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CriticoTv: palinsesti alla deriva, dov’è il rispetto per il pubblico?

Ci capita spesso di considerare la programmazione dei vari canali tv come delle ampie autostrade, dove le trasmissioni, simili a automobili, corrono veloci, il cui profilo a mala pena visibile sparisce rapidamente all’orizzonte, giusto il tempo di dare un’occhiata e già non ci sono più per lasciare posto ad altre nelle intenzioni dei costruttori più belle, più potenti, (fosse vero!).

Ce li immaginiamo i direttori dei canali televisivi, davanti una scacchiera, impegnati a muovere le pedine, nella fattispecie i programmi, con l’evidente intento di mettere in scacco l’avversario, tutto questo però senza tenere conto di un fattore fondamentale, privato del quale la stessa tv non avrebbe motivo d’esistere: il pubblico.

Siamo un po’ stanchi di vedere programmi che spariscono, slittano d’orario, cambiano data di programmazione, di settimana in settimana, se non di giorno in giorno, tutto questo perché qualcuno in nome del solito Dio, l’Audience, ha deciso che quel determinato prodotto televisivo non va più bene anche dopo la messa in onda di una singola puntata.


Da questo punto di vista, si lo ammettiamo, siamo terribilmente attaccati al concetto nostalgico di palinsesto come era una volta, quando in base all’ora in cui accendevi la tv sapevi più o meno cosa ti saresti trovato davanti, senza neanche consultare la guida tv. Certo i tempi sono cambiati, ma ormai quella che una volta poteva essere eccezione, è diventata regola, un’esagerazione, dove a farne le spese è il solito pubblico, costretto a farsi strada senza neanche l’ausilio dei giornali televisivi, anch’essi in difficoltà nel tenere il passo delle direttive di rete in continua mutazione.

Facciamo un esempio lampante, tra i tanti: Italia 1, il canale del direttore Luigi Tiraboschi, persona intelligente e lungimirante, in grado di tirare le fila con successo di un prodotto il cui maggior fruitore è un pubblico giovane. Anche in questo caso non ci si è potuti sottrarre alle strategie di palinsesto, un esempio? Csi Las Vegas, grandi ascolti quelli della settima stagione, in onda per i primi quattro episodi al mercoledì e giovedì, poi solo al mercoledì, ebbene la prossima settimana non andrà in onda, per poi tornare quella successiva: inspiegabile!

Neanche fosse un flop, come il povero Amadeus con Canta e Vinci, in quel caso Tiraboschi ha fatto mea culpa: «Ci tengo a sottolineare che non si tratta né di un problema di prodotto né, tanto meno, di conduzione. Amadeus non ha alcuna responsabilità in merito al parziale insuccesso del programma. La responsabilità, semmai, è solo mia».

E che dire dell’accoppiata The CloserSaving Grace, fino alla scorsa settimana in onda di giovedì, questa settimana misteriosamente scomparsi, per poi ricomparire la prossima di mercoledì? Oppure il telefilm 24 in un primo momento in onda di venerdì per poi essere spostato al mercoledì e dalla prossima settimana di nuovo in onda di venerdì. È il valzer dei palinsesti, dove seguire la serie preferita nelle modalità giuste: per intero e sempre nello stesso giorno di programmazione, risulta una chimera. Ma questi signori conosco minimamente il significato della parola vergogna?

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