Tv: Lunedì 10 Marzo – stravince Beppe Fiorello e Rai1. Disastro X Factor

Anche oggi, vi racconteremo la televisione in numeri, attraverso i dati sugli ascolti ricavati dai comunicati stampa ufficiali Rai e Mediaset, dati che possono aiutarci a capire il gusto del pubblico (anche se ho i miei dubbi) e a valutare l’evoluzione dei palinsesti televisivi.

Vi voglio ricordare che la percentuale è riferita alla quota di mercato (share) riferita al target commerciale 15-64 anni, mentre il numero di spettatori è il numero riferito all’intera totalità dei telespettatori.

Ieri la giornata viene vinta da Striscia la notizia con 8 milioni 432 mila telespettatori (33,74% di share). La serata vien vinta da La vita rubata, fiction di Rai1 con Beppe Fiorello. Disastro X Factor, battuto pure dal film trasmesso da Rete 4 (tra l’altro bellissimo). Infine voglio farvi notare come, la faccia di bronzo dei comunicati Mediaset tocca punte incredibili, che mi permetto di quotare:

“Grande Fratello 8” si aggiudica il prime time sul pubblico attivo con una share del 25.53% sul target commerciale e 5.077.000 telespettatori totali

Ridicoli! 2 milioni e mezzo di spettatori in meno e una durata più lunga della fiction che gli permettono di recuperare in share. Valutate voi la sincerità dei comunicati stampa…

L’inchiesta: quanto costa il televoto? Serve veramente?

Il televoto è il metodo più democratico che ci sia per far interagire il pubblico con la televisione. Tutte bugie! Il televoto è il metodo più astuto per guadagnare soldi facili, magari per finanziare i montepremi di centinaia di migliaia di Euro dei reality.

Ci sono due tipologie di televoto: quella per esprime una preferenza a favore di un concorrente, usato dai reality show, Miss Italia e il Festival di Sanremo e quelli per esprimere una propria opinione su un determinato argomento.

Se nel primo caso posso nutrire dei dubbi sulla reale validità del metodo, che spaccia il pubblico per il detentore del comando sulla sorte dei partecipanti (ma come vedremo non è sempre così), nel secondo, concorderete con me, la vostra opinione è puramente finalizzata a guadagnare soldi.

Neon Genesis Evangelion

Anche quando gli ingredienti sembrano gli stessi, la sostanza cambia, e parecchio. Prendiamo la storia di un ragazzino appena adolescente, “iniettiamo” nella vicenda problemi familiari di non trascurabile entità, e mettiamo lo stesso ragazzino alla guida di un super robot, dato che, per l’appunto, gli alieni si accingono ad attaccare. Il prototipo è pronto, dei mostri arrivano dallo spazio, il ragazzino è affiancato da ragazze della sua età molto, molto carine, anch’esse alla guida dei robot. Tutto quello che si può raccontare i modo superficiale di Neon Genesis Evaneglion deve farci riflettere sull’errore che commettiamo nel trattare superficialmente le cose, soprattutto quando la posta in gioco coincide con l’addentrarsi completamente in una delle storie più belle e complesse mai raccontate in un anime, e non solo.

La vicenda trae le sue origini da una catastrofe, un’esplosione di misteriosa entità che ha provocato lo scioglimento dei ghiacci: il Second Impact. Quindici anni e miliardi di vittime dopo, la Terra prova a rimettersi in piedi, e a sferrare il colpo di grazia ci pensano gli Angeli, misteriose, enormi creature provenienti da zone misteriose, forse dell’Universo, forse della stessa anima dell’uomo. Ma per fortuna la Nerv, una potente azienda con alla base un enorme centro di ricerca, ha prodotto gli Eva. Di cosa si tratta? Niente dettagli qui, non voglio rovinare “la prima volta” a chi ancora non ha visto NGE, dato che ricordo che razza di sconvolgente e piacevole esperienza sia stata per me. Posso dire solo che sono le uniche armi a disposizione dell’umanità – rappresentata in questo caso da Neo Tokyo 3 er far fronte all’incombente minaccia degli Angeli, i quali cercano inesorabili di raggiungere qualcosa, là, nel nucleo sperimentale e segretissimo della Nerv, con una cieca furia di combattimento.

Ed è un’apoteosi di combattimenti, di grida urlate da questi enormi mecha nel cercare di far emergere quel lato selvaggio che coesiste con l’animo razionale nell’uomo. Spettacolari i lotte, anche corpo a corpo, tra colossali mecha, disegnati in modo originale e particolarmente “vivo”; i mecha in questione – gli Eva – disegnati da Ikuto Yamashita, hanno un’interfaccia di comando organica, ricevono gli impulsi per il movimento direttamente dal sistema nervoso dei tre piloti, i tre protagonisti: Shinji Ikari, Rei Ayanami, Asuka Soryu Langley. Tre giovani vite che cercano di divincolarsi dalle loro paure e dai loro traumi e, con scopi e motivazioni diverse, lo fanno combattendo.

