Il blob dei blog: Cara Paola, per l’ultima volta: non ce la si fa più… della tua ipocrisia!

Cara Paola,

ormai grazie a te, questa rubrica ha guadagnato lettori e credibilità, ma io che la scrivo, inizio a perderla, perché ribadisco sempre che non voglio parlare solo di te e invece puntualmente il soggetto della critica sei sempre tu.

Questa settimana ho provato a guardare L’Arena di Domenica In, ma quando ho visto il tema del televoto, “Le donne italiane si riconoscono in Carla Bruni?”, (sarebbe più interessante sapere se gli uomini italiani si riconoscono in Massimo Giletti e se la risposta fosse affermativa, fuggire dal Paese) non sapevo se sbattere la testa oppure tornare su Canale5 dove aveva da poco finito di cantare quel poeta di Mariano Apicella (è ironico, non fraintendere). Dio mio, ma si può avere qualcosa di decente la domenica? Comunque, siccome alla mia testa ci tengo, scelgo di ritornare su Canale5.

Tema del giorno: prezzi alti e stipendi bassi. Appena l’ho sentito son saltato sulla sedia e mi son detto:”Ecco che Paola ci ricasca e infrange qualche regola. Non è che in periodo di par condicio si sbaglia e parla di politica?”

Italian Job: viaggio nel mondo della truffa

Ancora una volta La7, propone un programma intelligente ed interessante, di quelli che non si trovano facilmente nel variegato panorama televisivo italiano, si tratta di Italian Job-Vicende e truffe all’italiana, di cui è andata in onda ieri sera alle 21.35, la prima delle quattro puntate previste.

Sotto torchio, in una sorta di sala degli interrogatori, Paolo Calabresi, autore della trasmissione con il regista Giovanni Filippetto e Dario Quarta. Calabresi è soprattutto un attore, con trascorsi nella compagnia di Giorgio Strehler, balzato tempo fa agli onori delle cronache per i suoi bluff architettati nei confronti di noti personaggi del mondo del calcio e dello spettacolo.

Come Luca Barbareschi nel Grande Bluff, trasmesso da Canale 5 dieci anni fa, il protagonista di Italian Job servendosi delle sue indubbie capacità recitative, assume ruoli di personaggi famosi o meno, per cui viene regolarmente scambiato.

Ascolti Tv: Sabato 16 Febbraio – Vince I migliori anni. Chiude male Gabbia di matti!

Anche oggi, vi racconteremo la televisione in numeri, attraverso i dati sugli ascolti ricavati dai comunicati stampa ufficiali Rai e Mediaset, dati che possono aiutarci a capire il gusto del pubblico (anche se ho i miei dubbi) e a valutare l’evoluzione dei palinsesti televisivi.

Vi voglio ricordare che la percentuale è riferita alla quota di mercato (share) riferita al target commerciale 15-64 anni, mentre il numero di spettatori è il numero riferito all’intera totalità dei telespettatori.

Ieri vince la serata I migliori anni condotto da Carlo Conti con il 29,45% di share. Chiude male o malissimo, se preferite, Gabbia di matti che ottiene il 13,95% di share. Ascolti da record per Amici di Maria De Filippi nel pomeriggio che ottiene il 34,39% di share e 4 milioni 553 mila telespettatori (un milione in più del programma serale del Bagaglino). Non pervenuta la prima serata di Rete4.La giornata viene vinta come sempre da Striscia la Notizia.

Sportivu – 7 – Tornano le moto, la Champions e il 6 Nazioni di Rugby

 

 

Secondo Weekend di Febbraio: torna Sportivu, che vi tiene aggiornati sugli eventi live che saranno trasmessi dalle televisioni in chiaro nei prossimi sette giorni.

 

Come di consueto vi dirò anche le dirette di Eurosport, che ha il coraggio di offrire per tutti coloro che non sono amanti del calcio o non solo, sport alternativi.

 

Settimana ricca di appuntamenti la terza settimana di febbraio: torna la Champions League con Inter, Roma e Milan impegnati in partite contro avversari ostici; torna il torneo Sei Nazioni di rugby con l’Italia che dovrà vedersela contro il Galles; si riaccendono i motori con i test della MotoGp e il primo gran premio della Superbike; su Eurosport (e qualcosa anche su Rai3) si potranno vedere le ultime gare degli sport invernali e il Torneo Wta di Doha. L’unico giorno libero, per gli amanti dello sport visto in televisione è lunedì, quindi se volete far qualcosa di differente approfittatene.

