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Otto e mezzo, Marco Travaglio e Vittorio Sgarbi: dibattito col silenziatore

Marco Travaglio è un pezzo di merda. Anzi una merda intera. Sono lontani, lontanissimi, i tempi in cui Vittorio Sgarbi definiva con tale epiteto il vice direttore de Il fatto quotidiano, venendo condannato per diffamazione. Così come appare solo un ricordo l’intervento di Marco Travaglio su “Sgarbi da neuro deliri” ad Annozero.

Stasera a Otto e mezzo, ospiti di Lilli Gruber, i due noti volti televisivi hanno dato vita a un dibattito pacato, scevro da urla, interruzioni e insulti. E ciò, considerati i protagonisti e il loro mitologico background, fa notizia.

Di fronte ad una palesemente delusa Lilli Gruber, il critico d’arte ha costantemente annuito e sorriso all’ascolto delle parole del giornalista, giungendo addirittura a rammaricarsi per non aver coinvolto l’editorialista di Annozero nell’organizzare il Padiglione Italia curato da Sgarbi alla Biennale di Venezia, visti “i rapporti con Travaglio“. Da una parte il “professor Sgarbi“, dall’altra il “dottor Travaglio“. Come se il passato mediatico e giudiziario tra i due non fosse mai esistito.

In verità la fiammata sarebbe potuta divampare in più occasioni, soprattutto per merito (o per colpa) di un meno contenuto Travaglio (il quale comunque ha pure espressamente glissato su alcune tematiche per evitare di “polemizzare”):

Non posso polemizzare con lui sull’arte, perché è la sua materia. Io quando non capisco qualcosa mi astengo dal parlarne. A differenza di Sgarbi che spesso parla di cose in cui penso di saperne io di più. Ad esempio la cronaca giudiziaria.

Ma Sgarbi volutamente non ha raccolto. Solo sorrisi, ammiccamenti e consapevolezza di essere due dai quali ci si aspetta(va) una furibonda lite alza share. Tant’è che lo stesso Travaglio ha chiuso la puntata, rivolgendosi alla Gruber, la quale poco prima aveva rivolto ai due ospiti il ringraziamento per “essere stati civili e amabili“, così:

Speravi nel sangue, eh!

I due ospiti, in realtà, disquisendo P2, P4 (dopo l’arresto di Luigi Bisignani), della situazione politica post referendum, di televisione e di arte, sono riusciti a esprimere anche argomentazioni vagamente discordanti: se per Sgarbi l’organizzazione di Licio Gelli era “come un Rotary” mentre “non era un’associazione a delinquere”, per Travaglio la P2 “fu sciolta dal governo Spadolini perché considerata loggia eversiva.

Ma il clima british è tornato presto nello studio televisivo di La7; infatti, se per il giornalista Ci tocca pure Sgarbi è stato un “programma forse volutamente antitelevisivo con degli spunti“, che “se la Rai esistesse ancora, se ci fosse qualcuno che cura ancora i prodotti” sarebbe dovuto partire in seconda serata, per Sgarbi “Travaglio scrive bene, con efficacia. E Berlusconi? Almeno lui, ha garantito un minimo di divergenza d’opinioni? Ha sollecitato l’istinto polemico di Sgarbi e il mordace sarcasmo di Travaglio? Nient’affatto:

Per Sgarbi  è poco furbo, poco decisionista. Per Travaglio pure: “Decide solo sugli affari suoi”.

1 commento su “Otto e mezzo, Marco Travaglio e Vittorio Sgarbi: dibattito col silenziatore”

  1. Stasera ho visto la trasmissione con la sottosegretaria casellati effettivamente non capisco come si puo distorcere la realtà e difendere berlusconi a spada tratta ma dico basta sti signori cosa pensano che siamo cretini e non capiamo o forse loro che hanno fatto grandi studi e università e possibile che non capiscano bho forse berlusconi gli avra fatto il lavaggio del cervello chissà ma questi non hanno ancora capito che gli italiani sono stuffi di ste pagliacciate e facciano le cose serie . Scusatemi se nin ono stato chiaro ho almeno spero di esserlo cmq complimenti per il vostro tg mi piace

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