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Roma da l’addio ad Andreotti, oggi pomeriggio i funerali privati

E stavolta è morto per davvero. Giulio Andreotti è morto ieri, alle 12.25 nella sua abitazione romana. Oggi pomeriggio si svolegranno i suoi funerali alle 17, nella chiesa di San Giovanni dei Fiorentini. Sette volte presidente del consiglio,  aveva 94 anni, ed era sulla scena da più tempo della regina Elisabetta. Da tempo aveva deciso per sè il suo epitaffio: Non si ritenne né un nano né un gigante, lieto di appartenere a una mediocrità aurea.

 

Mi ricordo, tempo fa,  in una puntata del  Maurizio Costanzo Show in cui  per festeggiare i 90 anni di Andreotti Maurizio Costanzo citò  una frase confidatagli dallo stesso senatore: A pensar male non si andrà in paradiso, ma si dice la verità. Otto volte ministro della Difesa, cinque volte ministro degli Esteri, tre volte ministro delle Partecipazioni Statali, due volte ministro delle Finanze, ministro del Bilancio, ministro dei beni culturali e ministro delle Politiche Comunitarie.

Una vita in politica, insomma, in cui Andreotti nel bene e nel male ha saputo far parlare di sè, anche per i processi che aveva in corso, tra i quali ricordiamo quello del Il 2 maggio 2003 in cui fu   giudicato per concorso esterno in associazione mafiosa dalla Corte d’Appello di Palermo e di cui fu  assolto per prescrizione fino ai  fatti successivi al 1980. Per i fatti anteriori, accaduti prima che venisse varato l’articolo 416 bis del codice penale sull’associazione a delinquere di stampo mafioso, era già stato assolto in primo grado nel 1999.

Oggi pomeriggio a Roma si svolgeranno i funerali,  una funzione privata alle ore  17 nella chiesa di San Giovanni dei Fiorentini, vicino alla residenza del senatore a vita, in  corso Vittorio a Roma.  Tra i numerosi messaggi di cordoglio  quello del presidente  Giorgio Napolitano: Sulla lunga esperienza di vita del senatore Giulio Andreotti e sull’opera da lui prestata in molteplici forme nel più vasto ambito dell’attività politica, parlamentare e di governo, potranno esprimersi valutazioni approfondite e compiute solo in sede di giudizio storico, ha scritto Napolitano in un messaggio alla Famiglia.

 

 

 

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