Brutto periodo per le tv locali: da un lato i costi di gestione in repentino aumento in vista della conversione degli impianti per il digitale terrestre, dall’altro un calo dell’audience cha va a ad erodere i già esigui introiti pubblicitari. Il grido di dolore parte dalla Sardegna, dove il passaggio al digitale è già una realtà, le emittenti coinvolte 16. Una volta preso atto che il grande passo “s’ha da fare”, i dirigenti delle strutture locali si trovano a gestire una difficile situazione accolta con un tiepido ottimismo.
Enrico Rais, Amministratore Delegato di Videolina, commenta su Il Sole 24 ore: “Il digitale terrestre ha finalmente compiuto un grande passo in avanti. Immagini più chiare, un audio migliore, la possibilità di ricevere informazioni di diverso genere, ma soprattutto la disponibilità di più canali. L’augurio di noi ‘broadcasters’ è che questo nuovo modo di concepire l’organizzazione televisiva possa premiare, anche attraverso l’aiuto dello Stato, le imprese come la nostra che tanto hanno investito per adeguarsi alla nuova tecnologia. Per noi di Videolina il digitale è anche un’occasione straordinaria per radicarci maggiormente nel territorio“.
Ben più tiepide le considerazioni di Mario Tasca, direttore generale di Sardegna 1: “Non sono pessimista, il passaggio si farà ed è giusto che si faccia. Ma il fatto è che è stato un impegno spaventoso e non è ancora finita. Per l’alta frequenza l’investimento è stato fuori misura: dopo aver provveduto tempo fa al digitale, adesso l’arrivo dell’isofrequenza ci ha costretti a modificare tutto”