Home » Milena Gabanelli Ministro dell’Istruzione? La conduttrice di Report non smentisce

Milena Gabanelli Ministro dell’Istruzione? La conduttrice di Report non smentisce

Milena Gabanelli Ministro dell’Istruzione? L’autrice televisiva e conduttrice storica di Report, programma di inchieste della prima serata domenicale di Rai3, ha risposto così ai giornalisti che le hanno chiesto di un incarico in vista al fianco di Pier Luigi Bersani:

Mi sono svegliata stamattina con un sms che diceva ‘Buongiorno ministro’, ma non ho ricevuto nessuna telefonata. Nessuna proposta“. Ma mai dire mai. Perché a sorpresa, a conclusione della cerimonia, ai giornalisti che le chiedono se ha pensato di entrare in politica, Milena Gabanelli, risponde: “Io sono per fare quello che so fare meglio. Ci sono aspetti della vita di questo Paese che conosco molto bene e che quindi potrei affrontare“. Pare una dichiarazione d’intenti. Probabilmente sarà di buon auspicio il fatto che, tra i ministri del governo ideale pubblicata su alcuni giornali in questi giorni, oltre a quello della giornalista appaiano i nomi di don Gallo, don Ciotti, Gino Strada. Tutti vincitori del premio Tommasini, conferito proprio alla giornalista dalla città di Parma nella giornata di ieri.

 E’ certo invece che Milena Gabanelli sarà su Rai3 il 7 aprile per la prima puntata della nuova, attesa serie di Report. Anche quello è un modo di fare politica, secondo la giornalista :Mi piacerebbe dare una mano al nostro governo, sperando che si formi, prima che la situazione economica degeneri. Ho paura che succeda, perché non avere il lavoro è terribile. Penso a mia figlia e ai figli di tutti, una generazione di cui nessuno si è occupato. Tutti dicono ‘bisognà cambiare, ma nessuno dice cosa e dove”.

Ed ecco per noi in esclusiva (col cuore?), argomenti che troveranno spazio all’interno trasmissione d’inchiesta, quasi una lista di suggerimenti per il nuovo governo:

Bisognerebbe partire dalle leggi sulle amministrazioni straordinarie delle società insolventi, che solo in Italia vengono gestite dalla politica e non dai tribunali fallimentari, senza alcuna prospettiva sul mantenimento dei posti di lavoro. Poi penso al patrimonio artistico, che ci darebbe da mangiare perché non passa mai di moda e ce l’abbiamo solo noi. Alla questione dirimente del merito, che dovrebbe diventare criterio di selezione della classe dirigente. A Roma la criminalità si è strutturata e fa affari con le amministrazioni”.

E chi non vorrebbe un Ministro così?

Lascia un commento