Sul Doppiaggio – 12 – Il rinnovamento per superare la crisi

L’assemblea della CDC trasforma la società in una s.r.l. molto più snella e la rilancia completamente nella corsa al monopolio del settore. Il lavoro, che aumenta per tutti i membri della società, si incrementa notevolmente per i giovani doppiatori, i quali si trovano ad operare in un particolare periodo, quello della contestazione giovanile.

La nuova generazione di attori che si dedica totalmente al doppiaggio a metà degli anni ’60 ha una età compresa tra 25 e 40 anni. In diversi casi gli anni trascorsi nelle sale di sincronizzazione è di alcuni anni inferiore al dato anagrafico per il precoce inizio dell’attività come doppiatori di bambini. Le nuove leve fanno paura alla vecchia guardia, che cerca in tutti i modi di non perdere la propria posizione di elité.

I giovani non accettano la lenta scalata di categoria e si crea malumore. Nel 1966 i doppiatori della CDC proclamano una giornata di sciopero per mandare, in vista dell’assemblea annuale dei soci, un segnale forte di malcontento al presidente, Giorgio Capecchi, e all’amministratore delegato Boncompagni, ma soprattutto ai due ispiratori di tutte le politiche della società, i cognati Emilio Cigoli e Giulio Panicali. I doppiatori vogliono fondamentalmente che si aumenti il numero di attori presenti nelle categorie E ed A, che si rendano più celeri i passaggi da una categoria inferiore alla superiore, che si designino più direttori. Alla fine di aprile l’assemblea registra una notevole partecipazione dei soci. Il clima è abbastanza rilassato nella sala affollata dove i giovani occupano le prime file. Alla fine il vecchio Cigoli si trova tagliato fuori dalla CDC, i soci della fascia E da 24 passano a 33 e quelli della fascia A da 16 a 22. Perso il doppiatore di punta, la CDC, cerca riparo tra gli attori di teatro, pur sapendo che quest non hanno grande dimestichezza con il mezzo.

Una serie tutta da ridere: Little Britain

Dissacrante e irriverente, questo è Little Britain, la divertente serie d’oltre Manica, che Mtv propone ogni domenica sera alle 22.35. Protagonista il duo David Walliams, Matt Lucas e una sequenza di singolari personaggi creati ad hoc per mettere alla berlina i vizi pubblici e privati della società britannica.

Realizzata tra il 2003 e il 2006 dalla Bbc, per un totale di venti puntate suddivise in tre serie, Mtv sta trasmettendo l’ultima, Little Britain è divenuta in poco tempo un vero cult trasmesso in mezza in Europa. In Italia va in onda in lingua originale con i sottotitoli, scelta saggia nella patria del doppiaggio, perché si possano cogliere appieno le sfumature di ogni singolo personaggio, mentre la Germania per esempio ha optato per una versione doppiata, con risultati che ci hanno lasciato perplessi.

Ma cosa succede in Little Britain? Davvero di tutto e con una tale ironia e animo dissacratorio che stentiamo a immaginarne una versione calata nella realtà del nostro Paese, dove le polemiche si sprecherebbero e una serie così verrebbe cancellata dopo poche puntate. La comicità del duo Walliams-Lucas si ispira a quella dei Monty Python celebre gruppo comico che spopolò negli anni ’70 con delle performance davvero esilaranti.

Cartoni animati story – 7 – Lo strano mondo di Minù

Oggi Cartoni animati Story continua ad andare indietro nel tempo per raccontarvi i cartoni che hanno segnato la storia della televisione italiana e prova a ricordare insieme a voi Lo strano Mondo di Minù.

Spoinon Obasan, questo è il vero nome del cartone, nasce in Giappone (anche se riprende l’idea dei romanzi di Alf Proysen) prodotto dallo Studio Pierrot nel lontano 1983 e arriva in Italia su Rete4 nel 1985.

Il cartone animato racconta la storia di Minù, una brava e tenera vecchietta con la capacità di diventare piccola piccola grazie ad un cucchiaino magico con annesso campanellino, che porta sempre al collo. Le sue avventure si svolgono nella piccola realtà che condivide con i suoi animali domestici e con quelli della fattoria.

Sul Doppiaggio – 11 – Fine anni cinquanta inizi anni sessanta: la crisi del settore

La fine degli anni cinquanta apre un’altra strada ai doppiatori, quella dell’over-sound dei documentari, eppure molti non riescono più a trovare spazio e tra il 1958 e il 1962 si apre una piccola crisi nel settore.

