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La tv e i giovani: divertimento o lavoro?

 Anni fa un noto doppiatore ci rivelò che mai avrebbe permesso a suo figlio di entrare in una sala di doppiaggio se non dopo la maggiore età, perchè la sua giovinezza potesse scorrere lungo i binari naturali, senza subire gli inevitabili scossoni a cui si è soggetti, una volta intrapesa una qualsivoglia carriera artistica.

Al giorno d’oggi nemmeno i giovanissimi possono ritenersi liberi dai meccanismi dettati dalla televisione, un gigantesco tritacarne mediatico che inghiotte tutto e tutti, irretiti dal fatale richiamo della fama a basso costo, o se volete di facile conquista, che alcuni programmi come i reality e i talent show diffondono a piene mani, confortati da audience di un certo rilievo.

Prendiamo come esempio, Ti lascio una canzone, il talent show di Raiuno condotto da Antonella Clerici, tornato in onda sabato scorso dopo una fortunata prima stagione, seguito da una media di 6 milioni 700mila spettatori: protagonisti bambini tra gli 8 e i 16 anni lanciati nello scintillante mondo dello spettacolo, a tu per tu con l’emozione del palco, la luce dei riflettori, il clamore del pubblico in sala, quanto potrà incidere tutto ciò sulla loro naturale crescita?

Proprio qualche giorno fa Ambra Angiolini enfant prodige di Non è la Rai ha messo in guardia i giovanissimi dal non intraprendere la carriera artistica troppo presto, avendo sperimentato sulla propria pelle cosa significhi, con effetti spiacevoli sull’equilibrio fisico e mentale.

Lo stesso Trebisonda programma per ragazzi di Raitre sembra divenuto ormai una parata per aspiranti “prime donne” dello spettacolo e telefilm d’oltre oceano come Hanna Montana che racconta le vicende di una adolescente rockstar, non aiutano certo a placare la insistente esigenza di protagonismo che giunge dalle nuove generazioni. Non escludiamo che il fenomeno del bullismo dilagante tra i giovani abbia tra le sue origini proprio questo desiderio di primeggiare sul prossimo, essere qualcuno rispetto agli altri che ha come origine proprio il piccolo schermo.

Gli stessi genitori poi, sono i primi ad avallare le aspettative dei propri figli, desiderosi di accedere ad un mondo di lustrini e carta patinata, dalla porta principale, speranzosi di cogliere al volo quell’attimo che potrebbe far diventare una semplice aspirazione un vero e proprio lavoro. Esempio fra tutti quello di Valerio Scanu il 18enne arrivato secondo nell’ultima edizione di Amici di Maria De Filippi: apprendiamo che nel 2002 aveva partecipato a Bravo Bravissimo talent show targato Mediaset.

A 17 anni, in seguito alle pressioni della zia, va in Francia per partecipare al casting della versione francese di American Idol ma viene scartato perché ritenuto troppo giovane. Partecipa anche al casting di X Factor, ma ancora una volta viene scartato per la sua giovane età. L’anno successivo entra nella scuola di Amici dove arriva in finale, esibendo una spocchia e mancanza d’umiltà non certo invidiabile, quale atteggiamento potrà avere un ragazzo così, di fronte agli inevitabili ostacoli che la vita gli porrà davanti?

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