Beautiful: Fabrizio Pucci è la nuova voce di Ridge

E’ ancora viva nella memoria di milioni di fan in Italia la figura di Claudio Capone: la sua voce continua a farci compagnia giorno dopo giorno quando, tra i protagonisti di Beautiful, a parlare è Ridge Forrester.

Da dopo l’estate non sarà più così, perché gli episodi registrati prima della scomparsa del doppiatore romano saranno finiti. Per questo motivo è stato ufficializzata, secondo quel che riporta Antonio Genna sul suo blog, il nuovo nome della voce di Ron Moss: il prescelto è Fabrizio Pucci.

CinepuntoSoap – Settimana 26

Anche con questo caldo, non si fermano, almeno per ora, le soap più amate da voi lettori.

Questa settimana, sconvolta dalla notizia della morte di Claudio Capone (la voce di Ridge), ha fatto il suo esordio Luca Biagini come voce di Eric e, senza mettere in discussione la sua professionalità, l’eredità lasciatagli da Oreste Rizzini è veramente pesante.

Andiamo subito a scopire cosa è successo a Beautiful, Un posto al sole e Centovetrine.

Sul Doppiaggio – 9 – Nuove società e la nascita della TV

La politica di Augusto Incrocci si può riassumere in tre punti: il lavoro deve essere equamente distribuito per garantire ad ognuno il minimo necessario per condurre una vita dignitosa; deve avere un atteggiamento di apertura verso le legittime aspirazione dei doppiatori ad associare in modo stabile e duraturo la propria voce ad un divo; deve cercare di rendere più facile il passaggio ad una categoria superiore e permettere di entrare nell’olimpo dei direttori tenendo presente anche l’anzianità maturata oltre alle attitudini e le capacità personali.

La sua politica porta malcontento fra tutti i doppiatori: quelli famosi non vogliono lasciare il posto agli altri nel doppiare i divi di Hollywood e quelli meno famosi in questo modo non riescno a salire di categoria; gli anziani si vedono incalzare dai giovani, senza però riuscire ad accedere alla categoria e senza quindi riuscire a diventare direttori di doppiaggio, categoria quasi di casta.

Nel 1952 i doppiatori paventano le dimissioni in blocco per mandare un segnale forte a Giannuzzi, presidente ODI, e ai direttori di doppiaggio, i quali da diverso tempo non rispettano neppure le regole stabilite da loro stessi utilizzando ad esempio attori non soci.