Nel 1955, annusando la crisi, la CDC mette in atto l’idea di creare una sorta di “ombrello protettivo” sui soci attraverso la distribuzione di sei turni di doppiaggio al mese anche se essi non vengono realmente eseguiti. A beneficiare di questa politica sono soprattutto quei doppiatori della categoria D, i quali, spesso, sono coinvolti per una giornata di doppiaggio solo per recitare nel brusio di scene di massa che si risolvono in alcuni minuti di effettiva partecipazione in sala sincronizzazione.

Quasi tutti questi attori fanno parte della cooperativa dai tempi della fondazione e diversi di loro hanno lavorato nella poche organizzazioni di doppiaggio sorte prima della Seconda Guerra Mondiale, sono doppiatori che non hanno mai avuto la soddisfazione di prestare la loro voce a protagonisti o comprimari, ma hanno ugualmente contribuito a rendere credibili le centinaia di film stranieri che invadono l’Italia nel dopoguerra. Essi hanno avuto il tempo di invecchiare nelle sale di doppiaggio, ma ora la loro presenza nella CDC si è fatta ingombrante.

Ascolti Tv: Venerdì 15 Febbraio – Vincono i Cesaroni. Perde il comunicato stampa Rai politicizzato!

Anche oggi, vi racconteremo la televisione in numeri, attraverso i dati sugli ascolti ricavati dai comunicati stampa ufficiali Rai e Mediaset, dati che possono aiutarci a capire il gusto del pubblico (anche se ho i miei dubbi) e a valutare l’evoluzione dei palinsesti televisivi.

Vi voglio ricordare che la percentuale è riferita alla quota di mercato (share) riferita al target commerciale 15-64 anni, mentre il numero di spettatori è il numero riferito all’intera totalità dei telespettatori.

Anche ieri non cambia nulla negli indici d’ascolti. Il programma più visto è Striscia la notizia, la serata viene vinta da I Cesaroni. Unica novità: anche nei comunicati stampa parte la campagna elettorale: nella descrizione della giornata Rai, l’ufficio stampa pensa bene di specificare i risultati dei programmi in base all’ospite politico presente. Che schifo!

Finchè morte non ci separi, nuova serie su Fox Crime

L’amore eterno dura tre anni!”, recitava una battuta che potrebbe benissimo fungere da slogan per Finchè morte non ci separi, nuova serie tv proposta da Fox Crime canale 112 di Sky. A testimonianza di come l’amore, inteso come una volta, non esista più e il classico, due cuori e una capanna, sia stato sostituito dal più realistico, due cuori è un conto in banca, ecco arrivare dagli Stati Uniti un telefilm frutto della creatività perversa del regista John Waters.

Dopo il successo conseguito in patria, dove è andata in onda su Court Tv, Fox Crime si accinge a proporre i 13 episodi di Finchè morte non ci separi, ogni venerdi alle 22.50 dal 22 febbraio, ma i più fortunati, tra cui me, hanno avuto modo di gustarsi la prima puntata, in onda a San Valentino, dal titolo premonitore, Delitto nella camera ardente. Una collocazione, la sera più romantica dell’anno, scelta con una buona dose d’ironia e sarcasmo, gli stessi elementi che animano ogni singolo episodio.

Ci voleva uno come Waters, celebre autore, fra i tanti film, di Hairspray, Grasso è bello, Cry-Baby, Fenicotteri rosa, per proporre con il suo rinomato cattivo gusto, questi racconti d’amore- odio che culminano nel gesto più efferato: l’omicidio.

Sul Doppiaggio – 10 – Dagli anni cinquanta agli anni sessanta

Un altro problema portato alla ribalda dalla televisione non è solo quello di rubare pubblico al cinema, ma anche di far assegnare ai propri doppiatori un volto, attraverso la loro attività televisiva. Si cerca dunque di dare agli attori/doppiatori, che ricoprono ruoli importanti in tv, ruoli di secondo piano.

Nel frattempo la CDC passa da quattro a cinque classi di doppiatori: alla A, alla B, alla C e alla D si aggiunge la categoria Extra, la più importante, questo per dare ai propri soci la possibilità di passare di categoria. La televisione, però, alletta i doppiatori, perché finalmente dà loro la possibilità di farsi conoscere dal grande pubblico o, nel caso di doppiatori/attori, di riacquistare la fama di un tempo. Alcuni di loro passano dal doppiaggio agli sceneggiati televisivi, altri diventano addirittura registi.

