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Max Bruno, a Cinetivù le confessioni di Nando Martellone di Boris

 Questa settimana Cinetivù incontra il poliedrico Max Bruno, famoso al grande pubblico, tra gli altri, per il personaggio di Nando Martellone di Boris la (fuori) serie italiana di grande successo trasmessa dal canale Fox della cui terza stagione, è stata data qualche anticipazione durante il recente Roma Fiction Fest, ci siamo divertiti a stuzzicarlo, leggete cosa ci ha detto!

Max tu sei un’artista a tutto tondo: attore, autore televisivo e teatrale, sceneggiatore: qual è il ruolo che ti senti meglio cucito addosso?

La mia passione imprescindibile rimane il teatro (vero mezzo di libertà e sperimentazione). Mi sono innamorato del palcoscenico e gli sono fedele da ormai 20 anni. L’energia che scambi con il pubblico in sala è una sensazione che mi è vitale. Quando scrivo e interpreto le mie cose mi sento davvero appagato ed è lì che tiro fuori le cose migliori, come nel caso del mio monologo Zero che ho proposto per tre anni consecutivi. Il cinema è un meraviglioso lavoro che ti dà tante soddisfazioni e grande visibilità. La televisione non mi fa impazzire… la faccio da molto tempo ma solo in rari casi mi sono sentito appagato e sono spesso state cose andate in onda sul satellite (Boris ad esempio) oppure le trasmissioni scritte per Paola Cortellesi (Nessundorma e Non Perdiamoci di Vista)

La tua carriera subisce una svolta quando incontri proprio Paola, puoi parlarci di questa tua esperienza?

In realtà Paola ed io abbiamo iniziato a lavorare insieme quando ancora eravamo due giovanissimi teatranti off. Scrissi uno spettacolo che si intitolava Cose che Capitano (da cui ora ho tratto un film intitolato Tutto l’amore del mondo che ha come protagonista Nicolas Vaporidis e che uscirà nelle sale a febbraio 2010). Eravamo in scena lei ed io e la regia era di Furio Andreotti. Due pazzi in scena per un’ ora e mezza. Cominciammo al Teatro Sette di Roma, poi al ridotto del Colosseo e poi al Teatro della Cometa. In seguito il nostro produttore Franco Clavari ci portò in tournée. Nel frattempo Paola aveva fatto le sue prime esperienze televisive e approdò alla corte della Gialappa’s band. Facemmo insieme un secondo spettacolo (Ancora un Attimo) sempre con la stessa squadra e nel frattempo continuai a fare il suo autore in tv. L’apice lo abbiamo raggiunto con Gli ultimi saranno ultimi, monologo che ho scritto appositamente per lei e con cui Paoletta vinse il premio E.T.I (Oscar teatrale italiano). Se tutto va bene sarà la protagonista del mio esordio alla regia, un film a cui tengo moltissimo che spero di girare nel 2010.

Il teatro: una tappa fondamentale per chi vuole ritenersi attore a tutti gli effetti: qual’ è secondo te il suo stato in Italia?

Il teatro boccheggia. Vinto dalla televisione e sfiancato dalla crisi economica. Siamo un paese che sostiene poco la cultura e a volte mi sembra che la osteggi. Forse c’è un interesse a tenere le persone ancorate davanti alle tv a vedere reality e a sentire le “interessantissime” affermazioni di opinionisti improvvisati che impoveriscono il pensiero comune.

I monologhi sul palco sono una tua specialità: come nascono? A cosa ti ispiri?

Credo che per fare l’autore e voler dire qualcosa di significativo sia necessario sapere il più possibile. E’ meglio pensare che credere. Parlare con le persone per sapere come la pensano, leggere i giornali per sapere come vogliono che noi pensiamo, godersi buoni romanzi per conoscere la creatività degli altri autori, vedere tanto cinema per sognare nuove storie, ascoltare tanta musica etc. etc. Abbandonarsi insomma alle sensazioni vagliando il tutto con la percezione della realtà. Si impara di più perdendosi in un dipinto di Rohtko che guardando una puntata di Forum… o no? Tutto questo è nei miei monologhi e il veicolo che uso solitamente è la comicità, la più cattiva possibile.

Nel curriculum di Max Bruno c’è tanta televisione ma non manca la tappa cinematografica, ci riferiamo a Notte prima degli esami, il successo di Fausto Brizzi di cui hai curato la sceneggiatura, cosa comporta in fatto di idee, tempo, etc, scrivere un film per il grande schermo?

Ho imparato molto scrivendo per il cinema. E ancora sto imparando. E’ un’arte che mi affascina ma a cui mi sono avvicinato lentamente. Devo dire che mi è andata subito bene perchè al primo film è arrivato un successo al botteghino, un David di Donatello e tanto credito da parte di pubblico e critica. Ora sto scrivendo il mio sesto film e mi sento più sicuro. Il cinema ha delle regole ben precise, non è come il teatro… ne devi sapere e quindi l’esperienza è fondamentale.

Veniamo a Nando Martellone, il personaggio della (fuori) serie televisiva Boris che ha contribuito a darti ulteriore fama, è stata una tua idea?

No Martellone è un’idea degli autori di Boris. Quando me ne hanno parlato sono morto dalle risate e ho accettato subito. Oramai, giunti alla terza serie, non chiedo nemmeno di leggere il copione. Mi fido. Mi piace molto lavorare per Boris, è uno spazio libero dove non hai censure ottuse e dove puoi dar sfogo alle tue qualità. Infatti gli attori danno il meglio.

L’impressione infatti è che vi divertiate un mondo…

Con Ciarrapico, Torre e Vendruscolo (gli autori. ndr) siamo amici da molti anni. Abbiamo cominciato nei teatri off insieme e c’è una grande stima reciproca. Mi hanno chiamato sulla fiducia e sicuramente hanno penato che ero la persona più giusta per interpretare un ruolo scomodo. Il personaggio gioca con la volgarità e molti attori non avrebbero accettato secondo me… Loro con me sono andati sul sicuro perchè sanno che sono sufficientemente folle per sopportare di poter dire “Bucio de culo” in continuazione. Sul set ci sganasciamo dalle risate e questo è l’importante.

Come mai secondo te una serie così divertente non ha trovato spazio sulla cosiddetta tv generalista? Forse perché racconta troppe verità sull’ambiente artistico?

Perchè pensano che gli italiani debbano essere più stupidi e inconsapevoli possibile. Si mascherano dietro l’audience e le regole della tv generalista ma la verità è che in questo paese la cultura la decidono personaggi che vogliono far rimanere la gente a livello basico. Per fortuna c’è il satellite, oasi un po’ più libera. Ci sono menti illuminate. Ci sono attori coraggiosi che non ritirano premi per protestare contro il rifiuto del governo di reintegrare il FUS (Fondo Unico per lo spettacolo)

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Di recente la terza stagione di Boris in onda in autunno, è stata presentata al Roma Fiction Fest, puoi darci qualche anticipazione sul tuo personaggio?

Non ne so nulla… davvero.

Per il futuro cosa ti attende?

Il futuro è il film Maschi contro Femmine che sto scrivendo per Fausto Brizzi, è il film Agostino tutti contro tutti, che sto per realizzare insieme a Rolando Ravello per Fandango ed è soprattutto il mio primo film da regista che mi impegnerà per tutto il 2010. Insomma… sono contento.

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