
Il direttore del Tg5, Clemente J. Mimun, è in vena di confidenze e, in attesa di pubblicare un ipotetico libro di memorie, ha raccontato particolari aneddoti riguardanti il suo operato come giornalista e direttore di telegiornali importanti, in un’intervista rilasciata a Il Corriere della Sera.
Sassolini da togliere da una scarpa, rapporti con colleghi e politici, sono alla base delle dichiarazioni fatte dal giornalista. Come ex direttore del Tg1, Mimun fa un ritratto, a tutto tondo, delle celebre anchorwoman Lilli Gruber:
Lilli Gruber. Indubbiamente brava. Mi è simpatica perché è una belva e non fa niente per nasconderlo. La portai io al Tg1. Mi chiamò al tempo della nomina di Bruno Vespa alla direzione. Non ci avevo mai preso nemmeno un caffè prima. A Vespa l’idea piacque. Lilli lo ricompensò dopo, capeggiando la rivolta al Tg1 contro di lui. Ricordo con divertimento, durante l’ultimo conflitto iracheno, cosa disse di colleghi e colleghe inviati, li massacrò. Con meno divertimento ricordo quando definì “resistenza” quella irachena e “mercenari” i poveri Quattrocchi e compagni. Protestarono tanti, anche da sinistra. Quando tornò da Baghdad trovò un mio mazzo di fiori, finì in diretta a “Domenica in” con standing ovation. Le chiesero: qual è stata la prima cosa che ha fatto? Rispose: riabbracciare mio marito. Però aveva trascorso con lui, che è un collega, tutto il periodo. Lilli ha l’istinto del giornalismo e insieme della scena.