Che fine ha fatto My Name Is Earl?

Ancora una volta Mediaset è protagonista di episodi di mal vessazione, nei confronti di una serie tv che proprio non lo merita. Stiamo parlando di My name is earl, pluridecorato telefilm in patria (negli Stati Uniti ha vinto due Emmy awards), ma che qui in Italia dove è andata in onda la prima stagione (24 episodi), ha dovuto subire gli effetti della cosiddetta dura legge dei palinsesti, con continui spostamenti di orario in fasce antelucane e cambi del giorno di programmazione.

E cosi mentre negli Stati Uniti dal 3 aprile sulla Nbc, riprenderà la terza stagione, iniziata lo scorso settembre con i primi tredici episodi, poi interrotta per lo sciopero degli sceneggiatori, qui da noi non c’è nemmeno l’ombra delle 23 puntate che compongono la season two. Ci sembra di percepire come una sorta di accanimento da parte dell’azienda di Cologno Monzese, che al momento non prevede nemmeno un’anteprima della serie sui canali del digitale terrestre.

E pensare che ci eravamo illusi, con la presentazione dei programmi Mediaset per il 2008, che la serie potesse andare in onda a gennaio ma ormai possiamo solo sperare che venga inserita nella programmazione estiva.

Nuovo film per Francis Ford Coppola

Francio Ford Coppola, ha annunciato il titolo del suo nuovo film, le cui riprese prenderanno il via il prossimo 31 marzo. Si chiamerà Tetro e avrà come protagonisti l’attore e regista Vincent Gallo, il premio Oscar Javier Bardem, killer psicopatico in Non è un paese per vecchi e Maribel Verdu fra gli interpreti principali de Il labirinto del fauno.

Il film ambientato a Buenos Aires è: “La storia di una famiglia segnata dalla maledizione e dalla tragedia“, ha detto Coppola, aggiungendo che la pellicola si basa anche su episodi reali, negandone l’elemento autobiografico.

Confermato il budget di 15 milioni di dollari, così come alla fotografia Mihai Malaimare Jr., alle musiche Osvaldo Golijov e al montaggio Walter Murch.
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Alle Falde del Kilimangiaro

Lo ammetto, non posso dire di essere un viaggiatore nel senso classico del termine. In parte anche per questo Alle Falde del Kilimangiaro suona accattivante. I primi secondi di programma sono in bianco e nero, eccezion fatta per il titolo;pochi istanti, senza farsi desiderare troppo, dopo lo schermo televisivo si colora e ci si tuffa in una miriade ordinata e graziosa di immagini e suoni, che ci portano a ritmi sostenuti in giro per il mondo. Il programma si snoda attraverso varie fasi, e dopo un servizio di apertura si passa al “gioco”, in cui due sfidanti portano in trasmissione due rispettive esperienze di viaggio che saranno valutate dagli spettatori tramite un meccanismo di televoto. Le due esperienze di viaggio sono rappresentate da due servizi curatissimi e molto dettagliati. Nella puntata di oggi gli sfidanti sono rappresentati da due coppie: la prima ci mostra l’Australia e la Polinesia, mentre la seconda ci ha conduce nei luoghi principali della Turchia. Il primo servizio è originale, un’ottima colonna sonora, suggestiva e in accordo con le immagini; emergono nel servizio una serie interessante di aspetti dell’Australia e della Polinesia, che vengono fotografate da più angolazioni. Fluiscono molte informazioni, sia per il potenziale turista, sia per chi è semplicemente curioso di saper cosa c’è in Australia oltre ai canguri e cosa c’è in Polinesia oltre al mare da copertina di rivista di viaggi. E le cose in più non sono poche. Anche il servizio sulla Turchia, oltre ad essere confezionato egregiamente, ci accompagna in luoghi suggestivi e densi di significati storico-culturali.

Il blob dei blog: Rai e Mediaset vergognatevi!

Carissimi lettori,

non sopporto più i signori Mediaset e Rai: anche ieri sera (parliamo di Domenica e non di un giorno qualsiasi della settimana), la prima serata di Canale5 e Rai1, le due reti ammiraglie concorrenti, hanno riproposto le repliche rispettivamente di Dr. House (la prima puntata era una della seconda stagione) e di Il Commissario Montalbano.

Che rispetto hanno di noi, queste persone? Stanno cercando di spingerci a guardare le televisioni a pagamento? Se la risposta e si, consiglio a tutti di spegnere il televisore, munirsi di PC e connessione internet e utilizzare programmi legali di Streaming Video o semplicemente navigare su YouTube.

Facciamo un passo indietro (molto lungo) per capire la mia indignazione: quando ero piccolo, detestavo la televisione estiva (e fortuna che si poteva andare a fare due tiri col pallone o a prendere il sole) perché trasmetteva sempre o repliche o film vecchi (che con il tempo ho imparato ad apprezzare), oltre a programmi di una stupidità unica come Bellezze al Bagno o Beato tra le donne, che perlomeno intrattenevano ed erano inediti.