Sempre nel 1957 si fanno tesi i rapporti fra la ARS e la CID, perché entrambe le società ritengono non equamente diviso il lavoro tra gli attori delle due organizzazioni: la prima denuncia la seconda per aver usato attori da poco associati per alcuni film anziché privilegiare attori iscritti da anni. La CID, di contro, si giustifica dicendo che non è possibile andare contro la domanda di mercato e propone per questo motivo una fusione definitiva fra le due società. La fusioine viene rifiutata per due motivi: uno di gigantismo, poiché la società avrebbe avuto troppi iscritti, l’altro, che gli stessi doppiatori importanti non avrebbero trovato abbastanza spazio sul mercato. Nelle due società nascono movimenti secessionisti che portano, nel 1958, alla formazione della SAS (Società Attori Sincronizzatori).

Ascolti Tv: Giovedì 14 Febbraio – Vince… Don Matteo! W la novità!

Anche oggi, vi racconteremo la televisione in numeri, attraverso i dati sugli ascolti ricavati dai comunicati stampa ufficiali Rai e Mediaset, dati che possono aiutarci a capire il gusto del pubblico (anche se ho i miei dubbi) e a valutare l’evoluzione dei palinsesti televisivi.

Vi voglio ricordare che la percentuale è riferita alla quota di mercato (share) riferita al target commerciale 15-64 anni, mentre il numero di spettatori è il numero riferito all’intera totalità dei telespettatori.

Comunicati stampa molto scarni oggi e mendacei (entrambi dicono di aver vinto la prima serata! Le bugie però hanno le gambe corte). Anche questa settimana infatti vince Don Matteo e Ris 4 rimane a bocca asciutta. Non perviene Rete4!

Weekend al cinema: solo 4 titoli, ma 3 hanno candidature all’Oscar!

Questa settimana solo quattro nuovi titoli in arrivo nelle sale italiane, di cui tre drammatici e un romantico, ma, a parte Parlami d’amore (unico film italiano del quartetto, nonché primo film da regista per Silvio Muccino), tutti gli altri hanno qualche candidatura all’Oscar. Quello da non perdere dovrebbe essere Il Petroliere. Conosciamo nel dettaglio, uno ad uno i film proposti:

Parlami d’amore: Sasha è un tossicodipendente che vive sin da piccolo in una comunità. Quando finalmente può uscire e tornare alla vita normale, si innamora di Benedetta la figlia di uno dei benefattori del centro. Un giorno sua macchina si scontra contro quella di Nicole, una donna dal passato travagliato. In lei troverà un’amica, una confidente, una maestra che l’aiuterà a conquistare l’amore della sua vita. Scritto, diretto e interpretato da Silvio Muccino, finora solo attore (L’ultimo bacio, Che ne sarà di noi, Il mio miglior nemico, Manuale d’amore) il film mescola drammaticità a romanticismo. Il cast propone, oltre all’attore romano anche Carolina Crescentini (Notte prima degli esami – Oggi), Aitana Sánchez-Gigón (Io non ho paura). Il film è uscito già ieri, in concomitanza con la festa di San Valentino.

Away from her – Lontano da lei: una donna malata di Alzheimer deve dividersi dal marito per stabilirsi in una casa di cura. Col tempo perderà ogni ricordo del marito e si invaghirà di un altro paziente. Del cast fanno parte Julie Christie (Il dottor Zivago), candidata all’Oscar come migliore attrice protagonista, Gordon Pinsent (Il caso Thomas Crown, The Good Shepard), Michael Murphy (Salvador, Manhattan, I compari) e la già premio oscar Olympia Dukakis (Stregata dalla luna). La regia è affidata all’esordiente Sarah Polley, attrice di film come La mia vita senza di me e La vita segreta delle parole, ma candidata all’Oscar 2008 per la miglior sceneggiatura non originale.

Pubblicità – 7 – Ecco la lista delle trasmissioni da spot elettorale

Fra due mesi esatti gli italiani saranno chiamati alle urne per eleggere il nuovo (eufemismo?) parlamento italiano.

Per questo motivo, la consueta rubrica del venerdì, Pubblicità, stila per tutti voi la lista dei programmi televisivi, che direttamente o indirettamente, faranno la campagna elettorale ai candidati premier (che notizia delle notizie, per chi non lo sapesse, non sono solo due), ovvero pubblicità spacciata per informazione.

Per correttezza nei vostri confronti, durante tutto il post, non leggerete nomi di candidati, o consigli più o meno palesati sul voto, perché lo scopo dell’articolo di oggi è quello di informarvi sulla televisione che vi aspetta (ahimè) da qui al 14 aprile e il modo in cui questa vi venderà un prodotto (un politico, un partito, una coalizione).
Mettetevi comodi, perché le trasmissioni (almeno quelle già in programma) sono tante e il viaggio tra di loro sta per cominciare: