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RIS 5 Delitti imperfetti, riassunto sesta puntata

La scorsa puntata di RIS 5 si era conclusa con la morte di Antonio di Maio, 48 anni e sostituto procuratore al RIS, ucciso da Federico Adorni, della setta degli Eletti: la notizia è stata subito trasmessa per televisione così ora tutti sanno dell’esistenza della setta. Nella puntata Gli eletti viene presentato il nuovo sostituto procuratore, inizialmente scettico sulla storia della setta e sulla sua divulgazione via web: ma il Capitano Venturi (Lorenzo Flaherty) ed i suoi uomini sanno come agire e continuano le indagini.

Claudia (Gea Lionello) durante l’autopsia scopre che Di Maio è stato ucciso da una neurotossina che in poco tempo ha ucciso cuore e polmoni, salvarlo era impossibile. Nel frattempo a Villa Tossi, clinica psichiatrica, è rinvenuto un cadavere: è quello di Giulia Lupo, 27 anni, ricoverata in clinica da due mesi, pugnalata al ventre con un oggetto appuntito. In clinica uno dei ricoverati, Paolo Evangelista, in un momento di schizofrenia, armato di forbici, cerca di uccidere un’infermiera, ma viene tranquillizzato da Veronica Gambetta (Magdalena Grochowska) e prima di essere sedato dice di aver trovato le forbici su un letto, ma di non sapere nulla al riguardo: affetto da una forma di schizofrenia con conseguente amnesia, è il primo indiziato per il delitto.

Venturi con l’aiuto di Flavia Ayroldi (Jun Ichikawa), in laboratorio scopre che il veleno che ha ucciso Di Maio è di Dendrobates, una rana tropicale che trasuda veleno, mentre Ghirelli (Fabio Troiano) studia le modalità per risalire al web designer che ha creato il sito della setta: per riuscirci contatta i suoi amici esperti delle rete web. A Villa Tossi intanto si scopre che le impronte nel capanno dove Giulia è stata uccisa erano di Paolo Evangelista, presente sulla scena del crimine: ma la Gambino è scettica e cerca di mettere in crisi le deduzioni di De Biase (Ugo Dighiero), che continua le ricerche sul pigiama e sull’arma.

Interrogato, Paolo Evangelista ribadisce di non essere stato lui ad uccidere Giulia e fa trapelare un malessere interno molto profondo, legato a ricordi familiari traumatici,

Non mi crede mai nessuno

continua a ripetere: la Gambino è convinta che Paolo abbia ucciso Giulia Lupo nel sonno, a causa dei sonniferi somministrati, ma per essere certi occorre una terapia di ipnosi regressiva. Al RIS intanto Ghirelli, grazie agli amici assoldati, è riuscito a risalire all’autore del sito, un tale Dixie: a casa di Dixie c’è solo la sua compagna Teresa Berselli, con il figlio sordomuto, che riferisce che Dixie è scappato da circa due anni, ma non sa dove sia. Riferisce solo che in casa Dixie faceva discorsi strani, parlava di incompatibilità tra di loro e si lamentava del figlio imperfetto nato dalla loro unione. Analizzando il suo studio Venturi e Ghirelli scoprono dei disegni fatti da Dixie, gli avatar della setta, ma quello del capo della setta è fatto diversamente dagli altri ed in calce c’è anche la firma: la firma del capo degli eletti.

La Gambino intanto prepara Paolo per la terapia ipnotica: in sogno Paolo scende delle scale e si reca nel capannone, sente delle urla e lamenti, e quando entra nel capanno vede Giulia morta a terra, uccisa da un uomo che però identifica in suo padre, morto da tanto tempo. Ma la Gambino ne è certa, Paolo ha dato all’assassino il volto del padre perché si tratta di una persona che gli è stata vicino: una persona vicina a Paolo e vicina a Giulia, che può essere solo il loro psichiatra Roversi. Messo alle strette confessa: lui e Giulia avevano una relazione sessuale, che però Roversi voleva concludere mentre Giulia schizofrenica ha reagito minacciando di dirlo a tutti: lo psichiatra impaurito l’ha uccisa con le forbici e poi ha cercato di far ricadere la colpa su Paolo. Ghirelli con Venturi e Flavia, confrontano le grafie di diversi soggetti che potrebbero essere i capi della setta: uno di loro, Adler, collega universitario di Morbegno, in giardino ha diversi esemplari delle rane incriminate. Sequestrate vengono analizzate da Flavia, ma sono tutte senza veleno: sarà proprio la Ayroldi a trovare un coleottero, cibo prediletto delle rane, ricco di alcaloidi ed usato per rendere le rane velenose. Adler viene arrestato e portato al RIS, ma pur interrogato non cede: continua a ripetere che le rane sono frutto di un progetto universitario.

Nel secondo episodio, La vela insanguinata, a La Spezia risultano dispersi in mare due uomini che erano su una barca in mezzo al mare: uno era avvocato mentre lo skipper, Lanfranco Marchiani, era amico di De Biase. Daniela, la ragazza che era imbarcata insieme a loro, riferisce di non aver percepito nulla perché stava dormendo. A bordo dell’imbarcazione Flavia trova macchie di sangue, come se qualcuno colpito da qualcosa fosse caduto in mare: forse si è trattato di un incidente, le macchie di sangue sono proprio di Marchiani. I corpi dei due uomini, morti per annegamento, vengono rinvenuti impigliati negli scogli al largo: De Biase è molto provato per la perdita dell’amico. Claudia al termine dell’autopsia dice che è stato un oggetto in alluminio ad ucciderlo. È stato un mezzo marinaio, uno strumento per la navigazione, e sul pontile vi sono le tracce di scarpe Superga taglia 41.

Al RIS intanto Venturi e Ghirelli perquisiscono la casa di Adler, dove scoprono diversi libri di Morbegno ed uno sulla fecondazione artificiale e la crioconservazione dei gameti. La salma di Morbegno, sepolta 15 anni fa, viene studiata, e si scopre che è lui il padre dei bambini trovati sepolti: il suo seme è stato congelato e fecondate le donne della setta. Adler viene interrogato nuovamente, ma dichiara si non voler più rispondere a nessuna domanda.

Al RIS i casi non finiscono mai: un’altra morte sospetta, un uomo all’interno di una vettura, viene rinvenuta in Adelmo Ridolfi, pensionato e vedovo, morto per arresto cardiaco ma prima malmenato. Si scopre che Ademlo ha un figlio, Giuliano, autistico, ed una figlia Serena che vive in Australia: ma Giuliano non era con il padre al momento della morte. Grazie ad un insetto rinvenuto sul cadavere Ghirelli e la Gambetta scoprono in un bosco il cadavere di Giuliano, morto per ostruzione della trachea, forse a causa di un braccio attorno al collo.

Al RIS invece De Biase interroga Daniela, la ragazza che era sulla barca al momento del presunto incidente, lei ribadisce di essere stata in cabina tutto il tempo: ma forse in barca c’era una quarta persona, l’assassino appunto, salito in un momento di attracco. I RIS interrogano il fratello di Marchiani, che indossa le stesse calzature lasciate dall’assassino: messo alle strette ammette di aver ucciso il fratello perché non lo sopportava più, Lanfranco aveva tutto, anche la barca che il padre aveva lasciato a lui in punto di morte.

Nel frattempo Ghirelli in laboratorio analizza le tracce lasciate su Giuliano e scopre con orrore che appartengono al padre: Adelmo ha ucciso a mani nude il figlio e poi è morto di infarto in conseguenza della sua azione, confessando in delle mail inviate alla figlia, che non riusciva più a far fronte alle violenze del figlio preda degli attacchi di autismo, e chidendole perdono. Al laboratorio di crioconservazione Venturi scopre che Morbegno ha fatto un deposito nel 1994 ma le fialette piene di seme sono improvvisamente sparite: sono state utilizzate per generare bambini tra gli eletti, ma come si può risalire al capo?

Nel frattempo la storia tra Ghirelli e la Gambetta prosegue e viene scoperta da Flavia, che rimane sconvolta dalla visione dei due che si baciano con passione. Flavia infatti, ha forti dubbi sulla sua sessualità, e si era infatuata della Gambetta. Al RIS viene interrogato Federico Adorni, Venturi gli chiede se conosce il professor Adler, ma Adorni risponde che è un tipo troppo mediocre per essere il capo della setta:

tutti possono diventare maestri di vita, ma per combattere un’idea prima bisogna capirla sono le sue ultime parole

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